RIAPRE LA TAMOIL DI BALISIO? SUI SOCIAL COMPARE LA RICERCA DI UN ADDETTO
Diciamocelo: quante volte passando davanti alla vecchia e cara Tamoil di Balisio ci siamo chiesti "ma quando riaprirà?". Ebbene sembra che ciò possa avvenire se non a breve almeno a medio termine.
E già, perchè dal 28 febbraio circola un post sui social (quello in copertina) nel quale la "DML Petroli" cerca un addetto alla fornitura "full time" per cui l'ipotesi di una riapertura sembra davvero essere concreta.
Sono passati più di due mesi dagli ultimi rifornimenti erogati da Gerry e famiglia e l'area di servizio così abbandonata faceva veramente tristezza pensando al via vai che da quando è stata installata era presente ogni giorno.
Ora, ammesso che il post abbia un sottofondo di verità (ma non vediamo perchè non dovrebbe essere così) presto dovremmo vedere qualcosa muoversi.
IL FIORE DEL TÉ ROSSO
Dalle nostre parti la pianta che produce questi splendidi fiori non cresce spontaneamente. Ma non sono pochi giardini, balconi, terrazzi e recinzioni che se ne adornano. Stiamo parlando dell’Hibiscus, essenza a distribuzione cosmopolita presente in gran parte delle aree a clima tropicale e temperato del pianeta. Il nome Hibiscus deriva dal greco ίβίσκος (ibiscos) ed è stato probabilmente proposto dal naturalista greco Dioscoride Pedanio nel primo secolo dell'era volgare e in seguito formalizzato nella variante Syriacus dallo scienziato e botanico Linneo nel XVIII secolo. Si conoscono almeno 200 varietà di Ibisco ma la più diffusa in Italia è, appunto, l'Hibiscus Syriacus che però non proviene originariamente dalla Siria, come riteneva Linneo, ma dall'Estremo oriente e per questo chiamato anche "rosa cinese" o di "Sharon".
L'Ibisco, molto frequentato da api e altri insetti polliniferi, è conosciuto anche perché dai fiori essiccati si ricava un infuso corroborante, dall'intenso colore rosso, chiamato Karkadé. Si tratta di una pianta dalle numerose caratteristiche fitoterapiche utilizzato in erboristeria grazie all'elevato contenuto di principi attivi antiossidanti e vitaminici quali calcio, potassio, magnesio, acido ascorbico (vitamina C), flavonoidi, antociani, polifenoli e tannini. L'Ibisco viene utilizzato in funzione anticolesterolemica, antinfiammatoria e per combattere la fragilità capillare, la ritenzione idrica e la stipsi.
Sembra inoltre che i preparati a base di Ibisco siano in grado di controllare l'ipertensione e di combattere le infezioni della vescica, le gengiviti e il mal di gola poiché possiede alcune proprietà della malva, alla cui famiglia appartiene. Preparati essiccati di Ibisco pronti per ricavarne tisane sono in vendita in tutti i supermercati e nelle erboristerie. Un'ultima indicazione: l'infuso di Ibisco è totalmente privo di sostanze alcaloidi e può dunque ben sostituire tè e caffè che contengono molta caffeina.
Nella foto a destra: un bombo ricoperto di polline nel calice di un ibiscus.
PRIMA CATEGORIA: OSSIGENO PER IL CORTENOVA IN ATTESA DEI RIENTRI DEGLI INFORTUNATI
La vittoria ottenuta domenica scorsa sull'ostico campo dell'Albosaggia Ponchiera contribuirà a riportare la necessaria fiducia nella squadra gialloblu? La riprova ci sarà subito nel prossimo turno che vede l'arrivo in Valle della Polisportiva 2B, attualmente al secondo posto in classifica in scia al Lesmo.
Una boccata d'ossigeno che Mister Sozzi non sottovaluta ma nemmeno definisce decisiva. "Abbiamo respirato, è vero, ma siamo ancora in terapia intensiva", queste le sue parole a commento della prestazione in Valtellina fruttata tre preziosissimi punti.
Nel frattempo l'infermeria si sta finalmente (ma lentamente) svuotando. Gritti, Caverio e Maroni sono stati recuperati mentre restano ai box Marco Ciresa e Selva. Quest'ultimo settimana prossima potrebbe tornare ad allenarsi. Per il capitano, invece, serviranno ancora almeno un paio di settimane.
Altro assente l'attaccante Serigne Diakhate squalificato per tre giornate a seguito di un diverbio con un giocatore della Triuggese. La società ha presentato ricorso (viene contestato il verbale dell'arbitro nel quale si fa riferimento ad un pugno mai dato) che però verrà esaminato solo il 9 marzo, per cui domenica sarà indisponibile dovendo scontare la seconda giornata, poi si vedrà.
Per il resto il girone in cui il Cortenova sta lottando per mantenere la categoria è decisamente indecifrabile visti i risultati che ogni domenica giungono dai campi. Il Berbenno. diretta rivale dei gialloblu per evitare i play-out è andato ad imporsi sul terreno della più quotata Monvico, ma da sottolineare anche il pareggio strappato dalla Triuggese (quattro punti in più del Cortenova) alla Polisportiva 2B che, come già scritto, è seconda in classifica e domenica salirà al Todeschini.
