VALBIANDINO.NET

Valbiandino.net : notizie dalla Valsassina e non solo...

Sabato, 17 Febbraio 2024 11:14

NUOVA SCUOLA MEDIA PER IL CENTRO VALLE: IL TERRENO ORA C'E'

Un passo avanti importante per la realizzazione della nuova scuola media al servizio del Centro Valle: il comune di Introbio ha formalizzato l'acquisto dell'area di via Valleggio dove è stata prevista la costruzione del complesso scolastico.

L'operazione è costata intorno ai 450.000 euro ed è stata finanziata per 300.000 circa con l'avanzo di amministrazione e per 150.000 euro con l'accensione di un mutuo decennale con Cassa Depositi e Prestiti.

Toccherà ora alle amministrazioni interessate (Taceno, Parlasco, Cortenova, Primaluna e Introbio) fare fronte comune, assieme alla Comunità Montana che aveva già dato la sua disponibilità, per reperire i fondi necessari affinché il progetto vada in porto.

Come noto, la scelta di un nuovo edificio (che peraltro utilizzerà la palestra già esistente) è stata determinata dall'evidente insufficienza dell'attuale sede che, oltre ad essere strutturalmente deficitaria (risalendo alla fine degli anni cinquanta del secolo scorso), non dispone di aule adeguate, per numero e conformazione, alle mutate esigenze educative e, fatto di non secondaria importanza, agli standard di sicurezza vigenti: una "semplice" ristrutturazione (preventivata in oltre 600.000 euro) non sarebbe dunque stata risolutiva.

"Abbiamo raggiunto uno degli obiettivi che ci eravamo prefissati all'inizio del nostro mandato - afferma il sindaco Adriano Airoldi - e ovviamente sono soddisfatto. Ora, tutti insieme, dobbiamo lavorare per far sì che il progetto diventi una realtà al servizio dei giovani studenti di tutti i comuni coinvolti, con i quali il percorso è stato condiviso sin dall'inizio".

A breve il progetto già esistente e risalente al 2020 verrà ridiscusso per i necessari aggiornamenti, uno dei quali prevede il collegamento con la prospiciente area del Prà Baster che dovrà diventare complementare al complesso scolastico.

 

 

 

 

 

Leggi tutto...
Giovedì, 15 Febbraio 2024 08:07

A PROPOSITO DEL PONTE "TIBETANO" IN VALVARRONE

L’articolo da me pubblicato qualche giorno fa sul paventato progetto di un ponte tibetano in Valvarrone, nella zona dell’Alto Lario in provincia di Lecco, ha suscitato un ampio e assai vivace dibattito in zona e non solo. Nell’articolo chiedevo se fosse proprio quella proposta l’opera più adatta a rilanciare il territorio in questione e a contrastarne le fenomenologie socio-culturali purtroppo solite in molti territori montani (spopolamento, abbandono, mancanza dei servizi di base, eccetera), a fronte di un recente studio (luglio 2023) del Politecnico di Milano sviluppato per Regione Lombardia e per la definizione delle azioni relative alla Strategia Nazionale delle Aree Interne nella quale la zona in oggetto è compresa che invece ha indicato altre priorità per la Valvarrone: «l’accesso ai servizi, spopolamento tra relazioni transfrontaliere e processi di polarizzazione locale; la cura del territorio e la prevenzione dei rischi ambientali, in relazione alle economie radicate nell’area e ai loro possibili sviluppi; la governance e la capacità istituzionale».

Il gran dibattito suscitato mi rende molto contento, perché in queste circostanze un confronto franco e condiviso, al netto dei soliti incivili per i quali tutto il mondo è paese, è ciò che più serve per definire le questioni dibattute, nella speranza che chi ne detenga la gestione sappia ascoltare e compendiare la sostanza del dibattito al fine di ricavarne le migliori indicazioni possibili.

