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Pubblicato in Cultura

LA NUOVA CHIESA E I SUOI SIMBOLI

Martedì, 20 Settembre 2022 12:39 Scritto da  Angelo Rusconi
Guardando i funerali della regina Elisabetta II, molti avranno notato che nella Chiesa anglicana sopravvivono numerosi elementi che facevano parte della tradizione cattolica fino al diluvio liturgico (e non solo) postconciliare. Uno di questi è l'altare, che è rimasto rivolto "verso Dio", non "verso il popolo" come è stato fatto nelle nostre chiese, stravolgendo, quando non distruggendo, centinaia di migliaia di presbitèri, con un costo artistico, economico e, non ultimo, spirituale altissimo, incalcolabile.
Mentre a giro sempre più stretto trova spazio nelle cronache giornalistiche il degrado tragicomico della liturgia cattolica, fra messe sul materassino gonfiabile o con il prete vestito da ciclista (per restare alle ultime performance), il piccone iconoclasta non cessa di agire, mosso da molteplici fattori apparentemente contrastanti: demagogia ideologica e megalomania, con l'aggiunta di sprechi di denaro che destano scandalo nella gente.
Proprio in questi giorni è stato presentato il presbiterio della cattedrale di Vigevano, comprendente altare, trono vescovile e ambone: un'operazione costata un milione di euro graziosamente (vergognosamente) erogati dalla Fondazione Cariplo. Questo altare, dietro al quale , in posizione centrale ed eminente troneggia la sede del vescovo, sarà consacrato il prossimo novembre alla presenza del segretario di Stato vaticano, il braccio destro inviato dal papa della "Chiesa povera", umile e non clericalista.
Per farvi un'idea, nelle foto sottostanti potete vedere:
1) la navata e l'altar maggiore della cattedrale di Westminster: come potete notare, lo sguardo converge sull'altare e sulla grande croce che vi è appoggiata;
2e 3) i vari elementi del nuovo presbiterio di Vigevano; qui, dopo l'altare c'è ancora qualcosa: troneggia elevata e altissima la sedia vescovile, che diventa il vero punto focale su converge naturalmente lo sguardo durante la celebrazione. Così, non l'altare o il tabernacolo o la croce, ma il vescovo è il centro di tutto. Qualcuno dirà: oh bella, ma questa non è una manifestazione del clericalismo tanto biasimato dalla Chiesa postconciliare e dal papa facente funzione in particolare? Perché possiate darvi una risposta da soli, andiamo alla foto seguente.
4) Ecco come si presentava l'altare vigevanese prima delle riforme postconciliari. La cattedra del vescovo è sulla sinistra della foto; nulla si frappone fra i fedeli e l'altare, che resta il centro e il naturale focus dello sguardo; il clero sta modestamente di lato, non pone se stesso al centro; il punto focale è ben chiaro; quando il celebrante sale sull'altare, si rivolge al Signore alla testa dell'assemblea orante: non certo "dà le spalle alla gente", come la vulgata postconciliare ha falsamente rappresentato questo orientamento per legittimare le innovazioni che ci hanno fatto diventare l'unica religione nella quale, anziché pregare tutti rivolti a Dio o a un qualche punto simbolico, ci si chiude in un cerchio e si guarda in faccia il prete. Anziché sollevato verso l'alto, ora lo sguardo è orizzontale: ci poteva essere un segno più evidente dell'accantonamento della trascendenza e della sua sostituzione con un umanitarismo meramente terreno?
P.S. Per altare "rivolto a Dio" o "rivolto al popolo" si intende che consente la celebrazione "ad Deum" o "verso il popolo". Ma quest'ultimo concetto è un'invenzione moderna: mai si è celebrato verso il popolo, ma sempre rivolti al Signore; anche nelle antiche basiliche romane, che hanno l'altare al centro del presbiterio e la sedia vescovile dietro l'altare, ciò è dovuto al fatto che la porta è situata a est, per cui al momento della consacrazione tutti si rivolgevano verso il punto simbolico del Cristo vero sole, luce del mondo, "oriens ex alto".
 
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Ultima modifica il Martedì, 20 Settembre 2022 12:42
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