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Lunedi 17 ottobre, era il primo giorno programmato di chiusura del ponte A. Visconti a Lecco, con l’attivazione dell’entrata e uscita da e per Lecco ad orari alternati, ed è stato subito caos.

Infatti tutto il traffico veicolare che si stava indirizzando verso detto ponte è stato costretto a svoltare in via Aspromonte, all’altezza dell’NH Hotel. Conseguentemente si è formata, verso l’ora di punta dalle 16,30 circa, una lunghissima coda che ha interessato l’incrocio con via Bezzecca.

Da lunedì 24 ottobre il ponto Visconti rispetterà i seguenti orari: dalle 6.00 alle 11.00 in entrata, dalle 15.00 alle 20.00 in uscita. In tutti gli altri orari e nei fine settimana sarà invece area pedonale.

Quest’ultima era stata interessata, poco tempo fa, dall’inversione di marcia per cui coloro che entravano a Lecco attraverso il ponte Kennedy, non potevano più percorrerla in entrata, ma dovevano proseguire lungo L. da Vinci.

Quindi, ecco che la concomitanza di queste modifiche, la chiusura in alternanza del ponte Visconti, il cambio di direzione di via Bezzecca, nel primo giorno di effettivo utilizzo ha creato un vero e proprio caos.

A peggiorare le cose, occorre sottolineare che, non era presente alcun agente di Polizia Locale che potesse dare informazioni o cercare di smaltire il traffico.

Ora non è dato sapere se questa nuova viabilità sia stata adottata solo in via sperimentale, certo è che se il buongiorno si vede dal mattino, gli auspici non sono certo dei migliori.

A tutto ciò occorre aggiungere il dibattito di queste settimane sulla costruzione della nuova terza corsia del ponte Manzoni, sul quale è in previsione un’ulteriore corsia di sola entrata, che, a detta di molti, non basterebbe per smaltire il traffico e che, di contro necessiterebbe di una corsia anche in uscita.

Albinoleffe : Calcio Lecco 2 – 1
Albinoleffe (3-5-2): Pagno; Riva (dal 38′ s.t J. Gelli), Saltarelli, Milesi; Gusu (dal 27′ s.t. Tommaselli), Gelli F., Nichetti, Giorgione (dal 45′ s.t. Piccoli), Poletti; Galeandro (dal 27′ s.t. Ravasio), Cori. (Rossi, Facchetti, Gelli J., Piccoli, Michelotti, Doumbia, Genevier, Zoma, Miculi, Martignago). All. Marcolini.

Lecco (4-4-2): Pissardo; Celjak, Merli Sala, Battistini (dal 30′ s.t. Sparandeo), Enrici; Giudici (dal 1′ s.t. Vasic), Lora (dall’8′ s.t. Morosini), Masini, Buso (dall’8′ s.t. Nesta); Ganz, Petrovic (dal 21′ s.t. Nepi) (Libertazzi, Lakti, Purro, Vasic, Kraja, Paltrinieri, Sberna, Italeng).
Marcatori: Poletti (A) al 25′ p.t. Gusu a 4′ s.t.; Morosini (L) al 37′ s.t.
Arbitro: Rinaldi di Bassano del Grappa. Ass. Landoni di Milano; Bertozzi di Cesena; IV uomo: Restaldo di Ivrea.
Note. Ammoniti: Gusu, Ganz, Nichetti, Tommaselli, Gelli J. Angoli: 5-5.

Trasferta amara per il Lecco che esce sconfitto dallo scontro con l’Albinoleffe, bestia nera dei Blucelesti, che però hanno concesso troppo agli avversari, che hanno giocato nel loro nuovo stadio.

La prima azione è al 5° ed è dei padroni di casa con Riva che tira debolmente in porta, Pissardo senza problemi. Risponde il Lecco con Petrovic che crossa dal fondo, Saltarelli nell’anticipare Ganz rischia l’autogol. Poco dopo è Giorgione che in spaccata mette un bellissimo pallone in mezzo che però nessuno dei suoi compagni è in grado di sfruttare.

Al 24° l’Albinoleffe passa in vantaggio con Gusu che crossa all’improvviso dalla destra di Gusu, Poletti si inserisce sul secondo sorprendendo Battistini che pasticcia senza riuscire a chiudere servendo così la palla all’attaccante bergamasco che segna. Ancora padroni di casa pericolosi con Gaelandro che liberissimo in area non riesce a schiacciarla di testa. Al 30° Ganz prova la conclusione in diagonale da destra, la difesa Bluceleste respinge, scampato pericolo. Si arriva al 42°, con Gelli che cerca un tiro da fuori area, ma senza fortuna. In chiusura di tempo bella conclusione di Petrovic che manda la palla fuori di un nulla.
L’inizio di ripresa è ancora di marca bergamasca con un cross al 49° dalla sinistra che attraversa tutta l’area a difesa Bluceleste, Enrici non riesce a rinviare e Gusu deve solo calciarla di sinistro per il raddoppio. Mister De Paola corre ai ripari inserendo Nesta, Vasic e Morosini ed il Lecco reagisce, anche se l’Albinoleffe va vicinissimo al 3-0 col diagonale di Gelli fuori di un niente. Al 66° Giorgione calcia da sinistra, ma la palla esce. Il Lecco non ci sta ed al 68° il solito Celjak tenta dai trenta metri, fuori di un nulla. Subito dopo Enrici cerca di sorprende Pagno di destro, palla fuori.

