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Giovedì, 25 Marzo 2021 11:43

INCONTRO TRA PREFETTO E COMANDANTE REGIONALE DELLA GDF

Il Prefetto di Lecco, Castrese De Rosa, ha ricevuto ieri in Prefettura la visita del Generale di Divisione Stefano Screpanti, Comandante Regionale Lombardia della Guardia di Finanza.
 
Il Generale Screpanti, insediatosi a Milano a novembre del 2019, nel corso della carriera ha ricoperto numerosi e prestigiosi incarichi di comando, tra i quali quello di Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Ravenna e di Palermo e, in ultimo, a Roma, quello di Capo del III Reparto "Operazioni" del Comando Generale della Guardia di Finanza.

 

Nel corso dell'incontro, molto cordiale, il Prefetto De Rosa ed il Generale Screpanti hanno avuto modo di approfondire sia argomenti di interesse generale che di più stretta attinenza al prezioso ruolo svolto dalla Guardia di Finanza sul territorio lecchese, con particolare riguardo alle attività connesse alla criminalità economico-finanziaria.

 

Con l'occasione, il Prefetto ha espresso al Generale Screpanti grande apprezzamento per l'operazione, denominata Tullac , conclusa ieri dalla Guardia di Finanza di Lecco, coordinata dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, con il supporto tecnico del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata di Roma, con la quale è stata data esecuzione a dieci ordinanze di custodia cautelare in carcere disposte dal GIP del Tribunale di Lecco nei confronti di un sodalizio criminale che gestiva un lucroso traffico di sostanze stupefacenti nelle vicine province di Milano, Monza Brianza e Sondrio.

 

Il Prefetto, nel complimentarsi per la brillante operazione che esalta il lavoro di squadra e gli sforzi quotidiani del personale, dei funzionari e dei dirigenti, ha chiesto al Generale di estendere le espressioni di gratitudine ed apprezzamento a quanti hanno concorso, a vario titolo, al successo di questa operazione.
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Giovedì, 25 Marzo 2021 11:19

MERCATO DEL LAVORO: SITUAZIONE "SORPRENDENTEMENTE" POSITIVA IN PROVINCIA DI LECCO

I dati del Rapporto congiunturale 29 dell’Osservatorio provinciale del Mercato del Lavoro lecchese e quelli dell’indagine Istat sulle forze di lavoro, pubblicati quasi contestualmente, evidenziano una situazione sorprendentemente positiva per il sistema occupazionale della provincia di Lecco nel 2020, poiché la pandemia in atto faceva presagire scenari allarmanti.

Secondo i dati dell’Osservatorio provinciale nel 2020 il numero complessivo di avviamenti registrato dai Centri per l’Impiego di Lecco e Merate è stato di poco superiore alle 30.000 unità, in forte flessione rispetto alle oltre 35.000 dell’anno precedente (-15%). La contestuale diminuzione delle cessazioni, passate da quasi 35.000 a circa 27.000 (-21%), ha determinato tuttavia un saldo positivo (+ 2773 unità), addirittura migliore di quello del 2019 (+721).

Con riferimento ai flussi in ingresso e uscita dal mercato del lavoro lecchese nel 2020, non si sono registrate significative differenze di genere e rispetto alle classi d’età: in tutti i sottoinsiemi considerati (maschi e femmine, 15-29 anni e 50-64 anni) il saldo percentuale tra avviamenti e cessazioni resta positivo e oscilla tra il +4,4% (classe 15-29 anni) e il 6,7% (maschi).

