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SINTESI METEOROLOGICA

Transito di una fredda depressione proveniente da Nord. Dalle prime ore della notte di domani 06/04, vento in rinforzo fino a forte da Nord su Alpi e settori occidentali, dalla tarda mattinata moderato da est sui settori centro-orientali della Pianura. Su Alpi e Prealpi occidentali, oltre i 500/800 metri di quota, possibili valori di vento medio orario sora i 40 km/h. Raffiche in generale possibili fino a 70 km/h sui settori occidentali, localmente anche fino a 90 km/h (in particolare su Valchiavenna, Prealpi occidentali (Lago Maggiore e Como) e parte più occidentale della pianura al confine con il Piemonte); raffiche fino a 50 km/h sui settori
centro-orientali. Generale e graduale attenuazione dalla sera.

Nel pomeriggio non sono esclusi isolati o al più sparsi rovesci tra Prealpi e Pianura. Drastico calo termico in poche ore (in quota fino a -10/-12 °C in 12 h, sulla Pianura fino -5/-8 °C in 24 h). Dalla mattina di mercoledì 07/04, nuove condizioni di vento freddo moderato da Nord con assenza di precipitazioni.
Il grado di pericolo è quindi in temporaneo aumento fino a valori di molto alto, in particolare sui settori occidentali, a partire dalla mattina di domani 06/04 e fino alla serata di mercoledì 07/04, in concomitanza con l’intensificazione della ventilazione. Per le zone alpine si fa riferimento alle aree di territorio non coperte da neve.

VALUTAZIONE EFFETTI AL SUOLO

In conseguenza:

• delle condizioni meteo-climatiche registrate nelle ultime settimane e previste per i prossimi giorni (assenza di precipitazioni significative, bassa umidità dell’aria su tutto il territorio regionale e intensificazione della ventilazione in particolare sui settori occidentali);
• dello stato secco del combustibile vegetale;
• degli incendi recenti registrati in particolare nella fascia alpina, prealpina e pedemontana.
Queste condizioni sono tali da generare possibili incendi con intensità del fuoco anche MOLTO ELEVATA e una possibile propagazione MOLTO VELOCE, in particolare nelle zone in allerta ROSSA, in concomitanza con l’intensificazione della ventilazione.
Si segnala che le raffiche di vento previste, con valori possibili fino a 90 km/h, potrebbero rendere difficoltose o localmente impossibili le operazioni di spegnimento con mezzi aerei.

Pertanto si chiede ai sistemi locali di protezione civile di mantenere/attivare una fase operativa minima di PREALLARME/ATTENZIONE, cioè di predisporre il sistema locale alla pronta attivazione di azioni di monitoraggio e contrasto, congruenti a quanto previsto nella pianificazione di emergenza comunale, perla salvaguardia della pubblica incolumità e la riduzione dei rischi.
I Presidi territoriali hanno sempre l’onere di valutare l’attivazione e/o il passaggio a fasi operative di livello superiore, in funzione di valutazioni locali sull’evoluzione degli effetti al suolo e della vulnerabilità del proprio territorio.
Si raccomanda inoltre di attivare o mantenere adeguate azioni di sorveglianza e pattugliamento su tutto il territorio e che dovranno riguardare prevalentemente i Comuni ricadenti nelle classi di rischio 3, 4 e 5 del Piano regionale delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi.

Si ricorda che dal 22/03 è stato APERTO il PERIODO ALTO RISCHIO INCENDI BOSCHIVI (nota protocollo Z1.2021.0009016 del 22 marzo 2021) con decorrenza immediata e sino a revoca. Si evidenzia che nel periodo di alto rischio incendi boschivi è fatto divieto assoluto, senza eccezione alcuna, su tutto il territorio regionale: di accensione di fuochi nei boschi o a distanza da questi inferiori a 100 metri; far brillare mine; usare apparecchi a fiamma o elettrici per tagliare metalli, motori, fornelli o inceneritori che producano braci o faville; gettare mozziconi accesi al suolo; compiere ogni operazione che possa creare pericolo di incendio,
nonché la combustione, nel luogo di produzione, di piccole quantità di materiali vegetali derivanti da attività agricole e forestali.

