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Martedì, 14 Dicembre 2021 06:59

SALVARE LE VACANZE SULLA NEVE !

Coldiretti Como Lecco: “Salvare la stagione turistica sulle Alpi dopo stop dello scorso anno”

COMO-LECCO – Occorre salvare le vacanze sulla neve di 3,8 milioni di italiani che prima della pandemia erano andati in vacanza in montagna nelle feste di fine anno, per non fermare la ripresa economica ed occupazionale di quei territori.

Lo rimarca Coldiretti Como Lecco attraverso il presidente Fortunato Trezzi: “Si tratta di una opportunità destinata ad avere effetti non solo sulle piste da sci ma sull`intero indotto delle vacanze in montagna, dall`attività dei rifugi alle malghe fino agli agriturismi già duramente colpiti dalle limitazioni di Natale e Capodanno esattamente dodici mesi fa”.

Proprio dal lavoro di fine anno, nelle aree montane, dipende buona parte della sopravvivenza delle strutture agricole con le attività di allevamento e coltivazione svolgono un ruolo fondamentale per il presidio del territorio contro il dissesto idrogeologico, l’abbandono e lo spopolamento.

L’Italia può contare peraltro su oltre 7500 agriturismi situati in montagna dove svolgono una funzione centrale per la tutela del territorio e la difesa della biodiversità a sostegno del turismo sostenibile che è stato scelto dalla Fao quest’anno come tema della giornata della montagna. I 2/3 degli agriturismi di montagna si trova nel nord Italia ma la presenza – sottolinea la Coldiretti - è diffusa anche nel centro e nel sud del Paese secondo Terranostra. L’ agriturismo – precisa la Coldiretti - è la struttura turistica più integrata nel territorio montano del quale segue i ritmi con l’attività di coltivazione e di allevamento e ne tutela l’identità anche nell’offerta enogastronomica.

Una realtà importante anche nelle due province lariane, dove si contano 245 strutture agrituristiche, suddivise tra i 166 di Como e i 79 di Lecco: alla base del loro successo c’è la possibilità di trascorrere le vacanze a contatto con la natura ma anche di mangiare i piatti della tradizione, i cui segreti sono conservati da generazioni nelle campagne.

Occorre inoltre “ricordare e sostenere il ruolo di agricoltura e allevamento svolti in ambiente montano, che assicurano la vitalità delle nostre Alpi, disegnandone in modo profondo le forme ed i colori. La montagna rischia l’abbandono per le difficoltà che hanno costretto centinaia di miglia di aziende agricole a chiudere i battenti per la mancanza di opportunità”.

Il rischio concreto è lo spopolamento della montagna anche dalla presenza degli allevamenti, che hanno garantito fino ad ora biodiversità, ambiente e equilibrio socio-economico delle aree più sensibili del Paese perché – conclude la Coldiretti – quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere l’abbandono e il degrado spesso da intere generazioni.

Venerdì, 26 Novembre 2021 07:44

DONNA LITUANA PRECIPITA DAL RESEGONE

LECCO - Una donna di circa 40 anni, lituana, ha perso la vita oggi pomeriggio sul Resegone. Era con un’altra persona, connazionale, e stavano rientrando da un’escursione lungo il sentiero n.1 che scende dal rifugio Azzoni. Arrivati nei pressi del canale Comera, appena prima della località Bedoletta, la donna è precipitata per una settantina di metri; la dinamica è in corso di accertamento. Immediata la richiesta di aiuto: la centrale ha mandato sul posto i tecnici della Stazione di Lecco del Cnsas, XIX Delegazione Lariana, e i Vigili del fuoco. Non è stato possibile arrivare sul posto con l’elisoccorso perché le condizioni meteorologiche lo impedivano, con nebbia e scarsa visibilità in quota. L’équipe medica ha però raggiunto i Piani d’Erna e il medico del Cnsas ha constatato il decesso. Il recupero della salma avverrà nelle prossime ore: la zona, dove in passato si sono già registrati incidenti mortali, è particolarmente impervia e di difficile accesso, inoltre, al momento sono in corso precipitazioni, con neve e pioggia. L’altro escursionista, illeso, è stato accompagnato a valle dalle squadre.

