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Sabato, 11 Settembre 2021 07:03

IL VIRUS CHE TI ACCORCIA LA VITA

«Due cose sono infinite, l’universo e la stupidità umana, ma sull’universo ho ancora dei dubbi». Non vi basta l’opinione di Einstein? Allora passiamo ad un testo “autorevole”: “Stultorum infinitus est numerus” (“infinito è il numero degli stolti”). Se su un punto sono d’accordo un grande scienziato del XX secolo come Albert Einstein, e un eccelso traduttore (dal greco al latino) della Bibbia, come Gerolamo, può significare solo una cosa: gli stupidi popolano davvero in gran copia il mondo come dimostra con chiarezza la presenza in quelle file anche dei no vax. A sufficiente anche se non necessaria dimostrazione dell’assunto arrivano alcune cifre che mostrano come i dati e gli indici della pandemia da coronavirus, in Lombardia, tornino a salire: in due giorni, dal 7 al 9 settembre, il tasso di contagio è più che raddoppiato passando dallo 0,6 all’1,9 % con un aumento dei contagi che da 510 salgono a 663, tredici dei quali nel Lecchese.

Anche se i numeri nazionali inducono maggior ottimismo, visto che dall’1 al 7 settembre, per la prima volta dopo 9 settimane, è stato registrato un calo del 12,5 % dei positivi al coronavirus rispetto ai sette giorni precedenti. Colpisce, soprattutto, la tragica vicenda della trentanovenne antivaccinista convinta di Piancogno, nel Bresciano, madre di due bambini, uccisa dal covid in ospedale dopo 15 giorni dalla manifestazione dei primi sintomi. Anche la madre è grave. Non stupiscono, invece, gli esiti della retata effettuata ieri (9 settembre 2021) in Lombardia contro le frange estreme di no vax che puntavano a lanciare bottiglie molotov per “far saltare i furgoni delle tv” come ha riferito la Digos di Milano. Otto “guerrieri” no vax sono così stati denunciati per istigazione a delinquere. Nelle abitazioni di uno di costoro sono state trovati un fucile e una pistola mitragliatrice. Insomma anche se i dati dimostrano come il tasso di mortalità fra i non vaccinati sia incomparabilmente più elevato che fra coloro che si sono sottoposti all’inoculazione, le schiere di quelli che “il covid non esiste” o che “il vaccino ci ucciderà tutti” continuano a produrre sciagurate leggende e conseguenti decessi. Ma altri, preoccupantissimi dati, indicano la gravità della situazione pandemica.

L’Istat, qualche giorno fa, ha pubblicato le analisi statistiche relative agli indicatori del “Benessere equo e sostenibile dei territori”. Dalle cifre emerge un quadro allarmante visto che, come si legge nel report, “Nel 2020, la diffusione della pandemia da Covid-19 e il forte aumento del rischio di mortalità che ne è derivato ha interrotto bruscamente la crescita della speranza di vita alla nascita che aveva caratterizzato il trend fino al 2019 facendo registrare, rispetto all’anno precedente, una contrazione pari a 1,2 anni. Nel 2020, l’indicatore si attesta a 82 anni (79,7 anni per gli uomini e 84,4 per le donne.” Che la contrazione della speranza di vita sia strettamente correlata all’azione di Sars Cov 2, sembra non esistano dubbi. Con buona pace dell’ottuso antivaccinismo (da Bar sport, Facebook, Instagram o curva sud non fa alcuna differenza). Infatti le province più colpite dalla contrazione della prospettiva di vita coincidono con le aree nelle quali la Covid 19 ha colpito con maggiore durezza: Bergamo, Cremona e Lodi (uomini -4,3 / -4,5 anni; donne -3,2 / -2,9 anni). A Lecco va meglio poiché la speranza di vita si è ridotta mediamente di “soli” 2,2 anni di media passando da 84,4 a 82,1 anni: maschi 79,7; donne 84,7 in un contesto in buona sostanza sovrapponibile a quello nazionale.
qui il documento da scaricare


L’Istituto superiore di sanità, inoltre, ha prodotto (9 settembre 2021) un grafico nel quale si riportano le percentuali di casi di COVID-19 segnalati in Italia negli ultimi 30 giorni riferiti alla classe di età (il dato si riferisce a 165.996 casi).