Per i trasgressori scattano pertanto le sanzioni previste dalla legge e applicate sul territorio regionale in esecuzione del decreto dirigenziale n. 17520 del 2 dicembre 2019, pubblicato sul BURL n. 49, Serie Ordinaria, del 6 dicembre 2019.
Per scongiurare il pericolo di innesco e propagazione degli incendi boschivi, si invita la popolazione ad adottare comportamenti corretti, informarsi costantemente sulle previsioni di rischio Incendi Boschivi utilizzando l’app AllertaLOM e avvisare le Autorità competenti in caso di necessità e/o avvistamento di incendi boschivi.

Segnalare con tempestività ogni principio di incendio, telefonando ai numeri di emergenza:
• Centro Operativo Regionale Antincendio Boschivo (COR AIB): 035.611009;
• Sala Operativa di Protezione Civile regionale: 800.061.160;
• Sale Operative Provinciali VVF: 115 o in alternativa il 112.
L’emissione di un nuovo documento di allerta per rischio Incendi Boschivi è prevista solo in caso di modifica dei codici colore.
Per l’aggiornamento sulla decorrenza temporale e validità dei codici colore di allerta fare riferimento all’app AllertaLOM e al sito:
www.allertalom.regione.lombardia.it.

La Regione Lombardia, nell’ambito del Programma di sviluppo rurale, aprirà il 9 aprile un bando da 14 milioni di euro per le imprese agricole biologiche. Rivolto a imprenditori agricoli iscritti come produttori nell’elenco nazionale degli operatori biologici. È concesso un premio per ettaro di superficie come indennizzo, sulla base dei maggiori costi e dei minori ricavi connessi. Sono 1.180 le aziende che nel 2020 avevano in corso impegni sulla misura e che, pertanto, possono accedere ai benefici anche nel 2021.

Ettari biologico in crescita del 5%

“La Lombardia – ha dichiarato Fabio Rolfi, assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi – ha oltre 56.000 ettari coltivati a biologico, aumentati del 5% nell’ultimo anno. Prosegue la spinta verso un’agricoltura più sostenibile, sempre più attenta al basso impatto ambientale dei processi produttivi, al benessere animale e alla sicurezza alimentare”.

Tra le principali produzioni biologiche in Lombardia ci sono i cereali (25.077 ettari), le colture foraggere (12.623 ettari) e la vite (4.055 ettari), mentre sono oltre 3.000 gli operatori tra produttori e preparatori.

Obiettivo della misura

“Con questa misura per le imprese agricole biologiche – ha aggiunto l’assessore Rolfi – intendiamo promuovere lo sviluppo di pratiche agricole che prevedono un impiego ridotto di sostanze per migliorare la qualità dei suoli e delle acque superficiali. Favorendo la diversificazione colturale, la biodiversità e la qualità dei prodotti agricoli”.

Il bando

Il bando regola la presentazione delle domande per le aziende agricole che hanno impegni pluriennali che devono essere confermati annualmente. Anche i beneficiari che avrebbero terminato gli impegni il 31/12/2020 possono presentare domanda di conferma per l’anno 2021, se decidono di aderire alla possibilità di proroga di un anno degli impegni. Le domande dovranno essere presentate entro il 17 maggio 2021.

I numeri degli operatori

Di seguito il numero degli operatori del settore biologico in Lombardia suddiviso per provincia.

  • Bergamo 262
  • Brescia 569
  • Como 87
  • Cremona 155
  • Lecco 68
  • Lodi 64
  • Mantova 330
  • Milano 502
  • Monza e Brianza 80
  • Pavia 697
  • Sondrio 104
  • Varese 87
  • Sede legale fuori regione 133
  • Totale 3.138

Il lungo periodo di siccita` di queste ultime settimane ( a parte la pioggerellina di sabato scorso) ha avuto una ripercussione sulla qualita` dell`aria che la societa` Accuweather monitora quotidianamente per tutto il mondo.

Il sito analizza il livello di particolato fine, cioe` l'insieme di particelle inquinanti inalabili di diametro inferiore a 2,5 micrometri che possono entrare nei polmoni e nel flusso sanguigno, determinando gravi problemi di salute. Gli effetti più gravi sono sui polmoni e il cuore. L'esposizione può determinare tosse o difficoltà respiratorie, un aggravamento dell'asma e lo sviluppo di malattie respiratorie croniche.