Tra i tanti commenti, ho avuto il piacere di leggere due, in particolare. Il primo è di Roberto Battista, consigliere del comune di Sellano in Valnerina, Umbria, luogo nel quale ci si appresta a installare proprio un ponte tibetano. Battista nel suo messaggio, pubblicato come commento al mio articolo sul blog, mi ha illustrato come sia nata la decisione di approvare la realizzazione del ponte. Data la lunghezza ve ne riporto solo un breve estratto.

Sono un consigliere del comune di Sellano, in Valnerina, Umbria, dove tra qualche settimana verrà inaugurato “l’ennesimo ponte tibetano”.
Ho letto con interesse l’articolo, che pone delle domande più che legittime, domande che sono tra le tante che come amministrazione comunale ci siamo posti prima di decidere di procedere con la costruzione del nostro ponte.
La situazione dei piccoli paesi delle aree interne è simile su tutto il territorio nazionale, fiumi di parole sono stati spesi per analizzare problemi e possibili soluzioni, il più delle volte da persone che hanno una conoscenza per lo più teorica del soggetto. […] La nostra decisione di procedere con l’edificazione del ponte fa parte di un progetto del quale il ponte stesso è solo la punta dell’iceberg, la parte visibile e spettacolare intesa a supportare tutto ciò che ci sta intorno. […]

Al netto delle rispettive opinioni, ho apprezzato molto le osservazioni con le quali Battista ha illustrato la genesi del loro ponte e la decisione per nulla facile di approvarlo; ancor più ho apprezzato il fatto che a Sellano si dimostrino ben consci dei rischi che un’opera del genere impone, e che per cercare di controllarne le conseguenze abbiano costruito intorno al ponte – o per meglio dire insieme all’azione del ponte – un progetto di sviluppo socioeconomico su base culturale che, per certi aspetti, ritengo sia l’unica cosa che possa rendere accettabile la realizzazione di un manufatto del genere. Comunque non giustificabile, dal mio punto di vista, ma quanto meno si mettono in essere quegli strumenti con i quali si possa cercare di controllare le derive i cui pericoli restano, in primis quello per il quale il luogo ove trova sede un ponte tibetano, che notoriamente attira un turismo molto attratto dal famigerato «effetto wow!» e molto poco dal contesto culturale d’intorno – paesaggistico, architettonico, artistico, eccetera – ne diventi un ostaggio, e la cui fama si leghi poi solamente alla frequentazione massificata del ponte mettendo in ombra ogni altra rilevanza del luogo, nonché – e soprattutto – il valore positivo di quelle rilevanze e delle ricadute altrettanto benefiche per la comunità residente. Per questo io resto fermamente contrario a infrastrutture turistiche come queste: non tanto per l’opera in sé quanto per il modello turistico che rischia di imporre inesorabilmente all’intero territorio, soggiogandolo alla propria presenza e annullando i benefici di qualsiasi altra iniziativa ben più sostenibile e di qualità. Certo, si può pensare di utilizzare il ponte tibetano come “specchietto per le allodole” da attrarre verso tutto il resto di migliore che il luogo sa offrire, posso capire un tale eventuale fine: ma mettere in relazione il turismo basso e massificato con quello alto e a basso impatto è assai difficile, il rischio principale è che il primo, per la sua natura ben più impattante, finisca per far scappare il secondo, come si registra in molte località nelle stesse circostanze. Battista chiude il proprio intervento proprio chiedendosi se saranno capaci di fare ciò che in pratica io ho denotato con altre parole. È quanto mai necessario che il sistema territoriale integrato che a Sellano è stato pianificato, per come ne ha scritto Battista, sia basato su alcuni step e obiettivi di alta qualità ineludibili e che possegga una visione temporale protesa il più possibile nel tempo. Un sistema che giustamente comporti che «il turismo sia solo una componente e il pretesto per rimettere in moto tutto il meccanismo della comunità» ma che abbia fin da ora gli strumenti per svincolare il luogo e la sua comunità dall’apporto della frequentazione turistica: non per eliminarla, anzi, ma per svilupparla sempre più come un vero e proprio valore aggiunto, e non solo un ingrediente al pari degli altri, in un tessuto socioeconomico nuovamente in grado di stare in piedi e camminare da solo e, soprattutto, di fare comunità, il vero segreto per la resilienza negli anni futuri dei piccoli paesi.