Si tratta di dati in linea con quelli sulle forze di lavoro forniti dall’Istat, secondo i quali nel 2020 la provincia di Lecco mantiene un ottimo posizionamento nella graduatoria delle 107 province italiane, sia in riferimento al tasso provinciale di attività (pari al 72,8%, con Lecco seconda in Lombardia dopo Milano, e in 16ª posizione a livello italiano), che al tasso di occupazione (pari al 68,9%, con la provincia di Lecco 1ª in Lombardia e 6ª in Italia). Valori che rimarcano la capacità di tenuta del sistema produttivo e occupazionale lecchese, in particolare dell’industria manifatturiera, che nel 4° trimestre 2020 ha fatto registrare la miglior performance regionale con riferimento alla produzione industriale (+1,6%), nonostante le criticità dell’emergenza pandemica.

La buona performance del sistema occupazionale lecchese è confermata dal dato sugli occupati, in calo dello 0,7%, ma che evidenzia la migliore posizione in Lombardia (a pari merito con la provincia di Monza e Brianza): anche in questo caso il dato è sensibilmente migliore dei cali registrati a livello lombardo (-1,7%) e italiano (-2%).

Scende anche il numero dei disoccupati, dalle circa 8.400 persone senza lavoro stimate nel 2019 alle 8.200 persone dell’anno scorso (pari a un tasso di disoccupazione provinciale del 5,2% nel 2020).

Certamente le norme sulla cassa integrazione guadagni con causale Covid-19 e sul blocco dei licenziamenti adottate dal marzo 2020 hanno innalzato un “diga” per contenere l’ondata di licenziamenti che si sarebbe verificata senza l’adozione di misure a tutela dell’occupazione.

Infatti, si è verificata una crescita vertiginosa delle ore di cassa integrazione guadagni autorizzate dall’Inps (oltre 26.500.000 ore nel 2020 rispetto ai circa 2 milioni del 2019), segno che l’aumento esponenziale del ricorso agli ammortizzatori in costanza di rapporto di lavoro ha contribuito in modo sostanziale alla tenuta del quadro occupazionale.

Il fatto che nel 2020 l’80,5% delle ore autorizzate abbia riguardato la cassa integrazione ordinaria, il 2,7% quella straordinaria e il 16,7% quella in deroga sembra indicare una netta prevalenza di difficoltà temporanee da parte delle imprese rispetto a situazioni di crisi strutturali.

La forte richiesta di cassa integrazione da parte delle imprese operanti nel commercio e servizi (267.000 ore di cassa straordinaria e 4.337.000 di ore di cassa in deroga nel 2020) evidenzia le gravi difficoltà di questi comparti e la necessità di garantire più a lungo l’estensione degli ammortizzatori sociali con causale Covid-19, come previsto dal decreto legge 41/2021 “Sostegni”, entrato in vigore il 23 marzo scorso.

Sotto il profilo degli indicatori del mercato del lavoro lecchese – commenta il Presidente della Provincia di Lecco Claudio Usuelli – il 2020 si è chiuso in modo inaspettatamente positivo, ma è evidente che si tratta di valori solo in parte spiegabili con la positiva reazione messa in campo da alcuni comparti del nostro sistema economico. Senza i provvedimenti a tutela dell’occupazione, che proseguiranno nei prossimi mesi, ci saremmo trovati davanti a numeri certamente negativi”.

“Il buon posizionamento ottenuto dalla provincia di Lecco nelle graduatorie nazionali – aggiunge il Consigliere provinciale delegato ai Centri per l’impiego Giuseppe Scaccabarozzi – ci spinge a lavorare con determinazione per rafforzare la rete e la collaborazione tra soggetti pubblici e privati, sostenere il sistema produttivo e rendere più efficace ed efficiente il sistema occupazionale locale; solo così potremo essere pronti e preparati quando termineranno le norme sul blocco dei licenziamenti e sulla cassa integrazione. La prosecuzione della campagna vaccinale resta l’unica strada per uscire il prima possibile da questa situazione di emergenza, in modo che le persone alla ricerca di un impiego, siano essi giovani che si affacciano sul mercato del lavoro o adulti che si stanno impegnando per rientrarvi, possano avere maggiori opportunità”.

