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Valbiandino.net : notizie dalla Valsassina e non solo...

Lunedì, 29 Marzo 2021 16:01

MORATTI: TUTTI I LOMBARDI VACCINATI ENTRO L'ESTATE

Nella notte e in mattinata inviati 115.000 sms di appuntamento agli over 80 che ancora devono ricevere la prima dose di vaccino anti Covid. Si stanno concludendo anche le 50.000 telefonate ai lombardi che, all’adesione alla campagna vaccinale,  avevano dato come recapito il numero di telefono fisso.

Vaccino anti Covid, sms e telefonate

Infine, è stato fornito a ogni Ats della Regione Lombardia un elenco di over 80, per un totale di 25.000 ultraottantenni. Si tratta dei lombardi  che hanno aderito alla campagna vaccinale ma erano stati indirizzati verso centri lontani più di 30 chilometri.

Ogni Ats, attraverso questi elenchi, contatterà le persone singolarmente entro mercoledì. L’obiettivo è infatti quello di ri-fissare un appuntamento in un punto vaccinale il più possibile limitrofo al loro domicilio.

Avviata anche la somministrazione domiciliare degli over 80 non autosufficienti per una platea di circa 50.000 pazienti in particolare a Milano dove risultano essere 15.000.

Vaccino anti Covid  per i lombardi entro l’estate

“Con l’invio di questi sms e telefonate  – commenta la vicepresidente e assessore al Welfare, Letizia Moratti – calendarizzeremo le somministrazioni del vaccino anti Covid agli ultimi over 80 ancora da immunizzare. Questa fase della campagna vaccinale si avvia infatti alla conclusione.

“La vaccinazione agli over 80 nei centri vaccinali si completerà entro l’11 aprile. Un risultato importante che ci consentirà di concentrarci immediatamente sulla fase massiva della campagna anti Covid. L’obiettivo confermato  – conclude –  è infatti quello di vaccinare tutti i lombardi per l’estate”.

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Lunedì, 29 Marzo 2021 12:08

LE VACANZE? IN ITALIA NO, MA ALL'ESTERO SI PUO'

Mentre il mondo dell'ospitalità italiana arranca e cerca di sopravvivere, altrove hotel e villaggi possono accogliere i turisti che vi si possono recare con il beneplacito delle autorità.

Un paradosso? No, è ciò che sta succedendo. Non si può uscire dal proprio comune ma all'aeroporto per andare a fare le vacanze all'estero si può andare. E così in tanti ci stanno pensando.

Non bisogna nemmeno spostarsi troppo, visto che le Baleari sono qui a un passo e, dicono, già affollate di tedeschi e non solo, esercitando una specie di concorrenza sleale alle nostre località che ancor oggi non sanno come organizzarsi per la prossima estate.

Federalberghi non ci sta (giustamente) e fa sentire la sua voce con la speranza che non rimanga inascoltata.

“Gli alberghi e tutto il sistema dell’ospitalità italiana sono fermi da mesi, a causa del divieto di spostarsi da una regione all’altra. Non comprendiamo come sia possibile autorizzare i viaggi oltre confine e invece impedire quelli in Italia.”

Questo il commento di Bernabò Bocca, presidente appunto di Federalberghi alla notizia delle nuove regole che sanciscono il via libera alle vacanze pasquali all’estero.

“Se è vero come è vero che le persone vaccinate o con tampone negativo sono a basso rischio di contagio - afferma Bocca - allora questa logica deve essere applicata anche ai viaggi in Italia, così come alla possibilità di frequentare terme, impianti di risalita, riunioni, congressi e manifestazioni fieristiche”.

Federalberghi chiede che il Governo adotti con urgenza un provvedimento per “liberare” le persone munite di certificazione attestante l’avvenuta vaccinazione o il risultato negativo di un test molecolare o antigenico, effettuato per mezzo di tampone non oltre le quarantottore precedenti il viaggio o il risultato di un test sierologico che dimostri di essere guariti dalla malattia.

 

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Lunedì, 29 Marzo 2021 07:41

QUALITA` DELL`ARIA:PESSIMA A MILANO, SCADENTE A LECCO, UN PO` MEGLIO A INTROBIO !

