VALBIANDINO.NET

Valbiandino.net : notizie dalla Valsassina e non solo...

Domenica, 25 Aprile 2021 08:05

NUOVI CONCORSI PER LA POLIZIA

Hai mai sognato di lavorare come scienziato forense occupandoti di impronte digitali, dna, profili psicologici o di balistica e altro ancora? Allora questa è la tua occasione. La #PoliziadiStato cerca 64 #commissari tecnici con diversi profili professionali: ingegneri, fisici, biologi, psicologi e chimici. Scoprite i dettagli dei 5 bandi e in bocca al lupo a tutti i concorrenti.

Sulla gazzetta ufficiale - concorsi ed esami - di oggi 23.04.2021 sono pubblicati i seguenti cinque concorsi per commissari tecnici della Polizia di Stato per i quali sono state create le relative pagine nei concorsi in atto:

- n. 24 posti di commissario tecnico fisico della Polizia di Stato;

- n. 13 posti di commissario tecnico ingegnere della Polizia di Stato;

- n. 12 posti di commissario tecnico biologo della Polizia di Stato;

- n. 9 posti di commissario tecnico psicologo della Polizia di Stato;

- n. 6 posti di commissario tecnico chimico della Polizia di Stato.

Le domande di partecipazione potranno essere presentate dalle ore 00.00 del 24 aprile 2021 alle ore 23.59 del 24 maggio 2021.

Il candidato dovrà inoltre essere in possesso di un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) a lui personalmente intestata, ovvero di posta elettronica istituzionale (corporate) per i candidati appartenenti alla Polizia di Stato, dove riceverà le comunicazioni relative al concorso.

Giovedì, 15 Aprile 2021 13:30

LA GIUSTIZIA E I GIOVANI DI INTROBIO

“Presi gli imbrattatori di Introbio: denunciati due minorenni residenti in comune”. Bene. Giustizia è fatta. Ma è proprio questo il problema. Perché quando la giustizia è all’opera, è troppo tardi, l’accaduto è già qui. Così il sistema archetipico reato - punizione è già entrato in funzione ed ha ottenuto il risultato previsto: il delitto non ha pagato. Ma la giustizia interviene, inevitabilmente, a cose fatte, quando l’”atto” si è già cristallizzato in “fatto” irrevocabile e, spesso, irrimediabile. La scienza giurisprudenziale distingue correttamente la pena dal reato, ma non ha nulla da dire a proposito della “colpa”, elemento tipicamente umano, quindi morale, che in altri contesti viene categorizzato come “peccato”. Il quale può estinguersi in presenza di adeguata manifestazione di pentimento.

In termini umani, dunque sociali e psicologici, le cose stanno diversamente e riguardano la tendenza all’oggettività sospinta senza sosta dalla “modernità” equalizzante e livellatrice applicata grazie ad una sorta di algoritmo costruito sul principio “chi rompe paga e i cocci sono suoi”. Senza distinzione. A distinguere, se è il caso, ci penserà il giudice. I cocci, nel nostro caso, riguardano due imbrattamuri minorenni in cerca di identità; condizione estensibile a molti altri giovanissimi, come mostrano ogni giorno le cronache. Quell’identità che forse nessuno è stato ancora in grado di proporre loro con qualche esempio o stimolo o semplice indicazione di comportamento.

Non la famiglia, stretta certamente fra le necessità impellenti di una quotidianità che non lascia spazio al dialogo e all’osservazione. Non il gruppo sociale di riferimento di ciascun giovane, (totalmente autoreferenziale come tutte le “curve sud”) opaco verso un mondo la cui rappresentazione è sempre più indiretta e mediata da modelli pensati da adulti, a loro volta incapaci di progetti umanamente e socialmente significativi, immobilizzati davanti schermi ad altissima definizione ma privi in tutti i sensi di spessore. Non la sempre invocata “società” ormai disadorna della capacità di pensarsi come organismo ma solo come insieme eterogeneo di individui ossimoricamente privi di soggettività, dunque di un “senso”.