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Giovedì, 25 Marzo 2021 07:51

Uno stanziamento per il recupero degli edifici rurali

Post Covid, fondi straordinari per i borghi rurali. I piccoli comuni lariani sono il 78% del totale

Con 1,65 miliardi di euro per il rilancio di piccoli borghi abbandonati, si inizia a programmare l’Italia del post Covid oltre a salvare l’immenso patrimonio edilizio rurale italiano composto da edifici rurali fra malghe, cascine, fattorie, masserie e stalle a rischio degrado. E’ quanto afferma Coldiretti nel commentare positivamente il piano del ministro della Cultura Dario Franceschini, per rispondere ai cambiamenti strutturali provocati dalla pandemia nei comportamenti degli italiani: un’opportunità anche per ridare vita ai borghi di alpi e valli nelle province di Como e Lecco, che sono un patrimonio di identità e tradizioni di valore inestimabile, oltrechè un presidio territoriale di straordinaria importanza, specie in ambito montano.

Con la grande spinta verso lo smart working, il distanziamento e le limitazioni agli spostamenti, l’emergenza ha cambiato le abitudini sociali e lavorative degli italiani che sono tornati a guardare le campagne fuori dalle città, non solo come meta per gite fuori porta ma come scelta di vita dove godere di spazi abitativi più ampi con una maggiore sensazione di sicurezza e benessere. Incentivare il recupero e la custodia di questi borghi rappresenta anche un’occasione per alleggerire la pressione demografica sui grandi centri urbani, senza un ulteriore consumo di suolo e il rischio di cementificazione in un territorio già fragile.

 “Lo stanziamento di fondi destinati anche per il recupero degli edifici rurali, dai casali ai depositi, dai rustici alle stalle dismesse – afferma il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi - non rappresenta solo la possibilità di salvare un immenso patrimonio edilizio, ma anche un’occasione importante per recuperare fabbricati spesso abbandonati e salvare l’architettura rurale che dà forma al paesaggio ed esprime l’identità dei luoghi in una relazione di integrazione tra i sistemi produttivi locali e la conservazione della biodiversità agricola.

Un’opportunità per rivitalizzare le aree interne anche della nostra regione, valorizzando l’identità territoriale e i sistemi produttivi locali. Nelle due province di Como e Lecco i comuni sotto i 5mila abitanti sono 242 e rappresentano circa il 78% del totale (a percentuale è sensibilmente più incisiva in provincia di Lecco, con 71 piccoli Comuni pari all’80%, mentre nel Comasco sono 120, pari al 77% del totale provinciale) ed hanno un ampio margini di accoglienza residenziale in un paesaggio fortemente segnato dalle produzioni agricole e dall’ambiente boschivo e collinare.

“È ora più che mai importante però superare i ritardi sulle infrastrutture telematiche cercando di colmare il digital divide che spezza il Paese fra zone servite dalla banda larga e altre no, fra città e campagne, per far esplodere le enormi risorse che il territorio può offrire”.

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Giovedì, 25 Marzo 2021 07:44

RIFLESSIONE A 41 ANNI DAL MARTIRIO DEL VESCOVO ROMERO

24 marzo 2021

San Romero d’America. Come memoria di questo fratello nella vita ho riletto questa mattina le parole che avevo scritto nel 1990 a San Salvador nel decimo anniversario del martirio di Romero. Ero presente con una delegazione italiana in una stagione ancora di forte violenza e repressione. Allego anche la foto che ho scattato del murale della tomba. Angelo

La memoria di Romero
Parlare con l’alfabeto dei sud

Sono le 18: tra un quarto d’ora saranno dieci anni che il vescovo Romero venne ucciso nella cappella dell’hospitalito della Divina Provvidenza.
Nella cattedrale di San Salvador, riaperta questa mattina (e che chiuderà in serata), hanno terminato di fare memoria di Romero i vescovi fratelli Lorscheider, Casaldaliga e il padre della teologia della liberazione Gutierrez.
Mi si avvicina un uomo adulto, dagli occhi lucidi e mi dice: chiudo questa giornata con l’immagine del tuo volto nella mia anima. E voglio che tu sappia e che lo dica all’estero che noi non siamo contro i nord americani, li sentiamo fratelli; solo non vogliamo più la guerra, ma vivere seminando il grano e facendo crescere i nostri figli.

