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Pubblicato in Attualita`

BANCA DELLA VALSASSINA, FONDAZIONE COMUNITARIA DEL LECCHESE E CAMP ACCANTO AL SOCCORSO ALPINO

Giovedì, 21 Ottobre 2021 19:57 Scritto da  Marco Milani - Lecconotizie.com

Più morti in montagna che sulle strade, ma il 30% circa degli interventi del Soccorso Alpino effettuati per aiutare persone illese. Questi i due dati più significativi forniti dalla Stazione Valsassina-Valvarrone della XIX Delegazione Lariana del Soccorso Alpino durante la conferenza stampa organizzata mercoledì,  presso la Banca della Valsassina.

 
Giovanni Combi, Maria Grazia Nasazzi, Alessandro Spada, Marco Anemoli, Paolo Dell’Oro

L’incontro è stato organizzato per presentare l’attrezzatura (picche, ramponi e moschettoni tecnologicamente molto avanzati) donata grazie al contributo della Banca della Valsassina (6.000 euro), della Fondazione Comunitaria del Lecchese (6.000 euro) e l’azienda Camp di Premana che, visto il fine, ha applicato un prezzo particolarmente favorevole.

Il Soccorso Alpino Valsassina-Valvarrone

Il capostazione Alessandro Spada

 

Si tratta di una delle sei stazioni, la più numerosa, in cui è suddivisa la XIX Delegazione Lariana. E’ costituita da circa 65 tecnici volontari di cui fanno parte parte anche 3 medici. La squadra potrà presto contare su 5 ragazzi Under 30 del territorio che faranno le selezioni quest’anno, mentre altri 4 giovani si stanno avvicinando alla squadra. “Una squadra forte e una stazione che gode di ottima salute e questo è un segnale molto positivo per il futuro” ha detto il capostazione Alessandro Spada prima di fare alcune riflessioni sugli ultimi dati.

La stazione e il numeri degli interventi

I numeri riferiti ai primi 9 mesi del 2021 parlano di 77 interventi e 87 persone soccorse di 33 illese43 con ferite lievi3 ferite gravemente e 8 decedute: “Il dato che potrebbe far più scalpore è quello delle 8 persone decedute ma io voglio focalizzarmi sulle 33 persone illese soccorso – ha continuato Spada -. Non sono soccorsi di serie B, ma il fatto che il 30% delle persone che soccorriamo non si è fatto nulla deve farci riflettere. E non è un dato solo di quest’anno perché se analizziamo i numeri del 2020, l’anno del lockdown, paradossalmente abbiamo avuto il record di interventi, anche qui con 50 persone illese su 147 soccorse”.

SOCCORSO ALPINO, GLI ULTIMI DATI SUGLI INTERVENTI DELLA STAZIONE VALSASSINA

Un altro dato significativo è quello dei deceduti in montagna, 15 persone nel 2020: “I dati di Regione Lombardia Polis Lombardia riguardo l’incidentalità sulle strade della provincia di Lecco parlano di 13 morti nel 2016, 17 nel 2017, 14 nel 2018, 24 nel 2019, 16 nel 2020: praticamente ci sono più morti in montagna (i 15 deceduti del 2020 sono riferiti alla stazione Valsassina che copre il territorio da Balisio a Colico) che per incidenti stradali stradali. L’altra riflessione è che il maggior numero di interventi che facciamo non sono su attività pericolose (arrampicata o alpinismo) ma su attività normali come l’escursionismo” ha continuato Spada.

Cultura della montagna e prevenzione

Altri due dati interessanti sono: l’utilizzo dell’elicottero (che avviene nel 45% dei casi) e il fatto che nel 78% dei casi le persone soccorse non sono soci Cai: “Per quanto riguarda l’elicottero spesso si leggono polemiche sui social sul fatto che viene utilizzato per interventi banali, ma sono tanti gli aspetti da valutare durante un intervento che vanno al di là della gravità. Proprio ieri a seguito di una caduta sullo Zucco Angelone, nulla di particolarmente grave, la centrale ha disposto il trasporto del paziente all’ospedale di Gravedona perché Lecco non aveva posto. Immaginatevi se il trasporto da Barzio a Gravedona si fosse dovuto fare in ambulanza. Il dato rispetto al soccorso dei non soci Cai, infine, ci dice di una cultura dell’andare in montagna che probabilmente viene a mancare e anche questo è un dato da sottolineare”.

Emblematico è il filmato realizzato in Grignetta di una persona giunta in vetta con scarpe da ginnastica e in mano un borsone da piscina: “Il Soccorso Alpino fa prevenzione, ogni volontario quando è in giro fa prevenzione, così come fa prevenzione il Cai – ha concluso Spada – Le associazioni e gli enti del territorio devono darci una mano a fare prevenzione”.

