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Nascita della Rete nazionale di scopo ICT RIDAP

Il ruolo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione nel sistema dell’Istruzione degli Adulti è individuato come centrale già nelle Linee Guida per il passaggio al nuovo ordinamento dei CPIA regolamentato dal DPR 263/2012.

Ben prima che l’emergenza pandemica ci abituasse a sigle come DAD e DDI, proprio l’utilizzo delle ICT già contemplava la Fruizione a Distanza (FAD) come una delle principali innovazioni dell’assetto organizzativo e didattico dell’Istruzione degli Adulti, con il triplice obiettivo di sviluppare le competenze digitali degli studenti, favorire la personalizzazione dei percorsi, offrire una concreta opportunità per la flessibilità nella frequenza.

Non è dunque azzardato dire che, grazie anche alle aule Agorà, il sistema dell’Istruzione degli Adulti – da tanti, da troppi, ancora ignorato – si segnala sin dalla sua nascita come una “avanguardia” nell’ordinamento scolastico italiano.

Sulla base di queste premesse e di un percorso che ha visto protagonisti la RIDAP, il gruppo nazionale di formazione sull’innovazione didattica, il CPIA Fabrizio De André di Lecco – scuola capofila dei progetti nazionali “Leonardo Visionario” e “Poli Innovativi 1080” – è maturata l’idea di costituire una rete di scopo nazionale sui temi delle ICT, con la finalità di individuare obiettivi e linee operative, fornire carattere strutturale alle azioni, favorire lo sviluppo di comunità di pratiche, reinterpretare le previsioni del DPR 263/12 nell’ottica più ampia della Didattica Digitale Integrata.

Alla Rete di scopo nazionale ICT IdA della RIDAP hanno aderito 23 CPIA distribuiti su tutto il territorio nazionale, da Nord a Sud, alle Isole. Si tratta di un gruppo di istituzioni scolastiche autonome sensibili ai temi dell’utilizzo didattico delle ICT in ambito IdA, le quali intendono fornire un servizio formativo a tutti i CPIA che aderiscono alla RIDAP. Di seguito l’elenco dei CPIA aderenti-fondatori: Bari 2, BAT, Bergamo 2, Bologna Metropolitano, Cagliari, Caserta, Cesena Forlì, Grosseto, Lazio 1, Lazio 7, Lecco, Lodi, Napoli città 1, Oristano, Roma 4, Savona, Siracusa, Taranto, Terni, Torino 3, Torino 4, Treviso, Udine.

Lo scorso 18 gennaio si è tenuta, in remoto, un’assemblea a cui hanno preso parte i dirigenti scolastici dei CPIA costituenti la Rete. Nell’ambito di tale assemblea sono stati eletti all’unanimità il presidente, il vicepresidente, i componenti della giunta. Essi sono: Renato Cazzaniga, presidente, CPIA Lecco; Carmensita Feltrin, vicepresidente, CPIA di Oristano; Claudio Corbetta, CPIA Bergamo 2; Giovanni Raimondi, CPIA Grosseto; Ornella Volpicelli CPIA Roma 1; Paolo Farina, CPIA BAT; Domenico Buscaglia, CPIA Savona.

«Le prime azioni della Rete – sottolinea il presidente Cazzaniga – mirano a condividere le risorse professionali grazie alla valorizzazione di un gruppo tecnico nazionale di insegnanti, al fine di creare una rete didattica e un gruppo di formatori sull’utilizzo didattico delle ICT; si prevede di realizzare in ambito IdA un Portale Nazionale della Formazione e di definire una proposta metodologica di utilizzo delle ICT; di promuovere un Piano di garanzia delle competenze digitali della popolazione adulta; infine, di reperire risorse attraverso la progettazione di Rete, di collaborare con soggetti quali il MI, INDIRE, EPALE».

Comunicazione dell’avvenuta costituzione della Rete e della determinazione dei suoi organi di governo sarà inviata al Ministero, alla RIDAP, alla RUIAP, ai gruppi PAIDEIA, agli Uffici scolastici regionali, all’Indire.