Mi pare la comunicazione/ simbolo di un popolo che questa mattina è sceso, più di settemila persone, sfidando lo stato d’assedio, sulle strade, per testimoniare la risurrezione di Romero nella lotta per la vita.
Dell’altro popolo a cui non è stato permesso di entrare nella capitale perché chiusa in una morsa per scoraggiare i germi di risurrezione. Il popolo delle comunità marginali, delle ”repoblaciones" del territorio di Chalatenango o di Morazan, che sta traducendo a voce alta e con determinazione il discorso della liberta, dei nuovi modelli di organizzazione, di economia, della politica.
Degli studenti universitari; dei sindacalisti che hanno ancora negli occhi le stragi dei propri compagni; degli operai che in uno sciopero della fame hanno occupato la chiesa del Rosario; dei preti e catechisti dei quartieri poveri che devono fuggire da un luogo all’altro perché braccati  dall’esercito; dei gesuiti della Uca che trovavano nelle parole di Sobrino il senso della morte dei propri compagni massacrati qualche mese fa.

Ho incontrato questo popolo assieme ad altri venti compagni della delegazione italiana giunta in Salvador per il decimo anniversario del martirio di Romero.
Dieci giorni di lavoro nelle pieghe di questo Paese straordinario per la capacità di resistere, di organizzarsi, di rilanciare il futuro.
In un momento in cui tutti stanno celebrando il funerale della "rivoluzione", pensando che le centinaia di migliaia di morti del centro america equivalgono a una buona quotazione nelle banche internazionali, questo popolo ha ancora il dono di farci scoprire il Vangelo della libertà, costringendoci ad uscire dalle nostre ambiguità.
Oggi la lettura del peccato strutturale è decisamente profetica, cioè ha un nome e cognome: l’aiuto economico multinazionale che si converte in armi, in uomini addestrati alla violenza e alla tortura; l’aiuto dell’Italia, il secondo Paese al mondo per rapporti solidali con il Salvador, che diventa momento di sopraffazione dei diritti, cito il caso clamoroso della Cogefar nei cui cantieri fino a qualche settimana fa sono uccisi operai sindacalisti.

Oggi non schierarsi o semplicemente cercare una equidistanza dalle parti è mettersi dalla parte dei tutelati; è decretare la morte dei poveri; è decidere che questi possono entrare nel gioco del tiro al bersaglio, come i sei gesuiti e le due e le due donne alla UCA (addestravano i giovani a essere critici e alla rivolta, dicono gli accusatori/ esecutori), come i 75.000 uomini e donne del popolo uccisi in questi anni (desideravano una patria condivisa e non usata solo da quattordici famiglie dell’oligarchia), come Romero, ucciso dieci anni fa, abbandonato dagli stessi fratelli d’altare, come dice Casaldaliga in San Romero d'America.
Come il peccato del mondo aveva ucciso il Figlio di Dio, così il peccato del mondo quotidianamente ha tolto e continua a togliere la vita ai figli poveri di Dio.
Annunciare il Vangelo in questa realtà è compromettersi per un mondo giusto e in pace.

Ho pensato di Romero che è stato il santo che in questi tempi ha reso più evidente la vocazione dell’annuncio, di essere missionari (quindi ha reso evidente e comprensibile il carisma clarettiano).
Il Salvador, con il Centro America, è nel crocevia della vita (il costo della vita sale sempre più, e il valore della vita continua a scendere).
È’ tempo di ricominciare, di immaginare processi mondiali, di sperimentarli nei dialoghi di solidarietà.
Tutte le persone e i gruppi incontrati, prima dell’aiuto economico, hanno chiesto una solidarietà politica, un rompere il muro di silenzio e di indifferenza, di intervenire presso le realtà di chiesa, di stato e di società dei nostri paesi.
La vocazione alla giustizia ed alla pace ci viene rivelata e chiesta da questi paesi, i piccoli del mondo, i sud della terra.
Comprenderemo i fenomeni dell’est e dell’ovest se parleremo con l’alfabeto del sud.

