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FUSIONE BOCCIATA. I CORTENOVESI SCELGONO IL
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Pubblicato in Opinioni

FORZA ITALIA CHIEDE CON FORZA CHE SIA AFFRONTATA E RISOLTA LA PESSIMA SITUAZIONE GESTIONALE DEL PARCO DELLA GRIGNA SETTENTRIONALE

Martedì, 13 Febbraio 2024 09:43 Scritto da  Forza Italia Lecco

La nuova maggioranza dell'assemblea della Comunità Montana Valsassina, Valvarrone, Val d'Esino e Riviera che si insedierà dopo la tornata elettorale del giugno prossimo si troverà a dover affrontare una problematica che da troppo tempo è stata accantonata per negligenza o convenienza organizzativa di chi oggi "gestisce" lo stesso parco che da decenni sopravvive a se stesso senza incidere minimamente sulla realtà socioeconomica dello splendido territorio che lo ospita, tradendo, di fatto, il mandato dei sindaci che ne chiesero l'istituzione.

Fin dai primi anni '80 in Valsassina, infatti, si parlava dell'attesissimo Parco che doveva rilanciare turisticamente la Valsassina e lo splendido ambiente naturale delle Grigne, che i valligiani ben conoscono e che é appezzato anche dai suoi molti e affezionati frequentatori, non solo Lombardi: questo era nelle intenzioni dei promotori e nelle attese della popolazione locale oltre che dei qualificati operatori del settore dell'accoglienza turistica ma qualcosa non ha funzionato se ancora oggi siamo qui ad attendere gli effetti di una gestione ad alterne vicende che non ha prodotto alcun risultato di rilievo e dunque non accontenta nessuno.

Anche in questa sede si ripete, pertanto, la domanda che è già stata posta in merito alla estemporanea gestione del Parco della Grigna durante il convegno che si è svolto l'anno passato in Comunità Montana riguardo alle politiche regionali sulla Montagna in provincia di Lecco e in Valsassina in particolare.

Siccome da allora nulla è cambiato, Roberto Gagliardi coordinatore provinciale di Forza Italia che condivide quanto è stato detto e scritto sull'argomento negli ultimi anni, si fa carico di ricordare agli attuali amministratori dell'ente montano ma soprattutto ai futuri che: "Se si vuole per davvero che il Parco della Grigna Settentrionale esca dall'attuale e disdicevole stallo, é giunto il momento di chiedere con determinazione che l'attuale istituzione ambientale si svincoli dalla Comunità Montana, diventando un Ente a sé stante e dotato della necessaria Autonomia Politica e Gestionale che gli consenta per davvero di Programmare le proprie scelte, concretizzando al meglio le finalità per cui é stato voluto a suo tempo dagli amministratori della Valsassina e da Regione Lombardia. Dico questo - conclude Gagliardi - perché attualmente il Parco della Grigna e pochi altri in Lombardia sono parchi a gestione speciale e questo vuol dire che non sono gestiti da un ente di diritto pubblico regionale, come la gran parte dei parchi lombardi ma da enti locali e nel caso specifico da Comunità Montane. Questo è il punto! Siccome non basta la buona volontà, condividendo le perplessità del territorio valsassinese, credo sia giunta l'ora di affidarne la gestione a chi é dotato di specifica managerialità, soprattutto in materia di programmazione e accoglienza turistica e ciò in favore della Valsassina e del suo ampio e straordinario contesto naturalistico".

L'Ente parco, infatti, avrebbe dovuto essere la privilegiata fucina di idee e il motore della promozione turistica in Valsassina ma anche delle sue convalli, affacciate sul lago e culturalmente ancorate ai prospicenti presidi montani di Resegone, Pizzo dei Tre Signori, Legnone e dunque delle Grigne, montagne simbolo di casa nostra che formano un tutt'uno anche ambientale con la baricentrica Valsassina e le aree geografiche confinanti.

Diversamente, il Parco della Grigna Settentrionale non avrà veramente la possibilità di autodeterminarsi pienamente e, come sostengono i suoi più delusi detrattori, corre il rischio di restare una scatola vuota.

Si chiede che si voglia rimuovere l'attuale situazione, caratterizzata da un inaccettabile impasse: quanto si é visto negli ultimi anni non basta a giustificarne l'esistenza e soprattutto non serve a nessuno, tantomeno al turismo di qualità.

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