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Valbiandino.net : notizie dalla Valsassina e non solo...

Sarà lo Spazio Valsassina (in pratica la palazzina nella quale d'estate viene allestito il ristorante della Sagra) ad ospitare le vaccinazioni "di massa" della popolazione della Valle. Lo ha comunicato Regione Lombardia diffondendo anche l'elenco di tutti gli altri siti scelti (vedi sotto).

Titolare del contratto di locazione della palazzina è la Ceresa Srl che ha immediatamente messo a disposizione della Comunità Montana la struttura a titolo gratuito. 

 

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Quante sono le classi in "quarantena" nella Provincia di Lecco? Il bollettino diramato dall'ATS quest'oggi propone una tabella molto significativa che illustra l'andamento del numero delle classi costrette a stare lontane dalla scuola per via dei contagi dal primo febbraio sino a sabato scorso.

Si evidenzia una crescita continua che ha portato ad avere nella nostra provincia 21 classi del nido/infanzia, 33 della primaria, 13 della secondaria di primo grado e 58 della secondaria di secondo grado in quarantena, per un totale di 125. A inizio febbraio erano 65, in pratica la metà.

 

classi in quarantena

Ultimo giorno in arancione (sia pure "rafforzato") e poi ci si tufferà nel rosso. Ad accompagnarci in questa transizione un vento fortissimo: spazzasse via anche il virus ci farebbe un grandissimo piacere.

Ma quali sono le regole che dovranno essere rispettate? Immaginiamo le conosciate tutti (quasi) a memoria. Per i più distratti facciamo un breve riassunto, così, per promemoria.

Ovviamente resta in vigore il coprifuoco dalle 22 alle 5 e questo non deve essere stato molto chiaro ai giovani pescati dai Carabinieri in Centro Valle in orari non consentiti, per cui, si sa mai, ribadiamolo.

Le scuole, come noto, resteranno aperte alla presenza solo di studenti con disabilità o bisogni educativi speciali.

Loro malgrado (ed anche dei numerosi clienti) saranno chiusi bar e ristoranti che potranno funzionare solo con l'asporto in orari ben definiti.

Anche in questo caso è indispensabile una sottolineatura: asporto significa che prendi il tuo caffè, la tua brioche o il tuo bicchiere e te ne vai. Non significa che devi radunarti con altri che hanno preso il loro caffè, la loro brioche e il loro bicchiere attorno, per esempio, a un monumento o nascosti dietro un angolo buio. Già che siamo in tema: i residui dell'asporto non vanno lasciati per strada. 

Molti negozi resteranno chiusi perchè trattano generi (esempio abbigliamento, gioiellerie, calzature) "non indispensabili" anche se sono tali per la vita dei loro proprietari e tutti speriamo che vengano "ristorati" adeguatamente e, possibilmente, nel minor tempo possibile.

Un argomento che riguarda la nostra Valle da vicino è quello delle seconde case. L'interpretazione ministeriale dice che si possono raggiungere, basta avere in mano un titolo di proprietà o un contratto d'affitto stipulato prima di metà gennaio e che la "seconda casa" non sia abitata da persone non appartenenti al proprio nucleo familiare. Il pensiero va alle vacanze pasquali quando potenzialmente potrebbero salire tutte le migliaia di proprietari di seconde case in Valsassina. Con i negozi accessibili solo col contagocce, i bar e ristoranti aperti solo per l'asporto e considerate le dimensioni delle vie e delle piazze dei nostri comuni, vedremo come saranno evitate le possibilità di assembramento.

Tra sabato 3 e lunedì 5 aprile, nonostante la zona rossa, tutti potranno andare a trovare parenti o amici. Bisogna essere al massimo in due con minori di 14 anni al seguito e dirigersi verso una sola abitazione privata, una volta al giorno e rispettando gli orari del coprifuoco.

Infine la regola generale: in zona rossa non su può uscire di casa se non per motivi di lavoro, salute e urgenza ed occorre avere con sè il modulo di autocertificazione. Quindi, per esemplificare, si può uscire per fare la spesa o comprare il giornale, ma non per andare a bere l'aperitivo o trovarsi con gli amici o i parenti.