San Salvador 24 marzo 1990

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Mercoledì, 24 Marzo 2021 16:37

CALCIO: DEFINITIVO LO STOP AI CAMPIONATI

in Sport

Negli ultimi comunicati ufficiali emessi la F.I.G.C. ha ufficializzato la prosecuzione dell’attività dei campionati di Eccellenza maschile e femminile e di Serie C/C1 di calcio a cinque maschile e femminile fornendo ulteriori disposizioni circa i tesseramenti nonchè prorogando i termini di trasferimento al 15 aprile 2021.

Quanto alle altre categorie dilettantistiche, la F.I.G.C. ha deliberato la definitiva interruzione delle competizioni con annullamento delle classifiche.

"Si evidenzia - scrive la Lega - che la necessità di tale chiusura era stata rappresentata dalle stesse società lombarde, con modalità plebiscitarie in alcune categorie e sempre superiore al 90% in ogni categoria, nel corso delle call organizzate dal C.R.L. con le proprie affiliate all’indomani dell’insediamento del nuovo consiglio direttivo regionale".

"Il Comitato, atteso il grande interesse e l’importanza relativi all’attività giovanile da parte di istituzioni e società sportive, sta sollecitando in merito le necessarie valutazioni e disposizioni da parte del Governo e degli organismi federali centrali, Settore Giovanile e Scolastico in primis".

Viene così definitivamente messa la parola fine anche al campionato di Prima Categoria disputato dal Cortenova. Appuntamento, tutti lo sperano, a settembre.

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Mercoledì, 24 Marzo 2021 16:27

IL PREFETTO CHIEDE MAGGIORI CONTROLLI

A seguito dei recenti, benché isolati, episodi di violenza verificatisi negli ultimi giorni nell’area della stazione ferroviaria di Lecco, il Prefetto Castrese De Rosa ha convocato il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica per concordare le più opportune misure al fine di garantire maggiore sicurezza sui treni e nelle stazioni ferroviarie.
All’incontro hanno preso parte i vertici delle Forze di polizia, il Sindaco ed il vicesindaco del Comune di Lecco, il Consigliere provinciale delegato per la Sicurezza, il Dirigente del Compartimento della Polizia Ferroviaria di Milano, la società Trenord e Rfi.
In apertura di seduta, il Prefetto, espressa piena solidarietà ai lavoratori di Trenord vittime della recente aggressione, ha illustrato i dati in possesso delle forze dell’ordine da cui non è emerso alcun particolare allarme sociale.
Purtuttavia, si è convenuto sulla necessità di rafforzare le misure di vigilanza e controllo, da parte delle Forze di polizia a competenza generale, che saranno coadiuvate da personale Polfer, impiegato anche in quadranti, come quello notturno, non coperti dal personale della Sezione Polfer di Lecco, come ha assicurato il Capo del Compartimento della Polizia Ferroviaria di Milano, che si è impegnato a dislocare a Lecco un apposito nucleo scorta.
Il Prefetto ha chiesto espressamente a Rete Ferroviaria Italiana di implementare i sistemi di videosorveglianza già presenti nelle stazioni ferroviarie e di accelerare gli interventi strutturali necessari per la chiusura notturna delle stazioni, al fine di migliorare le condizioni di sicurezza dei cittadini.
Infine il Prefetto ha annunciato che è in fase di definizione un accordo di collaborazione con Regione Lombardia per incrementare i servizi di vigilanza e controllo nelle stazioni ferroviarie della tratta Lecco-Milano, attraverso azioni integrate svolte dalle Polizie locali unitamente al personale Polfer.
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Il Comitato ha poi esaminato le misure da mettere in campo in occasione delle prossime festività pasquali durante le quali saranno vigenti, come noto, le misure previste per la cosiddetta Zona rossa al fine di contenere il più possibile la diffusività del virus e di contribuire così alla tenuta del sistema sanitario.
Tale disciplina più rigorosa, come ribadito anche dal Gabinetto del Ministro dell’Interno con una recente circolare, rende necessario un particolare sforzo operativo che incida significativamente sul dispositivo dei controlli.
A riguardo, il Prefetto ha raccomandato che i servizi territoriali vengano disposti con accuratezza e si concentrino specificamente nelle aree più sensibili, potenzialmente interessate da fenomeni di assembramento, specialmente in corrispondenza delle giornate festive e prefestive, coinvolgendo anche gli amministratori locali nelle attività di controllo.
“Nonostante gli spostamenti saranno limitati – ha affermato il Prefetto- e sarà messo in campo un apposito dispositivo dal Questore D’Agostino in un tavolo tecnico dedicato, è opportuno comunque il massimo senso di responsabilità dei cittadini nel rispettare le
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Mercoledì, 24 Marzo 2021 16:17

