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Martedì, 26 Gennaio 2021 08:36

I Diesel euro 4 possono ancora circolare

Circolazione veicolare: sospeso il divieto per i veicoli diesel Euro 4
Regione Lombardia ha rinviato la sospensione delle limitazioni permanenti alla circolazione dei veicoli diesel Euro 4

Le limitazioni permanenti avrebbero dovuto entrare in vigore lunedì 11 gennaio 2021 nei Comuni in fascia 1 e nei Comuni in fascia 2 con più di 30.000 abitanti, così come previsto della deliberazione Regionale n. 3606 del 28 settembre 2020, ma proprio per garantire maggiore sicurezza negli spostamenti, evitando quanto più possibile l'affollamento dei mezzi pubblici, l’Ordinanza regionale n. 675 ha previsto la sospensione di tali limitazioni permanenti, fino al perdurare della situazione emergenziale.

Rimangono in vigore le limitazioni permanenti per i veicoli benzina Euro 1, così come disposto dalla DGR 3606 del 28 settembre 2020.

“La situazione emergenziale che stiamo vivendo - sottolinea l'assessore all'Ambiente e Mobilità del Comune di Lecco Renata Zuffi - non ci deve far dimenticare che solo azioni comuni di lungo periodo, realizzate in sinergia tra più territori ad una scala sovralocale, possono migliorare la qualità dell’aria e favorire il rispetto dei valori limite previsti dalla normativa. Non possiamo dimenticare che il miglioramento della qualità dell’aria dipende principalmente dalla nostra capacità di promuovere stili di vita, di produzione e di consumo più sostenibili”.

A questo collegamento il testo dell'ordinanza comunale che recepisce le misure per il miglioramento della qualità dell'aria e il contrasto all'inquinamento locale valida fino al 31 marzo 2020.

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Martedì, 26 Gennaio 2021 08:25

POVERTA' EDUCATIVA GIOVANILE: LOMBARDIA TRA LE REGIONI PIU' ATTIVE

Assessore Locatelli: da Lombardia particolare sensibilità in materia di politiche di sostegno

“La Lombardia è tra le regioni più attive nella progettazione di interventi per il contrasto della povertà educativa minorile. Dimostra una particolare sensibilità in materia di politiche di sostegno alla famiglia, ai minori, alla povertà”. Lo ha detto l’assessore regionale alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità, Alessandra Locatelli, intervenendo, a Palazzo Pirelli, alla presentazione delle ‘Mappe della povertà educativa in Lombardia’. Si tratta del report realizzato da ‘Openpolis’ in collaborazione con l’impresa sociale ‘Con i bambini’.

Come si contrasta la povertà educativa minorile

“Purtroppo – ha proseguito l’assessore – l’accessibilità alle opportunità formative non è sempre garantita. La crisi economica, derivante dalla grave emergenza pandemica, ha contributo a peggiorare la situazione. È necessario estendere l’azione politica a tutte le aree di intervento. Oltre a incentivare la collaborazione tra istituzione ed enti del Terzo Settore. Allo scopo di intercettare altri fenomeni legati alle difficoltà di accesso ai percorsi educativi. Regione Lombardia ha stanziato ingenti risorse, soprattutto in questa fase, a favore delle famiglie più povere, per garantire un sostegno concreto e anche la continuità didattica, ma è indispensabile creare reti di confronto sempre più forti in grado di proporre interventi mirati al sostegno dei nostri giovani in questo momento così difficile di scollamento delle relazioni sociali.

Accompagnamento previene i fenomeni di devianza

“I fenomeni delle risse in piazza tra giovani e di emulazione di giochi mortali devono farci riflettere su approcci nuovi per garantire, oltre alla parità di accesso e all’attenzione per la condizione economica, anche un attento accompagnamento nei percorsi educativi in continuità con le azioni già intraprese”.

Investimento continuo nel futuro

“Per questo – ha concluso Locatelli – non smetteremo mai di investire per il futuro dei nostri bambini e giovani e grazie anche al contributo di ricerche come questa potremo garantire un approccio mirato, con misure volte a prevenire disagio, esclusione ed emarginazione”.