Al 78° Lecco vicinissimo al gol: lancio di cinquanta metri per Nepi lanciato a rete, ma il centravanti Bluceleste si divora il gol mettendo fuori il diagonale. All’81° Morosini batte una splendida punizione di destro, palla sotto la traversa e il Lecco dimezza le distanze. Pressing finale negli ultimi dieci minuti del Lecco, ma i ragazzi di De Paola non trovano l’imbeccata giusta per il pareggio, anzi èl ’Albinoleffe a sprecare con il contropiede con il velocissimo Ravasio che conclude a lato a tu per tu con Pissardo.
Seconda sconfitta consecutiva in trasferta per il Lecco che scala di una posizione in classifica, ora sesto, a favore della Pro Vercelli. Prossimo incontro sabato 26 marzo alle 17,30 al Rigamonti Ceppi contro il Trento.

Mercoledì, 02 Febbraio 2022 06:40

LA LEGA SULLA RISSA IN VIALE TURATI

Ieri sera, 31 gennaio, i lecchesi di viale Turati il film delle nove hanno potuto udirlo e vederlo in diretta, dalle loro finestre. Un’ora di “sobrio” far west, senza spari, ma con urla, botte, minacce e insulti alle forze dell’ordine arrivate dopo le telefonate allarmate dei residenti.
Un’ambulanza, auto dei Carabinieri, della Polizia, dei Vigili di Lecco per tre, quattro scalmanati fra i quali si è distinta una giovane donna che si è attaccata urlando a una maniglia dell’ambulanza già in viaggio con il più malconcio della combriccola a bordo. La signorina in questione nonostante la presenza di un numero notevole di uomini in divisa si è scatenata in uno lungo show di grida e parolacce.
Il contorno di questo ennesimo episodio sono le auto danneggiate dai protagonisti della litigata che si sbattono sulle macchine, bottiglie rotte e schifezze varie sui marciapiedi.

Mi chiedo cosa altro devono subire gli abitanti del viale dopo un’estate caratterizzata dalle imprese di bande giovanili incontrollate e gli “ospiti” indesiderati che dimorano di notte negli ingressi dei condomini lasciando i loro bisogni corporali come biglietti da visita.
Il sindaco Gattinoni e il vice Piazza avevano promesso telecamere prima di Natale, dove sono ?
Ci sono strumenti a disposizione del Comune per limitare l’attività dei pubblici esercizi che riforniscono clienti incivili e il consumo di alcol, per aumentare il presidio delle zone a rischio, perché non li adottano ?
Nel frattempo a questi soggetti che se ne infischiano delle più basilari norme della civile convivenza non deve essere consentito di girare indisturbati per la città. Basta !

Cinzia Bettega capogruppo consiliare comune di Lecco
Lega Lombarda per Salvini premier

Questa sera (ieri Martedi 30 Novembre) in consiglio comunale alle ore 18.30 si discuterà la Mozione di Appello per Lecco su : Grande Lecco e decentramento dei servizi. Una grande opportunità per i consiglieri comunali finalmente di affrontare argomenti strategici e di visione politica e amministrativa che coinvolgono comunità e prospettive di riordino istituzionale che devono vedere il capoluogo come cabina di regia assieme agli altri comuni limitrofi. Un confronto con amministratori e comunità finalizzato a far diventare il capoluogo più grande e competitivo, offrire servizi maggiori, capacità di decentramento e collaborazione con gli altri comuni e cogliere le opportunità di introitare i ricchi finanziamenti a fondo perduto che il Governo mette a disposizione per i processi di incorporazione e fusione.

Questo il testo della mozione

 

Sig. Sindaco del comune di Lecco

Dott. Mauro Gattinoni

 

OGGETTO: MOZIONE

 

CONSIDERATO CHE:

È sempre più impellente per Lecco la necessità di affrontare le sfide della politica e dell’amministrazione in ottica sovra comunale.

La discussione per realizzazione della nuova corsia in entrata nella città per il ponte Manzoni ha reso evidente il bisogno di una programmazione infrastrutturale ed urbanistica che guardi all’intero bacino territoriale e non ai singoli interessi dei singoli comuni.

La nostra città deve fare i conti con l’iper-concentrazione in un territorio limitato e ormai saturo: scuole, uffici pubblici, enti, edifici sanitari, poli di erogazione di servizi, insomma, reti istituzionali di ogni ordine e grado convivono in un raggio di pochi chilometri quadrati, congestionato, trafficato, spesso disordinato.

Abbiamo ora l’opportunità di gestire risorse e investimenti straordinari grazie alle Olimpiadi del 2026 e al PNRR, che possono rappresentare l’occasione per superare i deficit e le criticità strutturali.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede un ampio spettro di investimenti e riforme a favore dei Comuni italiani che sapranno garantire tempi certi di realizzazione delle opere e dei servizi , che vanno dal digitale al turismo, dal miglioramento dell’organizzazione interna agli interventi sociali.