L’altro commento che forse ho contribuito a sollecitare e mi ha fatto piacere leggere è invece quello del sindaco di Valvarrone, Luca Buzzella: di nuovo, nonostante le visioni differenti e il tono un poco acido (ma comprensibile), l’ho trovato interessante perché ha messo in luce molti degli aspetti correlati alla questione del ponte tibetano progettato che altrimenti sarebbero difficilmente potuti diventare di dominio pubblico se non per pochi diretti interessati, oltre ad alcune importanti iniziative già realizzate dalla sua amministrazione per le quali non si può che essere grati.

Sulle sue osservazioni in merito a quanto riportato nell’articolo di “Salire” nr.47, il notiziario trimestrale del gruppo regionale lombardo del Club Alpino Italiano, è bene che rispondano i diretti interessati, se ritengono il caso di farlo. Io dico solo che quell’articolo non mi è sembrato affatto pieno di «inesattezze» o di «informazioni non esatte», e propone un’idea di frequentazione del luogo sicuramente interessante e apprezzabile oltre che ben più culturalmente consona agli scopi prefissi dall’amministrazione locale, legati in particolar modo alla fruizione turistica dell’area mineraria di Lentrèe, al netto che possa piacere o meno e per come se non possa discutere la fattibilità e la convenienza. Peraltro, quanto scritto su “Salire” è perfettamente in linea con la posizione ufficiale del Gruppo Giovani del Club Alpino Italiano il quale, in occasione del recente 101° Congresso Nazionale ha istituito un tavolo di lavoro su questo tema in coordinamento con la Commissione Centrale Tutela Ambiente Montano, come è stato riportato su “Lo Scarpone” qui. Dunque opinioni non certo campare per aria, quelle espresse nel trimestrale del CAI lombardo, ma basate su considerazioni già ampiamente articolate: vi si può essere d’accordo o meno ma non si possono certo liquidare in maniera troppo superficiale.

Per il resto, non mancano inesattezze nemmeno in quanto sostenuto dal sindaco Buzzella. Innanzi tutto, il rimarcare che «Ci serviva proprio uno studio! non l’avevamo capito!» riguardo le carenze del suo territorio il sindaco lo dovrebbe fare in primis a Regione Lombardia, che ha commissionato lo studio del Politecnico di Milano del quale ho riferito i risultati nel mio articolo originario nell’Accordo di Collaborazione tra la Regione e il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico milanese per l’attuazione del progetto “La costruzione della Strategia regionale aree interne nel ciclo di programmazione europea 2021 – 2027” approvato con DGR n. 5577 del 23 novembre 2021. Uno studio istituzionale su base accademica, dunque, non la sparata di qualche professorone saputello, che rende l’atteggiamento al riguardo del sindaco, mi permetto di dire, poco corretto. D’altro canto egli stesso segnala che vi sia ancora molto da fare, nell’ambito della Strategia, per il suo territorio, al netto della «grande fatica» segnalata per mantenere attivi i servizi di base territoriali, sforzo certamente encomiabile.

Inoltre, la testimonianza di Roberto Battista sul ponte tibetano di Sellano, della quale vi ho scritto poc’anzi, rimarca un’iniziativa non così simile a quella presentata per la Valvarrone, anche se può essere funzionale dire che lo sia (quella di Sellano ricorda invece il progetto del “Ponte nel Cielo” della Val Tartano, a ben vedere). E, come ho rimarcato poco sopra, a Sellano si è fatto del ponte tibetano un elemento posto sullo stesso piano di altri che compongono un progetto di rinascita socioculturale del luogo, nel quale sembra vi sia presente una buona consapevolezza dei rischi a cui si deve far fronte con infrastrutture come quelle qui in discussione. Mi auguro che il «progetto complesso» che la Valvarrone sta portando avanti possa presentarsi con simile consapevolezza, visione strategica e capacità di fare comunità, prima di fare «Un’attrazione sensazionale, che potrebbe attirare migliaia di turisti!» – parole presumibilmente proferite dal sindaco.

