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Giovedì, 15 Aprile 2021 17:49

COLLOCAMENTO DISABILI E FASCE DEBOLI E CENTRO RISORSE DONNE, I REPORT 2020

Il 2020 è stato un anno particolarmente complicato e difficile a causa della pandemia che ha colpito in maniera importante tutto il Paese. A seguito delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid-19, il servizio Collocamento disabili e fasce deboli della Provincia di Lecco ha dovuto adeguare l’organizzazione delle proprie attività.

È rallentato il trend crescente di nuove iscrizioni al servizio Collocamento disabili della Provincia di Lecco, passate da 778 nel 2019 a 465 nel 2020, come il numero totale di persone iscritte, sceso a 2.514 (2.614 nel 2019).

I dati degli avviamenti nel 2020 registrano un importante calo rispetto al 2019, passando da 554 a 400, a causa della sospensione degli obblighi occupazionali prevista dai vari provvedimenti governativi e regionali.

Tuttavia, gli avviamenti al lavoro effettuati hanno confermato la scelta mirata di incontro domanda-offerta effettuata dal servizio, in quanto circa il 72% dei contratti avviati nel 2019 è stato confermato nel 2020 mediante proroghe o trasformazioni a tempo indeterminato.

In linea con le indicazioni di Regione Lombardia, quasi il 40% degli avviamenti ha coinvolto le fasce d’utenza più lontane dal mercato del lavoro.

Questi risultati sono stati raggiunti grazie alla diffusione dello strumento della Convenzione articolo 11 legge 68/99: ne sono state stipulate 259 con le aziende per programmare l’assunzione di 429 persone.

Il servizio ha proseguito anche con lo strumento della Convenzione articolo 14 del decreto legislativo 276/2003, che prevede la copertura della quota disabili per le aziende attraverso l’esternalizzazione di una commessa di lavoro presso una cooperativa sociale di tipo B. A ottobre 2020 si è conclusa la procedura di adesione alla Convenzione quadro provinciale, di cui alla deliberazione della Giunta regionale 2460 del 18 novembre 2019, validata da Regione Lombardia con decreto 12850 del 28 ottobre 2020.

Nel 2020 sono state stipulate 23 Convenzioni ex articolo 14, per un valore economico complessivo delle commesse pari a 911.668 euro, che hanno permesso l’assunzione di 39 disabili presso cooperative sociali.

Sono stati attivati complessivamente 433 tirocini extracurriculari in svariate realtà pubbliche e private con l’obiettivo di favorire l’orientamento e l’inserimento lavorativo.

tirocini di adozione lavorativa per lavoratori più difficilmente collocabili sono stati 305, per di questi è stato possibile accedere a un’assunzione nel 2020.

Anche per le fasce deboli sono stati attivati 30 tirocini, 8 dei quali trasformati in assunzione.

Il compenso economico erogato a favore delle persone è stato di oltre 1.000.000 euro.

“L’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia e alle conseguenti misure restrittive di lockdown – commenta il Consigliere provinciale delegato ai Centri per l’impiego Giuseppe Scaccabarozzi – ha fortemente condizionato l’andamento degli inserimenti lavorativi dei disabili durante tutto il 2020. Si spiegano in questo modo alcuni dati critici che hanno interrotto il trend positivo consolidato in questi anni. Ma se è nel momento del bisogno che si esprimono energie nuove e capacità di affrontare le sfide, ciò è stato particolarmente vero per le politiche che la Provincia di Lecco con il suo servizio Collocamento disabili e fasce deboli ha saputo esprimere. In quanto impossibilitate ad accedere ai nostri servizi causa lockdown, con ben 14.500 colloqui le persone sono state telefonicamente contattate e seguite. È stato possibile monitorare costantemente la loro situazione e offrire un sostegno e un valido supporto informativo e psicologico. È quindi il caso di esprimere piena soddisfazione per il lavoro svolto e per i risultati realizzati in un contesto di obiettive difficoltà e per lunghi periodi con i dipendenti in smart working, che hanno messo a dura prova non solo questo servizio della Provincia di Lecco, ma l’Italia intera”.

