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COLICO IN VALTELLINA? IL COMITATO RILANCIA E ANNUNCIA UNO STUDIO DI ESPERTI
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CONCLUSA LA MISSIONE DEL 5° REGGIMENTO ALPINI IN UNGHERIA
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SERVIZIO CIVILE: PROROGATI I TERMINI DI PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE. C'E' TEMPO FINO A GIOVEDI' 27 FEBBRAIO
Con decreto del Capo del Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio civile universale 163/2025 del 17 febbraio 2025 è stato…
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VILLA MONASTERO: QUASI 2.000 VISITATORI PER L'APERTURA STRAORDINARIA DI SAN VALENTINO
La Provincia di Lecco ha aperto al pubblico in via eccezionale Villa Monastero a Varenna nel giorno di San Valentino.…
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BELLANO OSPITERA' IL FESTIVAL DEI BORGHI PIU' BELLI D'ITALIA: APPUNTAMENTO DAL 26 AL 28 SETTEMBRE
Come annunciato lo scorso autunno, nel 2025 la Lombardia sarà protagonista di uno degli eventi più importanti dedicati ai piccoli gioielli italiani: il Festival Nazionale…
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LA STREET ART SBARCA A PREMANA
Simpatica e artistica iniziativa a Premana dvoe ragazze e ragazzi della terza media potranno partecipare ad un laboratorio di Murales,…
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VENERDI' TORNA LA CRONOSCALATA GIUMELLO CROCE DI MUGGIO
E' arrivata solo alla quinta edizione ma è già un classico: stiamo parlando della cronoscalata scialpinistica in notturna Giumello - Monte…
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PRIMALUNA: DAL 7 APRILE ATTIVO IL SACCO ROSSO. IL 4 MARZO INCONTRO INFORMATIVO
Si informa la cittadinanza che, a partire da Lunedì 7 aprile 2025, verrà attivato il nuovo modello di raccolta differenziata basato sulla…
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11 MILIONI DALLA REGIONE PER LE COMUNITA' MONTANE. ALLA
Per garantire il funzionamento per l’anno 2025 delle Comunità montane lombarde, Regione Lombardia ha previsto lo stanziamento complessivo di 11…
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ALPINI DI CORTENOVA: CASIRAGHI CONFERMATO PRESIDENTE
Rinnovo delle cariche per il Gruppo Alpini di Cortenova: venerdì, presso la sede, le Penne Nere si sono riunite in…
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GRANDE PRESTAZIONE DI MAISSARA IWENA (CORTENOVA) AL TROFEO COSTA DEGLI ETRUSCHI
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DOPO IL FOPPENICO, IL CORTENOVA SORPASSA ANCHE MONTEVECCHIA CON UNA PRESTAZIONE SUPER
Importantissima vittoria casalinga ieri per il Cortenova che dopo aver superato in classifica il Foppenico la scorsa settimana ha fatto…
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VENTUNENNE ESCURSIONISTA RECUPERATA IERI SERA IN GRIGNETTA
Apprensione ieri sera ai Resinelli per l'allarme lanciato da un giovane: la sua compagna di escursione, infatti, era in difficoltà…
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NUOVI RINFORZI PER IL COMANDO PROVINCIALE DI LECCO: ASSEGNATI 19 NUOVI CARABINIERI
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DON STEFANO COMMENTA IL VANGELO DELLA SESTA DOMENICA DOPO L’EPIFANIA
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DUE INTERVENTI IN GRIGNA OGGI PER IL SOCCORSO ALPINO
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FINE SETTIMANA SULLA NEVE IN ALTA VALSASSINA? GIUMELLO E BETULLE A PIENO REGIME
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Pubblicato in Attualita`

IL NOME DI DON LUIGI MELESI ISCRITTO AL FAMEDIO DEL MONUMENTALE DI MILANO

Lunedì, 04 Novembre 2024 09:24 Scritto da  Redazione

Sabato 2 novembre al Famedio si è aggiunta una nuova figura proveniente della Diocesi di Milano. Tra le tante personalità illustri che hanno dedicato la propria vita per la città, è comparso infatti il nome di don Luigi Melesi, nativo di Cortenova in Valsassina, storico cappellano del carcere di San Vittore.

Tra i presenti, molti amici di don Luigi Melesi, tra cui l'ispettore don Roberto Dal Molin, il direttore dell'istituto Salesiano S. Ambrogio don Sandro Ticozzi, il vescovo salesiano don Gaetano Galbusera, numerosi confratelli salesiani ed ex allievi provenienti da ogni parte, oltre a molti valsassinesi accompagnati dal sindaco di Cortenova.

Questo il ricordo che la Chiesa di Milano ha pubblicato in sua memoria in occasione dell'iscrizione al Famedio.

Don Luigi, come molti sanno, dedicò dal 1978 al 2008 gran parte delle sue energie al servizio dei detenuti. La sua trentennale esperienza di cappellano è contenuta anche nel suo libro, Prete da galera (edizione San Paolo).