Albert Einstein suggerisce: “I computer sono incredibilmente veloci, accurati e stupidi. Gli uomini sono incredibilmente lenti, inaccurati e intelligenti. L'insieme dei due costituisce una forza incalcolabile”.

Scuola, Fontana: «Medie aperte da lunedì. Per le superiori data ritorno in presenza presa dalle prefetture»
Dato che la Lombardia torna in zona arancione «già da lunedì le scuole medie , comprese le classi Seconde e Terze, riprenderanno la propria attività in presenza». A dare l'annuncio il presidente della Regione Attilio Fontana aggiungendo che «quelle secondarie di secondo grado potranno riprendere le lezioni in presenza secondo l'organizzazione stabilita nei piani operativi delle Prefetture».

«Regione Lombardia, per quanto di propria competenza - ha assicurato - ha già attivato le procedure affinché il Trasporto pubblico locale attui quanto previsto dalle Prefetture».

Dal Canto suo la Prefettura ha emanato il seguente comunicato, che da` il definitivo via libera alla riapertura:

STUDENTI IN CLASSE DA LUNEDÌ 25 GENNAIO

Dal prossimo 24 gennaio la regione Lombardia verrà riclassificata in c.d. "area arancione" e, pertanto, le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado.

Riprenderanno la propria attività in presenza secondo quanto stabilito dal dPCM 14 gennaio 2021.
D’intesa con l’Ufficio Scolastico Regionale e Territoriale, in provincia di Lecco le lezioni riprenderanno in presenza a partire da lunedì 25 gennaio p.v., con il limite del 50% della popolazione studentesca interessata e secondo le disposizioni contenute dell'Addendum al Documento operativo del 29 dicembre 2020.

Per le Istituzioni scolastiche della provincia di Lecco non è prevista alcuna possibilità di differire la ripresa in presenza, in quanto le Aziende di trasporto hanno garantito completa operatività a sostegno della piena ripresa del mondo della scuola al servizio della collettività e, in modo particolare, dei più giovani.

“Il mio sentito grazie per lo sforzo corale espresso. Sono convinto che i nostri studenti sapranno tenere comportamenti corretti. Finalmente la scuola si riappropria dei suoi principali protagonisti” ha commentato con soddisfazione il Prefetto di Lecco Castrese De Rosa.

Tutte le scuole quindi riaprono da Lunedi 25/01,  sperando che non ci sia nelle settimane prossime un rialzo delle infezioni da Covid.

Scuola: dati sul contagio COVID-19, CGIL e FLC scrivono ai ministri Azzolina e Speranza

“Noi crediamo che la funzionalità delle scuole, in questa difficile situazione in cui sono messi a dura prova la professionalità del personale e il rapporto con gli alunni e le famiglie, passi attraverso la disponibilità dei dati relativi ai contagi dei singoli istituti e dei singoli territori, che consentirebbe una gestione razionale, calibrata e trasparente dell’attività educativa su tutto il territorio nazionale”. Con queste parole si apre la lettera inviata dalla vice segretaria della CGIL Gianna Fracassi e dal segretario generale della FLC CGIL Francesco Sinopoli ai ministri dell’Istruzione e della Sanità, per avere dati certificati riguardo la diffusione del contagio in ambito scolastico.

“L’appello alla conoscenza di dati certi e consultabili - continua la lettera - viene anche da importanti esponenti della comunità scientifica, secondo i quali l’opportunità di salvaguardare l’equilibrio tra il diritto alla salute pubblica e il diritto all’istruzione per tutti non può che fondarsi sull’analisi di dati certificati. Privati di questi ultimi, e basandosi solo su casistiche empiriche e parziali, ci dicono gli scienziati, non è possibile alcun giudizio di merito sulla reale sicurezza in ambiente scolastico”.

CGIL e FLC chiedono dunque: “Che vengano messe in campo tutte le azioni necessarie per avere dati attendibili, eventualmente agendo anche su base campionaria. In più, è necessario verificare e fornire indicazioni sulle attuali disposizioni in tema di distanziamento personale che sono alla base dei protocolli di settore, alla luce delle varianti del virus che si stanno sviluppando. È forte il rischio - aggiungono - che in assenza di un impegno concreto e visibile su questi aspetti si amplieranno le divisioni tra Regioni e Governo, aumenteranno le conflittualità all’interno della comunità scolastica, si moltiplicheranno le contestazioni attorno a misure che appaiono opache e talvolta pericolosamente strumentali”.