 

IL SOCCORSO ALPINO RICORDA:

Negli ultimi giorni molti dei nostri interventi hanno avuto un fattore comune ricorrente: il buio. Dal Friuli-Venezia Giulia al Piemonte, dall'Abruzzo alla Sicilia siamo intervenuti per soccorrere persone o comitive che si sono trovate in difficoltà al sopraggiungere del buio. Per un'escursione in montagna, come spesso si dice (ma non sempre si fa), si parte presto. Si parte presto perché l'imprevisto può capitare, ma se capita a mezzogiorno è più facilmente risolvibile rispetto a quando capita dopo il tramonto con le temperature che scendono velocemente.

Qui quattro consigli veloci per non farsi cogliere impreparati:
🗺️ durante la pianificazione di un'escursione verifica sempre l'orario dell'alba e del tramonto e le temperature previste nel corso della giornata ma anche durante la notte;
🕗 come dicevamo poco sopra - compatibilmente con le temperature, le condizioni del terreno e la tipologia di attività da svolgere - si parte presto per terminare l'escursione presto ed evitare che un piccolo imprevisto si trasformi in un grande problema;
🔦 nello zaino porta sempre una torcia (non una torcetta portachiave) con delle pile di ricambio: potrà esserti utile per seguire il sentiero con il buio o per renderti visibile a chi ti sta cercando;
🎒 anche se non prevedi un pernotto fuori, porta sempre un indumento più pesante "di emergenza" nel caso in cui ti trovassi per un qualsiasi motivo a trascorrere la notte fuori. Non occorre girare con un sacco a pelo nello zaino, ma avere un capo pesante e degli accessori (guanti, cappello) sufficientemente adatti alle temperature prossime/sotto al/lo zero.
Per info più specifiche è attivo il portale web 'Sicuri in Montagna' con diverse pubblicazioni realizzate dal nostro Corpo in collaborazione con il CAI - Club Alpino Italiano: sicurinmontagna.it/documenti

Martedì, 09 Novembre 2021 14:18

TORNA IL LECCO MOUNTAIN FESTIVAL

in Cultura
 

Presentata a Lecco l'edizione 2021 del Lecco Mountain Festival che prevede quattro appuntamenti tra il 14 novembre e il 1° dicembre.

La prima serata sarà "culturale" e non per forza legata alla montagna visto che protagonista sarà Andrea Vitali che presenterà il suo nuovo romanzo "La gita in barchetta"

Dopodiché full immersion in alta quota con il McKinley dei lecchesi prima e il film su Walter Bonatti raccontato da Reinhold Messner; conclusione il primo dicembre con la "prima" del film dei Ragni di Lecco e la consegna del premio "Stile Alpino" che vedrà premiato l'autore della migliore salita realizzata tra il 1° novembre del 2020 e il 31 agosto di quest'anno.

La giuria (formata da Riccardo Milani, Fabio Palma, Giuseppe Miotti, Ennio Spiranelli e Maurizio Giordani) sarà chiamata a scegliere tra ben 25 ascensioni. 

Tutte le informazioni su leccomountainfestival.com.

Ecco il programma completo (la prenotazione è praticamente d'obbligo):

Domenica 14 novembre

Incontro con Andrea Vitali

ore 11:00
Presentazione del nuovo romanzo La gita in barchetta di Garzanti Editore
Presenta Giulia Bario, volto di UNICA TV
Sala Palazzo Falk, Piazza Garibaldi, Lecco

Giovedì 18 novembre

La Sud del McKinley

ore 21:00
Serata-evento sui 60 anni della scalata al McKinley, spedizione Città di Lecco 1961 guidata da Riccardo Cassin
Proiezione delle riprese originali del 1961 della scalata di Riccardo Cassin e i Ragni di Lecco
Presenta il giornalista Marco Albino Ferrari
Sala della Camera di Commercio, Via Tonale

Giovedì 25 novembre

Fratelli si diventa

ore 21:00 Proiezione film su Walter Bonatti raccontato da Reinhold Messner
Presenta Stefano Spreafico, direttore di UNICA TV e Alessandro Filippini, giornalista della Gazzetta dello Sport
Sala della Camera di Commercio, Via Tonale