Chi in quegli anni lo ha conosciuto molto da vicino è Luigi Pagano, l’ex direttore di San Vittore. Ne dipinge un ritratto nostalgico: «È stata una persona capace di dialogare con tutti. Un prete nel vero senso della parola. Don Luigi si muoveva da cappellano, ma sapeva prevenire quelle dinamiche che, amplificate dal nostro contesto, potevano ogni volta trasformarsi in tragedie. A San vittore ha saputo lavorare con tutti e affrontare i problemi».

Pagano è convinto che sia impossibile replicare una figura come Melesi. Ha vissuto in un momento storico che ne aveva esaltato le sue caratteristiche, ma ha saputo affrontare dinamiche e vicende che hanno scosso Milano e l’Italia, come il periodo della lotta armata e l’inchiesta Mani pulite sul fenomeno delle tangenti.

Denunciare per scuotere le coscienze

L’eredità più importante che Pagano ricorda è l’approccio con i detenuti. In questi contesti, sapeva destreggiarsi come una figura superpartes disponibile con ognuno, come tutti lo erano con lui, che fossero i detenuti o il personale del carcere. Un rapporto di stima che sapeva diventare anche di amicizia. «Io e don Luigi – sottolinea Pagano – ci trovavamo spesso d’accordo. Capitava spesso che lui mi offrisse i suoi saperi e pareri, e che io traducessi in termini giuridici le sue idee».

L’ex direttore afferma che anche oggi sarebbero stati perfettamente d’accordo, soprattutto nell’affrontare di petto le questioni più spinose delle attuali carceri italiane. «Se oggi potesse parlare, la sua prima parola sarebbe “vergogna”. Non si è mai fatto problemi a censurare il governo o noi stessi. Le sue omelie, per quanto dure, spesso riflettevano i miei pensieri. E questo perché non era un integralista. Sapeva essere duro, ma più per scuotere le coscienze che per mortificare. Durante il Giubileo del 2000, ad esempio, sia lui sia il cardinal Martini avevano tenuto un discorso che aveva colpito il cuore e la mente di tutti i magistrati, avevano saputo dar vita a storie che invece loro vedevano solo dalla parte del tribunale. Il loro discorso aveva suscitato una commozione enorme anche all’interno dell’istituto».

Gli anni della lotta armata

Anche per chi non conosce particolarmente bene il periodo degli anni di piombo, la figura di don Melesi è ricordata per alcuni episodi collegati alle azioni delle Brigate rosse a Milano. Pagano racconta che quando il cardinal Martini, giunto a Milano, era sceso dall’auto e aveva continuato a piedi vicino a San Vittore, dicendo che fosse il cuore di Milano. «Credo che don Luigi avesse colto al volo queste parole. Da allora aveva intrecciato un rapporto con Cardinale, che è culminato nella visita al carcere, dove entrava in tutte le celle per conoscere i detenuti. Durante la visita, don Luigi lo scortava anche alla sezione speciale, dove erano reclusi i brigatisti. Aperta la cella, trovavano già nel cortile i detenuti. Sembrava tutto improvvisato, ma credo fortemente che ci fosse dietro una regia. Infatti don Luigi e il Cardinale, dopo una preghiera collettiva, erano stati avvicinati da uno dei detenuti, che “casualmente” aveva in tasca una copia della Colonna infame e l’ha data a loro».

Il futuro delle carceri

La speranza di Pagano è che il momento dell’iscrizione al Famedio di Melesi possa riaprire un sano dibattito sulle carceri. «Il paradosso è avere un istituto in centro come San Vittore, con il suo sovraffollamento e i suoi drammi, e non parlarne mai, perché dall’esterno sembra tutto tranquillo. Quando sono arrivato io nel 1989, si parlava di San Vittore come un “quartiere” di Milano a cui bisogna prestare massima attenzione e lavorarvi tutti i giorni, affinché sia restituita alla sua popolazione un po’ di dignità. Oggi sono aumentati i poveri, i malati e gli psicodipendenti, e l’amministrazione penitenziaria può fare poco se mancano la città, la società civile e gli enti appositi che devono lavorare insieme a noi».

Secondo Pagano, l’affollamento deriva proprio dalla mancanza di politiche sociali e di lavoro della società per prevenire e recuperare le persone. «Nell’immediato sono possibili solo misure come l’indulto e l’amnistia. Non sono un ammiratore di questi strumenti, ma sono l’unico modo per ridurre il sovraffollamento. Si dovrebbe poi riprendere il percorso sociale, e non parlo delle misure alternative, che sono già ampiamente utilizzate. Oggi, per fare un esempio, ci sono quasi 200 mila persone che scontano misure di questo tipo a fronte di 60 mila in carcere. Il problema, ripeto, è lo stigma da criminali, che porta queste persone a essere considerati cittadini mancati. Come dice invece l’articolo 3 della Costituzione, dovremmo rimuovere gli ostacoli che impediscono questa costruttiva partecipazione sociale. Purtroppo, questo non mi sembra il tempo adatto, perché la politica in generale mi sembra che stia prendendo altre strade».

Ultima modifica il Lunedì, 04 Novembre 2024 09:32
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