Il lungo periodo di siccita` di queste ultime settimane ( a parte la pioggerellina di sabato scorso) ha avuto una ripercussione sulla qualita` dell`aria che la societa` Accuweather monitora quotidianamente per tutto il mondo.

Il sito analizza il livello di particolato fine, cioe` l'insieme di particelle inquinanti inalabili di diametro inferiore a 2,5 micrometri che possono entrare nei polmoni e nel flusso sanguigno, determinando gravi problemi di salute. Gli effetti più gravi sono sui polmoni e il cuore. L'esposizione può determinare tosse o difficoltà respiratorie, un aggravamento dell'asma e lo sviluppo di malattie respiratorie croniche.

A Milano, ad esempio, altissimo il livello di particolati inquinanti rilevati negli ultimi giorni (sopra i 100 AQI, Indice Qualita` Aria) con effetti malsani su soggetti deboli e bambini.
"Gli individui sani possono avere difficoltà respiratorie e irritazione alla gola dopo esposizione prolungata. Limita le attività all'aperto. " consiglia il sito. Cosi` e` previsto per tuttta la soleggiata settimana.

Meno grave la situazione a Lecco, dove l`indice rimane stabile intorno ai 52 AQI , anche qui per tutta la settimana.

Variabile invece la situazione a Introbio Valsassina: La qualita` dell`aria oggi sara` sui 30 AQI (livello discreto), ma e` previsto un peggioramento durante la settimana che puo` salire a 65 AQI (mercoledi) e 68 AQI (giovedi).

Alcuni Comuni, tra cui Lecco, hanno installato delle centraline per monitorare la qualita` dell`aria, sarebbe una buona idea installarle anche in qualche Comune della Valsassina.

In Valsassina, e il fenomeno e` visibile soprattutto d`inverno, quando una nube provocata dal riscaldamento e scarichi inquinanti rimane ferma in fondovalle, le montagne fanno purtoppo da barriera al diradarsi delle sostanze inquinanti, mentre piu` in alta montagna la qualita` dell`aria e` senz`altro migliore.

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Domenica, 28 Marzo 2021 10:34

PARCO IN BIANDINO? LE PRECISAZIONI DEL VICE SINDACO DI INTROBIO ATTUALE E DELL'EPOCA

Posto che l`idea di costituire nuovi parchi ambientalistici non puo` che essere sempre apprezzata, purche` sia effettivamente ben organizzata con competenze e proposte concrete, la rievocazione della vicenda del Progetto PLIS del 2013 effettuata da Giampiero Goggi, riguardo un eventuale Parco comunale a Biandino, non corrisponde al vero secondo il ViceSindaco di Introbio, Fabio Brini, che anche all`epoca era viceSindaco, come oggi, nella amministrazione comunale di Fernando Rupani.

"L`Amministrazione dell`epoca - dice Brini - all`opposto di quanto sostiene Goggi, era assolutamente contraria alla costruzione di una centrale idroelettrica a Biandino, che avrebbe sottratto acqua al di sotto dell`ultimo ponte proveniendo da Introbio, dove c`e` una magnifica cascata, e a discendere a tutti i pozzi sottostanti."

"Proprio per questo siamo stati noi, nella fattispecie il sottoscritto e il consigliere Riccardo Aquistapace, a recarci a Bergamo, presso l`Avvocato Brambilla, per sostenere un ricorso contro il progetto della centrale presentato da una Societa` lussemburghese. Il ricorso e` stato ricevuto positivamente dal Tribunale delle Acque, che proprio in virtu` di questo ha bloccato il progetto della centrale prevista all`ingresso della Val Biandino, che avrebbe avuto un impatto ambientalistico sicuramente molto negativo".

Detto questo anche il progetto del PLIS, secondo l`amministrazione comunale dell`epoca, era un po` confuso e carente.
"Premesso che Biandino e` una "zona rossa di livello 4" dove non si puo` costruire assolutamente nulla, rimanevano delle perplessita` anche perche` all`epoca era ancora forte il contenzioso (ancora oggi sostanzialmente non risolto) sul passaggio e sulla strada carreggiabile, di proprieta` della signora Bregaglio (per quanto riguarda il sedimen, cioe` la parte sopra)  e in piu` numerosi vincoli ambientalistici che rendono difficile qualsiasi operazione".