Così fin da bambini, spiegava già 40 anni fa Günther Anders, invece di essere “organici al mondo” entriamo in “collisione col mondo”. Un mondo non più in grado di produrre senso, sempre più attivo nel generare rumore, sempre più efficace ed efficiente nella creazione di oggetti, sempre meno capace di progettare e costruire soggetti, dunque significati. Anche per questo non riusciamo più ad “agire” nel mondo, ma soltanto a “fare”. Un fare che ci allontana sempre più da ogni sensatezza. Proprio come nel caso dei due minorenni introbiesi e di molti altri come loro.

Per tutto questo, ma non solo, dico che ha ragione il Sindaco Adriano quando sostiene che "Di positivo in questa vicenda posso pensare al fatto che averli identificati potrebbe far capire ai loro possibili emulatori e amici quali sono le conseguenze: e cioè che prima o poi la verità viene a galla e bisogna fare i conti con la giustizia". Giustissimo. L’emulazione, il “processo mimetico”, costituisce un elemento fondamentale nello sviluppo della personalità. Ma ormai i modelli parentali hanno perso da tempo valore e sostanza in favore di riferimenti estranei al gruppo famigliare.

Per questo sostenere la necessità di puntare il dito “sulle responsabilità di famiglie che non si preoccupano se i loro figli minorenni stanno in giro tutta la notte” appare eccessivamente sbrigativo. Anche se capisco la necessità della sintesi. Solo una parte del problema giovani nasce fra le mura domestiche. Altre rutilanti e multimediali sirene cantano e incantano i nostri giovanissimi immersi in un sistema neurale iperconnesso che ci sta, letteralmente, irretendo e nel quale stiamo affondando inconsapevoli. Dobbiamo spingerci più in là, molto più in là, anche se a voler andare oltre “ci inoltreremmo in un sentiero molto insidioso”.

Per la ‘Giornata regionale degli Alpini’ la Giunta regionale ha approvato, su proposta del presidente Attilio Fontana, uno stanziamento di 200.000 euro (100.000 nel 2021 e 100.000 nel 2022) per realizzare un programma di iniziative civili, sociali e ambientali insieme alle sezioni dell’Ana (Associazione Nazionale Alpini) Lombardia. Tutto ciò  in attuazione di una legge, la 19/2020, per la Giornata della ‘Riconoscenza per la solidarietà e il sacrificio degli Alpini’.

Giornata regionale Alpini, i settori regionali coinvolti

La delibera approva il programma delle azioni previste dalla legge (campi scuola, volontariato, azioni di valorizzazione della montagna), in collaborazione con le Direzioni Generali competenti. Tra queste: Sviluppo città metropolitana, Giovani e Comunicazione;  Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità. Inoltre collaborano le Direzioni Generale Territorio e Protezione Civile;  Enti locali, Montagna e Piccoli comuni. Il provvedimento assegna risorse per 200.000 euro totali nel biennio 2021-2022.

Le iniziative in programma

Celebrazione della ‘Giornata regionale della riconoscenza per la solidarietà e il sacrificio degli Alpini’. Iniziative di informazione e di sensibilizzazione sui temi oggetto della presente legge. Interessata, oltre alla Presidenza, la Direzione generale Sviluppo città metropolitana, Giovani e Comunicazione.

Volontariato e contrasto al bullismo nelle scuole

Promozione della attività di volontariato nelle scuole delle sezioni territoriali dell’Ana per il sostegno fragilità e inoltre al contrasto al bullismo. Promozione anche della partecipazione delle sezioni territoriali Ana alle iniziative della Legge regionale 1/2017 (lotta a bullismo e cyberbullismo). Direzione generale Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità.