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Giovedì, 15 Aprile 2021 17:21

IL PROBLEMA DEI GIOVANI

La riflessione di Elio Spada, molto approfondita e perspicace, merita a mio parere ulteriori considerazioni.
Dopo la giusta soddisfazione perche` gli autori del gesto sono stati individuati, rimangono pero` certamente molte domande a cui rispondere, tra cui la prima e` naturalmente:"Perche` l'hanno fatto?".
Per noia, perche` non sapevano come passare il tempo, perche` sono stupidi, per un gesto di sfida verso le istituzioni e chi li rappresenta, come i Carabinieri e la Polizia ?

Ed e` qui che la riflessione si dovrebbe ampliare, poiche` certo non basta una semplice condanna o recriminazione ("Se i loro genitori avessero dato loro un bel calcio ... ecc. ecc.).

Quel che sembra abbastanza chiaro e` che si tratti di un ennesimo episodio di "disagio giovanile": per carita` ce ne sono di molto piu` gravi, come tirare sassi sulle auto da un cavalcavia, tirare fuori i coltelli al bar o in discoteca, drogarsi o altro.

Ora non voglio tirare in ballo una vastissima letteratura sull`argomento, a cui Elio ha gia` fatto cenno, ma sicuramente ci sono delle considerazioni su cui noi "adulti" faremmo bene a non tirarci indietro.
Mi rifaccio anche alla mia personale esperienza di insegnante, ormai abbastanza lunga, 13 anni alle Scuole Medie e 22 alle Superiori.

Il problema dei Giovani e` un problema grave e reale, tanto piu` quando vengano da famiglie problematiche o disastrate.
Mi si lasci allora dire una cosa: per quanto io sia laico al 100%, sono diventato contrario al Divorzio, vedendone le conseguenze, quando ci siano in mezzo dei minori (se non ci sono figli allora gli ex sponsuali facciano quello che vogliono !)

Le "famiglie allargate" sinceramente non mi hanno mai convinto: i bambini perdono i loro riferimenti, le loro sicurezze e i loro caposaldi. Sono sostanzialmente un grande caos (su questo, come anche sull`Aborto, diro` che sono d`accordo con la Chiesa cattolica).

I bambini e i ragazzi hanno bisogno di valori morali, oggi molto difficili da trovare (anche a questo ha accennato Elio).
Una volta c`erano gli Oratori, che oggi mi sembrano ababstanza deserti, anche per carenza di sacerdoti e di educatori.
Oppure c`erano i Circoli, le Associazioni culturali: la pandemia che in questo anno ha bloccato ogni attivita` delle Associazioni Sportive certo non ha aiutato.

Per i piu` grandicelli c`erano anche le sezioni dei Partiti politici, che davano riferimenti ideali e un senso di comunita`: posso dire che ancora oggi rimpiango ad esempio le "Scuole di Partito", la cui mancanza , ad esempio, ha prodotto gli inesistenti leader politici attuali ? Mi ricordo di tanti giovani operai che avevano voglia di leggere e di istruirsi !

Insomma il problema e` sempre quello : i giovani, a cui oggi noi adulti affidiamo una societa` molto peggiore di quella che noi abbiamo ricevuto dai nostri padri, per quanto riguarda l`Ambiente, le possibilita` di Lavoro e di Carriera, le Retribuzioni spesso ai limiti del "salario di sussistenza" o anche sotto, hanno bisogno di qualcosa che dia loro dei valori morali, degli elementi di identificazione, come le Comunita`, che una volta soprattutto in montagna erano forti e identitarie.

I Giovani sono sicuramente l`anello debole della catena sociale: alla loro domanda "Chi saro` da grande e cosa faro`?" la risposta e` spesso una vaga nebulosa.

Soprattutto se non si capisce che l`unica via d`uscita e` una sempre maggiore specializzazione, una istruzione sempre piu` approfondita: ancora troppi in Valsassina pensano che basti una Terza Media o al massimo un corso professionale, meglio se breve, per avere delle possibilita` di lavoro e di carriera. Non e` cosi`, non e` piu` cosi` gia` da diversi decenni !

Cultura e Istruzione, spazi sociali (tra cui anche lo Sport) ed elementi identitari (ricreare uno spirito di Comunita`): se non si va in questa direzione, si creeranno soltanto dei disadattati che ad ogni occasione probabilmente alzeranno il livello della loro "devianza".