#PRIMATU: ECCO IL PIANO REGIONALE VACCINI PER LE PERSONE FRAGILI

Dal 6 aprile i cittadini lombardi più vulnerabili e fragili verranno contattati telefonicamente per fissare gli appuntamenti per le vaccinazioni anti-Covid che partiranno dal 15 aprile. Lo prevede il Piano Regionale Vaccini ‘#PrimaTu’ che fa seguito alle vaccinazioni che hanno riguardato gli ospiti delle strutture residenziali (con la somministrazione – ad oggi – di oltre 105.000 dosi) e gli operatori sanitari e socio sanitari che si stanno concludendo proprio in questi giorni.

Precedenza nelle vaccinazioni da garantire alle persone più fragili

“Regione Lombardia – spiegano la vicepresidente della Regione Lombardia e assessore al Welfare, Letizia Moratti e l’assessore regionale alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari Opportunità, Alessandra Locatelli – è fermamente convinta che prima di tutto sia necessario garantire la precedenza nelle vaccinazioni alle persone più fragili. Intendiamo mettere in sicurezza i cittadini più a rischio prima di procedere alla vaccinazione massiva. Le persone verranno contattate telefonicamente direttamente dal personale incaricato. E, in caso di mancata risposta, si provvederà all’invio di un SMS. Per i casi di persone non presenti negli elenchi a disposizione delle Ats o dell’Inps, ma in condizioni analoghe a quelle previste dalle indicazioni ministeriali, ci si potrà rivolgere al medico di medicina generale”.

Per ogni territorio con #PrimaTu un referente vaccinale per i più vulnerabili

“Abbiamo deciso – continuano Moratti e Locatelli – di dare delle indicazioni specifiche alle Ats. Per la gestione di questa nuova fase. Su ogni territorio è prevista l’individuazione di un referente vaccinale per le persone più vulnerabili, ovvero un Vax manager. E di almeno una struttura con spazi adeguati per i casi più complessi. Inoltre, saranno garantiti percorsi su misura. Dando la possibilità, in fase di prenotazione, di indicare due caregiver da vaccinare per le persone con gravissima non autosufficienza. Per i minori si potranno vaccinare i loro genitori e le persone che stabilmente li assistono”.