Tocca quindi rimarcare una nota desolante: quel commento per il quale «Ma la cosa che mi urta è il voler imporre con supponenza un solo pensiero, quel famoso pensiero unico a cui danno fastidio pure le CROCI SULLE VETTE! Vi ricordate?» (Sic). Ma che c’entrano nel dibattito il pensiero unico e le croci sulle vette? Della cui questione, peraltro, il sindaco Buzzella dimostra con tale affermazione di non aver capito la sostanza, ovvero di interpretarla in maniera del tutto ideologica, tentando di spostare in tale fangoso ambito il dibattito. Tentativo al quale sfuggo immediatamente: me ne sto ben distante da qualsiasi ideologia, preferisco continuare a riflettere e dibattere nell’ottica del più consono buon senso, come dovrebbe sempre accadere quando si ha a che fare con ambiti delicati e preziosi come quelli montani.

Infine, nell’accusa rivolta dal Sindaco di denigrare, di gettare delle ombre, nell’invito a restare umili eccetera, risiede il rischio opposto, ovvero che la carenza di umiltà e di rispetto verso i propri interlocutori venga proprio da chi pare non voler accettare alcuna interlocuzione solo perché la parte “opposta” sostiene opinioni che non piacciono e risultano contrarie ai propri intendimenti. Forse ci si dimentica che per entrambe le parti ciò che sperabilmente conta deve essere la valorizzazione (termine ambiguo, ma tant’è) e lo sviluppo del territorio della valle e del benessere della comunità che lo abita, innanzi tutto a suo favore e poi di qualsiasi altro portatore d’interesse – villeggiante, turista, operatore economico, imprenditore, eccetera. Sviluppo capace di generare valore per il quale si possono formulare idee e progetti differenti e meno male che sia così: posto ciò si mettono sul tavolo quelle idee, ci si confronta, si dibatte, si ragiona, in breve sui mette in atto il metodo migliore possibile per trovare le soluzioni altrettanto migliori oltre che più condivise a beneficio del territorio, dei suoi abitanti e per entrambi del loro futuro. Questo è anche l’unico modo per poter considerare un’opzione altamente critica e impattante come la realizzazione di un grande ponte tibetano nel paesaggio della Valvarrone, inserita in un ben più ampio e articolato progetto di sviluppo territoriale – anche turistico, certamente – di quello che, al momento, pare sia stato pensato per la Valvarrone, al netto di quanto sia già stato realizzato in loco e per cui non si può che essere grati e riconoscenti verso l’amministrazione locale. Ciò da un lato perché «Per salvaguardare la pacifica convivenza tra chi è a favore e chi è contrario è comunque necessario saper attribuire un valore corretto a quello che viene perso e quello che viene guadagnato con queste infrastrutture per poter limitare le ripercussioni e offrire le migliori opportunità per il futuro» (sono parole emerse dal tavolo di lavoro del CAI), e dall’altro lato perché strutture del genere «portano a una omologazione del paesaggio, della fruizione della montagna che rischia di essere persino controproducente rispetto agli obiettivi di questa proposta di valorizzazione turistica. Per rendere seducenti i territori montani a volte sono necessari interventi di carattere minuto, ma soprattutto una narrazione accattivante, capace di cogliere e di evidenziare la poesia e il fascino degli elementi già esistenti. Degli elementi capaci di rendere un territorio unico». Parole di Antonio De Rossi, uno dei più importanti architetti italiani, attivo soprattutto nei territori montani sia alpini che appenninici. Sicuramente lui di “inesattezze” su tali questioni non ne scrive.