Come si vede si ammalano in maggior misura le classi più giovani, da 0 a 50 anni che risultano anche quelle con un minor numero di vaccinazioni. Mentre le categorie di età da 51 a oltre 70 anni, che esprimono la parte più immunizzata della popolazione di riferimento, rappresentano appena il 26,99 % (contro il 73,1) dei casi di Covid 19. qui altri dati e grafici
Nonostante queste cifre, molti antivaccinisti continuano a sostenere che i vaccini sono inutili. Si tratta evidentemente di malafede o, più probabilmente, di soggetti con preoccupanti deficit cognitivi. Non c’è peggior sordo di chi non vuol (o non può) sentire. Siamo quasi stanchi di ripeterlo: l’unica soluzione a questo tsunami pandemico planetario è la vaccinazione. Tenetevi pronti: la terza dose di vaccino è alle porte.

Martedì, 27 Luglio 2021 17:30

IL MANIFESTO DI TATIANA

Andrebbe stampato in centinaia di migliaia di copie e affisso sui muri di tutta Italia (perché non di tutta Europa?) l’accorato, commovente, angoscioso, umanissimo intervento di Tatiana Selva sul suo terribile incontro-scontro con la sciagura planetaria chiamata Covid 19. E con un male che provoca “dolori ai nervi di tutto il corpo indicibili (era novembre 2020 ma i miei nervi soprattutto nelle gambe non sono ancora guariti) continuo ad essere scoagulata e appena appena il mio corpo si riempie di lividi”. Andrebbe diffuso, l’appello di Tatiana alla ragione e alle ragioni del cuore (anzi al semplice, banalissimo buon senso) da tutti i media immaginabili.

Dai bollettini meteorologici a quelli -absit iniuria verbis- parrocchiali, ai comunicati sindacali, alle comunicazioni di servizio aziendali. Anche durante le manifestazioni sportive e le loro spesso demenziali e virali espressioni “popolari” andrebbe diffuso ope legis quel testo grondante di umana sofferenza. Ad evidente ed inequivocabile dimostrazione della necessità di una corretta informazione da disseminare con ogni mezzo ovunque sia possibile, valgano le sgomitanti nonché non autorizzate manifestazioni, non solo nostrane, di saltellanti e vociferanti no vax, no green pass, no covid e no tutto il resto; sedicenti vittime di deprivazioni solo percepite, visto che nessuno protesta per la gravissima erosione della libertà personale legata al possesso di una patente di guida per poter usare l’automobile.

Proteste e cortei contro il green pass rappresentano strumenti utilissimi per la diffusione massicciamente pandemica del morbo, secondi solo all’inoculazione diretta di coronavirus tramite siringa ipodermica. Alla soluzione vaccinale andrebbe comunque aggiunto il composto di grande efficacia segnalato sopra: il buon senso. Prodotto rarissimo ma sottovalutato alla borsa del complottismo da bar Sport i cui esemplari rappresentanti urlano insulti e minacce ai giornalisti, come è accaduto a Milano, sbraitano contro inesistenti dittature sanitarie e cianciano di vaccini inutili fatti di acqua distillata perché “tanto ci si contagia uguale” e “anche i vaccinati sono contagiosi”.

Per questi e altri validissimi motivi la generosa denuncia di Tatiana, che ha “visto la paura e la morte” andrebbe letta nelle scuole quando riapriranno: temiamo proprio che l’assalto del coronavirus, a settembre, non sarà acqua passata. Intanto sotto con i vaccini e, nonostante i problemi famigliari (minuscoli) legati alla gestione del green pass alla Sagra segnalati da Enrico Baroncelli, niente ammucchiate neanche da parte di chi è completamente vaccinato. “Andare un po’ sulla fiducia” va bene. Ma non fidarsi, in questo caso, è meglio.

 

Martedì, 27 Luglio 2021 06:58

Green Pass: qualche problema

L`obbligo di essere in possesso del Green Pass dal 6 Agosto non solo per accedere ai locali coperti di Bar e Ristoranti, ma anche a manifestazioni all`aperto, Fiere e gare sportive, come anche alla nostrana Sagra delle Sagre che aprira` i battenti esattamente il giorno dopo l`introduzione di tale obbligo, sta suscitando certamente molte preoccupazioni.