Ci si potra` ragionare in un prossimo futuro - conclude Brini - ma per adesso la prospettiva non e` ancora molto realistica".

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Sabato, 27 Marzo 2021 17:45

La Valsassina ombelico del Mondo ?

La Valsassina, l'ombelico del Mondo e i profili Amici delle nostre montagne...
Provate almeno un po' a mettervi nei miei panni: Pensione, più Limitazioni da pandemia... Uguale, più "tempo libero".
Al dunque avete capito perché ho ripreso la penna in mano e con più assiduità vi parlo ma pure vi scrivo di Valsassina, di Montagna e di come mi farebbe piacere veder Crescere e prosperare anche Turisticamente questo Territorio, così vicino a Milano e alla fiorente Brianza.

Per i frettolosi e occasionali gitanti del fine settimana Primaluna in Valsassina forse é solo uno dei tanti luoghi ameni della nostra Lombardia, dove passare qualche piacevole ora di relax sul Pioverna in compagnia della famiglia ma per chi vede la Valle con gli occhi delle Origini, è tutta un'altra Storia.
La Valsassina non è l'ombelico del Mondo, che altri ci tengono al primato, ma per chi ci è nato o vi affonda le radici della Famiglia, questo benedetto angolo di verde e di Natura ancora quasi intatta, anche se un po' da lontano resta una parte importante del suo Mondo e della sua piacevole quotidianità.

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Sabato, 27 Marzo 2021 15:27

STANOTTE SCATTA L'ORA LEGALE

Stanotte alle 2 (ma non dovete restare alzati per forza, potete anche farlo prima di andare a dormire) le lancette di tutti gli orologi dovranno essere spostate in avanti di un'ora. Premesso che computer, telefoni e tutte le altre diavolerie connesse lo faranno per conto loro, vediamo qualche dato sull'ora legale.

Terna, primario distributore di energia elettrica sul territorio nazionale (guardate i cartelli sui tralicci in valle), afferma che dal 2004 al 2020 sono stati risparmiati oltre 1,7 miliardi di euro per via di 400 milioni di kWh consumati in meno.

In pratica, il consumo medio annuo di elettricità di circa 15o mila famiglie.

«Per effetto dello spostamento delle lancette degli orologi un’ora in avanti - spiega la società - nei prossimi sette mesi in Italia avremo impatti positivi per il sistema energetico dal punto di vista elettrico, ambientale ed economico"

Non solo: l'ora legale ha determinato minori emissioni di CO2 in atmosfera per 205mila tonnellate e a un risparmio economico pari a circa 66 milioni di euro.

Nel 2020 i risparmi sono stati inferiori per via dei vari lockdown; nel 2021 dovrebbe esserci un incremento dei consumi e, conseguentemente, dei risparmi.

Ma qual è il futuro dell'ora legale?

Nel 2018 il Parlamento Europeo ha approvato (con l’84% dei voti) una risoluzione che prevede l’abolizione dell’obbligo per i vari Paesi membri di passare da un’ora all’altra due volte all’anno, ma ha anche auspicato una decisione unitaria a livello europeo. Una specie di referendum online cui hanno aprtecipato circa 4 milioni e mezzo di cittadini ha indicato che l'85% dei "votanti" si è dichiarato sfavorevole.

La decisione definitiva oggi è ferma al Consiglio Europeo. L’Italia aveva confermato il cambio dell’ora, ma al pari degli altri 27 Stati membri potrà decidere di abolire per sempre l’ora legale o solare entro aprile di quest’anno. A novembre del 2019, il governo Conte bis ha scelto di mantenere il doppio orario. Altri Paesi, come la Francia invece, hanno scelto di passare a un unico orario (quello estivo) senza effettuare più cambi. Secondo alcuni dati, il cambio dell’ora non comporta grandissimi risparmi economici, ma impatta sulle abitudini delle persone.