Sfide che dobbiamo affrontare con ottica e impegno sovra comunale. Decentrare non significa a nostro giudizio allontanare, bensì ampliare e razionalizzare. Significa immaginare una rete cittadina ampia, non vincolata da anacronistiche divisioni amministrative e burocratiche che sono state già nei fatti cancellate dall’urbanistica, dalla mobilità sociale, dalla realtà quotidiana (nel lavoro, nella scuola, nel tempo libero) dove i cittadini del bacino lecchese già vivono e si riconoscono.

Il proficuo percorso di collaborazione tra enti e di costruzione di soggetti sovra comunali erogatori di servizi territoriali essenziali realizzato negli ultimi 20 anni nei settori delle multi-utility (attraverso le diverse partecipate), del sociale (Girasole), della cultura (Sistema Bibliotecario ecc), dei trasporti (Agenzia territoriale), può e deve ora compiere una tappa ulteriore di evoluzione politica e amministrativa.

La discussione avviata durante la scorsa consigliatura sul tema della “Grande Lecco” ha aperto un proficuo dibattito pubblico sull’opportunità di proseguire quel cammino fatto di fusioni avviato già negli anni ’20 del XX secolo che ha portato alla creazione della città che oggi siamo chiamati a governare. I piccoli comuni di un tempo sono divenuti una città capoluogo di Provincia, grazie ad un progetto di unificazione che oggi può proseguire ed evolvere.

In quella fase storica fu il Governo centrale ad assumersi responsabilità e iniziativa, ora spetta a noi decidere se vogliamo essere artefici e protagonisti del nostro destino con un atteggiamento lungimirante e non pregiudiziale.

Durante lo scorso mandato, abbiamo già ricevuto la richiesta di un approfondimento da parte dell’allora sindaco del comune di Morterone, che si è concretizzata nell’elaborazione di uno studio di fattibilità promosso da Anci Lombardia.

Le esperienze di fusioni avvenute sul territorio lecchese (in comuni diversi per dimensione, collocazione geografica e anche per colore politico degli Amministratori promotori) sono state approvate con favore dalle comunità coinvolte attraverso i referendum, comportando per la cittadinanza un miglioramento dei servizi offerti e divenendo volano di investimenti pubblici ed opere, attraverso il contributo decennale previsto .

A titolo esemplificativo, la quota 2021 del contributo decennale, a fondo perduto per ogni annualità, erogato da Ministero dell’interno ai comuni lecchesi nati da fusione è stato il seguente.

Fusione di Verderio € 771.082,81

Fusione di La Valletta Brianza: € 590.231,19

Fusione di Valvarrone: € 205.800,80

Incorporazione di Bellano: € 365.208,79

Tutti i dati nazionali disponibili al link:

https://dait.interno.gov.it/finanza-locale/notizie/comunicato-del-14-aprile-2021

Tale contributo viene erogato per 10 anni consecutivi ed in caso di una fusione o incorporazione che coinvolga il Comune di Lecco l’ammontare annuo massimo del contributo è pari a 2 milioni di euro. Per qualsiasi tipo di fusione e/o incorporazione alla città capoluogo spetterebbe la cifra massima.

Pertanto, 20 milioni di euro in 10 anni che rappresentano investimenti, opere pubbliche, manutenzioni: interventi concreti sul patrimonio immobiliare, culturale, infrastrutturale e sociale della città.

Un recente studio promosso dal Ministero dell’Interno (Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali -Direzione Centrale della Finanza Locale) conferma “per gli enti sorti da fusione, una maggiore capacità di spesa da destinare ai servizi per la cittadinanza, anche in conseguenza dei contributi erariali e regionali finalizzati” in particolare calcolando un sostanziale incremento del +79,54 % dei trasferimenti correnti.

Il documento completo è disponibile al seguente link:

https://upel.va.it/wp-content/uploads/2021/07/studio-le-fusioni-dei-comuni.pdf

 

Il Consiglio Comunale chiede e impegna

che il Sindaco e la Giunta Comunale attivino un confronto con tutte le amministrazioni comunali confinanti, avvalendosi anche del supporto di Anci, con l’obiettivo di concretizzare percorsi di decentramento dei servizi, di delocalizzazione dei poli erogatori e di collaborazione sovra comunale, al fine di superare l’attuale frammentazione amministrativa, in vista anche delle sfide/opportunità rappresentante dalle Olimpiadi invernali 2026 e dal PNRR. Un percorso che dovrebbe in una fase successiva anche coinvolgere le diverse comunità per intraprendere, se possibile, un percorso comune e più virtuoso.

 

Firmatario per la Mozione

Del Gruppo Appello per Lecco

Corrado Valsecchi

 

COMUNE DI LECCO, NUOVA SEDE: PARLA L’EX SINDACO VIRGINIO BRIVIO

La vicenda legata alla scelta della nuova sede del Comune di Lecco, sembra destinata a durare per molto tempo.

Una opinione importante la può dare sicuramente l’ex Sindaco di Lecco Virginio Brivio, che dopo anni di consultazioni e studi, insieme alla passata giunta, aveva individuato nell’ex Politecnico e in Palazzo Bovara, attuale sede del Comune, la soluzione ideale per la sistemazione definitiva di tutto l’apparato comunale.