Percorsi sperimentali già attivi

“In alcuni territori – precisano Moratti e Locatelli – sono già attivi percorsi sperimentali, sia per quanto riguarda le vaccinazioni presso i punti vaccinali, sia per le vaccinazioni domiciliari. L’auspicio è che le dosi di vaccini possano essere consegnate al più presto per accelerare la campagna, in quanto la Lombardia sta per esaurire le scorte. I rifornimenti di vaccini Pfizer, come annunciato dal Governo, dovrebbero arrivare nei prossimi giorni. Un ringraziamento particolare – concludono – va a tutte le associazioni che collaborano ai Tavoli istituzionali. Che operano direttamente sui territori sostenendo le famiglie. E che offrono, attraverso i volontari, l’accompagnamento presso i Centri vaccinali a chi si trova in difficoltà. Grazie anche a tutte le Agenzie di tutela della Salute, le Aziende Socio Sanitarie Territoriali. E al personale che, senza sosta, sta lavorando per garantire a tutti il migliore servizio possibile”.

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Mercoledì, 24 Marzo 2021 15:59

LA TESTIMONIANZA: IL COVID FA MALE, MOLTO MALE !

Quello che stupisce, in molte persone che si ammalano di Covid, e anche pesantemente, è che spesso non hanno alcuna idea di come possano averlo preso.

"Sono stato sempre attentissimo" - mi dice Giuseppe , un giornalista di Lecco mio amico fraterno tuttora ricoverato all`Ospedale nel reparto Covid.

"L`hai preso magari al Supermercato ?" gli suggerisco al telefono, l`unico strumento di comunicazione che hanno i malati, le visite naturalmente sono assolutamente proibite.

"Ma non credo: mi sono sempre lavato le mani col disinfettante, pulivo la macchina ogni volta che tornavo, usavo i guanti. Incontri con le persone non ne ho fatti".

Il Covid l`ha colpito cosi`, all`improvviso, agli inizi di Marzo, e per Giuseppe sono cominciate ormai quasi tre settimane d`inferno.

"Agli inizi stavo male: avevo colpi di tosse così forte che mi squassavano i polmoni. Una tosse che colpiva dall`alto, non dal basso.
Mi piegavo in due per il dolore, alcune volte sono persino caduto per terra."

"Non riuscivo più a respirare: andavo alla finestra per cercare di iniettarmi un po` d`aria, ma sentivo che non ce la facevo".

Giuseppe chiama il suo medico di base. "Ho fatto un tampone volontario, il primo era stato negativo, il secondo invece positivo" (ndr: anche una mia alunna, risultata in seguito positiva e malata di covid, all`inizio aveva avuto un tampone negativo).

"Il dolore saliva: chiamo il 118 e mi portano al Pronto Soccorso. Naturalmente strapieno, con il casino che c`e in questo periodo mi rimandano indietro, pensando che non fosse una cosa così grave".

"Passo una notte infernale: il giorno dopo non mi reggo in piedi, sento dolore dappertutto come se mi avessero tirato delle pugnalate nella pancia e alla schiena".

"Richiamo il 118: non ce la faccio più. L`ambulanza della  Croce Rossa all`inizio sbaglia anche strada (abito in una via stretta, nel centro di Castello) con grande sforzo mi sporgo dalla finestra e la chiamo. Finalmente mi ricoverano. Covid dichiarato, iniziano le terapie".

"Quest`anno per fortuna - dice Giuseppe - i Medici e gli infermieri hanno imparato molto dall`esperienza dell`anno scorso, quando il Covid era sconosciuto, arrivato come una tempesta, e molti non sapevano cosa fare. Le cure di oggi sono molto più mirate"

Lo intubano, a volte gli mettono il casco per farlo respirare: "ora passerò agli occhialini , quelli che hanno due tubi che entrano nel naso" .

Anche la voce di Giuseppe è cambiata: ora è molto piu` cavernosa.
La stanchezza si fa sentire, non riesce a stare al telefono per più di qualche minuto. Una tremenda stanchezza fisica è l`aspetto piu` caratteristico che ti rimane dopo il covid, fai fatica anche a camminare per brevi tragitti.

Ma per fortuna comincia a stare meglio, il peggio è passato, vede una via d`uscita.