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Lunedì, 25 Gennaio 2021 11:58

APPELLO DELLA PROVINCIA AGLI STUDENTI: SERVE SENSO DI RESPONSABILITA'

Il Presidente della Provincia di Lecco Claudio Usuelli e il Sindaco del Comune capoluogo Mauro Gattinoni intervengono sulla riapertura delle scuole superiori sul territorio provinciale:

“Nelle scorse settimane, grazie al coordinamento della Prefettura, insieme al Consigliere provinciale delegato Felice Rocca ci siamo costantemente confrontati con i Sindaci del territorio, i rappresentanti delle agenzie del trasporto pubblico locale, i dirigenti scolastici e le forze dell’ordine per trovare ogni possibile soluzione per garantire agli studenti delle scuole superiori una rapida ripresa delle attività didattiche in presenza, in condizioni di massima sicurezza. Questo confronto ha prodotto un piano per il trasporto scolastico provinciale e un piano dei controlli anti-assembramento all’esterno degli istituti scolastici per prevenire qualsiasi situazione di rischio. Non è stato un lavoro facile, viste le continue e mutevoli disposizioni governative e regionali, ma grazie all’impegno e alla collaborazione di tutti i soggetti coinvolti, possiamo affermare che il territorio provinciale lecchese è pronto per la ripartenza delle lezioni in presenza. Per non vanificare gli sforzi di tutti gli attori coinvolti, ora è necessaria la massima attenzione da parte di studenti e famiglie sul percorso casa-mezzi di trasporto-esterno e interno scuole, evitando qualsiasi assembramento e comportamento che possa mettere a rischio la loro salute. Invitiamo dunque studenti e famiglie lecchesi a un grande senso di responsabilità per affrontare in modo efficace questa delicata fase di emergenza”.

 

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Lunedì, 25 Gennaio 2021 06:38

I PREZZI AL CONSUMO A LECCO

A proposito di … Prezzi al consumo dicembre 2020

Premessa. Gli indici dei prezzi al consumo di dicembre 2020 sono stati elaborati nel contesto determinato dalle misure adottate con il nuovo DPCM del 3 novembre 2020 per contrastare la nuova ondata della pandemia causata dal Covid-19 e che hanno reintrodotto limitazioni, differenziate a livello regionale, riproponendo, almeno in parte, le criticità del periodo marzo-maggio. L’offerta commerciale di beni e servizi ha subito quindi nuove ulteriori restrizioni e le attività di rilevazione presso i punti vendita e i rispondenti hanno incontrato nuovamente difficoltà crescenti. Il numero di mancate rilevazioni, pur non toccando i livelli di marzo e aprile, è tornato ad aumentare dopo essere diminuito in particolare nel periodo compreso tra giugno e ottobre.

L’impianto dell’indagine sui prezzi al consumo, basato sull’utilizzo di una pluralità di canali per l’acquisizione dei dati, ha continuato a consentire di ridurre gli effetti negativi dell’elevato numero di mancate rilevazioni sulla qualità delle misurazioni della dinamica dei prezzi al consumo. La situazione che si è venuta determinando e le modalità con le quali è stata via via affrontata sono illustrate nella Nota metodologica, alle pagine 31,32 e 33 del comunicato stampa diffuso il 18 gennaio dall’Istat.
Come ricordato nella nota metodologica dell’Istat, gli indici ai diversi livelli di aggregazione, sia nazionali che locali, che hanno avuto una quota di imputazioni superiori al 50% (in termini di prezzi mancanti e/o peso), sono stati imputati.
Per quanto riguarda la rilevazione territoriale, per alcuni prodotti e servizi, la mancata disponibilità di quotazione è stata in parte arginata dall’organizzazione dei punti di rilevazione, appartenenti al piano di campionamento, che hanno previsto la consegna a domicilio.

Inflazione a Lecco:
segno meno della variazione annuale per il decimo mese consecutivo (-0,4%); segno opposto per la variazione mensile (+0,4%)

A cura dell’Ufficio Statistica del Comune di Lecco una breve sintesi delle principali variazioni registrate nel mese di dicembre 2020 sulle variazioni dei prezzi al consumo a livello locale.