Brivio, le manca la politica ed i gravosi impegni legati alla carica di sindaco di Lecco?

No, non mi mancano assolutamente anche perché sono molto sereno e sto facendo dei lavori molto interessanti e stimolanti. Sto collaborando con la Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone in cui sto mettendo a disposizione tutta l’esperienza e competenza come amministratore maturata in questi anni, alla ricerca di finanziamenti europei, PNRR, seguendo i rapporti con i Comuni e con le Regioni. Un lavoro interessante, vario, sicuramente non monotono o d’ufficio, ma fatto di relazioni. Quindi mi è tornato utile il lavoro svolto come Sindaco e Presidente della Provincia di Lecco. E’ un lavoro fatto di progettualità. D’altra parte sono sempre dipendente del Comune di Valmadrera, quindi seguo la cultura e la Casa di Riposo che, in via provvisoria, è ancora comunale. Ritornando alla politica, ribadisco non mi manca, anche se mi tengo aggiornato sia a livello nazionale che locale, infatti sono ancora all’interno della Direzione Provinciale del Partito Democratico, cercando di portare in essa il mio contributo.

Stando sempre in tema politico, alle recenti elezioni comunale di Lecco ha contribuito, o dato opinioni nella scelta del candidato?

Ho partecipato un po’, anche se mi è dispiaciuto che non vi sia stato un allargamento verso quello che era la precedente coalizione, pur ammettendo che sarebbero stati comprensibili elementi di forte discontinuità rispetto al passato. Ho, invece, rilevato che si è voluto partire da un progetto nuovo e a quel punto ho ritenuto opportuno distanziarmi per non far pesare la mia figura che avrebbe potuto diventare ingombrante. Ma soprattutto era anche giusto, dopo dieci anni, lasciare maggior libertà ai subentranti, in quanto non si trattava di innovare l’esistente, ma di una scelta più radicale rappresentata anche dallo slogan “CAMBIO DI PASSO”, con il cambio delle persone.

Il cambio repentino di direzione, adottato dall’attuale Giunta comunale di Lecco, nella scelta di quella che sarà la nuova “CASA DEL COMUNE DI LECCO”, l’ha stupita? Cosa c’era di sbagliato nella precedente scelta?

Noi avevamo pensato che utilizzare ancora Palazzo Bovara, seppur in maniera ridotta, eliminando le parti più vecchie e poco funzionali, come gli Uffici Anagrafe, Edilizia, avesse una sua logica. Forse non sarà il palazzo più bello di Lecco, ma ha la sua storia e funzione nella città . Si poteva dare una nuova dimensione agli uffici di staff, agli archivi visto che a Lecco non sono mai esistiti, progetto non decollato. Si pensava di svolgere all’interno di questo Palazzo dei servizi anche complementari a quelli comunali. Una seconda piazzetta per la mobilità dolce, una maggiore vivibilità per i disabili e gli anziani. Poteva essere uno snodo, riducendo appunto la volumetria, per una maggiore vivibilità dell’area nel suo complesso, comprendendo anche una parte dell’area stazione ferroviaria. Un disegno unitario, anche se incompleto dal punto di visto della progettazione, però nel frattempo si sarebbero uniti tutti i Servizi dedicati ai cittadini, oltre alla Polizia Locale, fornendo un servizio sicuramente migliore di quella attuale.

Io non metto in dubbio che si possa cambiare idea, ma sicuramente sarebbe stata utile una migliore chiarezza a proposito dei criteri per i quali la Giunta ha cambiato idea. E’ la parte che mi sembra mancare nelle delibere adottate nel piano delle alienazioni e del bilancio, come se si desse per scontato che la duplicazione delle due sedi, Palazzo Bovara e Politecnico, avrebbero avuto dei costi gestionali superiori. Occorre tener presente che l’edificio ex Politecnico era costato circa mezzo milione di euro in più rispetto al preventivo originale, appunto perché comprendeva dei lavori già fatti che ne avrebbero permesso un utilizzo immediato, e quindi avrebbe dei costi gestionali bassi in quanto presentava delle caratteristiche “ambientali” già all’avanguardia. Di contro Palazzo Bovara andrebbe sicuramente reso più efficiente anche se vi sono i vincoli della Sovraintendenza.

Si aggiunga che la distanza tra i due edifici è irrisoria, parliamo di circa 300 metri. Insomma, io avrei motivato meglio il cambio di direzione in quanto l’idea di un’unica Sede comunale non può essere la sola motivazione per annullare il progetto precedente. Occorre, altresì, sottolineare anche il fattore tempo di realizzazione della nuova ipotesi: vi è un fascicolo aperto, presso la Procura di Lecco sulle condizioni di sicurezza, rispetto al quale sono stati fatti degli interventi urgenti , ed era stato indicato un cronoprogramma rispetto al quale, causa pandemia, siamo in ritardo, visto che il tutto sarebbe slittato alla fine del 2022 inizio 2023 per il primo lotto ed un anno in più per il secondo. Adesso, invece, si riparte da zero. E’ evidente che prima di indicare l’edificio di via Marco d’Oggiono sono state fatte delle esplorazioni su altri edifici pubblici, ma erano tutte inadeguate, come ad esempio il palazzo del CNR, in Corso Promessi Sposi, o il palazzo dell’ex INDAP a fronte lago. Insomma tutte situazioni non conformi o adeguate alle esigenze prospettate.