A Milano, ad esempio, altissimo il livello di particolati inquinanti rilevati negli ultimi giorni (sopra i 100 AQI, Indice Qualita` Aria) con effetti malsani su soggetti deboli e bambini.
"Gli individui sani possono avere difficoltà respiratorie e irritazione alla gola dopo esposizione prolungata. Limita le attività all'aperto. " consiglia il sito. Cosi` e` previsto per tuttta la soleggiata settimana.

Meno grave la situazione a Lecco, dove l`indice rimane stabile intorno ai 52 AQI , anche qui per tutta la settimana.

Variabile invece la situazione a Introbio Valsassina: La qualita` dell`aria oggi sara` sui 30 AQI (livello discreto), ma e` previsto un peggioramento durante la settimana che puo` salire a 65 AQI (mercoledi) e 68 AQI (giovedi).

Alcuni Comuni, tra cui Lecco, hanno installato delle centraline per monitorare la qualita` dell`aria, sarebbe una buona idea installarle anche in qualche Comune della Valsassina.

In Valsassina, e il fenomeno e` visibile soprattutto d`inverno, quando una nube provocata dal riscaldamento e scarichi inquinanti rimane ferma in fondovalle, le montagne fanno purtoppo da barriera al diradarsi delle sostanze inquinanti, mentre piu` in alta montagna la qualita` dell`aria e` senz`altro migliore.

Posto che l`idea di costituire nuovi parchi ambientalistici non puo` che essere sempre apprezzata, purche` sia effettivamente ben organizzata con competenze e proposte concrete, la rievocazione della vicenda del Progetto PLIS del 2013 effettuata da Giampiero Goggi, riguardo un eventuale Parco comunale a Biandino, non corrisponde al vero secondo il ViceSindaco di Introbio, Fabio Brini, che anche all`epoca era viceSindaco, come oggi, nella amministrazione comunale di Fernando Rupani.

"L`Amministrazione dell`epoca - dice Brini - all`opposto di quanto sostiene Goggi, era assolutamente contraria alla costruzione di una centrale idroelettrica a Biandino, che avrebbe sottratto acqua al di sotto dell`ultimo ponte proveniendo da Introbio, dove c`e` una magnifica cascata, e a discendere a tutti i pozzi sottostanti."

"Proprio per questo siamo stati noi, nella fattispecie il sottoscritto e il consigliere Riccardo Aquistapace, a recarci a Bergamo, presso l`Avvocato Brambilla, per sostenere un ricorso contro il progetto della centrale presentato da una Societa` lussemburghese. Il ricorso e` stato ricevuto positivamente dal Tribunale delle Acque, che proprio in virtu` di questo ha bloccato il progetto della centrale prevista all`ingresso della Val Biandino, che avrebbe avuto un impatto ambientalistico sicuramente molto negativo".

Detto questo anche il progetto del PLIS, secondo l`amministrazione comunale dell`epoca, era un po` confuso e carente.
"Premesso che Biandino e` una "zona rossa di livello 4" dove non si puo` costruire assolutamente nulla, rimanevano delle perplessita` anche perche` all`epoca era ancora forte il contenzioso (ancora oggi sostanzialmente non risolto) sul passaggio e sulla strada carreggiabile, di proprieta` della signora Bregaglio (per quanto riguarda il sedimen, cioe` la parte sopra)  e in piu` numerosi vincoli ambientalistici che rendono difficile qualsiasi operazione".

Ci si potra` ragionare in un prossimo futuro - conclude Brini - ma per adesso la prospettiva non e` ancora molto realistica".

Sabato, 27 Marzo 2021 15:27

STANOTTE SCATTA L'ORA LEGALE

Stanotte alle 2 (ma non dovete restare alzati per forza, potete anche farlo prima di andare a dormire) le lancette di tutti gli orologi dovranno essere spostate in avanti di un'ora. Premesso che computer, telefoni e tutte le altre diavolerie connesse lo faranno per conto loro, vediamo qualche dato sull'ora legale.

Terna, primario distributore di energia elettrica sul territorio nazionale (guardate i cartelli sui tralicci in valle), afferma che dal 2004 al 2020 sono stati risparmiati oltre 1,7 miliardi di euro per via di 400 milioni di kWh consumati in meno.

In pratica, il consumo medio annuo di elettricità di circa 15o mila famiglie.