 

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Giovedì, 15 Aprile 2021 13:46

Il 22 aprile si celebra la Giornata Mondiale della Terra

Un’occasione sempre più importante per riflettere sulla salvaguardia del nostro pianeta. Forse la sfida più grande per tutti noi. Di sicuro, una leva per sensibilizzare, promuovere stili di vita sostenibili, agire. Le nuove generazioni, dai piccoli ai più grandi, hanno già dimostrato di avere a cuore la tutela del mondo in cui viviamo. Ecco una serie di iniziative e attività per coinvolgerli, aspettando l’Earth Day.

Cominciamo dal MIUR.

Il 22 aprile 2021 la Giornata Mondiale della Terra verrà celebrata con la quinta edizione del Festival Educazione alla Sostenibilità. Tutte le scuole dell’infanzia, primarie, secondarie di primo e di secondo grado potranno partecipare al Festival seguendo su Rai Play la Maratona Multimediale #OnePeopleOnePlanet con ospiti in studio, testimonial, tutorial, approfondimenti scientifici, storie di ragazzi e del loro impegno per il Pianeta e la Comunità, intrattenimento e tanta musica.

Sempre questo mese, le scuole possono celebrare insieme a Twinkl la Giornata Mondiale dell'Arte (15 aprile 2021) e la Giornata della Terra, inviando opere d’arte a tema ambientale prodotte dalle classi per entrare a far parte della galleria d'arte virtuale Twinkl e ricevere un diploma ufficiale "Eco Champion".

Per raccontare a scuola la sostenibilità e divulgare i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 fissati dall’ONU a salvaguardia del pianeta, sul nostro sito abbiamo dedicato un’intera sezione alla sostenibilità. Articoli di approfondimento, schede di esperimenti, lesson plan, video esplicativi, laboratori esperienziali, webinar informativi: tanti contenuti per la primaria, la secondaria di 1° e di 2° grado.

Qualche esempio? L’attività didattica con un bicchiere e un cubetto di ghiaccio per capire le differenze tra Polo Nord e Polo Sud sull’innalzamento del livello dei mari. La relazione tra cambiamento climatico e cibo che mangiamo. La sostenibilità come leva di ripresa post pandemia nel turismo crocieristico.

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Giovedì, 15 Aprile 2021 13:30

LA GIUSTIZIA E I GIOVANI DI INTROBIO

“Presi gli imbrattatori di Introbio: denunciati due minorenni residenti in comune”. Bene. Giustizia è fatta. Ma è proprio questo il problema. Perché quando la giustizia è all’opera, è troppo tardi, l’accaduto è già qui. Così il sistema archetipico reato - punizione è già entrato in funzione ed ha ottenuto il risultato previsto: il delitto non ha pagato. Ma la giustizia interviene, inevitabilmente, a cose fatte, quando l’”atto” si è già cristallizzato in “fatto” irrevocabile e, spesso, irrimediabile. La scienza giurisprudenziale distingue correttamente la pena dal reato, ma non ha nulla da dire a proposito della “colpa”, elemento tipicamente umano, quindi morale, che in altri contesti viene categorizzato come “peccato”. Il quale può estinguersi in presenza di adeguata manifestazione di pentimento.

In termini umani, dunque sociali e psicologici, le cose stanno diversamente e riguardano la tendenza all’oggettività sospinta senza sosta dalla “modernità” equalizzante e livellatrice applicata grazie ad una sorta di algoritmo costruito sul principio “chi rompe paga e i cocci sono suoi”. Senza distinzione. A distinguere, se è il caso, ci penserà il giudice. I cocci, nel nostro caso, riguardano due imbrattamuri minorenni in cerca di identità; condizione estensibile a molti altri giovanissimi, come mostrano ogni giorno le cronache. Quell’identità che forse nessuno è stato ancora in grado di proporre loro con qualche esempio o stimolo o semplice indicazione di comportamento.

Non la famiglia, stretta certamente fra le necessità impellenti di una quotidianità che non lascia spazio al dialogo e all’osservazione. Non il gruppo sociale di riferimento di ciascun giovane, (totalmente autoreferenziale come tutte le “curve sud”) opaco verso un mondo la cui rappresentazione è sempre più indiretta e mediata da modelli pensati da adulti, a loro volta incapaci di progetti umanamente e socialmente significativi, immobilizzati davanti schermi ad altissima definizione ma privi in tutti i sensi di spessore. Non la sempre invocata “società” ormai disadorna della capacità di pensarsi come organismo ma solo come insieme eterogeneo di individui ossimoricamente privi di soggettività, dunque di un “senso”.