Campi scuola, protezione civile e soccorso alpino

Sostegno alle attività legate ai campi scuola, alla protezione civile e al soccorso alpino organizzati dalle sezioni territoriali dell’Ana Lombardia. Previsti inoltre corsi di formazione e di addestramento, acquisizione della dotazione strumentale. Direzione generale Territorio e Protezione Civile.

Esperienze formative in Ana

Promozione di esperienze formative e di volontariato nelle sezioni e i gruppi territoriali dell’Ana della Lombardia. È possibile  presentare inoltre progetti di leva civica ai sensi della legge regionale 16 del 22 ottobre 2019. Direzione generale Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità.

Conservazione e valorizzazione rifugi e montagna

Riconoscimento del ruolo dell’Ana in particolare sul tema di conservazione e valorizzazione del territorio montano. Interventi di recupero o miglioramento dei rifugi e bivacchi, percorsi della rete escursionistica lombarda e sentieri. Direzione generale Enti locali, Montagna e Piccoli Comuni.

Il programma sarà quindi sottoposto per un parere alle associazioni alpine.  Successivamente sarà inviato al Consiglio regionale per la richiesta di parere alla Commissione consiliare.

Giornata regionale Alpini, Fontana a Bergamo

Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, in particolare,  parteciperà a Bergamo, alle celebrazioni della ‘Giornata regionale della riconoscenza per la solidarietà e il sacrificio degli Alpini’.

In particolare, interverrà all’alzabandiera e alla deposizione della corona di Regione Lombardia al monumento dell’Alpino di
Bergamo. Successivamente il governatore visiterà, sempre a Bergamo, il centro vaccinale dell’ospedale degli Alpini in Fiera. Infine, nella sala convegni della Fiera parteciperà alla cerimonia in ricordo della Giornata della riconoscenza agli Alpini.

Presenti, tra gli altri, oltre al presidente Attilio Fontana, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e  il presidente del Consiglio regionale lombardo Alessandro Fermi. Interverranno, inoltre, il comandante delle truppe Alpine Generale di Corpo d’Armata Claudio Berto e il presidente dell’Ana, l’Associazione nazionale Alpini, Sebastiano Favero.

Giovedì, 01 Aprile 2021 07:26

LA CGIL A LECCO COMPIE 120 ANNI

in Cultura

Nella giornata di mercoledi 31 marzo, la Camera del Lavoro di Lecco ha compiuto 120 anni. Proprio il 31 marzo 1901, infatti, le madri e i padri fondatori si riunirono per la prima volta nel cortile della scuola Tommaso Grossi, per dare vita a questa realtà che ha superato epoche buie, come due guerre e la dittatura fascista, e oggi è profondamente radicata nel territorio.
Non possiamo organizzare immediatamente un evento in presenza per festeggiare questa importante ricorrenza, ma non vogliamo assolutamente dimenticarla. Per questo abbiamo preparato alcune iniziative e stiamo lavorando per organizzare eventi in futuro, a cui sarete prontamente invitati.

Per prima cosa vi inviamo il trailer (https://www.youtube.com/watch?v=vhcwFVzjJTY) di un documentario inedito che abbiamo prodotto per raccontare la storia della nostra Camera del Lavoro, con testimonianze, immagini d’epoca e filmati degli ultimi decenni, che mostrano tutto ciò che è stato realizzato da chi ci ha preceduto, con i punti salienti di questi 120 anni. Il documentario vero e proprio sarà presentato durante un evento che fisseremo quando la situazione emergenziale migliorerà.
È per noi motivo di orgoglio festeggiare questa ricorrenza. Allo stesso tempo ci sentiamo responsabilizzati, perché capiamo l’importanza della nostra organizzazione, punto fermo per la società, soprattutto in un periodo difficile e complesso come questo, grazie al lavoro quotidiano di delegate e delegati, volontari delle leghe dei pensionati, iscritti e militanti.
Un grazie sentito va a tutti voi della stampa, che ci seguite e ci date costantemente voce.