Ecco, a tal proposito: non è che il vero “pensiero unico” qui è quello che sta alla base delle decine (se non centinaia) di ponti tibetani nonché di tutti gli altri manufatti turistici (panchine giganti, passerelle panoramiche, eccetera) già esistenti un po’ ovunque e tutti quanti sostanzialmente uguali? Magari no, o forse sì: meglio pensarci sopra bene, in ogni caso.

Leggi tutto...
Giovedì, 15 Febbraio 2024 07:29

UNIVERSITA' DELLA TERZA ETA' VALSASSINA: STA PER PARTIRE LA NUOVA ASSOCIAZIONE

E' il momento anche dei ringraziamenti, prima di partire con la nuova avventura che avrà la sua inaugurazione ufficiale venerdi prossimo 23 febbraio.
Innanzitutto voglio ringraziare le molte persone che hanno risposto a quello che all'inizio era un semplice appello, lanciato su Internet e sui Social, di creare una Università della Terza Età anche in Valsassina.
Una sessantina di persone che hanno subito lodato l'idea, e molte di loro erano presenti nella prima riunione tenutasi preso la Biblioteca di Introbio Sabato 27 Gennaio (foto Lecconotizie). Ad oggi, mentre stiamo ancora ufficializzando l'Associazione, abbiamo già più di una ventina di soci iscritti.

Naturalmente dobbiamo ringraziare la Biblioteca di Introbio, che ci ha dato inizialmente la sede per i primi nostri incontri, e ora soprattutto la Comunità Montana Valsassina Esino e Riviera, che ci ha concesso l'uso di una sala in via Fornace Merlo accanto al salone Pensa.
Una attestazione di stima e di fiducia che spero sapremo ricambiare, e di cui ringraziamo vivamente il Presidente Fabio Canepari.

Il programma delle iniziative che abbiamo elaborato lo troverete, sempre aggiornato, sul nostro nuovo sito, www.unitervalsassina.it e in particolare su questa pagina, https://www.unitervalsassina.it/events/.

E' già un programma piuttosto denso, ma altre ne seguiranno, sia fino a Giugno che dopo la pausa estiva l'obiettivo è di organizzare almeno un incontro alla settimana, che riguarda tematiche varie: da argomenti di geo-politica internazionale, ad argomenti sulla Salute , l'alimentazione, i farmaci da banco, Tecniche di Pronto Soccorso, allo Sport e alla Letteratura.

Corrisponde a quello che è il programma della Associazione, stabilito nello Statuto, e cioè "educare, formare, informare.. nell'ottica di una educazione permanente" , concetti ben noti tra l'altro a chi, come il sottoscritto, ha insegnato per molti anni nelle Scuole Serali per l'Educazione degli Adulti.

Ma anche "aprirsi al sociale e al territorio .. operare il confronto tra le generazioni" (ecco perchè è indispensabile l'apporto dei giovani) "promuovere iniziative culturali e sociali .. per il confronto tra culture e generazioni diverse".

Quindi "organizzazione e gestione di attività culturali, artistiche o ricreative .. per la promozione e diffusione della cultura" attraverso la pratica del volontariato.

Ottimi e alti obiettivi, che personalmente condivido in pieno: vorrei però sottolineare un aspetto. Se siamo riusciti a creare questo programma (e molte altre iniziative sono in previsione) è perchè si è subito creato un clima di collaborazione tra i soci.

Non abbiamo bisogno di professoroni o di espertoni che vengano a farci dotte conferenze: ognuno di noi, semplicemente, mette a disposizione le sue competenze e le sue conoscenze, nei campi più diversi, in uno scambio reciproco e utile di informazioni nei diversi settori.

Sono gli stessi soci quindi che, a turno, saranno i conferenzieri, in uno scambio didattico e culturale che favorirà la crescita di ognuno.
Questa la trovo una prospettiva eccellente: un modello di scuola trasversale (oserei dire montessoriana) in cui non ci sia un "Maestro", ma tutti a turno sono "maestri".

