Bella giornata, quella di oggi, che ha riempito la Valle. Una marea di auto ha invaso le strade sin dal primo mattino creando lunghi incolonnamenti che stanno ovviamente ripetendosi anche al rientro.
Tutto normale? Beh, quasi, perché come ogni anno quando c’è la fiera delle vacche (diventate di anno in anno, loro malgrado, sempre meno protagoniste) il caos sulla provinciale regna indisturbatamente e anarchicamente sovrano.

Una Mostra Zootecnica a Pasturo
Imputato numero uno? Così da vedere il passaggio pedonale tra Pasturo e il Centro Zootecnico che blocca il traffico e crea lunghe code. Ma sembra sempre troppo aspettarsi che ci sia lì un vigile o qualcuno di svelto a “governare” i passaggi di chi arriva dal mercato e vuole attraversare. Il “fai da te” solleva da qualsiasi responsabilità.

Il manifesto della prima edizione della Mostra Zootecnica della Valsassina
Imputato numero due: la lunga fila di auto parcheggiate lungo la strada che occupano quasi metà corsia. Poi succede l’incidente, poi deve passare un’ambulanza, poi qualcuno si fa male, poi qualcuno dirà l’avevo detto, e via discorrendo.
Ma niente, nessuno dice mai niente. Va bene così. Ogni anno.
Succedesse in agosto (in quale occasione lo lasciamo immaginare al lettore) apriti cielo: i soliti noti si scatenerebbero in articolesse crudeli e bastarde, ma qui no, c’è la pubblicità ragazzi, per cui non si può, non si deve, non si fa.

Introbio, la mostra mercato del 1921, antesignana della Zootecnica pasturese
E intorno all’area espositiva?
Caos anche lì.
Attraversato il ponte (dopo qualche duello tra chi arriva da destra e chi arriva da sinistra) ti ritrovi in una specie di girone infernale con i volontari dell’Associazione Carabinieri che diventano matti e gli uomini dei parcheggi che non sanno più cosa dire e dove mandare le auto che, nel frattempo, sono ovunque. Dove mandare, invece, qualche autista, lo sanno tutti benissimo, ma non possono.
Niente senso unico come per la Sagra (“l’hanno disposto ma non hanno messo i cartelli segnaletici per cui …”) con macchine che sbucano da ogni parte, guidatori che vagano nella speranza di avvistare un’uscita sfiorando i passanti oppure cercando un parcheggio.
Poi, quando il parcheggio lo trovi, devi fermarti a pagare due euro, la gabella chiesta dagli organizzatori (“ma come, d’agosto non si paga niente!” “Agosto è agosto, adesso è settembre…”). Un niente, d’accordo, ma pur sempre un intoppo. “Li hai due euro? No. Tieni cinque, dammi il resto. Aspetta che lo cerco. Ma non c’è il Telepass?“

Introbio, 1940
Parcheggi disabili? Probabilmente ci sono anche. Probabilmente. Al loro solito posto di quando c’è la Sagra spiccano due “tipici” ambulanti che vendono di tutto e di più, e non ci è parso fosse roba made in Valsassina.
Polizia locale? Non vista, ma magari c’era. Fuori, sulla strada, però non l’abbiamo incontrata.
Per il resto, se si guarda alla folla presente, la festa della domenica è stata un grande successo di pubblico, quindi compagnia che funziona presumibilmente non si cambierà.
Ci resta, alla fine, una curiosità. I cowboys hanno scritto sul loro manifesto che il loro evento è stato “promosso ai fini di raccolta fondi”.
Le domande sono due: a favore di chi? E quanto eventualmente è stato destinato?
In ogni caso, W le vacche (e i loro allevatori)!

Biandino, malga al pascolo
(Le foto d’epoca, tratte dal volume “Arte casearia e zootecnia. Tradizioni da leggenda in Valsassina” – edito da Bellavite – autori Michele Corti, Giacomo Camozzini e Pietro Buzzoni – sono state esposte alla Sagra delle Sagre edizione 2025 nello stand dedicato al mondo agricolo valsassinese)