La variazione mensile dell’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) al lordo dei tabacchi è in aumento e pari al +0,4 punti percentuali (-0,3% quella del mese di novembre) e porta l’indice dei prezzi al consumo a quota 102,3 (base è 2005=100); ad inizio anno 2020 l’indice dei prezzi si attestava a 102,6.
La variazione annuale è pari a -0,4% e conferma la tendenza alla contrazione registrata a partire dal mese di marzo. Nello stesso periodo del 2019 la variazione registrava un aumento di 5 decimi di punto e nel 2018 registrava addirittura un +1,7%.
La variazione media annua dei prezzi al consumo per l’anno 2020 è pari a -0,4%. Da quando sono presenti le elaborazioni dei prezzi al consumo per il territorio di Lecco (anno 2005) è la seconda volta che si assiste ad una variazione media annua di segno negativo (anno 2016 variazione annua pari a -0,2%).

A livello nazionale entrambe le variazioni sono più contenute: l’aumento rispetto a novembre 2020 è pari al +0,2% e la diminuzione annuale si attesta al -0,2%. La minore accelerazione dei prezzi registrata a livello nazionale ha determinato un leggero incremento del differenziale tra la realtà locale e nazionale che ora si attesta a 0,3 punti. (Indice nazionale pari a 102,6). (all. tav.1 e tav.1a).

Le variazioni della Componente di fondo, cioè l’indice generale al netto degli energetici e alimentari freschi registrano le seguenti variazioni: +0,4% a livello congiunturale e +0,1% rispetto al dicembre 2019. Le stesse variazioni il mese scorso si attestavano a -0,2% e +0,4%.
A livello nazionale le variazioni della componente di fondo si attesta a +0,3% a livello mensile e +0,6% a livello annuale.

Analisi delle variazioni per divisione di spesa.

La divisione con la maggiore variazione mensile in aumento è Ricreazione spettacolo e cultura (+2,4%) variazione da imputare all’aumento di svariati prodotti tecnologici (apparecchi audiovisivi, fotografici e informatici +1,1%) segue la variazione dei Trasporti (+1,7%) dove le variazioni in aumento sono generalizzate; aumentano i servizi di trasporto (+6,5%) ma anche i carburanti (gasolio mezzi trasporto +2,8%; benzina +2,1% e gas gpl +1,5%).

Le divisioni in diminuzione registrano variazioni più contenute: Bevande alcoliche e tabacchi è quella con la variazione maggiore pari al -0,7% determinata principalmente dalla contrazione dei vini e degli alcolici. Seguono la divisione degli Alimentari e delle Comunicazioni che registrano entrambe una variazione di -0,5%. Anche a livello nazionale si registrano gli stessi segni anche se con valori leggermente diversi.

L’unica divisione che rimane stabile rispetto al mese di novembre è quella dei Servizi ricettivi e di ristorazione.

A livello annuale le Divisioni in aumento superano quelle in diminuzione, ma i valori delle variazioni sono decisamente più marcati per quest’ultime.
Altri beni e servizi è la divisione che aumenta maggiormente rispetto al mese dicembre 2019 (+1,8%) , con la variazione di un punto percentuale è la divisione dei Servizi Sanitari e spese per la salute che occupa il secondo posto.

Registrano segno meno: Comunicazioni (-6,8%), Istruzione (-4,6%), trasporti (-2,5%) e Abitazione (-2,1%).

Di seguito le variazioni degli indici dei prezzi al consumo degli aggregati di prodotto che hanno avuto le maggiori variazioni in aumento e le maggiori variazioni in diminuzione rispetto al mese di novembre 2020:

PRODOTTI DECADALI. ORTOFRUTTA IN STAGIONE E ITTICI

Rilevazione territoriale

Maggiori variazioni di segno più

 

Maggiori variazioni di segno meno

Carciofi

 

+37,8%

 

Zucchine

 

-22,7%

Agli

 

+15,7%

 

Clementine

 

-22,1%

Uva

 

+13,0%

 

Pomodori da insalata

 

-11,0 %

             

PRODOTTI/SERVIZI MENSILI

Rilevazione territoriale e/o centralizzata

Maggiori variazioni di segno più

 

Maggiori variazioni di segno meno

Voli europei

 

+37,3%

 

Vino spumante

 

-8,6%

Voli intercontinentali

 