Sicuramente ` giusto premiare chi ha fatto lo sforzo di vaccinarsi, prenotandosi a un Hub center e subendo tutte le problematiche succesive alla vaccinazione (spesso febbriciattola e altri disagi, per fortuna solo molto raramente piu` gravi).
Chi ha ha eseguito la vaccinazione completa, soprattutto le due dosi, e` giusto e opportuno che possa muoversi piu` liberamente di chi non lo ha fatto. Rifiutarsi di vaccinarsi e` un gesto di egoismo nei confronti degli altri e di se stessi.
E` il "Me ne frego" del XXI secolo: i paragoni assurdi col Fascismo e Nazismo che alcuni No-Vax hanno sollevato, in nome di una presunta liberta` individuale, vanno casomai completamente ribaltati.

"Me ne frego" (vecchio motto di D`Annunzio e della Marcia su Roma) di vaccinarmi, " Me ne frego" della pandemia che tanto dolore e sofferenze ha portato ai miei vicini (anzi addirittura la nego), "Me ne frego" di tutti gli altri e guardo solo al mio egoismo personale, senza pensare tra l`altro che non vaccinandomi posso essere colpito piu` facilmente dalle conseguenze del virus.

Ma tornando al Green Pass, un problema su cui si sta discutendo e` quello del gruppo famigliare. La Sagra valsassinese ne e` un esempio: molte famiglie tradizionalmente le visitano. Se padre e madre sono vaccinati, e i bambini no (finora, i ragazzi 12-19enni bivaccinati sono il 13,4%, i monovaccinati il 28,6%,  i bambini sotto i 12 anni pochissimi) potranno organizzare una visita alla Sagra o preferiranno andare da qualche altra parte ?
Idem se vorranno andare in qualche Rifugio o luogo attrezzato anche all`aperto (campi giochi ecc.).
Cosa potranno fare le famiglie, se una parte e` vaccinata e un`altra no ?

Poi c`e` il problema del controllo, su cui qualcuno si sta scervellando: come faccio a controllare che qualcuno all`ingresso non esibisca un Green Pass falso, appartenente a qualche amico o parente ma non suo ? Devo chiedergli all`ingresso la carta d`identita` o la Patente, per fare un raffronto ? Questo a me a dire il vero sembra un po` eccessivo: mica siamo tutti poliziotti, bisognera` un po` anche andare sulla fiducia !

Come dice Pucci Ceresa, il patron della Sagra, aspettiamo ulteriori delucidazioni (sperando che ne arrivino).

 

Con la finalità di promuovere l’adesione alla vaccinazione anti Covid19 da parte degli “over 60” non ancora vaccinati – che sul territorio di ATS Brianza sono circa 45.000 (pari al 12% della popolazione “over 60”) – ATS Brianza, in collaborazione e i centri vaccinali del territorio, propone l’accesso diretto alla vaccinazione senza prenotazione per questa categoria di cittadini fino al 31 luglio.

Sarà garantita la somministrazione del vaccino Johnson&Johnson che prevede un'unica dose e non necessita quindi di richiamo .
le sedi vaccinali sono pubblicate sul portale ATS BRIANZA

L`ATS poi ricorda che , terminata l`attivita` del centro vaccinale di Barzio con Domenica 11 Luglio, da  lunedi 12 luglio i richiami della vaccinazione AntiCovid19 saranno spostati presso il Centro Vaccinale Palataurus via Brodolini 35 Lecco. Restano invariati, ovviamente, date e orari di convocazione rilasciati ad ogni singolo cittadino al momento della prima inoculazione.

Sabato, 10 Luglio 2021 05:57

QUELLI CHE IL COVID NON ESISTE

Quelli che il covid 19 non esiste. Quelli che il vaccino fa male. Quelli che il vaccino non fa niente. Quelli che nel vaccino c’è un chip per controllarci. Quelli che la mascherina ci fa ammalare. E, anche, quelli che l’importante è che l’Italia è in finale. Il resto, come direbbe il biondo sire di Elsinore, è silenzio. Infatti i danesi sono fuori dal giro dell’euro pelota. Non proprio silenzio però. Basta guardare anche distrattamente, come ho fatto io, qualche minuto di diretta di Italia - Spagna, o Inghilterra - Danimarca, nell’«astronave» di Wembley per capire che Amleto, danese purosangue, si sbagliava di grosso.