«Dagli Anni 80 - si legge sul sito della Commissione Europea - l’Unione Europea ha progressivamente adottato norme in virtù delle quali tutti gli Stati membri si impegnavano a coordinare il cambio dell’ora, unificando i diversi regimi nazionali. Dal 1996 tutti gli europei spostano le lancette avanti di un’ora l’ultima domenica di marzo e indietro di un’ora l’ultima domenica di ottobre. Lo scopo delle norme dell’UEe non era quello di armonizzare le disposizioni sul cambio dell’ora nell’Unione ma di affrontare i problemi, soprattutto per i settori della logistica e dei trasporti, che nascono dalla mancanza di coordinamento nell’applicare le variazioni dell’ora nel corso dell’anno. Parallelamente alle disposizioni dell’Ue relative all’ora legale, gli Stati membri applicano tre diversi fusi orari. La scelta del fuso orario è di competenza nazionale».

Per inciso, i paesi più ostici nei confronti del cambio di orario sono quelli nordici, dove il giorno d'estate dura per loro già fin troppo. 

 

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Sabato, 27 Marzo 2021 08:31

IL DUOMO DI MILANO

in Cultura

Il Duomo di Milano è a rischio , perché ha subito perdite per oltre 22 milioni di euro nel 2020 rispetto all’anno scorso a causa dell’assenza di visitatori: questa la denuncia lanciata dalla Veneranda fabbrica del Duomo di Milano.

La crisi del turismo colpisce duramente anche la cattedrale di Milano, che soffre della mancanza di visitatori e turisti a causa della pandemia globale. Complessivamente nei 2 anni ( 2020 - 2021 ) il Duomo avrà 40 milioni di euro di perdite . Il simbolo stesso di Milano, una delle più straordinarie Cattedrali del mondo è in grave crisi, visto che le spese ordinarie di sola manutenzione sono di 16 o 17 milioni di euro all'anno , dato che si tratta di un colosso fragilissimo , eretto e scolpito tutto nel marmo di Candoglia e quindi sempre e comunque in rifacimento .

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Sabato, 27 Marzo 2021 07:35

LE PESTILENZE IN VALSASSINA E NEL LECCHESE

in Cultura

 Le epidemie o, come si diceva un tempo, pestilenze, rappresentano una costante comune a quasi tutte le latitudini. Quella che stiamo vivendo è soltanto la forma patologica più evidente di quel fenomeno chiamato globalizzazione che, osannato da alcuni e condannato da altri, appare ormai come una realtà difficilmente modificabile. Anche la Valsassina, inevitabilmente, subisce la diffusione quotidiana fortunatamente (fino ad ora) moderata del contagio.

Ma oggi, a differenza del passato, possediamo presidi medici in grado di combattere efficacemente gran parte delle patologie ad andamento epidemico. Si tratta quasi sempre di zoonosi, malattie infettive trasmesse dagli animali all’uomo. L’elenco è interminabile: dall’Aids all’aviaria, dall’ebola alla peste propriamente detta, al tifo cosiddetto petecchiale perché veicolato dai pidocchi. Per finire con la presente pandemia, trasferita all’uomo da una specie animale per ora non individuata con certezza, si tratti di pipistrelli, pangolini o altro ancora.

Anche la storia della Valsassina, come del resto quella della Penisola e dell’intera Europa, è punteggiata dalle bandierine rosse di epidemie di varia natura che si sono succedute nei secoli. A partire da quella che nella seconda metà del Quattrocento indusse i bellanesi ad inviare una supplica alla duchessa Bianca Maria, vedova di Francesco Sforza. L’episodio è riferito insieme ad altri, in un testo dello storico pasturese Andrea Orlandi (1869 - 1945) apparso sul periodico lecchese “All’ombra del Resegone”, nel numero di gennaio - febbraio del 1930. Nel saggio dell’Orlandi a conferma dell’evento epidemico, viene riportato l’inciso: ”…nel tempo de la peste, che fu nel MCCCCLI, esendo peste anchora in Bellano, esendo tuta la Valsaxina marchesca...”.