Il Segretario Generale della Cgil Lecco
Diego Riva

 

A Como e Lecco arrivano i pacchi-cibo di Coldiretti

Toccherà anche il territorio lariano la nuova iniziativa di solidarietà promossa a livello nazionale da Coldiretti a sostegno delle famiglie povere piegate dall’emergenza Covid, che nelle prossime settimane mettere in tavola i migliori prodotti agroalimentari Made in Italy e passare delle feste più serene grazie all’importante operazione di solidarietà del sistema agroalimentare italiano presentata al premier Mario Draghi dal Presidente nazionale della Coldiretti, Ettore Prandini e dal Segretario Generale della Coldiretti Vincenzo Gesmundo.

L’iniziativa promossa da Coldiretti, Filiera Italia e Campagna Amica in occasione della Pasqua, conta sulla partecipazione delle più rilevanti realtà economiche e sociali del Paese e ha visto la spedizione del primo carico di aiuti alimentari dal cortile di Palazzo Chigi “A sostegno di chi ha più bisogno”.

Decine di mezzi sono stati organizzati per le consegne lungo tutta la Penisola per procedere poi alla distribuzione a nuclei familiari in stato di bisogno individuati da Coldiretti/Campagna Amica insieme ai servizi sociali dei comuni e alle parrocchie: nelle province di Como e Lecco, l’arrivo dei pacchi è annunciato per i prossimi giorni. Ogni famiglia è destinataria di un pacco di oltre 50 chili con prodotti 100% Made in Italy come – spiega Coldiretti – pasta e riso, Parmigiano Reggiano e Grana Padano, biscotti, sughi, salsa di pomodoro, tonno sott’olio, dolci e colombe pasquali, stinchi, cotechini e prosciutti, carne, latte, panna da cucina, zucchero, olio extra vergine di oliva, legumi e formaggi fra caciotte e pecorino.

“Un’operazione con cui – afferma il presidente di Coldiretti Como Lecco   – vogliamo dare un ulteriore segnale di speranza per il Paese e per tutti coloro che in questi mesi hanno pagato più di altri le conseguenze economiche e sociali dell’emergenza Covid. Ma anche evidenziare le grandi eccellenze del Paese che hanno contribuito a fare grande il Made in Italy in Italia e all’estero e rappresentano un risorsa determinante da cui ripartire. Un sistema dove lavorano oltre tre milioni gli italiani che – precisa la Coldiretti – continuano a operare nella filiera alimentare, dalle campagne alle industrie fino ai trasporti, ai negozi e ai supermercati, per garantire continuità alle forniture di cibo e bevande alla popolazione. Non dimentichiamo che l’approvvigionamento alimentare è assicurato in Italia grazie al lavoro di 740mila aziende agricole e stalle, 70mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione con 230mila punti vendita tra negozi, supermercati, discount e mercati contadini di Campagna Amica che non hanno mai dimenticato la solidarietà. Importante è anche il contributo degli agricoltori lariani”.

Nel 2020 – continua la Coldiretti – sono stati oltre 5,5 milioni i chili di prodotti tipici Made in Italy, a chilometro zero e di altissima qualità, distribuiti dagli agricoltori di Campagna Amica per garantire un pasto di qualità ai più bisognosi. Un impegno reso possibile dalla partecipazione volontaria dei cittadini al programma della “Spesa sospesa” nei mercati di Campagna Amica e dal contributo determinante del management dei Consorzi Agrari D’Italia (Cai) e della Coldiretti che ha deciso di rinunciare a propri compensi straordinari. Non si tratta di un aiuto risolutivo ma è un segno per chi ha bisogno e una sollecitazione a tutti coloro che possono, perché facciano altrettanto.

“Abbiamo voluto dare un segno tangibile della solidarietà della filiera agroalimentare italiana verso le fasce più deboli della popolazione più colpite dalle difficoltà economiche”, conclude Trezzi nel sottolineare che “il nostro obiettivo è far sì che questa esperienza diventi un impegno strutturale che aggiunge valore etico alla spesa quotidiana degli italiani”.