Oltre al fatto di far sentire meno soli gli anziani che parteciperanno: "creare comunità", questo è l'obiettivo di attività anche ricreative ed escursionistiche.
Ci saranno sicuramente molte difficoltà e ostacoli anche imprevisti, ma noi contiamo proprio di riuscirci .

Allora arrivederci a presto, non mancate !

Enrico Baroncelli

Leggi tutto...
Mercoledì, 14 Febbraio 2024 20:55

ESCURSIONISTA DI 76 ANNI SCIVOLA E PERDE LA VITA IN GRIGNETTA

Un escursionista di 76 anni ha perso la vita oggi pomeriggio, mercoledì 14 febbraio 2024, nella zona della Cermenati, sulla Grigna Meridionale. È scivolato ed è precipitato per diversi metri mentre stava scendendo dal sentiero lungo un canale molto impervio, al limite dell’area boscata. Immediato l’allarme: la centrale ha attivato le squadre territoriali del Soccorso alpino, Stazione di Lecco della XIX Delegazione Lariana, a supporto delle operazioni. Pronti a partire dal centro del Bione due tecnici e un sanitario del Cnsas - Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico. L’elisoccorso di Areu è arrivato sul posto; l’équipe medica ha constatato il decesso dell’escursionista.

Leggi tutto...
Mercoledì, 14 Febbraio 2024 18:25

LA NOMINA DEL "SUPER ASSESSORE" ALLE AREE INTERNE AGITA LE ACQUE IN COMUNITA' MONTANA. FDI RITIRA I SUOI ASSESSORI

La nomina del sindaco di Casargo (tesserato Fratelli d'Italia), decisa dal presidente della Comunità Montana, quale "consigliere" ad personam per quanto riguarda le Aree Interne (definito anche un po' pomposamente "super-assessore") non è stata evidentemente gradita alla segreteria provinciale di Fratelli d'Italia, tanto che oggi la stessa segreteria ha fatto circolare questo comunicato che riportiamo integralmente.

"Abbiamo deciso - scrive Alessandro Negri, presidente provinciale di FdI - di non presentare la nostra delegazione all'ultima seduta di Giunta della Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino dove si doveva discutere della strategia Aree Interne. Le motivazioni di questo gesto arrivano dalla volontà di Fratelli d’Italia di rimettere al centro il protagonismo dei territori, non facendo calare decisione dall'alto delle segreterie di partito. Pur rispettando il ruolo politico dei partiti a livello provinciale, riteniamo utile prendere decisioni che possano nascere dal basso, andando oltre ai personalismi che talvolta hanno danneggiato la politica locale. Quindi, restiamo in attesa di trovare risposta alla nostra richiesta di un confronto ampio con tutti i soggetti coinvolti per impostare un metodo di lavoro più condiviso e partecipativo possibile. Questa decisione è stata presa unanimemente a dimostrazione della forza e della compattezza con cui il nostro movimento si appresta ad essere sempre più protagonista, non solo in Valsassina. La nostra volontà resta quella di aprire una discussione all’interno della maggioranza, dove l’interesse per il bene del territorio deve prevalere su tutto ed i progetti legati alla strategia delle Aree Interne, non vengano calati dall'alto. Siamo certi che a stretto giro si possano incontrare le segreterie ed i rappresentanti dei territori, condividendo una linea comune, così che gli Assessori ed i nostri rappresentanti in Comunità Montana possano tornare a dare il loro determinante sostegno".

Dopo anni vissuti nella più assoluta apparente tranquillità, proprio sul filo del traguardo (ricordiamo che dopo le amministrative di giugno l'assemblea verrà totalmente rinnovata) la Comunità Montana inciampa in una nomina evidentemente non concordata tra gli alleati (Lega e FdI).

