Dal 26 al 28 settembre, a Mondomusica, la manifestazione più importante al mondo per la liuteria d’alta qualità, ospitata alla Fiera di Cremona, sarà presente anche l’Associazione Dante Regazzoni, liutaio valsassinese di Cortenova, allievo di Leandro II e Giacomo Bisiach.

Nello stand 211 al Padiglione 2, oltre a un bellissimo quartetto d’archi costruito negli anni ’60 da Dante, sono in mostra alcune opere della figlia Domenica ispirate all’arte della liuteria.

E in questa “riunione di famiglia”, con un fil rouge che lega l’artigianato all’espressione artistica e musicale, non poteva mancare Alessio Bidoli, violinista, nipote di Dante, che ha appena pubblicato con la Warner Classic l’integrale delle tre sonate per violino e piano di J. Brahms insieme al pianista Bruno Canino (che tra l’altro domenica sarà festeggiato proprio qui a Cremona).

Dante Regazzoni, che per i cortenovesi prima di essere un liutaio era “Ol Postiin” (“il Postino), oltre ad essere riconosciuto come un appassionato ciclista, meriterebbe un posto d’onore nella Storia della Valsassina. La sua vicenda (e se non la conoscete andate a leggervela su Dante Paolo Regazzoni Liutaio| official web site | Home perché sicuramente vi stupirà) è un racconto d’altri tempi, quei tempi che Dante ha attraversato gestendo l’ufficio postale assieme alla moglie e, soprattutto, custodendo in quelle mura un laboratorio dei sogni, iniziati quando aveva sei anni e manifestò il desiderio di imparare a suonare il violino.
E nelle nostre scuole, da sempre così poco – e colpevolmente – attente alla storia locale, la “leggenda” del Dante andrebbe fatta conoscere in quanto patrimonio culturale (ahimè misconosciuto) del territorio. Un patrimonio che, a dire il vero, anche Cortenova e la Valsassina intera tendono purtroppo a dimenticare senza rendersi conto di aver in mano un gioiello prezioso da esibire con riconoscenza (unico segno, sia pure importante, il “Fiore di Violino” esposto davanti alla sede della Comunità Montana alla Fornace).
In altri luoghi a Dante Regazzoni avrebbero già intitolato una via o una piazza, dedicato uno spazio collaborando con l’Associazione che porta il suo nome, avviato percorsi di conoscenza della sua opera, esaltato una passione che si celava dietro quel sipario calato dietro un ufficio postale e una corsa in bicicletta.
E se a Bellano hanno i Vitali, noi a Cortenova, e lo dico da Cortenovese, abbiamo, per citarne alcuni, i Bellomi, i Regazzoni, i Melesi, i Todeschini: perché non “sfruttarli”?
O dobbiamo accontentarci in eterno di “ammirare” solamente il pur proficuo panorama industriale?
Chissammai che qualcuno comincia a pensarci su…
Riccardo Benedetti