L’iniziativa di Pasqua è stata resa possibile dalla partecipazione di: Conad, Bonifiche Ferraresi, Philip Morris, Eni, Snam, Intesa San Paolo, Generali, De Cecco, Cattolica Assicurazioni Grana Padano, Barilla, Enel, Confapi, Fondazione Tim, Inalca, De Rica, Pomì, Casillo Group, Mutti, Monte dei Paschi di Siena, Granarolo, Coprob, Virgilio, Parmigiano Reggiano, Casa Modena, Ismea, Fondazione Osservatorio Agromafie, Crea.

 

24 marzo 2021

San Romero d’America. Come memoria di questo fratello nella vita ho riletto questa mattina le parole che avevo scritto nel 1990 a San Salvador nel decimo anniversario del martirio di Romero. Ero presente con una delegazione italiana in una stagione ancora di forte violenza e repressione. Allego anche la foto che ho scattato del murale della tomba. Angelo

La memoria di Romero
Parlare con l’alfabeto dei sud

Sono le 18: tra un quarto d’ora saranno dieci anni che il vescovo Romero venne ucciso nella cappella dell’hospitalito della Divina Provvidenza.
Nella cattedrale di San Salvador, riaperta questa mattina (e che chiuderà in serata), hanno terminato di fare memoria di Romero i vescovi fratelli Lorscheider, Casaldaliga e il padre della teologia della liberazione Gutierrez.
Mi si avvicina un uomo adulto, dagli occhi lucidi e mi dice: chiudo questa giornata con l’immagine del tuo volto nella mia anima. E voglio che tu sappia e che lo dica all’estero che noi non siamo contro i nord americani, li sentiamo fratelli; solo non vogliamo più la guerra, ma vivere seminando il grano e facendo crescere i nostri figli.

Mi pare la comunicazione/ simbolo di un popolo che questa mattina è sceso, più di settemila persone, sfidando lo stato d’assedio, sulle strade, per testimoniare la risurrezione di Romero nella lotta per la vita.
Dell’altro popolo a cui non è stato permesso di entrare nella capitale perché chiusa in una morsa per scoraggiare i germi di risurrezione. Il popolo delle comunità marginali, delle ”repoblaciones" del territorio di Chalatenango o di Morazan, che sta traducendo a voce alta e con determinazione il discorso della liberta, dei nuovi modelli di organizzazione, di economia, della politica.
Degli studenti universitari; dei sindacalisti che hanno ancora negli occhi le stragi dei propri compagni; degli operai che in uno sciopero della fame hanno occupato la chiesa del Rosario; dei preti e catechisti dei quartieri poveri che devono fuggire da un luogo all’altro perché braccati  dall’esercito; dei gesuiti della Uca che trovavano nelle parole di Sobrino il senso della morte dei propri compagni massacrati qualche mese fa.

Ho incontrato questo popolo assieme ad altri venti compagni della delegazione italiana giunta in Salvador per il decimo anniversario del martirio di Romero.
Dieci giorni di lavoro nelle pieghe di questo Paese straordinario per la capacità di resistere, di organizzarsi, di rilanciare il futuro.
In un momento in cui tutti stanno celebrando il funerale della "rivoluzione", pensando che le centinaia di migliaia di morti del centro america equivalgono a una buona quotazione nelle banche internazionali, questo popolo ha ancora il dono di farci scoprire il Vangelo della libertà, costringendoci ad uscire dalle nostre ambiguità.
Oggi la lettura del peccato strutturale è decisamente profetica, cioè ha un nome e cognome: l’aiuto economico multinazionale che si converte in armi, in uomini addestrati alla violenza e alla tortura; l’aiuto dell’Italia, il secondo Paese al mondo per rapporti solidali con il Salvador, che diventa momento di sopraffazione dei diritti, cito il caso clamoroso della Cogefar nei cui cantieri fino a qualche settimana fa sono uccisi operai sindacalisti.

