“A distanza di un anno dall’inizio del primo lockdown, che ha stravolto i ritmi di vita delle famiglie e delle nostre comunità, a pagare il prezzo più alto da un punto di vista del lavoro sono state le donne. La caduta del tasso di occupazione, infatti, è stata quasi il doppio tra le donne rispetto agli uomini, -1,3 contro -0,7 punti percentuali”. Lo rende noto Alessandra Locatelli, assessore regionale alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità.
Per le donne la pandemia rappresenta un freno
“Complessivamente quasi un terzo delle donne ritiene che sulla strada della parità di genere la pandemia abbia rappresentato un freno e i numeri lo confermano. Anche in Lombardia – spiega Locatelli – si registra un peggioramento degli indicatori relativi al tasso di disoccupazione tra le donne. Ciò a indicare la difficoltà di ingresso e lo scoraggiamento tra la forza lavoro femminile”. “In un contesto di questo tipo – continua – i nostri sforzi devono quindi concentrarsi nell’evitare che le donne vengano penalizzate. Rafforzandone la figura anche con strategie di welfare aziendale mirate e garantendo pari opportunità di accesso ai percorsi di formazione, di occupazione e di carriera”. “È fondamentale – sottolinea l’assessore – continuare a sostenere tutti gli ambiti, a livello privato, associativo e istituzionale, che lavorano per incoraggiare le donne a raggiungere i risultati che desiderano”.
Riflessione sui carichi di lavoro familiari ed extrafmiliari
“Queste azioni – rimarca l’assessore – non possono prescindere dall’avvio di una seria riflessione sul tema della condivisione dei carichi di lavoro a livello familiare ed extra familiare. Proponendo quindi politiche efficaci affinché le donne non rischino di uscire dal mercato del lavoro. In un momento così difficile dal punto di vista della crisi sociale ed economica”.
Da Regione richiesta al Governo
“A tal proposito – conclude l’assessore Locatelli – Regione Lombardia ha già espresso al Governo la necessità di intervenire con urgenza con adeguati congedi parentali in relazione ad eventuali ulteriori misure di chiusura delle scuole e con il ripristino del bonus babysitter, ma è importante rivolgersi anche alle aziende attraverso adeguati incentivi”.