Mercoledì 1 dicembre

Premiere del film dei Ragni di Lecco e Premio Stile Alpino

ore 21:00
Presentano Giulia Bario e Mario Servillo, giornalista UNICA TV
Sala della Camera di Commercio, Via Tonale
Prenotazione obbligatoria a partire dal 20/11
Documentario prodotto da UNICA TV

 

Ne avevamo accennato in un articolo del 19 Aprile 2021: la convenzione cioe` tra la Comunita` Montana della Valsassina e la Regione Lombardia, che in un ampio progetto dello stesso mese aveva approvato, stanziandoci la bella cifra di 3 milioni e 120 mila euro, una lunga e alta pista ciclabile che dalla Valtellina arrivasse alla Bergamasca, passando per l`alta Valsassina.

La lunga delibera n. 55 della Comunita` Montana del 27 Aprile descriveva anche in dettaglio le modalita` dell`operazione, che partiva dall`accordo con la Comunita` Montana della Valtellina Morbegnese come intervento di “RECUPERO DELLA VIABILITÀ STORICA E VALORIZZAZIONE IDENTITARIA DELLE COMUNITÀ TRANSOROBICHE".

“Il turismo - si legge nel documento - rappresenta una delle risorse economiche prioritarie di quasi tutti i Comuni della Comunità Montana. ... L’adeguamento e il completamente dei sentieri esistenti, collegati tra loro con le varie strade agro, silvo pastorali, potranno essere l’avvio di un nuovo turismo sportivo quale l’E-bike e le escursioni a cavallo. La realizzazione di tali itinerari
permetterà al turista di percorrere il nostro territorio passando dal lago alla montagna e viceversa”.

"L’obiettivo principale di realizzazione di itinerari culturali-turistico-sportivi - prosegue il documento - al fine di assicurare un rilancio del turismo in quota fruibile oltre che da pedoni anche da ciclisti in mountain-bike, sicuro scenario naturale e di interesse storico-culturale reso dai manufatti ancora esistenti risalenti alla Grande Guerra (cioe` in sostanza la "Linea Cadorna" ndr) garantendo così anche una valorizzazione dei sistemi agro-alimentari di malghe e alpeggi delle Orobie e riqualificazione ambientale anche sotto il profilo del dissesto idrogeologico"

Il Primo Lotto interessava i comuni di Colico, Introbio, Pagnona, Premana, Valvarrone, Delebio, Gerola Alta e Piantedo: il progetto e` stato "predisposto dal professionista incaricato Arch. Luca Ruffoni e comportante un quadro economico complessivo di € 3.120.000.

La Comunita` Montana quindi ha autorizzato la Convenzione, gia` approvata dalla Regione Lombardia nel “Programma degli interventi per la ripresa economica”, stabilendo i quattro "itinerari transorobici" principali:

- Transorobica Occidentale 1: Legnoncino
- Transorobica Occidentale 2: Legnone
- Transorobica Occidentale 3: Stavello
- Transorobica Occidentale 4: Trona
Ogni itinerario presenta oltre all’asse principale, una serie di collegamenti e itinerari
secondari che permettono di connettere tra loro i singoli percorsi e di raggiungere
elementi tematici di pregio lungo il percorso.

UNa volta partiti i lavori la Regione dovra` provvedere ad opportuni controlli con ispezioni e sopralluoghi.

Inoltre era stato stabilito un preciso Cronoprogramma dei lavori, da ultimarsi nel Settembre - Novembre 2023:

CRONOPROGRAMMA:

Approvazione progetto di fattibilità tecnico economica: marzo 2021
Approvazione progetto definitivo: Ottobre 2021
Approvazione progetto esecutivo: Marzo 2022
Aggiudicazione appalto: luglio 2022
Consegna lavori: settembre 2022
Ultimazione lavori: settembre 2023
Collaudo tecnico - amministrativo: novembre 2023

 

Localizzazione dei lavori :

"Questa area vasta d’intervento è compresa a cavallo delle provincie di Sondrio e Lecco, all’interno delle Comunità
Montane Valsassina, Valvarrone, Val d’Esino Riviera e Valtellina di Morbegno.
I territori comunali toccati da tale intervento risultano essere quelli di Colico, Delebio, Gerola Alta, Introbio, Pagnona,
Piantedo, Premana, Sueglio, Valvarrone, mentre secondariamente risultano marginalmente coinvolti i territori di
Pedesina e Dorio.