Per quanto riguarda la prospettata vendita ai privati dell’Ex Politecnico, acquistato dal Comune a circa 5,7 milioni di euro, per un valore di circa 6,2 milioni di euro, secondo lei è un progetto attuabile?

A tal proposito il Consiglio Comunale ha fatto un’operazione che ha portato ad un aumento della volumetria di circa il 20% a cui va aggiunto un cambio di destinazione. Dispiace che nessuno abbia messo in evidenza questa facoltà, una ciliegina per attrarre qualche investitore. Va sottolineato che il precedente progetto era nato da un accordo di base tra enti pubblici. Qui si parla della vendita di un bene pubblico e cambio destinazione d’uso, non mi sembra molto corretto.

A questo punto quali potrebbero essere gli edifici in Lecco che potrebbero fare al caso per la nuova sede del Comune di ecco?

Si è parlato delle Torri alle Meridiane, ma qui lo sviluppo è in verticale. Oppure l’area Ex Leuci ed in questo caso occorre avviare una trattativa con il privato che ne detiene la proprietà per la quale non so se è stato presentato un progetto di ristrutturazione. Personalmente non ho in mente altri edifici che possano fare al caso.

Le dimissioni di Francesca Bonacina, Presidente del Consiglio comunale di Lecco, già assessore nella sua Giunta, con cui ha collaborato per due mandati, l’hanno colta di sorpresa?

Mi ha stupito rispetto alla sua solita dedizione e testardaggine : dietro un carattere calmo e quieto, so che vi è una donna decisa. Sicuramente un po’ mi ha stupito, ma leggendo quello che è accaduto successivamente alle sue dimissioni, penso che queste siano legate alla tempistica e al modus operandi di scarso coinvolgimento del Consiglio Comunale, che dovevano essere affinate. Decidere nell’amministrazione pubblica non è facile, ci sono molti aspetti da vagliare, confronti con i diversi Enti che verrebbero coinvolti. La velocità di esecuzione non deve andare a discapito del fatto che si debbano fornire tutti gli elementi utili e preziosi per prendere la giuste decisioni. Abbiamo dovuto revocare molti progetti finanziabili ma finiti in contenziosi: il Tribunale, quando sono arrivato, era immobile, l’ostello con l’appalto saltato, l’area Ex Piccola Velocità nessuno l’aveva seguita dal punto di vista dei rapporti con le Ferrovie, la si usava con ridottissime potenzialità. Attenzione, non basta decidere, ma bisogna farlo bene e con cognizione di causa. Nell’Amministrazione Pubblica non si può fare il decisionista se poi le decisioni intraprese non trovano risconti tecnici e finanziari.

Si è parlato tanto dell’ex sede della Deutsche Bank e prima ancora Banca Popolare di Lecco, come possibile progetto per la nuova casa comunale. Lo ritiene fattibile?

Attenzione che parliamo di un palazzo che, per la sua sistemazione, necessiterebbe di tante risorse finanziarie, prima di tutto occorre intervenire sulle fondamenta. Conosco bene quella situazione, come dicevo, quando ho iniziato a fare il Sindaco a Lecco ho sempre dovuto confrontarmi con problemi abbastanza pesanti in quanto è un’ area soggetta ad infiltrazioni importanti di acqua. In funzione vi sono delle pompe, vengono fatti dei monitoraggi, in quanto pur essendo un palazzo relativamente nuovo, presenta delle criticità. Non dico che in assoluto tutta la piazza sia in quelle condizioni, però bisogna tenere in debita considerazione queste problematiche, in quanto se si intende utilizzare quegli spazi è giusto che si sappia che il tema deve essere affrontato con i giusti criteri. Infine bisognerà fare i conti con la Sovraintendenza ed il suo consolidamento in quanto gli edifici di oggi debbono rispettare anche i criteri antisismici.

Questa vicenda sulla nuova sede del Comune di Lecco, ha sollevato le critiche dell’opposizione, i che è normale. Occorre, tuttavia, rilevare che anche all’interno della maggioranza vi siano state delle fibrillazioni. Non c’è il rischio di qualche scossone politico che possa portare alla caduta del Sindaco Gattinoni?

Non penso proprio, no di sicuro. C’è stata sì una forzatura sui tempi di questa operazione, ma non è sicuramente un argomento di tale gravità che possa preludere ad eventuali sconvolgimenti. Mi auguro, invece, che il Partito Democratico cittadino e coloro che hanno contribuito a questa decisione facciano tesoro delle fatiche fatte, non tanto per cambiare linea, ma metodo. Se vogliono andare avanti sul Municipio facciano, sono legittimati, ci mancherebbe altro. Il tema, dal punto di vista del metodo, è quello di non avere troppe certezze assolute, ma di coinvolgere un po’ di più la gente ed avere una maggiore consapevolezza della scelte.