Sessantamila assatanati calciomani privi di mascherina (tanto non è Carnevale), gomito a gomito; a sputacchiarsi nelle orecchie, a nebulizzarsi droplets l’uno addosso all’altro, a manetta; a disseminare, come fossero coriandoli, virioni coronati. E adesso 11mila di costoro, tutti italianissimi, sono rientrati in patria a ripetere l’operazione su scala nazionale. Operazione già anticipata nelle italiche piazze da orde ululanti di calcistici sbandieratori a torso nudo regolarmente assembrati e “smascherati”. Nel frattempo nel Bel paese, scendono gli indici di Borsa (Milano -2% ma il resto d’Europa non sta molto meglio) e salgono Rt (+0,66) e l’incidenza dei contagi (11 su 100 mila abitanti). Anche in Inghilterra va male, Calcio a parte. Dati di venerdì 9 luglio. Anche qui, in Valsassina, sono in molti ad aver abbassato la guardia. Ormai i cosiddetti Dpi sono diventati una rarità da collezionista. Per le strade di Introbio (immagino anche altrove) ormai solo qualche anziano (scusate: diversamente giovane) tiene la mascherina sul naso. Nessun under 21 lo fa. Tanto non è obbligatorio.

In Inghilterra se la stanno vedendo grigia, dato che i ricoveri da variante Delta sono in netta ripresa. Ma Boris (Johnson, non Godunov) riaprirà tutto dal 19 luglio. Ma a noi che ci frega: la perfida Albione è fuori dall’Europa. La Brexit vorrà pure dire qualche cosa. Però al Sars COV 2 non importa un beneamato se il Regno di Queen Elisabeth se ne è andato a quel paese. Il coronavirus non si occupa di politica. Proprio come molti di noi. Nel frattempo Pfizer chiederà l’autorizzazione per la terza dose di vaccino perché pare che l’efficacia dell’immunizzazione cali dopo sei mesi. A picchiare duro ci si mettono anche quegli sfigati dell’Oms secondo i quali i casi di Covid sono aumentati del 10% in una settimana.

Colpa dei viaggi e degli spostamenti di massa, vacanzieri o calcistici che siano. Ma come si fa a rinunciare al viaggetto a Ibiza o alla raucedine da stadio? Vogliamo sottometterci ad una feroce dittatura sanitaria che in confronto Pinochet era un filantropo? Un caso di evidente allarmismo, quello dell’Oms, no? Intanto in Valsassina siamo a quasi 30mila vaccinazioni, un terzo delle quali con la seconda dose. Anche se fra due giorni farsi inoculare il chip celato callidamente in una oscura miscela chiamata vaccino, sarà ancora più scomodo visto che la struttura di Prato Buscante chiude il 12 luglio per far posto ai lavori di preparazione della Sagra. Allora tutti a farsi infilare l’ago ipodermico al Palataurus. Non svicolate: vaccinare, vaccinare, vaccinare. Il nemico (la variante Delta) è fra noi.

Diffuso da ASST di Lecco il dato dell'andamento dei richiami degli under 60 per la somministrazione di vaccino diverso da quello iniettato in prima dose, la cosiddetta "vaccinazione eterologa".

Come spiega qui sotto il Direttore Frisone, il dato non è allarmante, ma è opportuno che tutti prendano nota dei rischi potenziali cui vanno incontro nel caso non si sottoponessero alla seconda dose. La variante "Delta" sta diffondendosi rapidamente tanto che oggi il 90% dei casi Covid in Italia si riferisce proprio a questa ulteriore mutazione del virus.

In Inghilterra, come abbiamo appreso, si sono verificati ieri ben 16.000 casi di contagio dovuti a questa evoluzione.

Di seguito la tabella relativa alle vaccinazioni degli under 60 a cui è stata somministrata la seconda dose eterologa (Pfizer-Moderna).

 

NON VACCINATO

VACCINATO

Totale complessivo

totale

262

1438

1700

%

15%

85%

100%

 

“Ipotizziamo che la bassissima percentuale del 15% di persone che non si sono presentate per la seconda dose sia ascrivibile al poco preavviso che gli utenti hanno avuto. Crediamo che questa quota di no-show potrebbe essere recuperata nei prossimi giorni. Dai centri vaccinali dell’ASST di Lecco ci riferiscono che nessun cittadino, al momento, abbia rifiutato la somministrazione della seconda dose eterologa. Desideriamo comunque ribadire il concetto che, rispetto l’efficacia dei vaccini, secondo gli ultimi dati scientifici pubblicati, una singola dose di vaccino ha un’efficacia solo del 33% nei confronti della nuova variante delta, e che solo dopo la seconda dose, (sia omologa che eterologa) l’efficacia sale all’88% e previene le ospedalizzazioni per oltre il 90%" dichiara Enrico Frisone, Direttore Socio Sanitario dell'ASST di Lecco.