Marco Anemoli, Delegato della XIX Lariana

Il Delegato della XIX Lariana Marco Anemoli

 

“La stazione della Valsassina è sicuramente la più numerosa della Delegazione ed è molto forte – ha detto il Delegato Marco Anemoli -. Paradossalmente nel 2020, nonostante il lungo periodo di lockdown, abbiamo avuto il record di interventi. Sui nostri monti, purtroppo, abbiamo visto molta gente inesperta, che si avventura e non conosce le difficoltà. Abbiamo avuto un sacco di interventi di gente che si è fatta sorprende dal buio, piuttosto che priva dell’abbigliamento adatto, oppure non pensa che nel periodo primaverile sui versanti Sud ci sono le margherite mentre sui versanti Nord c’è ancora il ghiaccio, tutto ciò ha fatto sì che ci sia stata un’impennata di interventi e di morti”.

“Il soccorritore è un lavoro di sacrificio, nelle nostre macchine c’è sempre tutto l’occorrente per partire in qualsiasi momento in caso di bisogno – ha continuato -. E’ per questo che questa donazione è particolarmente apprezzata dai volontari della Valsassina che non sono persone mediatiche, anzi, con la stessa velocità con cui agiscono spariscono, però questa azione è un gesto concreto di vicinanza, di apprezzamento per il lavoro che fanno e si vedono riconosciuto questo impegno”.

Giovanni Combi, presidente Banca della Valsassina

Giovanni Combi

“Chi abita in Valsassina sa bene il lavoro che questi volontari compiono – ha detto Giovanni Combi, presidente della Banca della Valsassina -. Con grande modestia il Soccorso Alpino si è dimenticato di sottolineare la pericolosità degli interventi che compiono, perciò da parte nostra è stato naturale assecondare questa richiesta. Saremo sempre vicini al Soccorso Alpino perché sono associazioni che vanno sostenute e a cui va fatta sentire la nostra vicinanza. Non sono loro che devono ringraziarci ma siamo noi che dobbiamo farlo per tutto il lavoro che fanno. La montagna non è mai banale”.

Maria Grazia Nasazzi, presidente della Fondazione Comunitaria del Lecchese

Maria Grazia Nasazzi

“Compito della Fondazione è trovare dei compagni di viaggio (in questo caso la Banca della Valsassina) per sostenere chi, come voi, sa far bene quello che fa perché così il vostro operato diventa un bene comune – ha detto Maria Grazia Nasazzi presidente della Fondazione Comunitaria del Lecchese -. La montagna è esigente, richiede serietà riconoscendo il proprio limite. La montagna è una scuola per i nostri bambini e i nostri giovani. Il linguaggio della montagna può essere un grandissimo aiuto nella crescita. E infine son felice di questo ricambio generazionale perché il patrimonio della vostra esperienza può essere consegnato a quelli più giovani. Il Soccorso Alpino richiama tutti questi aspetti e lo fa senza troppe parole. Grazie per la serietà e la professionalità dentro un’umanità grande“.

Giovanni Codega, responsabile commerciale Italia Camp

Giovanni Codega

“I soccorritori son tutti volontari ma hanno una grande competenza: sanno quello che fanno e lo fanno benissimo – ha detto Giovanni Codega, responsabile commerciale Italia Camp -. Come Camp in questo caso abbiamo fatto ben poco, ma quel che più conta è che vogliamo sostenere il Soccorso Alpino aprendo le porte della nostra azienda ai tecnici per riuscire a soddisfare le esigenze dei soccorritori sviluppando prodotti specifici per le attività di soccorso. Non mollate mai anche se spesso vuol dire sacrificare la propria vita e la propria famiglia perché, sotto gli abiti civili, portate sempre la vostra uniforme”.

La presentazione dei materiali donati

Andrea Gianola, vice capostazione Valsassina

E’ toccato ad Andrea Gianola, vice capostazione della Valsassina, presentare la strumentazione tecnica acquistata con la donazione. Una picozza Xlite d’alpinismo che può diventare una buona picca da ghiaccio. Ramponi Alpinist Pro, uno strumento molto tecnico che, attraverso la sostituzione del puntale, può diventare anche un rampone da cascata di ghiaccio. E poi moschettoni in alluminio, molto leggeri, che però superano carichi da 40 kN, un risparmio di peso molto importante soprattutto in certi tipi di interventi.

“Mi piace dire che siamo dei professionisti che svolgono questo lavoro gratuitamente. Per il fatto che abbiamo anche un comparto sanitario che altri enti non hanno credo che nessuno meglio di noi possa portare soccorso in montagna – ha concluso Alessandro Spada -. E’ vero che essere soccorritori è un sacrificio ma è anche un onore e noi siamo molto orgogliosi”.

(Si ringrazia Lecconotizie.com per la gentile concessione)
Ultima modifica il Giovedì, 21 Ottobre 2021 20:08
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