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Pubblicato in Economia

PRIMO TRIMESTRE 2021: TORNANO POSITIVI I FLUSSI DEL LAVORO NEL LECCHESE

Martedì, 25 Maggio 2021 16:33 Scritto da  Provincia di Lecco

I dati contenuti nel Report 30 dell’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro mostrano segnali positivi rispetto ai flussi del mercato del lavoro lecchese nel primo trimestre dell’anno, generando un’atmosfera di cauto ottimismo.

Infatti, nonostante la pandemia in atto, il saldo tra gli avviamenti e le cessazioni dei rapporti di lavoro ha fatto segnare un ragguardevole dato positivo (+1.898 unità), pur facendo registrare un’evidente frenata a marzo.

Questo valore positivo evidenzia una netta inversione di tendenza in termini congiunturali rispetto al saldo registrato nell’ultimo trimestre 2020 (-265 unità) e attestandosi quasi ai livelli pre-Covid del primo trimestre 2018 (+2.187 unità) e 2019 (+1.976). Anche il raffronto rispetto ai dati del primo trimestre 2020 è decisamente positivo, ma il saldo positivo segnato in quel periodo (+864 unità) è stato influenzato dalle restrizioni iniziate con il primo lockdown del marzo dell’anno scorso.

Al saldo positivo di 1.898 unità hanno contribuito le dinamiche occupazionali maschili (+1.113) e femminili (+785), mentre sul fronte degli avviamenti per classi d’età, va rilevata la buona performance dei giovani tra 15 e 29 anni (+1.065).

A livello settoriale sono i comparti dell’industria (+866) e del terziario (+705) a incidere sull’avanzo positivo.

Tuttavia, sul fronte dell’attivazione dei contratti, solo un quarto di essi è a tempo indeterminato e poco più della metà degli avviamenti (51%) ha riguardato persone in possesso di un livello di istruzione piuttosto basso, pari alla scuola dell’obbligo, mentre solo l’11,5% ha interessato persone in possesso di laurea e formazione post laurea.

Quasi il 25% degli avviamenti per livello di skills riguarda persone in possesso di competenze generiche, anche se il dato è compensato da un considerevole 55,4% di avviamenti di persone con un buon livello di competenze manuali o intellettuali e un 20,3% di lavoratori altamente qualificati.

La tenuta del quadro occupazionale lecchese continua certamente a essere favorita dai provvedimenti governativi sulla concessione degli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro con causale “Covid-19” e dal blocco del licenziamenti per motivi economici.

Nel 1° trimestre 2021 il ricorso alla cassa integrazione guadagni autorizzato dall’Inps ha superato i 4,5 milioni di ore, cioè un valore complessivo di quasi 6 volte superiore a quello rilevato nello stesso periodo 2020, che tuttavia fu caratterizzato dai primi due mesi non ancora influenzati dagli effetti negativi della pandemia.

Con riferimento alle tipologie di cassa integrazione, spicca l’elevato ricorso a quella ordinaria, che rappresenta circa i tre quarti delle ore autorizzate, e l’elevata richiesta di quella in deroga, a cui hanno attinto soprattutto le imprese del commercio e del terziario. Al contempo, l’attivazione tutto sommato contenuta della cassa integrazione straordinaria, pari a poco meno di 100.000 ore autorizzate dall’Inp (2% del totale), fa ritenere che le pesanti ripercussioni occupazionali determinate dalla pandemia non abbiano inciso più di tanto sul sistema industriale e manifatturiero lecchese, che resta solido.

Ciò è testimoniato anche dai dati congiunturali decisamente positivi relativi all’andamento delle imprese industriali lecchesi nel primo trimestre del 2021, con balzi significativi della produzione (+7,2%) e degli ordini (+8%) rispetto all’ultimo trimestre del 2020, anche se accompagnati da un leggero calo del fatturato (-0,8%).

Buone anche le performance nel settore dell’artigianato, con produzione, ordini e fatturato in crescita (rispettivamente del 6,1%, 3,2% e 6,6%), mentre il terziario continua a soffrire con forti cali del valore aggiunto sia nel commercio (-11,1%) che nei servizi (-18%).

Le difficoltà di questo settore sono testimoniate dalle previsioni di assunzione da parte degli imprenditori lecchesi per il 2° trimestre del 2021, con un numero di ingressi previsti pari a poco più di 2.300 unità (ossia il 44% del totale, anche se in aumento rispetto al 40% rilevato nel 1° trimestre dell’anno), mentre il 56% degli inserimenti previsti nelle aziende riguarda il settore industriale (anche se in calo rispetto al 60% previsto nel 1° trimestre dell’anno).

 

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