L'arrivo della bella stagione e le vaccinazioni stanno consentendoci di trascorrere settimane in libertà, ma l'attenzione deve sempre restare alta: la pandemia non è finita, la stiamo solo controllando e se tutti non fanno la loro parte rischiamo a settembre di ritrovarci a dover fare i conti con maggiori contagi.

Come già comunicato sono riprese le sedute per la somministrazione delle seconde dosi di vaccino anti-Covid19 ai cittadini under 60 che hanno ricevuto come prima dose AstraZeneca.

Le sedute proseguiranno ogni giorno e consentiranno ad oltre 1.600 cittadini della provincia di Lecco di ricevere la seconda dose nei Centri Vaccinali Massivi di Cernusco Lombardone (Technoprobe) e Lecco (Palataurus).

L’indicazione dell’ASST di Lecco è quella di presentarsi nelle sedi previste secondo il seguente calendario:

RICHIAMI ANNULLATI

 

RICHIAMI RIPROGRAMMATI

13 giugno

 

18 giugno

14 giugno

 

19 giugno

15 giugno

 

20 giugno

16 giugno

 

21 giugno

Non appena è stato possibile mi sono prenotato per il vaccino anti Covid. Ho quasi 58 anni, mille disturbini, memoria balbettante e andropausa conclamata, ma tutto sommato godo di buona salute. Ricordo ancora le tabelline del 2 e del 3 e aspetto serenamente l’arrivo dell’estate.
Non ho più capelli, esibisco fieramente una pancetta d’ordinanza (materia di studio nelle migliori università americane) e mi crescono, misteriosamente e con regolarità, peli sulle orecchie e sul naso. 

Il responsabile di tutto ciò è il mio bislacco dna che mi ricopre di peli ovunque e ha spelacchiato irrimediabilmente il cuoio capelluto. Ormai me ne sono fatto una ragione. Tutt’intorno a me, gente alta, magra e bella, con le teste ricoperte da capelli di ogni cromatismo e con tartarughe e bisce sugli addominali. Trovo profondamente ingiusto tutto ciò ma così è se vi pare.
Di gente bizzarra è da sempre pieno il mondo. Taluni affermano persino che la pandemia sia solo supposta e che tale supposta l’abbiano introdotta negli orifizi più nascosti del mondo intero per mero interesse o, peggio, per atavica malvagità e sadismo gratuito.
Migliaia di medici e scienziati in ogni parte del globo terracqueo avrebbero ordito questa orribile macchinazione, inventando un virus e poi spargendolo nell’aria in ogni dove, sputando a destra e pure a manca.
Ma tant’è.

Il 14 maggio recomi di buon mattino al centro vaccinale del mio paesello , vicino a Capo d`Orlando in Sicilia. In alto nel cielo il sole splende e scaccia imperioso l’umidità del mare. Quasi 27 gradi. Caldo opprimente. Mi sudano financo le sopracciglia. Ma io, che sono notoriamente una persona furbissima, mi presento con ben 10 minuti di anticipo. Nonostante ciò, mi imbatto in una folla oceanica che, evidentemente, non crede al complotto ed è impaziente di farsi inOculare. Chiedo qui e lì, se tutti abbiano l’appuntamento per le 12. La risposta ovviamente è affermativa.
All’ingresso, un’addetta urla dei numeri. Forse, prima della puntura, è in atto una tombola per rasserenare gli animi o forse il caldo ha bruciato le sinapsi della signorina.
La folla si anima, si agita e sventola per aria strani bigliettini.
Io che sono notoriamente una persona furbissima, esibisco la mia prenotazione e mi illudo di entrare e farmi punturare quasi subito. Ma vengo bloccato immediatamente. Occorre un bigliettino per consegnare la documentazione. Ma ho dimenticato di fotocopiare i miei documenti.