Altra questione molto dibattuta è la possibilità di svolgere "attività motoria". Ebbene, lo si può fare solo all'interno del proprio comune, in forma individuale all'aperto mantenendo la distanza di due metri e restando nei pressi della propria abitazione. Una passeggiata, tanto per capirci, è classificata come "attività motoria".

E la cosiddetta "attività sportiva"? Se volete correre o andare in bici potete farlo uscendo anche dai confini comunali, ma la vostra destinazione finale deve essere il comune di partenza. In pratica, uscite da casa per farvi ritorno.

Altra chiusura molto sentita quella dei parrucchieri, barbieri e centri estetici. Come l'anno scorso di questi tempi, perciò, largo al fai da te e buona fortuna a tutti per i risultati.

Ultimo capitolo chiusure riguarda i mercati dove troveremo solo generi alimentari, prodotti agricoli e florovivaistici.

Una raccomandazione a chi porta a spasso il cane (attività consentita): lasci le vie e le piazze pulite!

Concludiamo con gli ultimi dati che ci arrivano da Introbio (comune per il quale abbiamo aggiornamenti quasi quotidiani).

Oggi in paese si contano 22 persone positive e 9 a contatto stretto. Dei positivi ben 5 sono ricoverati (uno in più rispetto al precedente bollettino. La buona notizia (ottima!) è che l'unica persona in terapia intensiva ne è finalmente uscita.

 

 

Venerdì, 12 Marzo 2021 20:54

IL ROSSO E' SERVITO

Come ampiamente previsto da lunedì prossimo (e fino al 6 aprile!)  la nostra Regione sarà zona rossa, peraltro in buona compagnia visto che lo stesso colore lo “vestiranno”  anche Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Piemonte, Puglia, Veneto e la Provincia autonoma di Trento, Basilicata (probabile), Campania e Molise.

In attesa che escano le solite FAQ a chiarimento (indispensabili per capire fino in fondo cosa si può e cosa non può fare), vediamo in sintesi cosa ci attende.

In zona rossa - prima di tutto - è vitato qualsiasi spostamento, salvo che nei casi di lavoro, salute o necessità. Aldifuori di questi casi si deve restare in casa.

Per la precisione non ci si può muovere non solo all’interno della regione ma anche in ambito comunale: per farlo è necessaria la pochissimo amata autocertificazione.

Irraggiungibili anche le seconde case, tranne per motivi di urgenza (tipo un guasto elettrico o una perdita d'acqua).

Saranno aperti solo i negozi che vendono beni essenziali e si potrà uscire per fare la spesa o per una passeggiata nei dintorni di casa o per recarsi in chiesa.

Anche in questo caso sarebbero da evitare le visite multiple allo stesso negozio nella stessa giornata, fenomeno molto comune ai tempi del primo lockdown.

Le visite ad amici o parenti sono vietate. Ci sarà una deroga dal 3 al 5 aprile (con delle regole precise), ma solo in quei giorni (sabato santo, domenica di Pasqua e lunedì dell'Angelo).

Come già scritto gli unici negozi che possono aprire sono quelli che forniscono un servizio considerato essenziale. Parrucchieri e barbieri saranno chiusi.

Insomma, un perfetto deja vu di quanto abbiamo vissuto l’anno scorso di questi tempi.

Una delle domande più frequenti riguarda l’attività motoria: in zona rossa si può fare una passeggiata ma vicino a casa, quindi niente attività fisica di qualsiasi tipo lontano dall’abitazione.

Cosa succede a bar e ristoranti? Anche qui un film già visto. Devono restare chiusi ma possono lavorare con l’asporto e consegne a domicilio. Per l’asporto i bar chiudono alle 18 e i ristoranti alle 22. Per le consegne a domicilio non ci sono orari.

Tutte le scuole restano chiuse e l’attività proseguirà a distanza salvo la possibilità di presenza per studenti con disabilità o bisogni educativi speciali.

Per il momento - in attesa delle FAQ - è tutto. 