Il documento originale, custodito presso l’Archivio di Stato di Milano, spiega l’Orlandi, venne redatto “fra l’8 marzo 1466 e il gennaio 1468.” Dal che si deduce, in assenza di altre attestazioni documentali, la presenza in Valsassina della peste. Si tratta probabilmente di una delle ondate (termine con il quale abbiamo ormai stabile consuetudine) della peste nera (o di qualche sua variante) diffusa in Europa a partire dalla metà del XIV secolo, e tornata a manifestarsi saltuariamente fino al Seicento inoltrato. Una patologia epidemica (ma spesso pandemica, diffusa in quasi tutta Europa) prodotta tipicalmente dal batterio yersinia pestis, denominato fino ai primi anni Cinquanta “pasteurella pestis” così chiamato in omaggio al grande microbiologo francese Louis Pasteur. Va sottolineato, per amor di precisione, che all’epoca dei fatti di cui si parla, e a maggior ragione nell’antichità, gran parte delle epidemie venivano classificate come “peste” tout court. Si pensi a titolo di esempio che la tristemente famosa peste di Atene che secondo Tucidide fece migliaia di vittime nell’Atene del V secolo prima di Cristo, fu probabilmente un’epidemia di vaiolo.

Tornando a noi, che quella di cui ci stiamo occupando fosse vera e propria peste non dubita l’Orlandi il quale, nel testo che ci interessa, riferisce che una lettera ducale “al podestà di Lecco, data «in flumine Padi», ossia dal fiume Po, il 7 luglio 1472, parla di peste in modo non equivoco, intendendo quel magistrato - «fare observare certi ordini per la peste seguita in la nostra val Saxina».

Proseguendo nell’esplorazione cronologica delle pestilenze in Valsassina, si scopre che qualche decennio più tardi, nel 1524 e nel 1576 a Premana, due nuove pestilenze, mietono molte vite. Circostanze che sarebbero confermate dai dati recuperati negli archivi comunali da Carlo Gianola, in base ai quali, riporta l’Orlandi, si deduce che nel paese dell’alta valle il morbo “produsse numerose vittime come attesta la diminuzione degli abitanti: 663 nel 1571, ridotti a 500 nel 1583.” Inoltre, come osserva il nostro autore, in un documento dell’epoca si riporta che nel 1577 l’allora Muggiasca, (attualmente Vendrogno) “pagò lire 280, soldi 7, denari 6, richieste dal Magistrato di Milano sopra un avviso di totali scudi 4000 per la peste dell’anno precedente; nonché lire 187 in seguito a ordine del Tribunale della Sanità, per le spese fatte sopra i porti. Vuolsi temere che tale reparto non rimanesse unico: ma che ci fosse stata o meno in Valsàssina la peste, neppure una parola.”

Sul fatto che fra il 1524 e il 1571 in valle si sia diffusa una vera e propria epidemia non sussistono dubbi poiché anche Pasturo paga un pesante obolo al contagio, come viene attestato in un registro parrocchiale nel quale si elencano i 69 “morti dalla pesta nel 1577 in Venetia”. La coincidenza delle date potrebbe convalidare la presenza della peste a Premana nello stesso periodo. Per quanto riguarda i decessi di Pasturo, si tratta forse di “emigranti” trasferitisi, per lavoro o altre necessità, in territorio della Serenissima e non troppo lontano da casa visto che il dominio di Venezia si estendeva dalla Laguna alle terre bergamasche confinanti col territorio valsassinese orograficamente definito; dunque anche alle valli Taleggio e Averara. Si trova conferma di questa geografia politica anche nei testi dell’introbiese Giuseppe Arrigoni, il maggiore fra gli storici locali, il quale riporta che nel 1450 Carlo Gonzaga, duca di Milano strappò la Valsassina a San Marco, compreso “l’ultimo asilo de’ Veneti, la rocca di Bajedo”.

Il nuovo assetto dei confini fra Milano e Venezia viene confermato nel 1454 con la pace di Lodi “restando a San Marco le valli d’ Averara e di Taleggio, da quel punto per sempre staccate dalla Valsassina.” In altri termini non è da escludere che la pestilenza, anche se assente dal territorio di Pasturo, ne abbia comunque colpito con esito fatale alcuni abitanti come riportato dal registro parrocchiale: “41 uomini, 8 donne, 20 ragazzi, tutti parrocchiani locali, cioè di Pasturo e di Bajedo.” Ma, sottolinea l’Orlandi, il registro “non fa cenno della peste in paese, che forse fu risparmiato”. I dubbi permangono visto che il libro parrocchiale risulta incompleto principiando dal maggio 1575 ed “essendone smarrito un fascicolo di data precedente”. Proprio il periodo nel quale, come abbiamo visto, la pestilenza dilaga a Premana.

