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Sabato, 22 Aprile 2023 15:13

IL 25 APRILE ? LA FINE DI UN INCUBO !

Purtroppo anche quest'anno, che vede per la prima volta l'estrema Destra al Governo, il 25 Aprile è tornato ad essere non più la festa dell'unità nazionale, ma una festa divisiva, che vede i tentativi di "revisionismo" da parte dei "nostalgici" del Fascismo, quelli che nella loro bandiera hanno ancora la "fiamma" che evoca il labaro di Mussolini.

Occorre allora fare un po' di chiarezza, perchè se è vero che il 25 aprile è stato ricoperto spesso di retorica e di melassa istituzionale, cosa che lo ha allontanato dai giovani, che spesso non sanno nemmeno perchè si sta a casa da scuola , però conserva decisamente una valenza importante nella Storia d'Italia.

Per sintetizzare rispondiamo allora ad alcune domande:

1) Il 25 Aprile c'entra con la Costituzione Italiana ?

Certamente si, senza il 25 Aprile la Costituzione promulgata nel 1948, non sarebbe esistita, e soprattutto non sarebbe esistita la libertà di pensiero e di stampa, annichilita dal Fascismo con i Tribunali Speciali e l'Ovra (la Polizia politica)in particolare dal 1927 al 1943, con le "Leggi Fascistissime".

2) Il 25 Aprile è finita la Guerra ?

No, il 25 Aprile c'è stato lo sciopero antifascista e la sollevazione di intere città operaie (Milano, Torino, Genova ecc.) che hanno dato il colpo finale al nazifascismo, ma la guerra in Italia ufficialmente è finita il 28 Aprile 1945 (questo però lo sanno in pochi) quando alla Reggia di Caserta si incontrarono il plenipotenziario tedesco Wenner (in rappresentanza di Wolff), che aveva anche l'incarico del Maresciallo Graziani di firmare la resa incondizionata (gli Americani non riconoscevano alcuna legalità alla Repubblica di Salò, e trattarono solo con i Tedeschi) davanti al Generale americano William Duthie Morgan.

3) Quanti erano i Partigiani ?

In realtà i Partigiani erano molto pochi: calcoli abbastanza realistici li stimano in circa 40.000 alla vigilia del 25 aprile, quando però molti diventarono "partigiani dell'ultimo minuto", affiancandosi ai vincitori. Nell'inverno 1944-45 i Partigiani erano quasi scomparsi (anche la Brigata Rosselli dalla Val Biandino se ne andò in Val Gerola, Morbegno e poi in Svizzera). I terribili "rastrellamenti" nazi-fascisti avevano provocato molte esecuzioni (a Introbio nell'Ottobre 1944, e a Maggio-Barzio il 31 dicembre 1944) spopolando le montagne (era rimasto di vedetta quasi solo il nostro Mario Cerati di Introbio). Nel Febbraio-Marzo 1945 le "Brigate" partigiane in montagna però ripresero a ricostituirsi.

4) Quanti erano i soldati della RSI ?

Giorgio Pisanò, già senatore dell'MSI, autore di una monumentale ricerca sulla "guerra civile", li calcola in circa 400.000. Probabilmente la cifra è esagerata, e non tiene conto della forte percentuale di diserzioni, visto che le prospettive di vittoria erano tutt'altro che brillanti : la guerra era ormai persa, molti avevano dovuto arruolarsi per le minacce di Graziani di fucilare i loro parenti, altri cercavano soltanto la "bella morte". Mettendo pure come realistica la metà degli effettivi, la sproporzione tra esercito tedesco e fascista da una parte e partigiani era enorme, anche per la grande differenza di armamenti. Bisogna considerare che i Partigiani avevano sempre avuto armamenti molto scarsi e spesso difettosi: qualche pistola, qualche fucile, raramente qualche mitraglietta sottratta ai Fascisti, nessuna arma pesante (nè cannoni nè carri armati).
Oggettivamente non erano in grado di resistere a nessun attacco tedesco o fascista.

5) Dove si svolse la Resistenza ?

Capovolgendo dei luoghi comuni poco realistici, direi che la vera Resistenza si svolse più nelle città che sulle montagne. Nelle città infatti erano presenti i GAP (Gruppi Azione Patriottica) i cui obiettivi erano colpire Fascisti e Tedeschi all'improvviso con azioni "mordi e fuggi", cioè attentati davanti alla porta di casa, esplosioni come quelle in Via Rasella a Roma e Viale Abruzzi a Milano, a cui i nazifascisti risposero con ritorsioni pesantissime, come è noto. L'obiettivo dei GAP (spesso riuscito) era quindi quello di rendere insicuro nelle città della RSI il terreno agli ufficiali fascisti e anche ai Tedeschi, con la possibilità di essere colpiti individualmente in qualsiasi momento (cosa che ad esempio rese furioso il comandante della Gestapo Herbert Kappler ). Decine furono gli attentati in tutta l'Italia del Nord: i Partigiani colpivano e poi scappavano in bicicletta (a Ferrara si giunse addirittra a proibire le biciclette dopo le ore 18 !). Naturalmente se venivano catturati li aspettano orribili torture prima dell'esecuzione.