Così fin da bambini, spiegava già 40 anni fa Günther Anders, invece di essere “organici al mondo” entriamo in “collisione col mondo”. Un mondo non più in grado di produrre senso, sempre più attivo nel generare rumore, sempre più efficace ed efficiente nella creazione di oggetti, sempre meno capace di progettare e costruire soggetti, dunque significati. Anche per questo non riusciamo più ad “agire” nel mondo, ma soltanto a “fare”. Un fare che ci allontana sempre più da ogni sensatezza. Proprio come nel caso dei due minorenni introbiesi e di molti altri come loro.

Per tutto questo, ma non solo, dico che ha ragione il Sindaco Adriano quando sostiene che "Di positivo in questa vicenda posso pensare al fatto che averli identificati potrebbe far capire ai loro possibili emulatori e amici quali sono le conseguenze: e cioè che prima o poi la verità viene a galla e bisogna fare i conti con la giustizia". Giustissimo. L’emulazione, il “processo mimetico”, costituisce un elemento fondamentale nello sviluppo della personalità. Ma ormai i modelli parentali hanno perso da tempo valore e sostanza in favore di riferimenti estranei al gruppo famigliare.

Per questo sostenere la necessità di puntare il dito “sulle responsabilità di famiglie che non si preoccupano se i loro figli minorenni stanno in giro tutta la notte” appare eccessivamente sbrigativo. Anche se capisco la necessità della sintesi. Solo una parte del problema giovani nasce fra le mura domestiche. Altre rutilanti e multimediali sirene cantano e incantano i nostri giovanissimi immersi in un sistema neurale iperconnesso che ci sta, letteralmente, irretendo e nel quale stiamo affondando inconsapevoli. Dobbiamo spingerci più in là, molto più in là, anche se a voler andare oltre “ci inoltreremmo in un sentiero molto insidioso”.

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Giovedì, 15 Aprile 2021 10:48

PRONTI CON LO ZAINO !

Primavera - Estate 2021: si scaldano Finalmente i motori per Riaperture e Ripartenze...
E' da giovedì 5 novembre che il mio zaino mi osserva mestamente quando in garage gli gironzolo attorno e forse si chiede quando finirà quest'altra innaturale pausa casalinga.
Prevedendo di riprendere a muovermi sui monti solo fra qualche settimana quando le temperature miti renderanno più gradevoli le escursioni nei miei luoghi preferiti, vuol dire che saranno sei mesi tondi tondi che non calzo gli scarponi e che dovrò riprendere gradualmente anche nel rispetto dei miei menischi e di tutto il resto della ormai poco allenata "carrozzeria".

Un amico Valtellinese ben più attempato ed esperto del sottoscritto parlandomi di pensione ricordo che mi disse: "Vedrai dopo i 60 come sarà difficile recuperare l'inattività anche di un solo mese e ricordati di non strafare quando riprendi o saran dolori...". Forse è Lapalissiano quanto dico e scrivo ma purtroppo ci sono già cascato perché la fretta mal consiglia.
Per ora ho in programma di guardarci dentro e alleggerire il Sacco da montagna dove c'é sempre troppa roba che nella bella stagione non sempre mi serve.
Tener leggero lo zaino, soprattutto dopo i 60, é il secondo sensato consiglio dell'amico Valtellinese: nei miei abbordabili itinerari a bassa quota mi è infatti già capitato di portarmi a spasso tutta estate i ramponi a 4 punte e pure le moffole.
Claudio b

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Giovedì, 15 Aprile 2021 07:45

MANDELLO DELIRIUM, UN LIBRO DI STEFANO ZONTA

in Cultura

Sposare una moto, legare il proprio destino a un marchio, il caso ha voluto che la mia vita si intrecciasse al marchio Moto Guzzi. Non un colpo di fulmine, non qualcosa di predestinato, ma un inesorabile conoscersi a vicenda, come succede nelle migliori coppie. Dunque, come resistere al fascino di una fabbrica italiana che ha fatto la storia? Come non desiderare di possedere la moto che ha come simbolo un'aquila dalle ali spiegate?

Così, trentasei anni passati con una Guzzi, 190.000 chilometri percorsi, mezza Europa battuta, fino al leggendario Capo Nord, decine di raduni internazionali senza mai tradirmi, senza mai lasciarmi per strada. Alla fine, in questo libro racconto la mia storia d'amore: quella tra un uomo e la sua motocicletta.

Acquistabile a 15,20 euro a questo link

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