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IL FIORELLINO DEGLI INCAS

Martedì, 28 Settembre 2021 08:31 Scritto da  Elio Spada

Questo bellissimo fiore e il relativo frutto, se così si può chiamarlo, vengono da molto lontano. Nel tempo e nello spazio. Addirittura dalle regioni andine, l’attuale Perù, da dove sono stati importati in Europa cinque secoli fa ad opera dei conquistadores spagnoli. Ai quali però interessava molto meno la patata che l’oro degli Incas, grandi produttori di patate.

Per questo sequestrarono Atahualpa, l’ultimo imperatore e ne chiesero il riscatto in oro ritenendo che gli indigeni nascondessero un gigantesco tesoro. Ovviamente la vicenda finì male per Atahualpa. Anche perché Francisco Pizzarro, il comandante dei conquistadores, dopo aver intascato enormi quantità d’oro e argento, venne meno alla parola data e mandò a morte Atahualpa. Gli invasori, agli inizi del ‘500, trovarono però anche un altro tesoro: le patate, appunto (allora sconosciute da noi) che gli Incas coltivavano nella zona del lago Titicaca a 3800 metri di altezza. E incominciarono a cibarsene importandone anche in Europa dove però la coltivazione della patata si diffuse soltanto nel diciottesimo secolo a causa anche di motivi religiosi. Si riteneva infatti che poiché nella Bibbia non vengono mai nominate, Dio non voleva che l’uomo utilizzasse le patate come cibo; questi tuberi furono persino associati alla magia nera e alla stregoneria.

Quello riprodotto nella foto, lo avrete già capito, è proprio il fiore della comunissima patata, orgoglio di molti orti nostrani e alimento diffusissimo sulle nostre tavole imbandite dove però è presente con frequenza quasi quotidiana soltanto da un secolo. È dotata, la patata, di notevole potere nutritivo. Durante le numerose carestie che hanno percorso l’intero continente negli ultimi tre secoli, ha costituito infatti uno dei principali alimenti, se non l’unico, per molte popolazioni soprattutto nord europeee.

La patata, inoltre, è un alimento ricco di carboidrati, vitamine e sali minerali; in particolare potassio, magnesio, selenio, zinco, ferro. Però fate attenzione. Quando sulla buccia compaiono aree verdi più o meno estese, la patata non deve essere consumata. Infatti la colorazione verde è sintomo della produzione di solanina, un alcaloide tossico che non viene degradato dalla cottura. Anche i germogli che spuntano dal tubero, se conservato troppo a lungo in condizioni non adeguate, presentano un’elevata tossicità.

Ultima modifica il Martedì, 28 Settembre 2021 08:34
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