“Io le presterei le mie fotocopie - mi dice qualcuno - ma forse qui avrebbero qualcosa da ridire”.
Torno indietro, cerco la mia leggendaria Skoda turbodiesel del 2007 e mi fiondo nel tabaccaio che fotocopia qualunque cosa, persino i sogni e le speranze. Basta pagarlo.
“Faccia con calma” mi dice l’addetta del centro vaccinale. “Tanto, c’è tutto il tempo...”
In alto nel cielo, il sole splende euforico e io inizio a sudare come uno stercorario al lavoro.
“Non vogliono vaccinarmi” dico al tabaccaio. “Devo fotocopiare i documenti”. Avevo la mascherina nel gomito e grottescamente me la infilo sul naso. Ella, la tabaccaia, sta polemizzando col marito. Ma entrambi hanno la mascherina. Quindi dovrei essere protetto dalla supposta pandemia. Anche perché a me, le supposte, non sono mai piaciute.
Torno al centro vaccinale e aspetto pazientemente il mio turno. Ho il bigliettino numero D46.
Qui e là, odo qualcuno che grida numeri a casaccio. Nessuno però ha la lettera D davanti.
Mi preoccupo e chiedo in giro.

“Per adesso, entrano solo quelli senza lettera poi verrà il nostro turno” mi dice un signore afflitto che possiede come me la lettera D. Ad occhio e croce mi precedono 60 o 70 persone.
In alto nel cielo, il sole splende radioso. Iniziano le prime polemiche. Un tizio come me non ha le fotocopie dei propri documenti.
“Non c’è scritto sul sito!” dice il tapino.
“Guardi meglio” le risponde l’addetta all’entrata. “Noi non facciamo fotocopie. In centro c’è un tabaccaio…”
Rassegnato se ne va. Io intanto per non morire di fame e di sete, ingoio alcune nespole e bevo un sorso di birra ben calda. Alfine entro, presento la documentazione a un controllo preventivo e riprendo ad aspettare.
Di fronte a me un signore esibisce con noncuranza i suoi 180 kg e al cellulare parla del suo indice BMI con qualcuno. E’ superiore a 35 e quindi la vaccinazione gli spetta in quanto persona a rischio. Dall’altra parte del filo l’interlocutrice non capisce. Ma è fin troppo evidente che il signore sia in leggero sovrappeso…

Intanto in giro, si parla dei milioni di morti causati dal vaccino Astrazeneca e non solo.
Io, timidamente affermo che per la salute di noi tutti è peggiore l’Aulin.
Una signora me lo conferma. “Io ho i diverticoli per colpa dell’Aulin. Ne ho presi centinaia… ma tanto di qualcosa si deve morire….”
“Eppure secondo me, oggi qui non muore nessuno” affermo io solennemente. Alla mia destra, alcune signore si scambiano ricette e programmano il pranzo. Sono le 13.30. L’appetito cresce, la paura di morire anche.
Sono trascorse due ore. Si sparge d’un tratto la voce che i vaccini siano finiti.
La folla mormora, si agita, inizia a protestare. Temo l’arrivo dei corpi speciali e i gas lacrimogeni.
“Calmi! CalmI! - urla un addetto - Uora i pigghiamu” locuzione locale per far capire ai presenti che qualcuno si era già attivato per prendere altre dosi dal frigorifero di qualcuno. Poi, forse, sarebbe ritornato, se la supposta pandemia non lo avesse ucciso nel frattempo.
Fortunatamente, torna vivo e io finalmente entro per consegnare la mia documentazione a una simpatica dottoressa con mascherina, qualche ruga e capelli neri.

Ella mi osserva, io la osservo. Ella mi chiede se Rosalia sia il mio cognome e Io, scevro da qualsivoglia dubbio, le rispondo “Certamente” e le indico la mia testa pelata al di sopra della mascherina. Tipica di un uomo di mezz’età non già di una signorina tutta curve. Ella pare credermi. Le parlo delle mie leggere e ricorrenti anemie e le indico col ditino tremante il foglietto con la mia anamnesi. Ella non risponde. E poi mi chiede: “Ma lei risiede qui?”
“Certo. Da alcuni anni. Glielo giuro sui miei capelli” le dico.
“Strano – aggiunge ella – io non l’ho mai vista in giro”
“Dottoressa, ma il vaccino che mi faranno lo decidono quelli di là?”
“NO! Decido io!” risponde ella, scrivendo Pfizer sul mio foglietto. “In quale braccio preferisce?” mi domanda.
“Il sinistro – rispondo io – a destra ho un tendine disintegrato".
Ella scrive DX sul foglio.
Io, che sono notoriamente una persona attenta e furbissima, le faccio notare che avrebbe dovuto scrivere SX. Ella ammette l’errore e lo corregge.
Cominciamo bene, penso….

