VALBIANDINO.NET

Valbiandino.net : notizie dalla Valsassina e non solo...

Pubblicato in Cultura

DON STEFANO COMMENTA IL VANGELO DELLA 3ª DOMENICA DOPO PENTECOSTE

Domenica, 29 Giugno 2025 09:09 Scritto da  Don Stefano Colombo

Giuseppe non aveva a che fare con qualcosa di semplice, un problema di ordinaria amministrazione. Maria gli aveva comunicato di essere gravida di un bimbo che non era il suo ma Figlio dell’Altissimo per opera dello Spirito Santo. Di fatto Maria, sua promessa sposa, era in cinta di un figlio non suo. Poteva credere senza esitazioni che si trattava di un miracolo che fosse in cinta senza aver conosciuto uomo?

Giuseppe si era trovato immerso in una situazione difficilissima…impossibile.

Il vangelo ci descrive in pochissime parole la sua reazione a questa incredibile e drammatica notizia e situazione: “Giuseppe, suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto”. È certo di una cosa: non avrebbe accusato pubblicamente Maria esponendola alla condanna a morte per adulterio. Il suo amore per lei era più forte del dolore che aveva nel cuore e della confusione che aveva nella mente. Non sapeva e non poteva condannarla. Era uomo giusto. Giusto della giustizia di Dio cioè della fedeltà alla sua misericordia. Aveva deciso di ripudiarla in segreto perché era un uomo giusto, un uomo che voleva dare vita e non morte. Come Dio giusto non perde mai la stima nei nostri confronti, così Giuseppe non aveva perso la sua stima nei confronti di Maria, anzi è conquistato da un senso di protezione nei suoi confronti, è sbilanciato nella scelta di darle in qualche modo fiducia. Quanta cattiveria verso Maria si sarebbe scatenata con una sua accusa di adulterio. Così ha scelto la non violenza e la discrezione, il “segreto”.

Già prima del sogno Giuseppe si era sbilanciato notevolmente verso un atto di fiducia nei confronti di Maria.

In questa sua scelta si innesta la forza del sogno-rivelazione che Giuseppe riceve in dono durante la notte.

Come se Dio dicesse a Giuseppe: “fai bene a fidarti di Maria, non temere di prenderla come tua sposa. È vero che il bimbo che porta nel grembo è generato per opera dello Spirito Santo, è figlio dell’Altissimo e sarai tu a dargli l’unico vero nome che merita: Gesù, Dio salva”. Dio non punisce, non condanna, Dio salva. Questa verità sarà nel nome che Giuseppe darà al bambino che Maria porta nel grembo. Ed è bellissimo che questo nome verrà donato da un uomo giusto che aveva già scelto di accogliere in se come riferimento unico e indispensabile per ogni scelta questa verità di Dio in quel nome custodita.

Potrebbe essere fruttuoso confrontare la fiducia di Giuseppe in Dio con la diffidenza di Adamo ed Eva nei confronti di Dio. Il serpente insinua nell’uomo un dubbio “È vero che Dio ha detto: “Non dovete mangiare di alcun albero del giardino”? e questo dubbio, di fatto, genera diffidenza nei confronti di Dio e poi di Adamo in Eva e di Eva in Adamo.

Inoltre, sempre in riferimento alla prima lettura, è bello vedere come Giuseppe “imita” il suo Dio nella scelta della misericordia che genera vita. Dio aveva detto: “Se mangerete… morirete”. Adamo ed Eva mangiano del frutto, ma non muoiono! “L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché fu la madre di tutti i viventi”. Addirittura una promessa di vita! Al peccato alla fine Dio risponde con una promessa di vita! Questa è la giustizia di Dio. Respirando questa giustizia di Dio, Giuseppe si fida e merita di dare il nome che “è al di sopra di ogni altro nome” a quel bimbo da cui si sentirà presto chiamare “papà”.

Letto 120 volte