Oggi non schierarsi o semplicemente cercare una equidistanza dalle parti è mettersi dalla parte dei tutelati; è decretare la morte dei poveri; è decidere che questi possono entrare nel gioco del tiro al bersaglio, come i sei gesuiti e le due e le due donne alla UCA (addestravano i giovani a essere critici e alla rivolta, dicono gli accusatori/ esecutori), come i 75.000 uomini e donne del popolo uccisi in questi anni (desideravano una patria condivisa e non usata solo da quattordici famiglie dell’oligarchia), come Romero, ucciso dieci anni fa, abbandonato dagli stessi fratelli d’altare, come dice Casaldaliga in San Romero d'America.
Come il peccato del mondo aveva ucciso il Figlio di Dio, così il peccato del mondo quotidianamente ha tolto e continua a togliere la vita ai figli poveri di Dio.
Annunciare il Vangelo in questa realtà è compromettersi per un mondo giusto e in pace.

Ho pensato di Romero che è stato il santo che in questi tempi ha reso più evidente la vocazione dell’annuncio, di essere missionari (quindi ha reso evidente e comprensibile il carisma clarettiano).
Il Salvador, con il Centro America, è nel crocevia della vita (il costo della vita sale sempre più, e il valore della vita continua a scendere).
È’ tempo di ricominciare, di immaginare processi mondiali, di sperimentarli nei dialoghi di solidarietà.
Tutte le persone e i gruppi incontrati, prima dell’aiuto economico, hanno chiesto una solidarietà politica, un rompere il muro di silenzio e di indifferenza, di intervenire presso le realtà di chiesa, di stato e di società dei nostri paesi.
La vocazione alla giustizia ed alla pace ci viene rivelata e chiesta da questi paesi, i piccoli del mondo, i sud della terra.
Comprenderemo i fenomeni dell’est e dell’ovest se parleremo con l’alfabeto del sud.

San Salvador 24 marzo 1990

Lunedì, 22 Marzo 2021 07:34

C'E' BISOGNO DI UN DON CHISCIOTTE

Il prof. Mondoni ha completamente, assolutamente, umanamente ragionevolmente ragione (LA FINE DELL'ATTIVITA' MOTORIA E SPORTIVA IN ITALIA (valbiandino.net). Tutte ma proprio tutte le misure da lui esposte ed invocate a proposito dell’inadeguatezza al movimento dei nostri ragazzi sono valide. E, anche, necessarie. Ma, temo, insufficienti.

Anche se in qualche utopico futuro venissero completamente realizzate. È verissimo: oggi molti genitori non invitano (non dico incitano) i figli all’attività sportiva o semplicemente motoria se non nutrono una sia pur flebile speranza di trasformarli in campioni (almeno nazionali) di qualche blasonato sport, di squadra o individuale non fa differenza. Ma in questo caso si trasformano spesso in tirannici commissari tecnici fustigatori e torturatori della prole, spinta scriteriatamente a primeggiare nel “gioco più bello del mondo” o in altre discipline. Con un occhio all’eventuale profitto monetario che ne potrebbe derivare in caso di successo. Insomma se mio figlio non ha speranze di diventare “scarpa d’oro” almeno una volta, allora è inutile spingerlo a sudare correndo dietro a una palla. Col rischio, oltretutto, che si faccia male. Un menisco rotto o, nel migliore dei casi, una caviglia dolorante, non si augura a nessuno.

Meglio, sic stantibus rebus, fingere di non vedere mentre, stravaccato sul divano, il rampollo si imbesuisce con gli occhi sbarrati davanti allo smartphone o al videogioco di turno in preda a un accesso acuto di videocatalessi.
Vede, prof. Mondoni, noi diversamente giovani (vecchi non si dice; sarebbe come dire cieco a un non vedente. Anche se cieco è. Sarebbe insopportabilmente e politicamente scorretto) ricordiamo con nostalgia le croste sulle ginocchia dovute a rovinose cadute durante una sessione di nascondino in cortile.