“Solo con informazione e consapevolezza si eleva il livello della necessaria condivisione delle scelte che man mano vengono assunte, sia a livello centrale che a livello territoriale. Per quanto sopra esposto chiediamo un incontro urgente sui temi in oggetto”, concludono.

Mercoledì, 20 Gennaio 2021 13:38

GENERAZIONE LOCKDOWN

Leggo continuamente che la Dad per gli studenti non comporta niente di problematico, dunque non bisogna fare tante manfrine, in fin dei conti è un evento critico che può esser tranquillamente superato. Non so come mai ma questa dichiarazione di intenti mi crea una sorta di torsione alquanto innaturale, per cui nutro seri dubbi che possa esser davvero così.

Operando in una comunità, mi rendo conto che privare un adolescente della relazione sociale, dell’incontrare un’emozione che scaturisce da un racconto di un proprio compagno e soprattutto del docente che insegna con il cuore e non soltanto attraverso la mera trasmissione di nozioni, si corra il rischio-impatto con un pericolo fondato, quello di una solitudinarizzazione forzata, o quanto meno indotta dal nuovo sistema didattico. Stavo pensando, ma forse mi sbaglio, a quelle scene viste in televisione, in più città, in più regioni, in più occasioni, che hanno coinvolto come protagonisti negativi ragazzi e ragazze, i quali in assenza di altre passioni, hanno sentito il bisogno di sfidarsi nelle strade e nelle piazze, a suon di calci e pugni, ritengo per provare il brivido dello scontro fisico e così sopperire allo stress e all’ansia dell’angolo imposto. Piazzate rumorose come queste non possono essere liquidate come: ma si sono le solite ragazzate, oppure come semplici e chiari atti criminali, peggio, sistemarle alla belle meglio sotto l’ombrello del solito bullismo dilagante.

Come a dire che non se ne può più di app come House Party o Google Meet per restare in contatto e quindi sentirsi vivi. Chiaramente il raffronto è altrettanto forzato ma dovrebbe indurre una riflessione per comprendere che qui non si tratta più di lamentazioni come ha detto qualcuno, ma di manifestazioni più o meno urticanti e fastidiose, che mi azzardo a definire figlie di un disagio galoppante. D’altro canto se disagio c’è, ne consegue il rischio di una manifestazione contestataria, alla quale non è accettabile rispondere con una etichetta o slogan per rendere tale circostanza una istanza prettamente vittimistica che sale alta da parte degli studenti. Ci sono giovani che sono veramente spaventati dal futuro che rimane perennemente obliquo, ci trasmettono segnali inequivocabili di malessere non solo psicologico, ma anche fisico.

Credo sia il caso di svolgere una piccola indagine su quanti studenti anche del quinto anno sono colti da attacchi di panico davanti al pc, che magari vorrebbero lasciare la scuola, o che addirittura sono entrati in terapia. Ascoltare alunni e alunne affermare che è un piacere studiare, ma questa percezione di non riuscire a tornare a relazionarsi a scuola come prima, sta rovinando drasticamente il loro bel ricordo scolastico, fa veramente male. In tutta sincerità questa situazione di sofferenza da parte dei ragazzi credo abbia una causalità di spessore con quanto stanno sopportando perché costretti, non mi pare un buon viatico l’atteggiamento del mondo adulto che sembra licenziare queste alzate di mano-richieste di aiuto con una scrollata di spalle.

Ancora per qualche settimana (forse) gli studenti delle Scuole Superiori lombarde, oltre che quelli di Prima e Seconda Media, dovranno accontentarsi della ormai famosa DAD (Disagio a Distanza, l`ha ribattezzata il settimanale L`Espresso).

