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È BUONO, BELLO E FA BENE

Martedì, 17 Maggio 2022 06:41 Scritto da  Elio Spada

Quello ritratto nella foto, in primo piano, è un fiore dai molti nomi. C’è chi lo chiama Dente di leone, oppure Piscialetto (in francese “Pissenlit”), ma anche Stella gialla o Capo di frate. Questo florilegio onomastico fa capire che si tratta di un’essenza vegetale molto comune e distribuita sull’intero territorio nazionale. Infatti il Tarassaco (Taraxacum officinale) affolla in primavera i nostri prati e i bordi delle strade punteggiando il panorama di un bel giallo intenso.

Caratteristici sono i “soffioni” quelle delicate sfere grigio chiare semitrasparenti costituite dal residuo dei petali caduti al termine del ciclo vitale del fiore. I soffioni rappresentano il vettore di fecondazione anemofila dei semi che anche la più leggera brezza spinge dovunque spesso a grandi distanze contribuendo così alla diffusione. L’etimologia è incerta ma potrebbe essere di origine greca: “taraxis” (disordine o squilibrio) e “akas” (rimedio). Infatti il tarassaco in tutte le sue componenti, foglie e radici soprattutto, rappresenta un’erba medicamentosa usata da millenni nella medicina tradizionale e in erboristeria poichè contiene alcuni principi attivi come antiossidanti, fenoli, potassio, magnesio e altro ancora.

Il tarassaco, secondo alcune ricerche, è diuretico, dunque anti ipertensivo, favorisce la funzionalità biliare e l’eliminazione di elementi nocivi quali bilirubina e colesterolo e sembra sia in grado di purificare e disintossicare il fegato e di produrre effetti antiinfiammatori. Anche a tavola le foglie dentellate del Tarassaco, parente della cicoria, della quale condivide molte proprietà, trovano spesso posto come insalata amara. Anche le radici, dopo cottura, sono commestibili.

Ultima modifica il Martedì, 17 Maggio 2022 07:03
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