 

 

 

 

Leggi tutto...
Mercoledì, 14 Febbraio 2024 06:22

CARNEVALE SULLE NEVI DI ARTAVAGGIO

Grazie alle recenti abbondanti nevicate, la stagione dello sci e dei bob ad Artavaggio continua; infatti, il tapis
roulant dell’area bob sarà aperto da giovedì a domenica, mentre quelli dedicati alle piste da sci saranno aperti
venerdì, sabato e domenica per questa settimana di Carnevale.
L’imbarazzo della scelta tra sci, bob e ciaspole.
Artavaggio è un ottimo punto di partenza per bimbi e adulti che si vogliono affacciare al mondo dello sci, con
impianti a misura di bambino, piste ampie, poco affollate e maestri di sci competenti per guidare le prime
discese anche dei più piccoli. Nei campi scuola troverai anche un’area ideata appositamente per i più piccoli per
imparare divertendosi e in sicurezza.

Per i più sportivi, in quota è possibile praticare anche lo scialpinismo. Il silenzio e la libertà accompagnano gli
sciatori che risalgono i versanti per poi meritare la discesa in fuoripista. La grande varietà di itinerari consente a
tutti di trovare gite adatte alla propria capacità sciistica e atletica.
Il divertimento in quota non è riservato solo agli sciatori. Se vuoi trascorrere del tempo sulla neve, in famiglia o in
compagnia, e al contempo goderti un suggestivo panorama… Il bob fa proprio per te! Qui, a pochi passi
dall’arrivo della funivia, trovi un’ampia area interamente dedicata alla pista bob e slitte; con i suoi 150 m di
lunghezza ed un tapis roulant per la risalita, è il ritrovo perfetto e sicuro per le famiglie.

Artavaggio è la meta ideale anche per fantastiche gite con le ciaspole, grazie ai suoi ampi spazi, panorami
mozzafiato e percorsi in mezzo alla natura. Ci sono itinerari per tutti i gusti e capacità: dalle strade battute dal
gatto delle nevi, ai sentieri meno frequentati al cospetto del gruppo dei Campelli, tutti si possono cimentare con
le ciaspole per divertirsi e passare una giornata indimenticabile.
Gli orari della funivia Moggio-Artavaggio sono dalle 8.30 alle 17:00 con pausa 12:15- 13:30, mentre i tapis
roulant sono aperti dalle 8:30 alle 16:00.
La stagione continuerà anche dopo Carnevale: la funivia è aperta tutti i giorni (tranne martedì, giorno di
chiusura); tappeti aperti giovedì, venerdì, sabato e domenica (il numero dei tappeti aperti più variare in base alle
condizioni della neve).

ASSOCIAZIONE RICETTIVITA'E TURISMO RTAVAGGIO ETS

Leggi tutto...
Martedì, 13 Febbraio 2024 12:26

SAGRA 2024: EMESSO DALLA COMUNITA' MONTANA IL BANDO PER L'ASSEGNAZIONE DELLA LOTTERIA

Il 10 agosto, data di inaugurazione dell'edizione numero 59 della Sagra delle Sagre, è ancora lontano ma la macchina organizzativa è già in movimento.

Una delle prime incombenze spetta alla Comunità Montana cui è demandato l'onere di scegliere chi gestirà la tradizionale sottoscrizione a premi. 

In quest'ottica è stato pubblicato ieri dall'ente della Fornace l'avviso ufficiale per la presentazione delle candidature da parte di Enti e Associazioni in possesso dei requisiti necessari: le richieste dovranno essere indirizzate all'indirizzo mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

La scadenza per le domande è fissata per Venerdì 8 marzo 2024.

I richiedenti, contestualmente alla domanda, dovranno allegare una breve presentazione dell’Ente/Associazione/Società ed indicare la finalità della raccolta.

La 59^ Sagra sprirà i battenti sabato 10 agosto e chiuderà domenica 18.

Leggi tutto...
Pagina 8 di 15