Ma che cosa ne pensano davvero gli studenti, al di la` delle manifestazioni estemporanee come l`occupazione di alcuni Licei (Vittorio Veneto Manzoni ecc.) a Milano ?
Per capirne un po` di piu` l`ho chiesto ai miei studenti, dando loro un tema da eseguire su questo argomento : devo precisare che sono studenti un po` particolari, del corso serale del Parini di Lecco, alcuni hanno 40-50 anni, la maggioranza pero` sui 20 anni, e naturalmente si notano delle differenze di approccio a seconda della fascia di eta`.

Cominciamo da Giovanna, una ragazza di Quinta. All`inizio non voleva fare il tema:"Prof., ho appena avuto una crisi isterica con mia madre, sono stufa marcia di questa situazione, di parlare del coronavirus, delle sue conseguenze".

Ma il tema diventa presto un momento di sfogo: "Sabato scorso ho consolato una mia amica perché caduta in uno stato di depressione a causa della reclusione in casa, ancora peggiore perché in costante conflitto con i genitori."
La vita in casa chiusi con i genitori sicuramente pesa, e poi soprattutto il fatto di non poter fare diverse attivita`.

"A differenza mia, lei era abituata già da tempo ad avere le settimane sempre piene e perfettamente scandite.
Il lunedì lavorava, il martedì studiava e andava in università durante il pomeriggio, il mercoledì aveva il coro della chiesa della sua ex scuola media, poi giovedì aveva pallavolo e venerdì equitazione.
Il weekend invece lo occupava a settimane alterne dividendosi fra le partite di pallavolo, volontariato e la giornata con il suo ragazzo." Tutte attivita` oggi proibite a causa della "Zona rossa".

"Assistiamo regolarmente a continue emissioni di leggi - scrive Miriam, una signora di Quarta - per correggere leggi che correggono leggi , regole e regolette , limitazioni e correttivi alle limitazioni. Insomma un continuo dondolare da una possibilità all’altra senza arrivare ad un comportamento generale omogeneo che ingeneri un senso di certezza delle cose."

 Il tema della depressione ` affrontato anche da un simpatico "ragazzo" di piu` di 40 anni, Maurizio, sposato, che cosi` descrive i giovani:
"Giornate intere passate a casa, senza voglia di vestirsi, tanto che qualcuno è arrivato a definire questi ragazzi la “generazione del pigiama”. Un contesto ambientale, quello della loro camera, dove regna il buio, con le tapparelle abbassate a seguire la lezione, magari ancora, forse è un’esagerazione, sotto le coperte (non e` una esagerazione ! ndr). Gli psicologi parlano di una depressione silenziosa".

La socialita` , il bisogno di trovarsi con gli amici, di scambiare qualche battuta tra di loro e magari anche con i prof, e` un argomento citato un po` da tutti.
"Mancano le conversazioni, i confronti, gli appuntamenti, le discussioni… " scrive Federica (una brava infermiera che ha una figlia adolescente) "gli scherzi e gli screzi tra compagni, le feste, le gite che non sono mai veramente d’ istruzione ma opportunità per creare il finimondo correndo tra una stanza e l’altra di un albergo fatiscente che ricorderemo per sempre bellissimo."

"Per i giovani la scuola è in primis un luogo di socializzazione,si parla di adolescenti che in questa età prediligono gli amici alla famiglia, dove scoprono i primi amori" scrive Ilaria, anche lei una simpatica quarantenne con due bambini che frequentano la Scuola Elementare.

"Ora tocca agli adolescenti, che si vedono lasciati fuori. I supermercati aperti ma non la scuola, le chiese aperte ma non la scuola, i negozi aperti ma non la scuola…. se poi aggiungiamo che è stata tolta loro anche la possibilità di fare sport se non individualmente (avete mai visto un ragazzino di 15 anni andare a correre da solo? che tristezza….)" prosegue Ilaria.

Pero` c`e` anche qualche elemento positivo, soprattutto per chi frequenta la scuola di sera dopo una giornata di lavoro.

"La Dad è un vantaggio solo per noi adulti semplicemente perché ci evita perdite di tempo in strade e parcheggi. Accendo il pc e sono in classe. Tempo stimato: 3 minuti, a fronte dei 45 per andare in presenza " scrive ancora Ilaria.
Niente file automobilistiche (per chi viene dalla Brianza la Galleria del Monte Barro e` un incubo, soprattutto dalle ore 17 in poi) niente problemi di traffico e di parcheggio, non si spende in benzina o in abbonamenti ai pullman, si sta a casa e si mangia mentre si segue la lezione, al calduccio !