5) Cosa fece la maggior parte della popolazione ?

Diciamoci la verità, la maggior parte della popolazione non vedeva l'ora che l'incubo finisse : si era già illusa l'8 Settembre del 1943, quando invece stava soltanto per cominciare la parte più dura e atroce della guerra. L'obiettivo era sopravvivere alla guerra, chiunque la vincesse.
Mi si lasci ricordare la testimonianza di una anziana e simpatica turista milanese di Introbio, che l'anno scorso, vedendo i bombardamenti odierni sulla Ucraina, li paragonò giustamente a quelli di Milano. Milano nell'aprile 1945 era distrutta più o meno esattamente come Mariupol e altre città martiri del Donbass. La gente non ne poteva più, anche perchè l'inflazione e il mercato nero rendevano molto difficile trovare da mangiare.
L'altra testimonianza è quella di un mio zio molto simpatico, arruolato anche lui nell'esercito "repubblichino" in centro Italia: poco prima di morire gli chiesi:" Cosa ricordi soprattutto di quei tempi ?". "Una gran fame !" , mi rispose con una frase perfetta e sintetica !

6) Perchè celebrare il 25 Aprile ?

Perchè il 25 Aprile significò finalmente l'uscita dall'incubo: dalle stragi, dai bombardamenti, dalle torture, dalle vessazioni ad esempio della "Brigata Muti" e dei Nazisti, la luce di una nuova speranza dopo anni di buio. La possibilità e la libertà di poter ricominciare, di ricostruire.
Dopo il 25 Aprile nasce un'altra Storia, con molti difetti e lacune, ma sicuramente più libera. Quella libertà che consente anche all'attuale Presidente del Senato e ai suoi soci di dire delle cose assurde, ma la Storia della Sinistra, e dei Partigiani deriva anche da Voltaire e dal suo "Trattato sulla Tolleranza". Ognuno deve avere il diritto di dire quello che vuole, saranno i cittadini ad avere la libertà di giudicare !

Enrico Baroncelli
direttore www.politicamente.eu

 

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Sabato, 22 Aprile 2023 10:05

SUFFRAGIO UNIVERSALE E ASTENSIONISMO: "AGEVOLAZIONI STATALI" MA SOLO PER QUALCUNO

Sembra paradossale che nel momento in cui aumentano disaffezione al voto e astensionismo, la politica non trovi niente di meglio che abbassare il quorum strutturale alle elezioni e aumentare considerevolmente l'indennità di carica a sindaci e assessori, dando quasi l'impressione che la partecipazione alla vita pubblica sia questione così facilmente riconducibile alla vil pecunia. Questo è infatti già accaduto anche nel recente passato alle consultazioni amministrative del 2021 per i comuni fino a 15.000 abitanti: in presenza di una sola lista ammessa e votata, per dirla con la legge, risultano eletti tutti i candidati compresi nella lista e il candidato a sindaco collegato, a condizione che la stessa lista abbia riportato un numero di voti validi non inferiore al 50 % dei votanti e che il numero dei votanti non risulti inferiore al 40 % degli elettori iscritti nelle liste elettorali del comune. Senza che siano rispettate le due percentuali l'elezione è nulla. In più. Quale ulteriore agevolazione per facilitare il raggiungimento del già ribassato quorum, per l'elezione del sindaco e del consiglio comunale, sempre e solo nei comuni fino a 15.000 abitanti, nel computo degli elettori non si tiene conto di quelli iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire) che non esercitano il diritto di voto.
Il suffragio universale per donne e uomini è stata una grande conquista ma non lo si incoraggia certamente con provvedimenti estemporanei e dalla dubbia validità.
Senza troppo addentrarci nell'Italica e articolata legislazione elettorale, se si considera che nel 2022 i comuni italiani risultavano essere 7.901 di cui ben 5.534 al di sotto dei 5.000 abitanti, soprattutto nelle zone di montagna e nelle cosiddette "Aree interne", si capisce o meglio non lo si comprende affatto come nello stesso contesto normativo, politico e sociale possano coesistere due pesi e due misure che creano nell'esercizio del voto così evidenti disparità fra i cittadini dello stesso Paese, in una materia così importante. Si tenga infatti presente che le elezioni regionali e politiche, a torto o a ragione considerate più significative di quelle nei piccoli comuni, pur in assenza di un quorum strutturale risultano valide anche in presenza di percentuali inferiori a quelle, invece, ritenute inderogabili in altri contesti dello stesso, nostro, Stato di diritto. Questo crea diseguaglianze e agevola i mestieranti della politica che nei "piccoli numeri" sguazzano a loro piacimento.
In modo del tutto inspiegabile, tutto ciò avviene nel pressoché generale disinteresse e in un clima di apparente rassegnazione che però favorisce e incoraggia l'allontanamento di una parte determinante della cittadinanza dagli appuntamenti elettorali e da molti altri livelli di partecipazione, anche sociale. Da parte del legislatore e dei vertici dello Stato non sarebbe il caso di riconsiderare queste regole visto che spesso e volentieri la stragrande maggioranza dei cittadini non si reca alle urne ritenendo questo proprio diritto un ininfluente esercizio retorico? Non sfugge, in modo del tutto evidente, come questa assenza sia quel che si dice un segnale forte che non potrà ancora a lungo essere trascurato da una politica-politicante distratta e autoreferenziale. La stragrande maggioranza degli elettori, altrettanto evidentemente, ritiene che la sua rappresentanza politica abbia abdicato nei confronti degli impegni più volte assunti e la vede come un'insignificante appendice. Che farsene di un corpaccione malandato, sempre più distaccato dai problemi quotidiani dei contribuenti e comunque ritenuto incapace di risolverli perché troppo "impegnato" dagli stucchevoli e ben conosciuti giochi di potere all'interno di un Palazzo che appare sempre più inadeguato e assente?
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Sabato, 22 Aprile 2023 09:49