Intervista a cura di GIUSEPPE MAZZOLENI

LA NUOVA SEDE COMUNE DI LECCO, VALSECCHI: “COLTO DI SORPRESA, MOLTI DUBBI SULLA FATTIBILITA’”

La problematica legata all’individuazione della nuova sede del Comune di Lecco non sarà di facile soluzione. Ne parla Corrado Valsecchi, di Appello per Lecco, già protagonista come assessore del progetto di spostamento all’ex Politecnico.

Occorre ricordare che Valsecchi, nelle ultime elezioni comunali del settembre 2020, ha fatto da ago della bilancia facendola pendere per la vittoria finale di Mauro Gattinoni, che ha vinto per solo 31 voti di differenza (su circa 22.000 votanti).

“Dopo l’ultimo consiglio comunale dello scorso 2 novembre – ricorda Valsecchi – l’immobile ex Politecnico è stato messo in alienazione. Questa è una decisione che ha preso l'attuale maggioranza. Si parla di un edificio di una certa importanza in quanto occupa una superficie di ben 6000 mq, secondo il progetto presentato dalla Giunta Brivio, al quale va aggiunta la cosiddetta Sede di rappresentanza del palazzo Bovara”.

“Per questo immobile – prosegue l’ex Assessore – era previsto l’abbattimento della parte “meno nobile”, ovvero l’attuale ragioneria, l’anagrafe ed altre superfici sottoposte a degrado. Tre anni fa era stata sistemata l’impianto elettrico. I muri non sono per nulla pericolanti e non creano nessun rischio di staticità. E' chiaro che vanno sostituiti gli infissi, ma non parliamo certo di interventi invasivi e di sicuro non di 6/8 milioni di lire di costi”.

“Quindi – prosegue Valsecchi – si parlava di un costo totale di circa 19 milioni di euro, tra l’adeguamento dell’ex Politecnico e di palazzo Bovara. Di contro, ipotizzando che l’Amministrazione comunale decida di propendere per l’ex Deutsche Bank, si potrebbe ventilare un costo complessivo di 40 milioni di euro, una cifra enorme a cui vanno aggiunti 6/8 anni di tempo per portare a termine i lavori. Detto immobile, inoltre, deve sottostare al parere della Sopraintendenza, in quanto tratta di edificio di valore storico ed artistico, quindi con ulteriori problemi e vincoli. Il Segretario Generale ed i tecnici comunali hanno ammonito la Giunta Gattinoni che tutto questo inciderà sulla spesa corrente, con un indebitamento pesante presso prossimi anni. Mi preme, inoltre, sottolineare che con la precedente operazione il contribuente non perdeva nulla perché i soldi spesi per l’acquisto della Sede dell’ex Politecnico di via Marco d’Oggiono prevedeva un trasferimento di fondi da un’amministrazione pubblica ad un'altra, quindi senza intromissione di interessi privati”.

“Il progetto rivisto e corretto – sottolinea Valsecchi –tra l’altro, non prevede più l’alienazione del palazzo di via Sassi, attuale Sede della Polizia Locale e dei Servizi Sociali. La previsione di due Sedi, una, per modo di dire operativa rappresentata dagli Uffici e Servizi, l’altra di “Rappresentanza” era già stato deliberato da maggioranza e opposizione, quindi soddisfaceva tutti”.

“Quello che mi colpisce – evidenzia il consigliere comunale - è il fatto che il nuovo indirizzo intrapreso per individuare la nuova Sede del Comune, dal punto di vista politico-amministrativo, non è un progetto lungimirante. Mi spiego meglio. Recentemente sono stato ad un incontro con gli esperti del Ministero i quali hanno sottolineato che con i fondi derivanti dal PNRR (Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza) non bisogna impegnarsi in progetti a lunghissimo termine e che detti fondi premieranno piani a breve e medio termine. Inoltre il problema sollevato dall’attuale Giunta relativo allo spazio mancante per ospitare tutti gli uffici comunali non è stato rilevato da alcun progetto specifico, valutazione, perizia e diagnostica che ne attesti la reale insufficienza. Parrebbe che questo stravolgimento del progetto sia dovuto al fatto che il Sindaco Gattinoni vorrebbe un'unica Sede per Servizi comunali, consiglio, Giunta”.

“Si aggiunga – prosegue l’ex Assessore - che il Ministro Brunetta ed il Presidente del Consiglio Draghi, hanno detto chiaramente che per il futuro prossimo la Pubblica Amministrazione necessiterà di sempre meno spazi fisici, in quanto si sta andando nella direzione della digitalizzazione. Francamente non mi capacito del motivo per cui in queste settimane siano giunti a questo cambio di progetto sulla Sede del Comune”.

“Per quanto riguarda l’aspetto politico vero e proprio – conclude Valsecchi – sottolineo che coloro che nella scorso mandato votarono a favore del progetto, solo per citarne alcuni tra i più convinti, come gli ex assessori Roberto Nigriello, Simona Piazza e la consigliera Anna Sanseverino, ora fanno marcia indietro e approvano lo stravolgimento del progetto. Ma non è finita qui perché, da questo cambio di passo, sono scaturite le dimissioni dell’ex Assessore Francesca Bonacina, che nell’attuale Giunta era Presidente del Consiglio Comunale. Per un anno come Appello per Lecco abbiamo votato a favore di tutte le delibere, è evidente che ora cambieremo atteggiamento. Sono curioso di sapere se l’ex Sindaco di Lecco Virginio Brivio interverrà sul tema”.