"Ma la Scuola" -conclude Ilaria "è un’ altra cosa."

 

 

 

 

 

 

 

 

Sabato, 16 Gennaio 2021 18:34

LA DAD E QUELLA RISPOSTA CHE FA PAURA

Ora è ufficiale: da lunedì solo gli studenti delle prime potranno seguire le lezioni in presenza alle medie di Cremeno e Introbio.

Era nell'aria, ma soprattutto scritto nero su bianco nei dpcm: con la retrocessione in zona rossa gli studenti delle seconde e terze medie dovranno tornare alla didattica a distanza.

Sino a questa mattina non erano ancora arrivate comunicazioni ufficiali, ma nel pomeriggio la direzione scolastica ha ufficialmente informato il personale, le famiglie e i sindaci che questa sarà la loro condizione dal 18 gennaio (lunedì) al 31 gennaio. D'altronde, se al governo (con la "g" molto minuscola) prendono decisioni il venerdì, non possono pensare che al sabato mattina sia tutto chiaro, e questo ci dà la dimensione della distanza che esiste tra chi dovrebbe governarci e la realtà.

Morale, continua così il bombardamento su una istituzione fondamentale per il nostro futuro e la persecuzione nei confronti degli studenti (ma anche degli insegnanti), sballottati come se fossero oggetti e non titolari di diritti  nei confronti di uno stato che, sino ad oggi, ha ampiamente dimostrato la sua incapacità di gestire l'ambito scolastico a tutti i livelli.

I nostri ragazzi hanno un cuore, una mente, dei sentimenti, una coscienza, ed oggi sono vittime di un sistema che, invece di aiutarli a superare un periodo durissimo che resterà per sempre indelebilmente impresso nella loro memoria, li costringe alla solitudine, all'introversione, al distacco, all'infelicità.

Come ne usciranno? La risposta (come una nostra lettrice ha già paventato) potrebbe davvero farci paura.

 

Rispettando le tempistiche previste, è stata trasferita alla Fornace l'intera sezione B delle medie di Introbio.

Un'organizzazione perfetta (curata personalmente dai primi cittadini di Cortenova e Introbio, Sergio Galperti e Adriano Airoldi, e dal direttore della Comunità Montana, Davide Maroni, coadiuvati alla grande da alcuni volontari della protezione civile cortenovese) ha fatto sì che nel pomeriggio di oggi venisse effettuato il trasloco a Villa Merlo di tre classi delle scuole medie di Introbio. A frequentare a Pratobuscante saranno gli alunni della prima, seconda e terza B.

Si liberano pertanto i locali messi a disposizione del Comune di Introbio (la sala del dipinto al primo piano e la biblioteca), nonché un'aula alla Tommaseo di Viale della Vittoria.

Visto il reingresso in zona rossa della nostra regione, stando alle disposizioni dei dpcm lunedì dovrebbero rientrare a scuola solo i ragazzi della prima media, con gli alunni di seconda e terza che dovranno, loro malgrado, tornare alla didattica a distanza.

E' quindi pressoché certo che i nuovi locali di Villa Merlo entreranno in funzione solo al ritorno in arancione o in giallo, come tutti ovviamente speriamo.

Nella giornata di ieri sono stati eseguiti gli ultimi sopralluoghi da parte dei sindaci, della Comunità Montana e della dirigenza scolastica. E' stata effettuata anche una prova di passaggio con il bus scolastico che "depositerà" i ragazzi proprio di fronte al cancello di entrata del cortile della Villa.

 

 

 

Confermato dal Governo,  dall`11 Gennaio gli alunni delle Scuole Superiori  in alcune Regioni sono tornati alla didattica in presenza (alle Medie ed Elementari i ragazzi sono gia` tornati dal 7 ,in Lombardia le Superiorii sono state posticipate al 25 Gennaio).
“In sicurezza”, cosi` e` stato detto perche` gli alunni entreranno in orari scaglionati prima al 50% e dopo una settimana al 75%.

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