L’area interessata è pertanto ascrivibile alla dorsale orobica compresa tra il Monte Legnoncino, il Monte Legnone, il Monte Rotondo e il Pizzo dei Tre Signori, coinvolgendo di fatto i territori sottostanti relativi in termini idrografici alla Valgerola, la Val Lesina, la Val Varrone, la Val Biandino oltre che alle aree di riviera del Lario orientale e di porzioni dei territori di fondovalle della Valtellina e della Valsassina.

Gli itinerari previsti si snodano su aree paesaggisticamente e ambientalmente molto differenti tra loro in funzione
anche alle quote altimetriche che tendono a diversificare e a rendere difficoltosi gli interventi progettuali
considerando l’accessibilità e l’instabilità meteorologica e climatica in funzione a quote altimetriche di progetto
comprese tra la quota del Lario (198 m s.l.m.) e la Bocchetta di Legnone (2395 m s.l.m.).

Il paesaggio risulta complessivamente caratterizzato nella sua variazione altimetrica di versante, da foreste di
latifoglie, da foreste di conifere e nella parte superiori da praterie d'alta quota con variazioni delle essenze vegetali
derivate dalle diverse esposizioni solari dei versanti, dai quali derivano microclimi ed ecosistemi parzialmente
differenti influenzati fortemente inoltre dall’ambito lacustre dell’area.

Tale ambiente appare fortemente modificato dall’utilizzo antropico del territorio, che ha portato alla formazione ed
al mantenimento nelle aree più fertili di formazioni erbacee di natura secondaria ricavate nel corso dei secoli a
scapito del bosco e si è contraddistinto per il costante esplicarsi delle tradizionali pratiche agricolo-zootecniche.
Ambienti prettamente urbanizzati sono maggiormente sviluppati nelle aree di riviera e di fondovalle mentre a mezza
costa i territori urbanizzati sono circoscritti in specifiche aree frammentate tra loro.""

La prima area T.O.1 parte dal LEGNONCINO (Colico) a 218 m s.l.m. e arriva a Valvarrone – Tremenico (LC) 754 m s.l.m.
Lunghezza itinerario: 24.730 mt (24 chilometri)

La seconda T.O.2 parte dal LEGNONE Delebio (So) a 218 m s.l.m. e arriva a Pagnona (LC) 811 m s.l.m.
Lunghezza itinerario: 32.770 m (32,7 km) Quota valico: 2395 m s.l.m.

La terza T.O.3 STAVELLO parte da Premana (LC) 951 m s.l.m. arriva a Gerola Alta (SO) 1053 m s.l.m. Lunghezza itinerario: 23.160 m(23 km) Quota valico: 2202 m s.l.m.

La quarta T.O.4 TRONA parte da Introbio (LC) 586 m s.l.m. e arriva a Gerola Alta (SO) 1053 m s.l.m.
Lunghezza itinerario: 26.460 m (26 km) Quota valico: 2093 m s.l.m.

Ricettività lungo il percorso: Rifugio Tavecchia, Rifugio Valbiandino, Casa alpina Pio X, Rifugio Madonna della
Neve, Rifugio S. Rita, Rifugio Falc, Rifugio Casera Vecchia di Varrone, Rifugio Trona Soliva.

"Le vie principali saranno connesse alle arterie secondarie e di connessione con i punti tematici favorendo l’accesso
agli alpeggi, alle strutture ricettive, alle aree storico minerarie e militari."

"I punti di partenza e arrivo degli itinerari sono fissati nei singoli centri urbani a ridosso di punti e luoghi pubblici
significativi nei quali verrà allestito uno spazio dedicato al fine di dare maggiore visibilità al percorso e consentire
ai fruitori di avere tutte le informazioni necessarie sulle variabili sentieristiche/tematiche che è possibile percorrere.
Tale scelta permetterà inoltre di intercettare tutti i turisti e i visitatori del luogo, permettendo di offrire servizi quali
quelli dell'E-bike anche a coloro che transiteranno lungo la viabilità ordinaria, intercettando l’offerta turistica già
presente nei singoli paesi quali alberghi, ristoranti, negozi."