+21,8%

 

Notebook

 

-4,6%

Supporti con registrazioni di suoni, immagini e video

 

+9,8%

 

Stampante

 

-4,1%

             

CARBURANTI PER AUTOTRAZIONE

Rilevazione centralizzata

Variazioni di segno più

 

Variazioni di segno meno

Gasolio per mezzi di trasporto

 

+2,8%

       

Benzina

 

+2,1%

       

Gas GPL

 

+1,5%

       




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Lunedì, 25 Gennaio 2021 06:24

L’OMBRA DEL BASTONE di Mauro Corona

in Cultura

“Invitati o no
gli dei
saranno presenti”

C. G. Jung

Una storia di streghe e di stregati scorre tumultuosa tra i dirupi crudi che circondano Erto. Storia di malefici e maledizioni. Di sguardi e di destini. Le righe incise su carta dalla sgorbia impugnata con grande perizia narrativa da Mauro Corona rivelano e ricordano la fatica antica del vivere in quota. Parlano, con semplicità solo apparente, di quella che viene ormai definita “civiltà alpina” i cui archetipi comuni, ben individuabili lungo l’intero arco montuoso che collega il mar Ligure alla Carnia, hanno attraversato i millenni per giungere intatti fino allo scorcio del XXI secolo.

I montanari del Vajont, spiegano le pagine gualcite del vecchio quaderno dalla copertina nera, non costituiscono eccezione. Anche le acque gelide del torrente omonimo segnano da sempre una storia che è identica dovunque siano ripidi boschi, cime innevate, prati scoscesi. Dove si strappa alla natura e ai suoi cicli infiniti tutto ciò che è possibile, tutto ciò che mira alla sopravvivenza. Dove la vita si aggrappa tenace e instancabile a sé stessa. Dove la morte appare companatico quotidiano alla mensa dell’uomo impegnato sempre, dalla prima all’ultima luce, “… nei boschi a fare legna, e nei prati a falciare l’erba, e guardare a venie l’autunno, e aspettare Natale vicino al fuoco. E anche portare San Bartolomeo di legno per le vie del paese.”

La morte, appunto. Presenza ubiqua e determinante almeno quanto la vita. Si apre infatti con un omicidio la narrazione dello scultore - alpinista - scrittore di Erto. Un delitto misterioso per il quale pagherà un innocente. Ecco il senso di tutta la storia: la tragedia, proprio quella classica, greca per intenderci. Con tanto di capro espiatorio votato al sacrificio in nome di una società dai tratti primitivi la cui sopravvivenza in quanto gruppo omogeneo e organizzato esige l’individuazione di un colpevole e una condanna purchessìa. Serpeggia instancabile la violenza di cui parla René Girard in tutte le sue opere, che sola è in grado di placare le tensioni distruttive del corpo sociale. Per questo il colpevole deve essere innocente. Proprio come la vittima. Non importa che dalla forca penzoli l’assassino. Conta che il cappio stringa una gola. Meglio se innocente. E giustizia è fatta. Il capro diventa sacro. Sacrificio: sacer facio. La violenza è il sacro. Realtà paradossale; come la vita del resto.

L’uccisione del padre di Zino è solo la prima mossa. Le morti non finiscono che all’ultima pagina. Nella storia di Zino Corona se ne contano diciannove, tutte o quasi violente. Tutte o quasi frutto di maledizione o di veneficio. Anche la follia indotta dal tossico è morte perché uccide l’anima dell’uomo immergendolo nella demenza, esiliandolo a vita fuori di sé. Come Raggio che si spegne nella pazzia per mano amica, con pozione la cui onomastica suona significativamente al femminile: belladonna.

Atmosfere cupe disegna la penna di Corona. All’ombra delle crode, al cospetto delle grave del Vajont, si muovono numerose figure inquietanti e pericolose, infide e temibili come fate malvagie. Sull’intera narrazione si libra infatti il fetore pesante del maleficio opera di donne - streghe. Anche se, in questo caso, non ci sono roghi a “purificarle”. Cinque secoli prima a poche decine di chilometri da Erto come altrove “Le donne delle vallate alpine sono state tra le più perseguitate in Europa: fra quest le streghe dello Sciliar processate nel castello di Presule nel 1506 e 1510” (AA. VV: “La lunga notte della magia”, Workshop. Trento 1995). Le righe di Corona trasudano concrezioni dure di quei tempi, di quegli eventi.