 

Giovedì, 28 Ottobre 2021 06:24

RITINTEGGIATA VIA CALDONE CON LE BUCHE

In via Caldone a Lecco hanno da pochi giorni ritinteggiato le righe relative ai parcheggi.

Peccato che la strada è piena di buche e magari prima si sarebbe dovuta asfaltare. Da rilevare che c’è la striscia fresca di asfalto relativa al ripristino parziale dopo il posizionamento dei cavi della fibra ottica.

Inoltre le strisce non sono state disegnate proprio benissimo.

Infine non si capisce perché lo stallo relativo ai disabili non sia stato ripristinato. Forse era finita la vernice blu e gialla.

Martedì, 19 Ottobre 2021 06:47

A LECCO MANCA LA MANUTENZIONE DEI TORRENTI

A Lecco, i torrenti Caldone, Gerenzone e Bione, soprattutto nella parte alta sono di una bellezza unica, vi scorrono acque limpide, siamo ormai lontano dagli anni in cui la Lecco industriale vi riversava ogni tipo di liquame.

Tuttavia occorre sempre vigilare, ma soprattutto prestare la dovuta manutenzione, perché nei periodi di forti piogge questi docili torrenti possono diventare impetuosi e un fiume in piena.

Già lo scorso mese di settembre 2020 avevo segnalato che le vasche di contenimento, che servono appunto a contenere e ridurre le piene, dovevano essere ripulite da tutti i detriti e ghiaia che i torrenti portano a valle.

Ebbene è passato più di un anno, ma non è ancora stato fatto nulla, anzi nelle vasche di Bonacina i sedimenti ghiaiosi sono aumentati, così come più a valle nel rione di Acquate.

Ma cosa si aspetta ad intervenire, quando sarà troppo tardi?

Anche il Comune di Lecco ha avviato, a partire dallo scorso 24 settembre, la sperimentazione del noleggio dei monopattini elettrici. La prova è stata affidata alla società ELETTRIFY, che ha posizionato 30 mezzi e 9 aree di stazionamento virtuale per la durata di un mese.

La tariffa è di euro 0,25 centesimi a minuto, a cui si deve aggiungere 1 euro per lo sblocco. Ho fatto provare un monopattino, marchio AIKE, ad un amico Matteo, esperto guidatore ed intenditore, noleggiandolo in Piazza Diaz. Siamo partiti con lo scaricare l’applicazione di Elettrify che è risultata veloce e di immediata comprensione. E’ sufficiente inserire nome e cognome, una carta di credito ed il gioco è fatto.

Sul luogo erano presenti due monopattini, ma uno era indisponibile, probabilmente era scarico (sigh !). Matteo è quindi sceso da via Cavour, ma la velocità, per tutta la ZTL è limitata a 5 km tramite geolocalizzazione indicata anche sull’applicazione, e finchè ha percorso la via in discesa, seppur limitato a 5 km, è riuscito a guidare il mezzo, che però è risultato impossibile da condurre giunto in via Roma che è pianeggiante.

L’ubicazione in Piazza Diaz genera confusione perché un eventuale utente potrebbe andare in confusione con tutte le colonnine del defunto servizio BluBike, infatti il monopattino è nascosto dietro le stesse, che da tempo immemore non dispone più delle biciclette da noleggiare e non si sa nemmeno se funzioni ancora. Quando l’allora Giunta Brivio lanciò l’iniziativa con molta enfasi, quasi quale soluzione per la difficile mobilità del Capoluogo, peccato che con la stessa enfasi non si siano mai premuniti di comunicare se funzioni ancora, i soldi spesi e cosa ne è stato delle biciclette.

Qui è necessario chiarire un punto perché l’Amministrazione Comunale, sentita telefonicamente, ci ha precisato che nelle Zone ZTL monopattini e biciclette sono da condurre a mano e quindi in contrasto con il fatto che il monopattino, seppur a velocita ridotta, viaggia a 5 km, quindi il Comune deve far chiarezza perché l’utente che lo noleggia e viaggia in ZTL rischierebbe una sanzione.

Casualmente sul percorso Matteo ha incontrato due Agenti della Polizia Locale al quale ha chiesto chiarimenti, ma la risposta è stata che non erano al corrente della normativa, sigh…

Alla fine del giro, durato 18’56”, per 4,24 Km, il costo totale è stato di euro 5,51, senza interruzioni per sosta. Sì perché dall’applicazione è possibile, qualora ci si dovesse fermare per un breve o lungo periodo, mettere in pausa il conteggio della tariffa.

Abbiamo sentito, quindi, il referente della Società Elettrify che ha preso accordi con il Comune di Lecco, il quale ci ha fornito ulteriori informazioni. La tariffa, per il periodo di prova, risulta leggermente più alta rispetto a quelle applicate nelle città di Roma, Milano, Napoli e Costiera Amalfitana in quanto in quei luoghi il servizio è già completamente attivo, mentre a Lecco si è ancora in fase di sperimentazione.