Per quanto riguarda la realizzazione "Fondamentale sarà il ripristino e l’adattamento dei fondi, specie quelli in selciato delle parti ammalorate". Si parla di "ripristino delle murature a secco di contenimento", utilizzando meno cemento possibile "per i soli tratti necessari per uno sviluppo massi e verrà mascherato con l'utilizzo di pietrame locale in superficie".

Insomma un " vaste programme" , avrebbe detto il Generale De Gaulle, sicuramente molto ampio e interessante (nelle immagini diamo alcune cartine sui vari Lotti  allegate al Progetto).

In allegato la Delibera CM n. 55 e la Cartina generale dei percorsi previsti

 

BARZIO (LC) - Ritrovato illeso nella serata di Sabato 23/10 un uomo di Lecco, del 1977, che si era smarrito. Da Artavaggio voleva percorrere il “Sentiero degli stradini” e andare verso i Piani di Bobbio ma ha allungato il percorso e si è tolto dalla giusta direzione. Era buio e allora verso le 19:30 ha pensato di chiedere aiuto. Sono partite le squadre della Stazione di Valsassina e Valvarrone del Cnsas - Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico, XIX Delegazione Lariana, che hanno cominciato a battere le aree in cui era più probabile che si potesse trovare il disperso.

L’uomo non aveva con sé una pila, che è sempre molto utile per indicare la propria posizione, oltre che per illuminare il percorso; inoltre, il telefono non consentiva di inviare la posizione e dopo poco la batteria si è scaricata, rendendolo irraggiungibile. Le squadre lo hanno comunque rintracciato: si trovava nella zona della Valle dei Mugoff. Lo hanno accompagnato al rifugio Lecco - alla ricerca ha collaborato anche il gestore del rifugio - e poi con la jeep fino a Barzio. L’intervento si è concluso in tarda serata.

Nel primo pomeriggio invece si erano attivati i tecnici della XIX Delegazione Lariana del Soccorso alpino: verso le 14:00 la centrale di Soreu ha allertato le squadre per un uomo caduto mentre si trovava sulla falesia del Vaccarese, precisamente nel settore La Pera, a circa 1200 metri di quota. L’uomo si è infortunato a una caviglia e ha riportato alcune escoriazioni a una gamba. Cinque tecnici della Stazione di Lecco e del Centro del Bione lo hanno raggiunto; dopo la valutazione sanitaria, lo hanno imbarellato e trasportato con la barella portantina fino all’alpeggio di Campo, poi hanno proseguito con il mezzo fuoristrada del Soccorso alpino, fino all’ambulanza. L’intervento si è concluso nel tardo pomeriggio.

Più morti in montagna che sulle strade, ma il 30% circa degli interventi del Soccorso Alpino effettuati per aiutare persone illese. Questi i due dati più significativi forniti dalla Stazione Valsassina-Valvarrone della XIX Delegazione Lariana del Soccorso Alpino durante la conferenza stampa organizzata mercoledì,  presso la Banca della Valsassina.

 
Giovanni Combi, Maria Grazia Nasazzi, Alessandro Spada, Marco Anemoli, Paolo Dell’Oro

L’incontro è stato organizzato per presentare l’attrezzatura (picche, ramponi e moschettoni tecnologicamente molto avanzati) donata grazie al contributo della Banca della Valsassina (6.000 euro), della Fondazione Comunitaria del Lecchese (6.000 euro) e l’azienda Camp di Premana che, visto il fine, ha applicato un prezzo particolarmente favorevole.

Il Soccorso Alpino Valsassina-Valvarrone

Il capostazione Alessandro Spada

 

Si tratta di una delle sei stazioni, la più numerosa, in cui è suddivisa la XIX Delegazione Lariana. E’ costituita da circa 65 tecnici volontari di cui fanno parte parte anche 3 medici. La squadra potrà presto contare su 5 ragazzi Under 30 del territorio che faranno le selezioni quest’anno, mentre altri 4 giovani si stanno avvicinando alla squadra. “Una squadra forte e una stazione che gode di ottima salute e questo è un segnale molto positivo per il futuro” ha detto il capostazione Alessandro Spada prima di fare alcune riflessioni sugli ultimi dati.