SANTUARIO DI BIANDINO: SI CERCANO VOLONTARI

Dal 1° maggio riprenderanno servizio i "Volontari del Santuario di Biandino", un gruppo di persone affezionate al luogo sacro degli Introbiesi (e non solo) che però si è ulteriormente ridotto a motivo della rinuncia di alcune persone.

Per questo la Parrocchia lancia un appello per reperire altri volontari disposti a collaborare per tenere aperta la Madonna della Neve. 

Chi fosse interessato può contattare Mauro (3468602622) o Billo (3337441938) oppure direttamente il Parroco.

L'appello è rivolto particolarmente ai cittadini di Introbio che dovrebbero avere a cuore il loro Santuario anche aldilà della festa del 5 agosto.

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Sabato, 22 Aprile 2023 07:18

BANDO PER TERRAZZAMENTI IN MONTAGNA

 MONTAGNA. TERRAZZAMENTI, ASSESSORE SERTORI: AL VIA DOMANDE PER BANDO REGIONE LOMBARDIA DA 5 MILIONI DI EURO

DEFINITI MODALITÀ E TEMPI PER ASSEGNAZIONE RISORSE

Dopo il successo raggiunto col Bando terrazzamenti 2020, Regione Lombardia ha deciso di rinnovare l'iniziativa con l'apertura di un nuovo bando finanziato con 5 milioni di euro per interventi di ripristino, conservazione e parziale completamento dei terrazzamenti e dei muretti a secco, oltre che interventi connessi, come la manutenzione straordinaria di sentieri e strade interpoderali e la sistemazione di sistemi di convogliamento delle acque.

"Il nuovo bando - ha spiegato l'assessore a Montagna, Enti locali, Risorse energetiche e Utilizzo risorsa idrica Massimo Sertori - definisce modalità e tempi della procedura per l'assegnazione delle risorse regionali messe in campo. Per l'iniziativa, infatti, Regione Lombardia ha stanziato 5 milioni di euro che saranno concessi a fondo perduto". "Abbiamo l'obiettivo - ha sottolineato - di aiutare concretamente questa attività eroica che svolge una funzione importante sia per i prodotti che genera, sia per la manutenzione del territorio".

 "Un tassello importante - ha concluso Sertori - in direzione di una politica che, facendo leva sul fattore 'identità', mira allo sviluppo territoriale".

Le risorse sono destinate a enti pubblici e a soggetti privati, imprese agricole e non con la finalità della realizzazione di interventi nel territorio dei Comuni lombardi 'montani' o 'parzialmente montani'.

Il contributo massimo riconoscibile è pari al 50% della spesa ammissibile e per un importo massimo pari a 50.000 euro.

 

Per i Comuni con popolazione sino a 5.000 abitanti e per gli Enti Gestori di Parchi il contributo è riconosciuto fino al 90% della spesa per gli interventi.

 

Le domande potranno essere presentate a partire da giovedì 20 aprile ore 10 ed entro la chiusura del bando prevista per il 20 giugno 2023 ore 16. Le richieste dovranno essere inserite esclusivamente tramite la piattaforma bandi online, all'indirizzo www.bandi.regione.lombardia.it

 

Gli interventi finanziabili sono:

 

- ripristino, attraverso interventi di manutenzione straordinaria, di terrazzamenti già posti a coltivazione e che presentino fenomeni di dissesto (con o senza rinforzi di pietrame);

 

- ripristino, attraverso interventi di manutenzione straordinaria, di muretti a secco presenti a margine di porzioni di terrazzamenti coltivati e che presentino fenomeni di dissesto, con possibilità di realizzazione di piccoli nuovi tratti, ove necessario.

 

- interventi di recupero a fini colturali dei terrazzamenti precedentemente coltivati e oggetto di colonizzazione da parte di boschi o macchie di vegetazione, da meno di 30 anni.

 

- realizzazione o ripristino di sistemi di convogliamento, ruscellamento o raccolta delle acque a tutela della stabilità e dell'integrità di terrazzamenti coltivati esistenti.

 

- interventi di manutenzione straordinaria o sistemazione di sentieri e/o strade interpoderali integrati con interventi sui terrazzamenti esistenti. (LNews)

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