Qualora, esperita la prova, il Servizio dovesse diventare effettivo a tutti gli effetti le tariffe dovrebbero aggiustarsi al ribasso. Sono, comunque, già attive delle promozioni, attivabili dall’applicazione, valevoli qualora si decida di noleggiare il monopattino per un giorno intero, per un certo numero di corse, per un quantitativo di corse e così via. Ma soprattutto verranno installate delle stazioni di parcheggio per la presa e restituzione del mezzo, affinchè il monopattino non venga abbandonato ovunque, come accade e vediamo nelle grandi città, che ha fatto sì che le diverse amministrazioni ripensassero le modalità di erogazione del servizio.

Dagli Uffici comunali non siamo riusciti a reperire informazioni dettagliate se non quelle già riportate nel comunicato stampa. Secondo noi, qualcuno del comune avrebbe dovuto provare o far provare ad un esperto il monopattino, così come abbiamo fatto noi, così da avere un’idea del Servizio attivato, delle caratteristiche del prodotto e capire l’effettivo e possibile utilizzo nella ZTL. In fin dei conti, seppur il Servizio è stato affidato ad una Società esterna, il patrocinio è pur sempre comunale. Ma questa è una nostra opinione.

Per quanta riguarda le prestazioni del monopattino nulla da eccepire, robusto, performante in grado di superare le salite anche più ripide di Lecco. Tuttavia presenta qualche pecca, la frenata non è delle migliori e non è immediata, ma soprattutto il cavalletto centrale è troppo basso e nelle curve tocca l’asfalto rischiando di far scavallare l’utente. Infatti ai bordi laterali, nonostante sia di metallo robusto presenta notevoli abrasioni.

Il monopattino marca AIKE è fabbricato in Estonia ed ha per il 70% componentistica europea certificata, costruito con il 42% di materiale riciclato e per il 92% riciclabile, con il 100% certificato energia ecosostenibile. Dotato di doppia batteria dalla capacità di 680 Wh, pesa 27,5 Kg ed il motore sviluppa 350 W.

Traendo le conclusioni finali possiamo dire che il monopattino è valido, ma perfettibile dal punto di vista della sicurezza (vedi freno e cavalletto).

Va fatta chiarezza sulla transitabilità delle zone ZTL, perché, anche se non mi sembra che vi siano cartelli che indichino che non è possibile percorrere la zona a bordo di bici e monopattini elettrici, con anche la limitazione della velocità a 5 km, se si devono condurre obbligatoriamente detti mezzi a mano, guidarli sarebbe irregolare. Quindi si dovrebbe mettere il blocco al monopattino finchè non si esce dalla zona ZTL, il che sarebbe un po' cervellotico.

Lunedì, 20 Settembre 2021 07:26

PROBLEMI CON LA FIBRA OTTICA A OLATE

Quello che, nei giorni scorsi, è accaduto nel rione di Olate di Lecco mi obbliga a sottolineare alcune incongruenze che mi lasciano esterrefatto.

Dapprima l’impresa deputata ai lavori di ripristino della situazione antecedente alla posa dei cavi per la fibra ottica, ha proceduto a scarificare l’asfalto per un’ampiezza di circa 120 cm. ed 1,5 circa di altezza, in corrispondenza dello scavo.

Fin qui nessun problema, il fatto che lo scavo dopo 4 giorni non è ancora stato sistemato con la posa del nuovo asfalto, non ci sono cartelli indicanti lavori in corso e quindi i numerosi pedoni che percorrono le vie interessate debbono stare attenti a camminare in quanto da una parte passano le auto e dall’altra debbono percorrere la strada su un asfalto sdrucciolevole e profondamente disconnesso, con pericolo cadute. A ciò si aggiunga che all’altezza dei tombini il dislivello raggiunge anche i 5 cm. circa, pericoloso per i motocicli che percorrono la via.

Ho allertato i competenti Servizi dell’Amministrazione comunale, anche qui ci vuole un bel po' di pazienza per capire quali sono quelli competenti, ed ho potuto appurare che non erano aggiornati sul prosieguo dei lavori, ovvero risultavano sorpresi sul fatto che giovedì, giorno di forti piogge, stessero lavorando per sistemare l’asfalto.

Ho, altresì segnalato, che le vie del rione sono malmesse, piene di buche e disconnesse e che anziché il solito rattoppo si sarebbe dovuto riasfaltare integralmente il manto stradale e ridipingere la segnaletica orizzontale. Mi è stato risposto che dal piano asfaltature i lavori dovrebbero essere effettuati tra i mesi di settembre e ottobre.

Ora se effettivamente fosse così, francamente, non capisco la tempistica dei lavori, ovvero che prima si sistemano gli scavi della fibra ottica, poi si procede alla riasfaltatura, il tutto nell’arco di poche settimane. Ora io non so chi sia competente alla organizzazione dei lavori, ma così come stabiliti mi sembra che non vi sia un grande nesso logico, compreso il disagio arrecato ai residenti e a coloro che, numerosi stante una importante scuola presente nel rione, vi transitano

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