Maddalena Mora, la “maestra” in materia di giochi sessuali, è la prima ad apparire sulla scena. Ed è anche la prima a lasciarla per autoimpiccagione. Non del tutto strega ma completamente donna. L’aborto di cui si macchia è rito satanico e imperdonabile e “chi copa deve coparsi”. Maddalena possiede almeno uno degli elementi che hanno caratterizzato le streghe per tre secoli: ha commesso infanticidio. E, come è noto, al banchetto - orgia del sabba, esse “…portano i bambini da sacrificare ovvero i corpi dei bambini che hanno già ucciso, che vengono offerti in sacrificio al Diavolo…” (Jeffrey b. Russel, “Il Diavolo nel Medioevo – Nominalisti, mistici e streghe”; Laterza, 1987).
Dopo Maddalena Mora c’è Melissa, la vecchia Melissa, esosa e sfruttatrice dei falciatori ai quali succhia denaro in cambio di una grotta, l’”antro” nel quale dormire la notte durante la fienagione ai pascoli alti. Fa una brutta fine la rapace Melissa. La sua maledizione postuma produce quattro morti. È certamente una “stria”. C’è, inoltre, ma solo nominata, la “stria del baugo” che fa “…lo strionamento perché non gli avevano dato un tocco di butirro”.

La strega più pericolosa uccide però con lo sguardo. Corona la introduce nella narrazione descrivendone i tratti ma non ne pronuncia mai il nome: “…una di San Martino, una donna non tanto alta però coi fianchi larghi come una cavalla, forte e lavoratrice, giusta da far figli”. Ecco tutto quel che c’è da sapere sulla “moglie di Raggio” e sulle donne in genere. O, almeno, quasi tutto, perché il tratto essenziale, il segno che la marchierà per sempre è il silenzio: “Solo che parlava poco, era sempre misteriosa e stava per conto suo...”. L’epitaffio è bell’e pronto. Il futuro si fa presente in queste brevi righe. Un futuro assolutamente fatale nel quale compare anche l’aborto come per Maddalena Mora. “Lei”, perfetta incarnazione della catastrofe, uccide il figlio di Zino che porta ancora in grembo e, come le sirene di Ulisse, uccide ma, a differenza di quelle, con lo sguardo: “…lei, la nuova sposa, mi guardava”.

Annuncio tragico eppure inevitabile: “Ancora non immaginavo che da quelle guardate (…) sarebbe cominciato tutte le mie disgrazie”. Raggio riesce persino a sopravvivere al morso venefico della “lipera”. Ma non sopravvivrà allo sguardo della moglie - strega che “Non apriva mai bocca…” perché, “… mandava segni coi occhi, parlava con quei occhi che ti strascinavano verso di lei…”. Gli occhi, lo sguardo che attrae, che mette in ceppi e avvince più dell’esibizione di parti anatomiche eroticamente significative. La donna è dunque, insieme, Morgana, Medusa, Medea e Melusina, quadruplice radice del mondo governato dalla Dea Madre che ci costringe da sempre come spiega James Hillman“…a riconoscere il perdurare degli dei non più nell’ossequio di corpi e anime ai rituali, ma come ‘malattie psicologiche…” della carne, dell’anima, della società.

Morgana “nata dal mare, che sempre ci illude e ci inganna; Medusa dai capelli di “lipera”, paralizza con lo sguardo; Medea, la virgo cruenta di Draconzio, la maga di Euripide, uccide i propri figli per vendicare il tradimento e Giasone - Zino si toglierà la vita; Melusina, infine, simbolo dell’inconscio, fata ambigua dalla coda di serpe, immagine femminile che soccorre ma che, come Morgana, spesso inganna. L’opera al nero declina dunque al femminile tra le grave del Vajont. Ecco la “donna selvaggia” di Corona che, figura archetipica del vivente, incarna la mater aeterna. Mater: materia come origine e forma elementare della vita, fenomeno panico irrazionale di cui l’uomo prova terrore. Panico, appunto. Nasce qui ogni caccia alle streghe che la storia ricordi. Le streghe, incomprensibili creature del male, vanno eliminate. Producono sempre orge, incesto, infanticidio, omicidio. Nel romanzo di Corona muoiono spesso per mano propria o altrui. Solo le fate sopravvivono. Ma sono infanti (come Neve) o appartengono alla pianura, come l’ultima donna di Zino. Dunque a un altro mondo dove l’amore è possibile quando non sia troppo tardi. Fra i monti vivono solo fattucchiere e megere. E regna il loro sguardo terrificante.