Va comunque osservato che non tutti gli episodi epidemici valsassinesi sono stati registrati nei documenti comunali o parrocchiali. Infatti, nel testo pubblicato su “L’ombra del Resegone”, L’Orlandi riferisce nell’incipit che “I valsassinesi accennano vagamente a micidiali pestilenze di secoli remoti e imprecisati: a Pasturo dicono che una volta ne scamparono soltanto quattro uomini, che poi andarono a Esino a prendere moglie; qualcosa di simile vien ripetuto in altri paesi”. Che di un morbo talmente devastante da lasciar sopravvivere solo quattro abitanti del paese nessun documento fornisca notizia, ci pare eventualità, più che improbabile, incredibile.

Concordiamo dunque con l’autore sulla “vaghezza” dei riferimenti e non ci sentiamo di accettare in toto le cifre citate in questo caso dall’Orlandi. Ma che la peste sia dilagata in tutto il territorio lecchese anche nel corso del XV e XVI secolo sembra non vi siano dubbi. Ne è convinto anche lo storico Angelo Borghi, che, riferendo delle decime dovute alla famiglia Della Torre, ricorda “il gravame della peste, già serpeggiante in Milano e Lecco nel 1400” (A. Borghi, “I paesi della Grigna. Episodi dello sviluppo di Pasturo”, pag. 304; Lecco, 1995).
Di altre, successive epidemie tratteremo prossimamente. In particolare riferiremo della peste cosiddetta bubbonica, descritta da Alessandro Manzoni nel suo capolavoro, morbo che devastò l’Italia e l’Europa attorno al 1630. La Valsassina non fu risparmiata.

parte 1 di 3

 

 

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Sabato, 27 Marzo 2021 07:27

LA VALBIANDINO PARCO COMUNALE?

L'idea di trasformare il territorio della Val Biandino in un Parco non è affatto nuova.

Nel 2013 Alvaro Ferrari (già Presidente della Comunità Montana), Pierfranco Mastalli (già Presidente provinciale di Lega Ambiente) e il sottoscritto, dopo un apposito Convegno organizzato a Introbio, hanno inviato al Sindaco, una vasta documentazione a supporto del progetto di realizzare, più in grande, il Parco del Pizzo dei Tre Signori.

In sostanza si trattava di costruire un PLIS (Parco Locale di Interesse Sovracomunale) che, come tale, non pregiudicava le consuete attività antropiche come la pesca, la caccia e il governo dei boschi.

La documentazione prodotta dettagliava gli aspetti naturalistici, la cartografia coi confini, i condizionamenti urbanistici, la valorizzazione del caricamento delle mandrie bovine e caprine, con la conseguente produzione di formaggi di qualità.

I governanti di allora la boicottarono per la non banale ragione che questo progetto di Parco entrava in rotta di collisione con la realizzazione della centrale idroelettrica alla Bocca di Biandino, fortunatamente per la collettività poi bocciata dal Tribunale delle Acque.

Sono trascorsi da allora 8 anni e non ritengo, comunque, di rinunciare a questo progetto, semmai rimodulandolo come Parco di interesse cittadino, molto più “leggero” e fattibile senza particolari intralci politici.

Utilizzando in parte la documentazione che è già presente in Comune, è possibile stralciare i nuovi confini, rendere più efficace e sicura la sentieristica, realizzare un'adeguata cartellonistica a partire dalla Bocca.

Il costo complessivo, che è quantificabile e pianificabile in un paio di lotti, può essere reperito, in tutto o in gran parte, dai fondi che la Regione, la Comunità Montana e il BIM mettono tutti gli anni a disposizione per queste finalità.

In questo modo vengono valorizzati i siti minerari, le località di interesse naturalistico e le strutture che praticano l'ospitalità come i Rifugi.

I tempi sono ora maturi. E' solo una questione di volontà politica.

Giampiero Goggi

 

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