«Per effetto dello spostamento delle lancette degli orologi un’ora in avanti - spiega la società - nei prossimi sette mesi in Italia avremo impatti positivi per il sistema energetico dal punto di vista elettrico, ambientale ed economico"

Non solo: l'ora legale ha determinato minori emissioni di CO2 in atmosfera per 205mila tonnellate e a un risparmio economico pari a circa 66 milioni di euro.

Nel 2020 i risparmi sono stati inferiori per via dei vari lockdown; nel 2021 dovrebbe esserci un incremento dei consumi e, conseguentemente, dei risparmi.

Ma qual è il futuro dell'ora legale?

Nel 2018 il Parlamento Europeo ha approvato (con l’84% dei voti) una risoluzione che prevede l’abolizione dell’obbligo per i vari Paesi membri di passare da un’ora all’altra due volte all’anno, ma ha anche auspicato una decisione unitaria a livello europeo. Una specie di referendum online cui hanno aprtecipato circa 4 milioni e mezzo di cittadini ha indicato che l'85% dei "votanti" si è dichiarato sfavorevole.

La decisione definitiva oggi è ferma al Consiglio Europeo. L’Italia aveva confermato il cambio dell’ora, ma al pari degli altri 27 Stati membri potrà decidere di abolire per sempre l’ora legale o solare entro aprile di quest’anno. A novembre del 2019, il governo Conte bis ha scelto di mantenere il doppio orario. Altri Paesi, come la Francia invece, hanno scelto di passare a un unico orario (quello estivo) senza effettuare più cambi. Secondo alcuni dati, il cambio dell’ora non comporta grandissimi risparmi economici, ma impatta sulle abitudini delle persone.

«Dagli Anni 80 - si legge sul sito della Commissione Europea - l’Unione Europea ha progressivamente adottato norme in virtù delle quali tutti gli Stati membri si impegnavano a coordinare il cambio dell’ora, unificando i diversi regimi nazionali. Dal 1996 tutti gli europei spostano le lancette avanti di un’ora l’ultima domenica di marzo e indietro di un’ora l’ultima domenica di ottobre. Lo scopo delle norme dell’UEe non era quello di armonizzare le disposizioni sul cambio dell’ora nell’Unione ma di affrontare i problemi, soprattutto per i settori della logistica e dei trasporti, che nascono dalla mancanza di coordinamento nell’applicare le variazioni dell’ora nel corso dell’anno. Parallelamente alle disposizioni dell’Ue relative all’ora legale, gli Stati membri applicano tre diversi fusi orari. La scelta del fuso orario è di competenza nazionale».

Per inciso, i paesi più ostici nei confronti del cambio di orario sono quelli nordici, dove il giorno d'estate dura per loro già fin troppo. 

 

Sabato, 27 Marzo 2021 07:27

LA VALBIANDINO PARCO COMUNALE?

L'idea di trasformare il territorio della Val Biandino in un Parco non è affatto nuova.

Nel 2013 Alvaro Ferrari (già Presidente della Comunità Montana), Pierfranco Mastalli (già Presidente provinciale di Lega Ambiente) e il sottoscritto, dopo un apposito Convegno organizzato a Introbio, hanno inviato al Sindaco, una vasta documentazione a supporto del progetto di realizzare, più in grande, il Parco del Pizzo dei Tre Signori.

In sostanza si trattava di costruire un PLIS (Parco Locale di Interesse Sovracomunale) che, come tale, non pregiudicava le consuete attività antropiche come la pesca, la caccia e il governo dei boschi.

La documentazione prodotta dettagliava gli aspetti naturalistici, la cartografia coi confini, i condizionamenti urbanistici, la valorizzazione del caricamento delle mandrie bovine e caprine, con la conseguente produzione di formaggi di qualità.

I governanti di allora la boicottarono per la non banale ragione che questo progetto di Parco entrava in rotta di collisione con la realizzazione della centrale idroelettrica alla Bocca di Biandino, fortunatamente per la collettività poi bocciata dal Tribunale delle Acque.

Sono trascorsi da allora 8 anni e non ritengo, comunque, di rinunciare a questo progetto, semmai rimodulandolo come Parco di interesse cittadino, molto più “leggero” e fattibile senza particolari intralci politici.