"Quando esci, brindiamo". "Assolutamente, prosit" !

Auguri Giuseppe, ristabilisciti presto !

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Mercoledì, 24 Marzo 2021 08:19

Decreto Sostegni: delusione tra albergatori e ristoratori lecchesi

I RISTORI ? UNA GOCCIA NEL MARE !

Non le manda a dire Fabio Dadati, presidente Consorzio Albergatori lecchesi e dell`ente LarioFiere di Erba, a proposito del Decreto Ristori appena emanato dal Governo Draghi.

"I ristori italiani sono come punture di Botox per salvare malati terminali" cosi` riporta sulla sua pagina facebook citando
Elisabetta Fabri, presidente ed amministratore delegato di Starhotels, quando lunedi 21 marzo sul Sole 24 Ore ha confrontato le azioni del Governo con le realtà che vive in USA, UK e Francia.

"Che dire? Dilagheranno sempre di più la malavita organizzata ed i capitali stranieri nell'acquistare alberghi ed attività italiane a bassissimo prezzo " (un problema sempre piu` reale).

Forte la delusione per un decreto che non copre nemmeno il 5% delle perdite sostenute durante l`"annus horribilis" della pandemia.
"Si son trovati i soldi per il rinnovo del contratto sul Pubblico Impiego, solo briciole invece per gliimprenditori del Turismo" scrive Dadati (gia` assessore provinciale del Turismo all`epoca della Giunta di Nava) che si sente come un "innamorato tradito" del Governo Draghi.

"Perché fare come primo intervento il contratto del pubblico impiego e poi dare due soldi del tutto inutili ed offensivi alle attività colpite dalla crisi? Senza, peraltro, avviare la riforma fiscale, il taglio del cuneo, lasciando il cash back e la lotteria degli scontrini (5 miliardi, la metà di tutti i soldi dati alle aziende in crisi)

"Più che “sostegni” mi sembra che siano elemosina...
Ho ben chiaro che non fosse possibile compensare le perdite di fatturato del 2019 ne quelle dei primi tre mesi del 2020, per non parlare dei prossimi aprile e maggio.
Ma proporre questi importi è offensivo."

Si tratta di importi che vanno dal 60 al 10% della perdita di ricavo di un mese medio 2019. "Però tu sei sereno -risponde Dadati a un interlocutore - non hai perso centinaia di migliaia di euro, non hai firmato fidejussioni, fatto debiti, non devi pagare stipendi a venti persone, non devi ricapitalizzare."

Al suo sfogo si uniscono altre voci: "dal 60%a scendere sull’importo medio di 12 mesi, esempio una perdita di un anno totale di 120.000 porterà ad un ristoro di 5000 € .....io più che elemosina la chiamerei presa per il c... suona meglio".

I calcoli non sono ancora chiari, pero` si tratta generalmente di "sostegni" di qualche migliaio di euro su perdite di centinaia di migliaia di euro: troppo poco, dicono i ristoratori che l`intervento di Dadati.

La coperta e` corta, troppo corta: di fronte a un debito pubblico sempre piu` incontrollato gli indennizzi sono poca cosa.
L`unica e` sperare che la situazione, grazie ai vaccini, si normalizzi prima possibile e ritorni il turismo in Valsassina e sui nostri laghi.

 

 

 

 

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Mercoledì, 24 Marzo 2021 07:19

#attentialletruffe

Eccone un’altra. Ormai le conosciamo ma può esserci sempre chi, per distrazione o curiosità, clicca su un link fraudolento, che è messo lì in bella vista solo per rubare i dati personali. Non fatevi tentare da fantomatici rimborsi, in questo caso di un operatore telefonico. Ci sono sempre degli indizi che aiutano a capire che si tratta di un falso, ad esempio frasi poco corrette in italiano o l’indirizzo che spedisce la mail, che somiglia a quello originale ma ha qualche elemento diverso. Uno dei tanti espedienti usati per il #phishing

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