Corona emerge dalle nebbie pesanti e gelide del Vajont come cantore dell’immaginario popolare che per essere tale non è meno vero del mondo duro e roccioso nel quale lungo i millenni si svolge tutta la vita degli ertani. Una vita che, come altrove nelle valli alpine, si identifica spesso nella ritualità operosa legata ai ritmi arcaici della natura, più frequentemente matrigna che madre ma pur sempre origine ab antiquo della sacralità del vivere e del soffrire. Dove spesso l’assidua dedizione alle lusinghe ottundenti di Bacco costituisce rimedio essenziale contro “…malinconia, ipersensibilità, pazzia, ossessione orrendi gorghi nel mare gelido, antiche case dirute e fatiscenti” (Guy Davenport: “La geografia dell’immaginazione”. Adelphiana. www.adelphiana.it; 2002). Rappresentazione baroccamente perfetta dell’universo descritto da Corona. È sempre la donna, arcaico mitologema del mondo, a portare la colpa del peccato poiché “Nella cultura chiusa, misogina e tremenda del paese, le cose magiche e sublimi, ma anche infide, traditrici e impossibili da dominare, diventano femmina” (Mauro Corona, “Le voci del bosco”; Ed. Biblioteca dell’immagine; collana Chaos).

L’uomo, debole schiavo, si lascia travolgere dalle donne che sono quasi sempre un po’ streghe, un po’ puttane. Comunque facitrici di eventi mortali che sconvolgono Erto, Macondo nostrano dominato dal respiro tagliente delle crode tra le quali si aprono orrendi Maelstrom chiamati foibe. Voragini tenebrosamente mitiche rappresentano un Ade locale che erutta “…un’aria fredda e svelta (…) che pareva avere dentro come voci di lamenti…”. Abissi pronti ad inghiottire delitti e vittime come Raggio e la vecchia dell’antro. Ma non per sempre: Melissa ritornerà in una bara di ghiaccio dalla quale spalanca gli occhi: “Era uno sguardo diretto, fermo, cattivo, duro. Uno sguardo feroce, insostenibile”.

Riemergerà anche lo scettro ligneo di “re Raggio”, con la “lipera” scolpita in basso, a determinare l’esito infausto della storia di Zino. Il bastone, il suo segno: “Dalla foiba del monte Cornetto aveva attraversato le budelle nere della terra, lungo i torrenti sotterranei dell’inferno…”. Per portare a compimento la legge: “chi copa si deve copare”. Lungo tutto il testo scorre una inconfondibile “linea gotica” che sembra conservare un debito ai paesaggi spettrali di Poe e di Lovecraft. Più al secondo che al primo.
Tutto finisce con la morte. Zino, dopo aver cercato invano di fuggire e di “…dimenticare un poco quel cane che mi correva dietro sulla terra e mi mordeva la vita di continuo, giorno e notte”, trova la pace in un cappio.

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Domenica, 24 Gennaio 2021 15:32

I dati errati sulla Lombardia in "Zona Rossa"

La nota diffusa venerdi sera dall’Istituto Superiore della Sanità non lascia più spazio a margini di dubbio: la classificazione in “zona rossa” della Regione Lombardia è avvenuta sulla base di dati errati comunicati dalla stessa in data 13 gennaio 2021 relativi alla settimana 4-10 gennaio 2021, che sono stati rettificati il 20 gennaio 2021.