Il Lesmo sembra avere invece imboccato la strada che porta alla promozione, ma anche in questo caso ha fatto un certo scalpore il fatto che non sia riuscita ad andare oltre il pareggio nel turno precedente con l'Olympic Morbegno, penultimo in classifica.
Questo per dire che un Cortenova affamato e in fiducia può uscire dalla "terapia intensiva" e trovare le forze e la testa per combattere fino all'ultimo per restare in Prima Categoria che è poi l'obiettivo che tutto lo staff ha nel mirino.
(In copertina la classifica)
QUOTE ROSA E PROSSIME ELEZIONI AMMINISTRATIVE (CON UN OCCHIO SULLA VIABILITA')
INCIDENTI IN MONTAGNA: SU LECCONOTIZIE.COM INTERVIENE ALESSANDRO SPADA, CAPO STAZIONE CNSAS VALSASSINA-VALVARRONE
Tre morti sul Grignone e ben 26 persone soccorse sulle montagne della Valsassina in soli due mesi dall’inizio dell’anno.
“E’ un dato che fa riflettere. Che deve far riflettere – commenta Alessandro Spada capo stazione della stazione Valsassina – Valvarrone già vice Delegato della XIX Delegazione Lariana e vice presidente Regionale – E’ necessario intervenire attraverso un meticoloso lavoro di prevenzione da svolgere attraverso l’educazione dell’andare in montagna“.
Spada ne è convinto: “Al di là dei drammatici accadimenti degli ultimi giorni, dobbiamo tornare a dispensare la ‘cultura della montagna’ iniziando dalle scuole”.
Un appello importante e accorato quello del capo stazione, il quale, tornando alla disgrazia di sabato scorso, pur non potendo stabilire con esattezza la dinamica di quanto accaduto, ci aiuta a capire le condizioni generali in cui versava il ‘Couloir Zucchi’ (letteralmente corridoio) così come buona parte dei canali posti sul versante Ovest del Grignone: “Solitamente in questo periodo dell’anno i canali sono carichi di neve che li rende uniformi e consente una risalita più agevole. Quest’anno, così come l’anno scorso, le scarse precipitazioni hanno creato una situazione anomala. Come si dice in gergo i canali sono ‘magri’, ossia scarichi di neve. Ciò li rende più tecnici, impegnativi e insidiosi, come nel caso del ‘Couloir Zucchi’. Un misto di neve, ghiaccio, roccia che incrementa il grado di difficoltà. Queste condizioni possono quindi richiedere anche un approccio diverso di risalita rispetto a quanto si era preventivato all’attacco”.
Un altro aspetto fondamentale inerente l’intervento di sabato scorso che Spada tiene a precisare è stata la presenza sul posto di un volontario del Cnsas (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico) appartenente alla Stazione Valsassina – Valvarrone: “Il collega era in zona e aveva notato i due impegnati lungo il ‘Couloir Zucchi’. Non vedendoli sbucare e arrivare al Rifugio Brioschi si è insospettito e si è fatto calare da un amico. Non rilevando più la presenza dei due alpinisti ha fatto scattare l’allarme, attivando la macchina dei soccorsi, restando sul posto e mettendosi a disposizione per indicare all’elisoccorso del punto esatto dove effettuare la perlustrazione dall’alto, fornendo supporto via terra. Questo è un esempio di come la presenza sul territorio dei volontari del Soccorso Alpino sia spesso fondamentale ai fini delle operazioni di soccorso”.
Una tragedia quella di sabato scorso che segue a quella di una settimana prima, quando lungo il Canale Ovest, che corre parallelo al ‘Couloir Zucchi’, aveva perso la vita un altro alpinista: Francesco Luiso.
“E’ fondamentale informarsi prima di compiere qualsiasi tipo di escursione – puntualizza Spada – E bisogna farlo come si faceva una volta, quando non c’era internet, telefonando ai rifugisti, alle Guide Alpine del posto e, al più, allo stesso Soccorso Alpino. Non basta raccogliere qualche informazione in Rete dai post sui social e da siti vari. Bisogna informarsi chiedendo a persone esperte, deputate a dare questo tipo di informazioni, che conoscono il territorio e le condizioni”.
La raccomandazione assume un valore ulteriore davanti ad un altro dato: “Su 10 persone soccorse in Valsassina 7 non risiedono sul territorio – precisa Spada – Questo denota ulteriormente la necessità di formare le persone che approcciano alla montagna le quali, per differente cultura ed educazione, hanno meno nozioni di chi in montagna ci vive e vi abita e, nel contempo, è necessario fornire informazioni utili e facilmente fruibili a tutti coloro che la frequentano”.
Il capo stazione Spada su questo punto è deciso a intraprendere un’iniziativa di sensibilizzazione lanciando un appello accorato: “Va creato un tavolo di lavoro aperto ad enti, associazioni, istituzioni, media e liberi cittadini per dare vita ad un progetto di educazione alla montagna. Non possiamo assistere inermi alle tragedie che si consumano sui nostri monti. Noi come Soccorso Alpino siamo pronti ad impegnarci in prima linea”.
(Si ringrazia Lecconotizie.com per la gentile concessione)