La stazione e il numeri degli interventi

I numeri riferiti ai primi 9 mesi del 2021 parlano di 77 interventi e 87 persone soccorse di 33 illese43 con ferite lievi3 ferite gravemente e 8 decedute: “Il dato che potrebbe far più scalpore è quello delle 8 persone decedute ma io voglio focalizzarmi sulle 33 persone illese soccorso – ha continuato Spada -. Non sono soccorsi di serie B, ma il fatto che il 30% delle persone che soccorriamo non si è fatto nulla deve farci riflettere. E non è un dato solo di quest’anno perché se analizziamo i numeri del 2020, l’anno del lockdown, paradossalmente abbiamo avuto il record di interventi, anche qui con 50 persone illese su 147 soccorse”.

SOCCORSO ALPINO, GLI ULTIMI DATI SUGLI INTERVENTI DELLA STAZIONE VALSASSINA

Un altro dato significativo è quello dei deceduti in montagna, 15 persone nel 2020: “I dati di Regione Lombardia Polis Lombardia riguardo l’incidentalità sulle strade della provincia di Lecco parlano di 13 morti nel 2016, 17 nel 2017, 14 nel 2018, 24 nel 2019, 16 nel 2020: praticamente ci sono più morti in montagna (i 15 deceduti del 2020 sono riferiti alla stazione Valsassina che copre il territorio da Balisio a Colico) che per incidenti stradali stradali. L’altra riflessione è che il maggior numero di interventi che facciamo non sono su attività pericolose (arrampicata o alpinismo) ma su attività normali come l’escursionismo” ha continuato Spada.

Cultura della montagna e prevenzione

Altri due dati interessanti sono: l’utilizzo dell’elicottero (che avviene nel 45% dei casi) e il fatto che nel 78% dei casi le persone soccorse non sono soci Cai: “Per quanto riguarda l’elicottero spesso si leggono polemiche sui social sul fatto che viene utilizzato per interventi banali, ma sono tanti gli aspetti da valutare durante un intervento che vanno al di là della gravità. Proprio ieri a seguito di una caduta sullo Zucco Angelone, nulla di particolarmente grave, la centrale ha disposto il trasporto del paziente all’ospedale di Gravedona perché Lecco non aveva posto. Immaginatevi se il trasporto da Barzio a Gravedona si fosse dovuto fare in ambulanza. Il dato rispetto al soccorso dei non soci Cai, infine, ci dice di una cultura dell’andare in montagna che probabilmente viene a mancare e anche questo è un dato da sottolineare”.

Emblematico è il filmato realizzato in Grignetta di una persona giunta in vetta con scarpe da ginnastica e in mano un borsone da piscina: “Il Soccorso Alpino fa prevenzione, ogni volontario quando è in giro fa prevenzione, così come fa prevenzione il Cai – ha concluso Spada – Le associazioni e gli enti del territorio devono darci una mano a fare prevenzione”.

Marco Anemoli, Delegato della XIX Lariana

Il Delegato della XIX Lariana Marco Anemoli

 

“La stazione della Valsassina è sicuramente la più numerosa della Delegazione ed è molto forte – ha detto il Delegato Marco Anemoli -. Paradossalmente nel 2020, nonostante il lungo periodo di lockdown, abbiamo avuto il record di interventi. Sui nostri monti, purtroppo, abbiamo visto molta gente inesperta, che si avventura e non conosce le difficoltà. Abbiamo avuto un sacco di interventi di gente che si è fatta sorprende dal buio, piuttosto che priva dell’abbigliamento adatto, oppure non pensa che nel periodo primaverile sui versanti Sud ci sono le margherite mentre sui versanti Nord c’è ancora il ghiaccio, tutto ciò ha fatto sì che ci sia stata un’impennata di interventi e di morti”.

“Il soccorritore è un lavoro di sacrificio, nelle nostre macchine c’è sempre tutto l’occorrente per partire in qualsiasi momento in caso di bisogno – ha continuato -. E’ per questo che questa donazione è particolarmente apprezzata dai volontari della Valsassina che non sono persone mediatiche, anzi, con la stessa velocità con cui agiscono spariscono, però questa azione è un gesto concreto di vicinanza, di apprezzamento per il lavoro che fanno e si vedono riconosciuto questo impegno”.