Utilizzando in parte la documentazione che è già presente in Comune, è possibile stralciare i nuovi confini, rendere più efficace e sicura la sentieristica, realizzare un'adeguata cartellonistica a partire dalla Bocca.

Il costo complessivo, che è quantificabile e pianificabile in un paio di lotti, può essere reperito, in tutto o in gran parte, dai fondi che la Regione, la Comunità Montana e il BIM mettono tutti gli anni a disposizione per queste finalità.

In questo modo vengono valorizzati i siti minerari, le località di interesse naturalistico e le strutture che praticano l'ospitalità come i Rifugi.

I tempi sono ora maturi. E' solo una questione di volontà politica.

Giampiero Goggi

 

 ALLERTA di PROTEZIONE CIVILE n° 2021.31 del 21/03/2021 ore 12.53 Rischio INCENDI BOSCHIVI

ALLERTA ARANCIONE

SINTESI METEOROLOGICA

La regione continua ad essere interessata da intense correnti dai quadranti settentrionali che mantengono condizioni di vento moderato o forte su zone alpine e prealpine e possibili eventi di foehn in estensione sino alle pianure settentrionali. Precipitazioni assenti salvo episodi di debole nevischio su Alpi confinali.

Dal pomeriggio di oggi, domenica 21/03 e per l’intera giornata di domani, lunedì 22/03, sui rilievi settentrionali la ventilazione rimarrà moderata o forte, con raffiche comprese tra 40 e 90 km/h e medie orarie fino a 35 – 40 km/h circa, con qualche attenuazione più evidente nel pomeriggio di domani 22/03 e possibili nuovi rinforzi in serata, in cui potrebbe essere coinvolta anche la pianura orientale.
Si evidenzia che in Valchiavenna, tra la serata odierna 21/03 e le prime ore di domani 22/03 possibile locale e temporanea ulteriore intensificazione della ventilazione, con velocità del vento medio superiore anche a 40 km/h e raffiche in quota possibili superiori ai 100 km/h. Sui settori prealpini e pianura occidentale gli eventi saranno invece generalmente più irregolari e locali.Il grado di pericolo è quindi in graduale aumento sull’intero territorio regionale, in particolare per quanto riguarda la componente del combustibile fine: alto su pedemontana occidentale, Garda e Apennino pavese; da medio a localmente alto su Valchiavenna e fascia prealpina; basso o localmente medio sui restanti settori alpini.

VALUTAZIONE EFFETTI AL SUOLO

In conseguenza:
• della intensificazione della ventilazione prevista per il pomeriggio di oggi 21/03 e per la giornata di domani 22/03;
• dell’assenza di precipitazioni significative registrate nelle ultime settimane (ad esclusione di alcuni episodi di nevischio
registrati nei giorni scorsi, sparsi sui settori alpini e prealpini);
• delle condizioni meteo-climatiche previste (assenza di precipitazioni almeno per i prossimi giorni e bassa umidità
dell’aria su tutto il territorio regionale);
• dello stato secco del combustibile vegetale, in particolare per la componente fine/lettiera;
Queste condizioni sono tali da generare possibili incendi con intensità del fuoco ELEVATA e una propagazione VELOCE, in
particolare nelle zone in codice di allerta ARANCIONE. Si sottolinea inoltre che la possibilità di raffiche di vento in quota superiori ai 70 km/h ( e localmente oltre i 90 – 100 km/h) potrebbero determinare difficoltà o impossibilità di intervento dei mezzi aerei
di spegnimento.
Pertanto si chiede ai sistemi locali di protezione civile di mantenere/attivare una fase operativa minima di ATTENZIONE, cioè di predisporre il sistema locale alla pronta attivazione di azioni di monitoraggio e contrasto, congruenti a quanto previsto nella pianificazione di emergenza comunale, per la salvaguardia della pubblica incolumità e la riduzione dei rischi.
I Presidi territoriali hanno sempre l’onere di valutare l’attivazione e/o il passaggio a fasi operative di livello superiore, in funzione di valutazioni locali sull’evoluzione degli effetti al suolo e della vulnerabilità del proprio territorio.
Si raccomanda inoltre di attivare o mantenere adeguate azioni di sorveglianza e pattugliamento su tutto il territorio e che dovranno riguardare prevalentemente i Comuni ricadenti nelle classi di rischio 3, 4 e 5 del Piano regionale delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi e che dovranno intensificarsi in particolare nelle zone in codice
ARANCIONE.
Per scongiurare il pericolo di innesco e propagazione degli incendi boschivi, si invita la popolazione ad adottare comportamenti corretti, informarsi costantemente sulle previsioni di rischio Incendi Boschivi utilizzando l’app AllertaLOM e avvisare le Autorità competenti in caso di necessità e/o avvistamento di incendi boschivi.
Segnalare con tempestività ogni principio di incendio, telefonando ai numeri di emergenza:
• Centro Operativo Regionale Antincendio Boschivo (COR AIB): 035.611009;
• Sala Operativa di Protezione Civile regionale: 800.061.160;
• Sale Operative Provinciali VVF: 115 o in alternativa il 112.
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L’Assemblea intercomunale dei Soci di Silea, alla presenza di 67 Soci pari al 92,77% di capitale sociale, ha approvato a larghissima maggioranza l’atto di indirizzo al Consiglio di Amministrazione della Società proposto dal Comitato ristretto dei Sindaci in materia di affidamento della concessione di costruzione e gestione della rete di teleriscaldamento nei comuni di Valmadrera, Malgrate e Lecco.