In particolare il valore medio del “Rt sintomi” stimato con il DB aggiornato il 13 gennaio 2021 è risultato pari a 1,4 mentre lo stesso valore medio stimato con il DB aggiornato il 20 gennaio 2021 risulta pari a 0,88. Questo porta l’ISS a concludere che “una rivalutazione del monitoraggio si rende necessaria alla luce della rettifica fornita dalla Regione Lombardia”.
Non ho mai ritenuto una punizione la “zona rossa” bensì una misura di prudenza per la salute di tutti i cittadini. Peraltro, il Presidente Fontana e diversi esponenti leghisti, a partire dal loro “leader” nazionale, si sono strumentalmente “scagliati” per tutta la settimana contro il Governo, responsabile, a loro dire, di questa “ingiustizia” nei confronti della Lombardia.

Ora che di questa “ingiustizia” è emersa l’origine, il Presidente Fontana dovrebbe almeno delle scuse: ai cittadini lombardi, per averli costretti ad una settimana di “zona rossa” a causa di un errore della sua struttura, ai commercianti che hanno dovuto chiudere immotivatamente in questi giorni i propri esercizi, al Governo oggetto dei suoi “strali” e sin troppo facile bersaglio proprio nei giorni della crisi.
E forse le scuse non basteranno a chi ha avuto una sensibile riduzione del fatturato!

Inoltre questo “incidente” dovrebbe finalmente convincere la Giunta Regionale a rendere trasparenti i dati che vengono raccolti. Come ha ricordato nuovamente nei giorni scorsi il Presidente della Commissione d’inchiesta sull’emergenza Covid19, Gianni Girelli, i numeri dell’incidenza del virus, che devono essere elaborati e forniti dalla Regione, non sono accessibili. E questo è grave e disorientante!

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Domenica, 24 Gennaio 2021 15:18

Archivio Badoni recuperato dall`edificio neogotico

in Cultura

I Musei Civici di Lecco ( SiMUL ) stanno ultimando l'allestimento della " Sezione Separata d'Archivio " nella ex palazzina Maternità del Politecnico che comprende numerosi Fondi tra cui " Sottoprefettura " " Famiglia Badoni" e soprattutto "Archivio Tecnico Badoni " costituito da centinaia di migliaia di disegni industriali, progetti , documenti , lastre fotografiche che vanno dalla fine Settecento agli anni ottanta del Novecento , quindi uno dei più importanti Archivi d'Impresa italiani .

L' importante Archivio e il Capannone Industriale Neogotico di corso Matteotti sono stati salvati all'ultimo momento dalla completa distruzione circa 35 anni proprio dai Musei Civici che hanno conservato i fondi fino ad ora in collocazioni provvisorie outsurcing. Un lungo impegno che raggiunge finalmente il suo risultato .

E un grazie all' Assessorato comunale alla Cultura e ai Musei di Lecco che stanno attuando e dirigendo tutta l'operazione con soldi propri e che hanno per 30 anni conservato questo grande Patrimonio , sempre con fatica e scarsissime risorse

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Domenica, 24 Gennaio 2021 07:46

VALANGA DI NEVE SABATO POMERIGGIO AL COMOLLI

Una valanga con un fronte molto esteso, di circa 500 metri di larghezza, ha interessato sabato 23 gennaio di pomeriggio la zona di Comolli, a 1850 metri di quota, nel comune di Pasturo, sulla Grigna Settentrionale (Grignone).

Il distacco è stato determinato dalle nevicate abbondanti e dai forti accumuli da vento dei giorni scorsi, fortunatamente non ha travolto persone. Ad avvisare i soccorsi è stato il gestore del rifugio “Antonietta al Pialeral”.

Sul posto per un sopralluogo si sono portate le squadre della Stazione di Valsassina Valvarrone della XIX Delegazione Lariana del Cnsas. La valanga ha lambito la traccia della salita invernale al Grignone.

Il Soccorso Alpino chiede agli escursionisti di prestare la massima attenzione al bollettino nivometeorologico di Arpa Lombardia, che oggi indica il grado di pericolo di valanghe forte (4) su Orobie, Retiche e Adamello, marcato (3) sulle Prealpi.

Considerato l’alto rischio di valanghe,  il sindaco di Pasturo, Pierluigi Artana, ha firmato un’ordinanza vietando le escursioni sopra quota 1200 metri in tutto il territorio comunale fino al ripristino delle normali condizioni di transitabilità. Il divieto sarà in vigore da domenica 24 gennaio.

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