Rassegnato a una morte imminente, mi siedo quindi nella sedia lì accanto in attesa del mio turno.
Tutt’intorno è un florilegio di numeri urlati a casaccio.
L’addetta all’entrata continua a dire “Io voglio andare a casa…è tardi….forza! forza!”
Esce alfine da una tenda un medico che esclama: “PFIZER! Chi deve fare PFIZER?”
Alla mia destra ci sono altre persone sedute. Una signora si alza e rassegnata si reca da lui, col suo braccio già denudato.
“Scalateee! Urla subito un altro addetto. Io ubbidisco e mi sposto immediatamente nella sedia alla mia destra, aspettando mestamente il mio turno.

Tutti sanno che Bill Gates, stitico da sempre, trascorre moltissimo tempo sul suo water e poiché si annoia aspettando di liberarsi, nel 2019 ha creato quasi per gioco il virus. Lo ha quindi racchiuso in un floppy disk spedendolo poi a Wuhan ad alcuni amici scappati da un manicomio. Egli, il miliardario maledetto, era assolutamente convinto che sarebbe bastato un normale antivirus, creato dai suoi collaboratori per evitare grossi danni. Ha invece perso il controllo di ogni cosa, causando il pandemonio che tutti conosciamo.
Io so fin troppo bene che mi inietteranno un microchip e una Sim Card 5g per rubarmi i codici del bancomat. Ma non ho scelta. La supposta pandemia è stata una diabolica invenzione dei poteri forti per renderci tutti schiavi e ammazzare 2 o 3 miliardi di persone, perlopiù vecchie e inutili. Io mi ritengo abbastanza inutile, ma perché debbo morire? Mi chiedo. E poi quand’anche mi rubassero i codici del bancomat farebbero un magro affare. Io non ho una lira e possiedo solo 3 kg di diamanti che tengo ben nascosti in un rotolo di carta igienica che ho posizionato sotto il materasso. Sono notoriamente una persona furbissima, io.
In alto nel cielo intanto il sole splende felice.
Dalla tenda di fronte, il medico di prima esce di nuovo. “Chi viene ora?” Locuzione locale per invitare qualcun altro a vaccinarsi, non già per informarsi su scabrosi dettagli intimi.

Sventolo la mia documentazione e mi avvicino alla sua postazione. Egli legge il mio curriculum e prepara il misterioso veleno che si approprierà della mia mente, del mio bancomat e mi regalerà una morte precoce.
“Giornataccia oggi…” dico al medico.
“E’ sempre così – mi risponde il dottore afflitto – siamo qui dalle 8 di stamattina. Ci siamo fermati poco fa quando sono finiti i vaccini”
“Non ha mangiato?”
“Macchè….”
Sul tavolino intravedo alcune fiale, scatole e scatolette.
“Quello è Pfizer?” domando con voce incerta.
“Sì. Certo”
Prendo il coraggio a quattro mani e inizio a spogliarmi.

Passa una signora e libidinosamente mi guarda le tette e il pelame pettorale. Il dottore invece è intento a preparare la soluzione venefica che dovrebbe proteggermi dalla supposta pandemia.
Dopo essere stato inOculato, debbo sedermi là vicino per 15 minuti. Solo dopo potrò andare a casa. A morire placidamente sul mio divano.
Un altro addetto urla nomi e cognomi a casaccio e distribuisce il documento per il richiamo.
Qui si conoscono quasi tutti. E in dialetto domandano di parenti, figli, amici. Non si baciano per fortuna, né si abbracciano. Io controllo il mio orologio. Sono ancora vivo…. Sono passati ben 12 minuti e il veleno che mi hanno iniettato pare non funzionare. Bene! Tutto ciò che non ci uccide ci fortifica penso.
“ROSALIA!” urla un addetto. Io indico immediatamente la mia pelata e ritiro il voucher per il richiamo.
Esco ed osservo il cielo che in alto splende raggiante, nel posteggio trovo la mia fidanzata che mi ha atteso tre ore e ha mangiato la MIA focaccia per non morire di fame. Sono le 14.20 del 14 maggio 2021.

