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Valbiandino.net : notizie dalla Valsassina e non solo...

Martedì, 14 Marzo 2023 09:19

FINALMENTE LA PIOGGIA

Previsioni, almeno per una volta, rispettate: pioggia doveva essere e pioggia è stata.

Tra ieri sera e stamattina, secondo le rilevazioni di Meteobarzio.it, sono caduti circa 50 mm. di acqua, una quantità senza dubbio importante che però è solo un palliativo alla gran sete di fiumi e laghi.

Il bilancio annuale ora è di circa 100 mm., il doppio rispetto al totale del primo trimestre 2022.

Da domani dovremmo tornare in modalità "alta pressione" con tempo stabile. Le nuvole dovrebbero tornare nel fine settimana. 

In quota le immagini delle webcam di Bobbio lasciano intravvedere (poca) neve nuova: oggi, come riportiamo in altro articolo, gli impianti resteranno chiusi.

bobbio

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Martedì, 14 Marzo 2023 07:17

SEMPRE MENO NEVE IN MONTAGNA: TANTI IMPIANTI "APERTI E CHIUSI"

Neve sempre più rara in montagna. Nell’era della crisi climatica, pesanti impatti anche sul turismo invernale e la stagione sciistica.

È un momento critico per le montagne, il 2022 è stato l’anno più caldo e secco in oltre due secoli in Italia, il secondo più caldo in Europa. E nulla sta cambiando in questo inizio anno tanto che è difficile separare la crisi del turismo invernale da quella della siccità.

Infatti su Alpi e Appennini, a causa dei mutamenti climatici, la neve è sempre più rara e gli impatti negativi gravano anche sul turismo invernale e la stagione sciistica. Per compensare la mancanza di neve naturale, l’Italia punta sull’innevamento artificiale. Ma non può essere la soluzzione. L’innevamento artificiale non è una pratica sostenibile, fa male all’ambiente ed è uno sperpero di soldi pubblici. A parlar chiaro sono i dati del nuovo dossier di Legambiente “Nevediversa 2023. Il turismo invernale nell’era della crisi climatica”.
I dati

L’Italia, stando alle ultime stime disponibili, è tra i paesi alpini più dipendenti dalla neve artificiale con il 90% di piste innevate artificialmente, seguita da Austria (70%), Svizzera (50%), Francia (39%). La percentuale più bassa è in Germania, con il 25%. Preoccupante il numero di bacini idrici artificiali presenti in montagna ubicati in prossimità dei comprensori sciistici italiani e utilizzati principalmente per l’innevamento artificiale: sono ben 142 quelli mappati nella Penisola per la prima volta da Legambiente attraverso l’utilizzo di immagini satellitari per una superficie totale pari a circa 1.037.377 mq. Il Trentino Alto Adige detiene il primato con 59 invasi, seguito da Lombardia con 17 invasi e dal Piemonte con 16 bacini. Nel Centro Italia, l’Abruzzo è quello che ne conta di più, ben 4.

In parallelo, nella Penisola nel 2023 aumentano sia gli “impianti dismessi” toccando quota 249, sia quelli “temporaneamente chiusi” – sono 138 – sia quelli sottoposti a “accanimento terapeutico”, ossia quelli che sopravvivono con forti iniezioni di denaro pubblico, e che nel 2023 arrivano a quota 181.

Tutti impianti censiti da Legambiente che quest’anno allarga il suo monitoraggio includendo anche altre categorie: quelle degli “impianti un po’ aperti, un po’ chiusi”, ossia quei casi che con le loro aperture “a rubinetto” rendono bene l’idea della situazione di incertezza che vive il settore. In totale sono 84. La categoria degli “edifici fatiscenti”, 78 quelli censiti. Ed infine la categoria “smantellamento e riuso”, 16 i casi censiti.

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Martedì, 14 Marzo 2023 07:09

UN CESPUGLIO ANTINCENDIO

I candidi fiori riprodotti nella foto (scattata lungo una recinzione della strada Mezzana) appartengono ad una pianta molto diffusa in Valsassina. Si tratta del Prugnolo selvatico al quale il solito Linneo, verso la metà del XVIII secolo, attribuì l'appelativo scientifico di Prunus spinosa a causa della numerosissime e acuminate spine presenti lungo gli esili rami che i fiori ricoprono quasi completamente. Per molti secoli, vale a dire dal Medioevo fino ai primi decenni del secolo scorso, si credeva che il Prugnolo fosse dotato di poteri magici, grazie ai quali potesse proteggere le abitazioni da incendi e fulmini, e che possedesse persino poteri apotropaici.

Il Prunus spinosa è molto simile al Biancospino ma, a differenza di quest'ultimo, i fiori spuntano prima delle foglie e sono frequentatissimi da api e altri insetti bottinatori. A causa della sua ubiquità, dovuta alla resistenza a condizioni climatiche anche molto severe, l'onomastica di questa pianta è cospicua ed è composta da decine di definizioni fra le quali strozzapreti, strozzacani, sgancio, susino di macchia e altro ancora. La medicina popolare riconosce al Prugnolo numerose proprietà fitoterapiche che risiedono nei fiori, nelle foglie nelle bacche e persino nella corteccia. Pare che questa essenza cespugliosa, luogo d'elezione per la nidificazione di piccoli uccelli, sia in grado di curare piccoli tagli e ferite, mitigare la febbre, svolgere funzioni lassative, vermifughe, diuretiche, digestive, antinfiammatorie e analgesiche.

I fiori del Prunus sono inoltre ricchi di amigdalina, oli esenziali, resine e flavonoidi (antiossidanti) mentre i frutti, raccolti a mezzo autunno, sono portatori di vitamine e possono essere impiegati per la produzione di marmellate. Dalle drupe del Prugnolo è possibile ottenere liquori ed acquavite ad alta gradazione alcolica. Dalla corteccia, un tempo, si otteneva un colorante rosso utilizzato per la tintura di tessuti insieme alla radice della robbia (dal latino “rubius”, rosso), molto più diffusa.

 

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