Corse sfrenate e gomiti spellati sono stati, nella nostra lontanissima gioventù, pane quotidiano dei nostri “giochi da cortile”. Per di più senza alcun premio in natura o in denaro in palio. Il fatto è, prof. che non ci sono più i cortili di una volta. Anzi non ci sono più i cortili. Neanche a pagarli. E nemmeno le strade.

Non riesco a immaginare, oggi, neppure in un paesino dell’alta valle, una partita di lippa in strada. Sarebbe un rischio mortale. E a scuola, in palestra, chi si arrischierebbe a far salire lungo una corda o una pertica adolescenti in vena di ginnici confronti con i colleghi per vedere chi riesce ad arrivare in cima e chi no? In caso di caduta e, nel migliore dei casi, di contusione ai glutei si scatenerebbe un inferno a base di genitori incazzati e insegnanti convocati dal preside se non dal giudice. In una visione ottimistica del problema volerebbero parole grosse.

La parola d’ordine è, oggi, niente rischi. Idem per l’attività motoria negli oratori. Anche in presenza di un apposito certificato di sana e robusta costituzione.
Per queste ad altre analoghe ragioni, prof. Mondoni, la invito a non abbandonare la sua sacrosanta battaglia. Abbiamo un disperato bisogno di Don Chisciotte, anche se non ci sono più mulini a vento ma solo smartphone con 5 fotocamere e un refresh rate di 120 Hz. Qualunque cosa voglia dire.

Elio Spada

“A distanza di un anno dall’inizio del primo lockdown, che ha stravolto i ritmi di vita delle famiglie e delle nostre comunità, a pagare il prezzo più alto da un punto di vista del lavoro sono state le donne. La caduta del tasso di occupazione, infatti, è stata quasi il doppio tra le donne rispetto agli uomini, -1,3 contro -0,7 punti percentuali”. Lo rende noto Alessandra Locatelli, assessore regionale alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità.

Per le donne la pandemia rappresenta un freno

“Complessivamente quasi un terzo delle donne ritiene che sulla strada della parità di genere la pandemia abbia rappresentato un freno e i numeri lo confermano. Anche in Lombardia – spiega Locatelli – si registra un peggioramento degli indicatori relativi al tasso di disoccupazione tra le donne. Ciò a indicare la difficoltà di ingresso e lo scoraggiamento tra la forza lavoro femminile”. “In un contesto di questo tipo – continua – i nostri sforzi devono quindi concentrarsi nell’evitare che le donne vengano penalizzate. Rafforzandone la figura anche con strategie di welfare aziendale mirate e garantendo pari opportunità di accesso ai percorsi di formazione, di occupazione e di carriera”. “È fondamentale – sottolinea l’assessore – continuare a sostenere tutti gli ambiti, a livello privato, associativo e istituzionale, che lavorano per incoraggiare le donne a raggiungere i risultati che desiderano”.

Riflessione sui carichi di lavoro familiari ed extrafmiliari

“Queste azioni – rimarca l’assessore – non possono prescindere dall’avvio di una seria riflessione sul tema della condivisione dei carichi di lavoro a livello familiare ed extra familiare. Proponendo quindi politiche efficaci affinché le donne non rischino di uscire dal mercato del lavoro. In un momento così difficile dal punto di vista della crisi sociale ed economica”.

Da Regione richiesta al Governo

“A tal proposito – conclude l’assessore Locatelli – Regione Lombardia ha già espresso al Governo la necessità di intervenire con urgenza con adeguati congedi parentali in relazione ad eventuali ulteriori misure di chiusura delle scuole e con il ripristino del bonus babysitter, ma è importante rivolgersi anche alle aziende attraverso adeguati incentivi”.