Un pensiero corre veloce a tutti i negazionisti, complottisti e minchiologi sparsi in ogni dove: andate a cagare!
Anche l’Amore non si tocca e non si vede, proprio come l’amicizia, l’odio o la nostalgia, ma non per questo non esistono e non fanno strage nelle nostre anime da sempre. Eppure i minchiologi negano l’esistenza del Covid. Ma probabilmente il virus ha già colpito le loro menti ed essi non se ne sono ancora resi conto.
Ribadisco: vadano a cagare tutti insieme e tenendosi per mano, coloro che definiscono supposta pandemia la tragedia che ha colpito il pianeta intero. Milioni di persone hanno perso la vita, milioni il lavoro. Moltissimi la speranza che tutto possa ricominciare come prima.
Andate a cagare voi, le vostre stupide convinzioni e InOculatevi quanto prima le vostre certezze dove e quando volete.

“Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma riguardo all’universo ho ancora dei dubbi”. Lo ha detto qualcuno di cui non ricordo il nome.

Martedì, 18 Maggio 2021 06:52

SECONDA DOSE DI PFIZER

Ecco fatto. Sono ancora vivo. Questo però me lo aspettavo. Anche se a dare ascolto alle verità internettiane il rischio è dietro l’angolo. E poi chissà cosa ci mettono nei vaccini. Magari pezzi di DNA modificato per farci diventare OGM come le patate e i pomodori. Dal mercurio a pezzetti di feti morti, c’è dentro di tutto. Magari anche qualche chip per controllarci come il Grande fratello. Parola di Facebook. Mai fidarsi di Big Pharma e nemmeno di Bill Gates, il grande burattinaio che tira i fili del pianeta. Comunque ieri pomeriggio mi sono fatto il “richiamo”, meglio noto come seconda dose. Lo ammetto: sono un sì vax convinto. Non per ideologia ma per semplici considerazioni statistiche. E poi, anche a causa dell’età, sono un vaccinatore seriale. Da 25 anni, ad ogni fine autunno mi auto inietto la dose canonica del solito intruglio antiinfluenzale. Mai più avuti febbre, mal di ossa o altri disturbi riconducibili a qualche virus incoronato o no. Ad ogni modo ieri mi sono presentato al centro vaccinale (avrei potuto chiamarlo hub ma mi suonava strano) di Prato Buscante, come da appuntamento, alle 14.45 precise.

Solito termometro alla fronte come previsto. Il volontario in apposita tuta fluorescente è formalmente ineccepibile: “Vada pure dentro a sinistra. Ma prima si sanifichi le mani col gel.” Piccolo attacco di panico. È che non so dove mettere il foglio della prenotazione, la tessera sanitaria e la carta di identità che avevo già pronte in mano. Opto per una soluzione estemporanea anche se piuttosto volgare: infilo tutto fra i denti e mi avvicino all’erogatore. Santa tecnologia! Basta avvicinare la mano al fondo del piccolo recipiente e… split, uno schizzo di budino trasparente si raggruma sulla mano. È appiccicoso e freddo. Il termine gel deriva da gelido? Due minuti più tardi sono seduto davanti ai cinque “reparti” al cui interno si praticano le iniezioni. Il mio tagliando riporta il numero 68. Il residuo di gel sulle dita l’ha fatto diventare semitrasparente, sembra di carta velina. Ma il numero si riesce a leggere lo stesso. E il display a led rossi sulla parete è fermo sul 66. Nessuna lunga attesa. Nessuna coda. I volontari che gestiscono l’accesso ai separé sono pressoché disoccupati. Meglio così. L’attesa è brevissima.

È un medico (credo) che mi somministra la seconda rata dello Pfizer: “La prima volta ha avuto qualche problema? Dolori muscolari, spossatezza, febbre?” Risposta negativa. Cotone idrofilo imbevuto di alcool, sfregamento, siringa, ago e zac! Fatto. Nuovo sfregamento disinfettante e vengo cortesemente congedato. La “sala di decantazione” è affollata. Quasi tutte le sedie (rigorosamente distanziate) sono occupate da chi mi ha preceduto e sta in attesa che passi il canonico quarto d’ora prima di andarsene. Sono impaziente. Dieci minuti dovrebbero essere sufficienti. Mi alzo ed esco. Mi sembra di avvertire un leggero dolore alla spalla destra. Pfizer starà già facendo effetto? Ma va là! Però stasera dopo cena magari una cardioaspirina...

 

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