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Pubblicato in Editoriali

LA FUSINA DOL GAGET E I PIANI ALTI DELLA MEMORIA

Domenica, 18 Dicembre 2022 12:42 Scritto da  Riccardo Benedetti

Brigolda, Cortenova, dove sono nato.

E non chiedetemi cosa significhi: non lo so, non l’ho mai saputo.

È Brigolda e basta, senza tante filosofie di mezzo.

E in Brigolda, a Cortenova, trovate una porta di ferro.

Quella porta vi apre al mondo della Fusina dol Gaget.

officina museo

Nel seminterrato della Fusina dol Gaget

Ora è del Gaget figlio, prima era del Gaget padre, il "vero" Gaget, chiamato così perché nato in Gacc, una specie di dependance della Villa de’ Vecchi quella che dove sono nato tutti chiamano “Il Palazzo” e che oggi  è diventata una sorta di santuario diroccato utile solo ad una congregazione di idioti che ne celebrano i falsi misteri.

Lì, in Gacc, ll Gaget (padre) nacque nel lontano 1915, dopodiché attraversò qualche guerra fino a quando, stufo di girare da un fronte all’altro, chiese ad un suo amico medico, tale Gian Todeschini cui è dedicata anche una via a Barzio e la cui famiglia era proprietaria dell’altra (per fortuna ancora in ottime condizioni) Villa di Cortenova, di escogitare un sistema per farsi esonerare dal servizio.

Fu doloroso (un’ustione sulla gamba) ma funzionò, per cui il Gaget (padre) dovette inventarsi un lavoro e così iniziò a riparare serrature di tutti i tipi e, in generale, lavorare di fabbro.

La Fusina dol Gaget venne poi ereditata dal Gaget (figlio) che era ovviamente cresciuto a pane, ferro e fuoco e conosceva tutti gli angoli del mestiere che in seguito divenne il suo passatempo preferito.

Lui, infatti, ha sempre lavorato da un tirabagia del Lecchese dedicando il tempo libero a inventare nella Fusina che il papà gli aveva tramandato.

Ora, dare una definizione alla Fusina dol Gaget può apparire complicato.

Invece non lo è: la Fusina dol Gaget altro non è che il Museo della nostra Memoria, anzi, dei piani alti della nostra Memoria.

Quella porta in ferro si apre su un mondo ai più sconosciuto, un universo di oggetti che sembrano prendere vita mentre li osservi, una galassia di ricordi e cimeli del passato che ti riportano indietro sino al Big Bang dell’economia delle nostre contrade.

officina museo1

Altra parete nel seminterrato della Fusina dol Gaget

Quando risali dal seminterrato della Fusina dol Gaget ti sembra di aver viaggiato nel tempo: per cui è difficile, nel momento in cui riemergi, accettare che la realtà, e soprattutto, l’età, sia un’altra.

Sono entrato nella Fusina dol Gaget perché un giorno il Gaget mi ha fermato e mi ha apostrofato con un “Violtri” che non lasciava scampo.

“Violtri” che scrivete e siete intelligenti magari non sapete. E aveva ragione, porca miseria se aveva ragione!

Dopo il “Violtri” ho promesso che sarei tornato e così ho fatto rendendomi conto (ancora una volta) che dalle nostre parti vive e prospera una Cultura che non conosciamo e che nell’oscurità (e, credetemi, la Fusina dol Gaget è tutto tranne che luminosa) abitano artisti che creano capolavori nel tentativo di tramandare sapienze e valori alle generazioni future.

Questo a patto che i tanti "Violtri" (e il sottoscritto è in prima fila) se ne rendano conto.

riproduzione officina

Riproduzione di una antica fusina

Dalla Fusina dol Gaget esci con molta malinconia e una certezza: la Cultura, in generale, potrai anche fartela sui libri, ma la “nostra” Cultura, quella che ci ha fatto diventare grandi, quella che ha fatto la Storia di questa Valle, te la fai solo aprendo qualche anonimo portone in ferro.

Come ho fatto io in Brigolda, Cortenova, a pochi metri da dove sono nato.

Se vi  capita fatelo anche voi. Ne resterete stupiti.

gaget con stemma

Il Gaget con una delle sue ultime opere: lo stemma comunale di Cortenova

Drago1

Il Drago. Il suo posto è vicino al forno nella Fusina dol Gaget

Ultima modifica il Domenica, 18 Dicembre 2022 13:48
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