Giovanni Combi, presidente Banca della Valsassina

Giovanni Combi

“Chi abita in Valsassina sa bene il lavoro che questi volontari compiono – ha detto Giovanni Combi, presidente della Banca della Valsassina -. Con grande modestia il Soccorso Alpino si è dimenticato di sottolineare la pericolosità degli interventi che compiono, perciò da parte nostra è stato naturale assecondare questa richiesta. Saremo sempre vicini al Soccorso Alpino perché sono associazioni che vanno sostenute e a cui va fatta sentire la nostra vicinanza. Non sono loro che devono ringraziarci ma siamo noi che dobbiamo farlo per tutto il lavoro che fanno. La montagna non è mai banale”.

Maria Grazia Nasazzi, presidente della Fondazione Comunitaria del Lecchese

Maria Grazia Nasazzi

“Compito della Fondazione è trovare dei compagni di viaggio (in questo caso la Banca della Valsassina) per sostenere chi, come voi, sa far bene quello che fa perché così il vostro operato diventa un bene comune – ha detto Maria Grazia Nasazzi presidente della Fondazione Comunitaria del Lecchese -. La montagna è esigente, richiede serietà riconoscendo il proprio limite. La montagna è una scuola per i nostri bambini e i nostri giovani. Il linguaggio della montagna può essere un grandissimo aiuto nella crescita. E infine son felice di questo ricambio generazionale perché il patrimonio della vostra esperienza può essere consegnato a quelli più giovani. Il Soccorso Alpino richiama tutti questi aspetti e lo fa senza troppe parole. Grazie per la serietà e la professionalità dentro un’umanità grande“.

Giovanni Codega, responsabile commerciale Italia Camp

Giovanni Codega

“I soccorritori son tutti volontari ma hanno una grande competenza: sanno quello che fanno e lo fanno benissimo – ha detto Giovanni Codega, responsabile commerciale Italia Camp -. Come Camp in questo caso abbiamo fatto ben poco, ma quel che più conta è che vogliamo sostenere il Soccorso Alpino aprendo le porte della nostra azienda ai tecnici per riuscire a soddisfare le esigenze dei soccorritori sviluppando prodotti specifici per le attività di soccorso. Non mollate mai anche se spesso vuol dire sacrificare la propria vita e la propria famiglia perché, sotto gli abiti civili, portate sempre la vostra uniforme”.

La presentazione dei materiali donati

Andrea Gianola, vice capostazione Valsassina

E’ toccato ad Andrea Gianola, vice capostazione della Valsassina, presentare la strumentazione tecnica acquistata con la donazione. Una picozza Xlite d’alpinismo che può diventare una buona picca da ghiaccio. Ramponi Alpinist Pro, uno strumento molto tecnico che, attraverso la sostituzione del puntale, può diventare anche un rampone da cascata di ghiaccio. E poi moschettoni in alluminio, molto leggeri, che però superano carichi da 40 kN, un risparmio di peso molto importante soprattutto in certi tipi di interventi.

“Mi piace dire che siamo dei professionisti che svolgono questo lavoro gratuitamente. Per il fatto che abbiamo anche un comparto sanitario che altri enti non hanno credo che nessuno meglio di noi possa portare soccorso in montagna – ha concluso Alessandro Spada -. E’ vero che essere soccorritori è un sacrificio ma è anche un onore e noi siamo molto orgogliosi”.

(Si ringrazia Lecconotizie.com per la gentile concessione)

Disgaggi da mercoledì, attenzione alle chiusure dei sentieri

Partono mercoledì i lavori di manutenzione straordinaria e riqualificazione delle vie ferrate previsti nell'ambio dell'atto integrativo all'accordo di programma sulla valorizzazione delle falesie lecchesi. Sotto la lente le ferrate storiche di Lecco Gamma 1 (Pizzo d’Erna), Gamma 2 (Monte Resegone) e Corna di Medale (Monte San Martino).