L’atto ripercorre in una prima parte le diverse tappe dell’iter che ha portato l’Assemblea dei Soci di Silea a deliberare di procedere - in ottemperanza alle prescrizioni di Regione Lombardia nell’ottobre 2007 in occasione del rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per l’esercizio del termoutilizzatore - la realizzazione secondo le procedure di Finanza di Progetto di una rete di teleriscaldamento con sistemi alternativi di alimentazione della rete da attivarsi al più tardi, nell’ipotesi di una riconversione dell’impianto, alla data di scadenza dell’attuale AIA; e quindi a pubblicare nel marzo 2019 il bando per la procedura ristretta di partenariato pubblico privato, per cui ha presentato offerta solo Varese Risorse Spa.

Tale offerta è stata valutata positivamente dalla Commissione di Gara in data 22 settembre 2020 e successivamente, il 15 ottobre 2020, il RUP, Ing. Francesco Pezzagno ha presentato la proposta di aggiudicazione a favore di Varese Risorse SpA.

Dopo l’introduzione da parte del direttore di Silea Pietro Antonio D’Alema, che ha approfondito i diversi aspetti tecnici del progetto stesso, evidenziando come sia previsto dalla stessa procedura una fase di trattativa tra Silea e l’azienda promotrice, con l’obiettivo di migliorarne ulteriormente gli aspetti di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

È seguita quindi una articolata discussione che ha visto la partecipazione di numerosi rappresentati dei Comuni Soci. La votazione conclusiva è stata la seguente: favorevoli n. 45 Comuni per un totale di 74,88% del capitale sociale (80,72% dei presenti); astenuti n. 21 Comuni per un totale di 17,04% del capitale sociale (18,36% dei presenti); contrari n. 1 Comune (Santa Maria Hoè) per un totale di 0,85% del capitale sociale (0,92% dei presenti).

Un’acqua del rubinetto buona, sicura e di ottima qualità che ha origine alpina. È questa una delle tante evidenze emerse dallo screening isotopico condotto a partire dal 2017 dalle tredici società di Water Alliance, il più grande agglomerato di imprese idriche su scala nazionale, tra cui figura anche Lario Reti Holding, e dall’università La Sapienza di Roma.

La ricerca, grazie a metodi e tecniche all’avanguardia che hanno consentito di analizzare le molecole dell’acqua per risalire alla loro origine ed età, ha garantito una mappatura delle falde idriche della nostra regione.

“Gli ottimi risultati ci permettono di celebrare con orgoglio, ma anche con la consapevolezza del suo valore, la giornata mondiale dell’acqua che ricorre oggi, lunedì 22 marzo – interviene Vincenzo Lombardo,  Direttore Generale di Lario Reti Holding – Una giornata particolarmente significativa per i gestori del servizio idrico integrato lombardo, che si impegnano ogni giorno a fornire ai più di 8 milioni di cittadini lombardi un’acqua buona, sicura e controllata e che promuovono la tutela di una risorsa cruciale per il pianeta.”