Nella Giornata internazionale dei diritti della Donna, il presidente della Regione LombardiaAttilio Fontana, e la parlamentare e atleta paralimpica Giusy Versace hanno presentato a Palazzo Lombardia l’installazione fotografica ‘I Muri del Silenzio’, ospitata anche a Palazzo Pirelli sino al 31 marzo.

Un progetto fotografico

Si tratta di un progetto fotografico a sostegno delle donne vittime di violenza ideato dalla fotografa Mjriam Bon e realizzato da Giusy Versace, come strumento di denuncia verso ogni forma di omertà uditiva e visiva, che costringe a tacere chi subisce violenza. Sono i muri di chi non vede o di chi fa finta di non vedere, i silenzi di chi non parla perché ha paura, perché si vergogna.

Una mostra e un libro

Il progetto è nato nel 2019 sotto forma di mostra fotografica allestita alla Camera dei Deputati a Roma. Lo scorso 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, è diventato un libro fotografico in edizione limitata, che ha avviato una raccolta fondi da destinare a donne che hanno subito violenza, per aiutarle a ricostruirsi una nuova vita. Quest’anno, in occasione della ‘Festa della Donna’, dà vita a un’installazione fotografica, non aperta al pubblico, che rimarrà allestita da oggi al 31 marzo, all’ingresso degli edifici N1, N2, N3, N4, NP di Palazzo Lombardia e al grattacielo Pirelli.

In esposizione 21 fotografie

Sono 21 le fotografie esposte, che ritraggono in primo piano alcuni dei 75 volti protagonisti del libro. Persone note e meno note del mondo dello spettacolo, della politica, donne vittime di violenza e persone comuni nel gesto di coprirsi gli occhi, le orecchie e la bocca a voler significare “non vedo, non sento e non parlo”. Un’espressione unanime e trasversale per dire: basta alla violenza, all’abuso e al silenzio.

Mantenere i riflettori accesi

L’iniziativa vuole dare, quindi, continuità a un progetto in costante evoluzione che cerca di mantenere i riflettori accesi su un problema sempre più attuale.

Fontana: violenza sulle donne un dramma sociale

“Sono orgoglioso – ha dichiarato il presidente Attilio Fontana – di aver prestato il mio volto e gli spazi di Palazzo Lombardia per questa installazione”. “Con ‘i Muri del Silenzio’ teniamo accesi i riflettori sul dramma sociale della violenza sulle donne acuito, senza dubbio, dalle misure restrittive ma ancora figlio, purtroppo, di un retaggio culturale che dobbiamo abbattere con tutte le nostre forze. Questa è la giornata e l’occasione giusta per farlo! Buon 8 marzo a tutte le Donne”.

Versace: auspico si possa aprire una mostra

“Questa installazione – ha raccontato Giusy Versace – è il prosieguo di un progetto che ho a cuore e che ho contribuito a far crescere. Devo ringraziare per questo anche Regione Lombardia, che già lo scorso novembre aveva accolto favorevolmente il progetto del libro, e che oggi ci accoglie in una giornata così significativa come l’8 marzo. Per via delle misure restrittive, non è stato possibile allestire una vera e propria mostra aperta al pubblico, ma auspico, e non escludo, che si possa organizzare nei prossimi mesi, appena si potrà. Penso sia un dovere di ognuna di noi aiutare le donne che hanno subito violenza e continuare a parlare di quanta strada ci sia ancora da fare per una piena inclusione”.

‘Wall of Dolls – il muro delle bambole’

“Nel mio piccolo, lo faccio da anni assieme all’amica Jo Squillo per il progetto ‘Wall of Dolls – il muro delle bambole”. Ovvero – ha ricordato Versace – un’installazione presente in 6 città italiane e che continua a crescere. Con lo scopo di sensibilizzare soprattutto le nuove generazioni al rispetto per la vita. Per se stessi e per gli altri”.

Pagina 6 di 7