Ad eseguire le opere frutto del nuovo accordo sottoscritto e finanziato dal Comune di Lecco, (ente committente), Regione Lombardia e Fondazione Comunitaria del Lecchese sarà la Geomont di Lecco (Gamma 1), il raggruppamento temporaneo di imprese composto da Geoprotection di Mazzoleni Ulderico di Lecco, Panzeri Manuele di Ballabio, Panzeri Martino di Ballabio e Maggioni Giulio di Oliveto Lario (Gamma 2) e l'associazione temporanea di imprese composta dalla Ecoval di Quart e dalla guida alpina Colzada Gualtiero (Medale).

I lavori di disgaggio, che partiranno questo mercoledì, interesseranno le prime due ferrate (Gamma 1 e Gamma 2) e determineranno la chiusura temporanea di una serie di sentieri, individuati in collaborazione con il Gruppo Alpinistico Lecchese Gamma, gli Alpini Monte Medale e con le imprese incaricate. Gli interventi dovrebbero terminare venerdì e comunque nel fine settimana si interromperanno per garantire la percorribilità della rete sentieristica, per poi eventualmente riprendere il prossimo lunedì.

Sarà invece realizzato a partire da lunedì 27 settembre il disgaggio della Medale sul Monte San Martino.

"L'inizio dell'intervento sulle ferrate - sottolinea l'assessore all'Attrattività territoriale del Comune di Lecco Giovanni Cattaneo - è una buona notizia per chi attende di utilizzarle ma anche per i rifugisti e tutta la rete dell'accoglienza turistica lecchese: grazie al finanziamento di Regione Lombardia e alla sinergia tra Fondazione Comunitaria del Lecchese, il gruppo alpinistico Gamma e gli Alpini del Medale, il traguardo della riapertura si fa più vicino.

Massima attenzione nei prossimi giorni perché la operazioni di bonifica da potenziali pietre instabili richiedono grande prudenza: a partire da mercoledì 22 settembre e per una settimana, nei giorni lavorativi, i sentieri più vicini alle tre ferrate saranno interdetti per consentire agli specialisti di lavorare in sicurezza".

Nella mappa sotto i sentieri interessati dalle chiusure da mercoledì 22 settembre

La Valsassina, come e` noto, per la sua conformazione geologica e` terra di ritrovamenti fossili piuttosto importanti, soprattutto nel gruppo delle Grigne, a Esino-Cainallo e nella localita` Pialeral di Pasturo, dove per anni ha lavorato e scavato il professor Luigi Tintori, paleontologo dell`Universita` di Milano ( lo scopritore del notissimo Lariosaurus) insieme ai suoi studenti.

Una nuova interessante segnalazione pero` e` arrivata recentemente al Comune di Introbio, da parte nientemeno che del Ministero della Cultura, su iniziativa del prof. Antonio Fagioli , per conto di "Triassica Institute for Triassic Fossil Lagerstatten".

Come sappiamo le cosiddette  Placche di Introbio sono ormai una splendida realta` sportiva della nostra zona, dove moltissimi apprendisti alpinisti di ogni eta`, dai giovanissimi in su, si allenano alle scalate "chiodate" di ogni genere.

Non sappiamo se il dott. Fagioli sia uno di questi, comunque "ha segnalato - dice la missiva ministeriale - il rinvenimento, sulla falesia antistante la Rocca di Baiedo, di un fossile di rettile del Triassico" (tra 250 e 200 milioni di anni fa).

" Il fossile si trova a circa 2 metri di altezza dal suolo nella zona del parcheggio di Casa delle Guide, frequentato anche dagli utenti delle palestre di arrampicata, e potrebbe quindi essere prelevato o oggetto di vandalismi".

Il paleontologo quindi chiede al Comune un sopralluogo e una ispezione (gia` effettuata) per valutare il grado di rischio.
L`organizzazione Triassica inoltre si dice disponibile "a sostenere le spese del prelievo e della successiva preparazione del reperto".
A seguire la pratica il dott. Stefano Rossi archeologo e responsabile dei beni culturali, insieme al Soprintendente Giuseppe Stolfi.

Naturalmente, prima che venga eseguita l`operazione di recupero, si spera che il reperto, che dimostra la grande importanza del nostro territorio anche da questo punto di vista, non venga danneggiato od asportato da nessun visitatore delle Placche.

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