Ed è proprio l’acqua lombarda il focus dello studio, basato su un’analisi chimico-fisica di 200 campioni d’acqua prelevati da pozzi sparsi per tutta la Lombardia, che ha confermato come l’acqua delle falde analizzate non solo è sicura ma è anche di qualità, perché proveniente dall’arco alpino e ricca dei minerali che raccoglie nel suo percorso nelle ghiaie e nelle rocce ed è sicura perché separata dalle acque superficiali che subiscono gli effetti dell’inquinamento derivante dall’azione antropica.  Inoltre, il percorso che compie dalla fonte alla destinazione è quasi secolare, dato che, sempre secondo la ricerca, la nostra acqua ha più di sessant’anni e deriva dagli scioglimenti dei ghiacciai e della neve dell’arco alpino.

Alla luce di questo studio è stato possibile definire una sorta di ‘’carta d’identità’’ dell’acqua lombarda che ne descrive provenienza, età e qualità:

  1. Le acque lombarde di falda sono omogenee per provenienza perché si tratta di acque disciolte dai ghiacciai o dalle nevi dell’arco alpino. Dunque, questa acqua non ha alcuna “parentela” con l’acqua delle piogge locali e quella dei corsi d’acqua superficiali
  2. La stragrande maggioranza delle risorse idriche sotterranee deriva da aree alpine o perlomeno da fascia pedemontana/prealpina.
  3. Quest’acqua non solo è protetta ma conserva nel tempo le sue caratteristiche e i minerali che la compongono. La separazione delle acque superficiali da quelle più profonde nelle falde e gli strati sovrapposti di terreno impermeabile ne garantiscono la protezione dagli agenti inquinanti durante tutto il suo percorso.
  4. Tutte le acque analizzate hanno un’età per lo più maggiore di 50-60 anni

La ‘’carta d’identità’’ dell’acqua lombarda conferma quindi la salubrità e la qualità dell’acqua che beviamo ogni giorno. L’impegno di Water Alliance è quello di proteggerla quotidianamente con azioni di sensibilizzazione e processi di valorizzazione, alla luce del cambiamento climatico che minaccia quello che è a tutti gli effetti il nostro oro blu.

Oltre 31.100 firme in otto giorni, un numero che aumenta di ora in ora (ma bisogna arrivare a 35.000). E' la petizione lanciata dal comitato "Salviamo il Magnodeno" per fermare l'attività di escavazione che ha luogo sulla montagna lecchese.
" Ho firmato la petizione già una settimana fa - scrive Carlo Losa del PD lecchese-. Spiace vedere che a nessuno importa del Monte Magnodeno. Quando arriverà il momento del dibattito sarà un tema molto sentito e anche, ahimè, strumentalizzato per attaccare il governo della città"

IL testo della Petizione su Change.org

Molto probabilmente anche tu, cittadino lecchese o della provincia di Lecco, avrai avuto modo di percorrere i sentieri del monte Magnodeno godendo della bellezza delle nostre montagne.

Sapevi che nel cuore di questa montagna, situata accanto al più celebre monte Resegone di manzoniana e carducciana memoria, a completamento naturale di quella cornice montuosa in cui si situa la città di Lecco, viene portata avanti da ormai un secolo una delle più intense attività di escavazione, con ben tre cave attive nella produzione di calce?

Il materiale estratto, a seguito di un processo di combustione, è la materia prima per la produzione di calce ad uso principalmente siderurgico, venduta soprattutto al di fuori della provincia di Lecco con benefici economici localizzati non solo sul nostro territorio.

A brevissimo, il 31 marzo, si terrà la Conferenza dei Servizi in cui la Provincia di Lecco deciderà se autorizzare o meno la ditta Unicalce spa, società attiva nella cavazione del monte Magnodeno, ad allargare ulteriormente il fronte di cava di Vaiolo Alta (delle tre quella situata più in alto). L’allargamento previsto è di 2.791.000 metri cubi di materiale (equivalenti a un cubo con spigolo di 140 metri, per intenderci), in accordo con il piano cave già approvato nel 2015.

Come Comitato “Salviamo il Magnodeno”, impegnato nella salvaguardia di questa montagna già così compromessa, vogliamo porre all’attenzione della Provincia le problematicità che ci spingono con forza a voler evitare questa autorizzazione, cioè che l’escavazione proceda fino al 2034.

Chiediamo la tua firma perché quell’attività che ha luogo sul Magnodeno comporta gravi conseguenze su vari fronti:

per la salute pubblica e dell’ecosistema: la produzione della calce produce infatti l’emissione di circa 200 000 tonnellate di CO2 all’anno (a confronto, le 130 000 del forno inceneritore di Valmadrera paiono quasi uno scherzo), tra le maggiori fonti di inquinamento atmosferico, oltre che l’emissione di polveri e l’inquinamento acustico legato alla forte rumorosità del processo di estrazione, frantumazione e trasporto della calce.
Facciamo un esempio:
▪ un'auto utilitaria/citycar Euro 6, per il cui acquisto potremmo usufruire di un Ecobonus, emette mediamente 100gr/Km di CO2;
▪ mediamente un'auto italiana percorre circa 11.000Km/anno.
Ciò significa che avremmo bisogno di circa 180.000 automobili per emettere le medesime quantità di CO2.
E chiariamo che i residenti della città di Lecco al 31 dicembre 2019 erano 48.249;
per la tenuta idrogeologica e per la purezza delle acque dei fiumi Bione, Olasca e Tuf, potenziali canali di smaltimento delle acque reflue della cava che minacciano di inquinare anche il nostro lago;
per la natura e il paesaggio dell’area, tanto nella sua potenzialità turistica, quanto in relazione alla possibilità da parte dei cittadini lecchesi e dei territori limitrofi di fruire di un luogo importante sul piano naturalistico e ambientale. Per non parlare dell’impatto paesaggistico di un’area già così deturpata, visibile da quasi tutte le cime delle altre montagne lecchesi;
per la flora e la fauna: per cavare è infatti necessario il taglio della vegetazione e di tutti gli alberi presenti comprese le specie pregiate, oltre all’asportazione degli arbusti, del manto erboso e del suolo fertile. Fa sorridere che si punti a piantare alberi in città, mentre, laddove questi già esistono, vengono estirpati di continuo senza che si possa fare nulla per salvaguardare le specie animali autoctone, che hanno in quei boschi costantemente minacciati il loro habitat naturale, nonché un importante corridoio ecologico di collegamento del territorio;
per la sopravvivenza di frazioni bellissime e storicamente rilevanti per il territorio come Neguggio, Carbonera, Piazzo e Campo de Boi, fortemente minacciate nella loro incolumità dall’avanzamento dell’escavazione.

Per legittimare lo scempio ambientale che ha avuto luogo negli anni e che si continua a perpetrare a danno della montagna, Unicalce Spa ha sempre fatto ricorso al ricatto occupazionale: e i posti di lavoro (nell’ordine delle poche decine di unità), se si smette di cavare, che fine faranno?

Stante che l’escavazione è un’attività fisiologicamente a tempo determinato, destinata prima o poi all’estinzione, chiediamo che in relazione al tema del lavoro si inizi piuttosto a mettere all’opera una riconversione dell’attività in modo da non lasciare persone disoccupate: un ripristino ambientale reale ed autentico impiegherà il lavoro di diverse persone per molti anni e favorirebbe sin da oggi, per il futuro, la possibilità per cittadini, e non, di fruire nuovamente di un’area per lungo tempo sottratta alla collettività. Le aziende attive nell’escavazione, su richiesta della legge, hanno già parzialmente avviato questo recupero, che tuttavia, finché non si metterà fine definitivamente alla sottrazione di materiale, appare oggi più come un camuffamento: l’erba piantata sui gradoni di roccia è ben poca cosa a fronte dell’enorme voragine della cava, una vera e propria ferita che resta aperta e che rischia di espandersi, qualora Unicalce acquisisca l’autorizzazione a continuare le sue attività di escavazione.

Chiediamo che l’attenzione delle istituzioni e dei cittadini si concentri su una montagna spesso sacrificata che riteniamo debba poter costituire ancora, e di più, un luogo di cui tutti possano beneficiare. Il Magnodeno ha già dato troppo ai cavatori, ha donato le sue membra per arricchire pochissime persone. È giunta l’ora di difenderlo da un’ulteriore aggressione sconsiderata, è giunta l’ora di pensare ai nostri figli e nipoti, alla qualità della loro vita e al futuro di questo territorio.

In questa battaglia per la salute e il benessere della montagna e di tutti i cittadini dobbiamo essere in tanti e abbiamo bisogno anche della tua firma!

 

 

 

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