“Il vaccino AstraZeneca è sicuro”. Lo ha ribadito venerdì 12 marzo il direttore generale dell’Assessorato al Welfare di Regione LombardiaGiovanni Pavesi, in un’intervista a Lombardia Notizie Online.
“In Lombardia – ha spiegato il direttore – abbiamo quindi raggiunto il milione di dosi inoculate e in nessun caso. Né con l’utilizzo di AstraZeneca, né con la somministrazione di altri vaccini, abbiamo registrato eventi avversi importanti. Quindi la campagna vaccinale prosegue”.

I vaccini sono sicuri

“I vaccini che utilizziamo, a partire da AstraZeneca – ha aggiunto Giovanni Pavesi – sono sicuri. Si registra l’utilizzo in milioni di dosi sia in Italia, sia nel resto del mondo. E senza aver mai registrato situazioni di particolare pericolo. Quindi non c’è motivo per i nostri cittadini di dubitare sulla sicurezza e sulla continuità della campagna vaccinale”.

Lotto precauzionalmente isolato

“Abbiamo quindi precauzionalmente isolato il lotto che ci è stato segnalato da Aifa e da quel lotto – ha proseguito – in questo momento, non sono risultate situazioni di preoccupazione. Oppure di eventi avversi sui cittadini che lo hanno ricevuto. Ovviamente se qualcuno, che è stato vaccinato, avesse qualunque tipo di sintomo, può contattare il medico di riferimento. Oppure il centro in cui si è vaccinato. E verrà prontamente preso in carico in assoluta sicurezza”.

No elementi per sospendere le vaccinazioni

“Non abbiamo elementi – ha concluso Pavesi – che si inducano a sospendere le vaccinazioni. Ricordiamo sempre che il vaccino, infatti, è l’unico strumento forte che abbiamo attualmente a disposizione per liberarci dalla pandemia”.

Su 31.722 dosi somministrate nessuna segnalazione

Sono 31.722 le dosi di vaccino AstraZeneca del lotto ABV2856 somministrate nei diversi Centri vaccinali attivi in Regione Lombardia e, come detto, a oggi non sono state registrate particolari segnalazioni da parte dei pazienti inoculati.

Il dettaglio delle sommistrazioni

In particolare, ecco le somministrazioni:

  • 3.516 tramite l’Ats Bergamo
  • 3.409 tramite l’Ats Brescia
  • 4.102 tramite l’Ats Brianza
  • 12.325 tramite Ats Milano
  • 2.697 tramite Ats Insubria
  • 1.476 tramite Ats Montagna
  • 376 tramite Ats Pavia
  • 3.871 tramite Ats Val Padana.

Numeri che parlano chiarissimo quelli di oggi. 25.673 nuovi casi in Italia, 373 persone decedute, 32 terapie intensive e 365 ricoveri nei reparti in più. 

La Lombardia (undici milioni di abitanti, teniamolo sempre presente) conta 5.849 nuovi positivi (208 nella provincia di Lecco), 81 sono i decessi, ben 28 gli incrementi in terapia intenvia e più 134 i ricoveri nei reparti.

Stando ai conteggi che circolavano oggi siamo a 311 casi ogni 100.000 abitanti: sopra i 250 si finisce in zona rossa senza nemmeno poterne discutere, quindi la strada appare già molto in salita.

Freddi numeri che misurano la febbre di un contagio ancora lungi dall'essere domato, nonostante la campagna vaccinale stia finalmente (e facciamo tutti gli scongiuri possibili e immaginabili) prendendo forma ed organizzazione. Ma ci vorrà tempo: dai 7 ai 15 mesi per coprire quasi tutta la popolazione e tornare ad una normalità che oggi è ancora un miraggio.

Altri dati: nella nostra regione la percentuale di letti di terapie intensive occupate da persone colpite dal virus è ben sopra il 40% quando la soglia critica è fissata al 30%. Anche l'occupazione dei reparti di malati di Covid è cresciuta ed oggi si attestava anch'essa sopra il 40% stabilito come livello di guardia.

Decine di casi si registrano anche in Valsassina.

Abbiamo sottomano i dati di Introbio che oggi raccontano di 23 positivi, due persone a stretto contatto e 4 ricoverati di cui uno in terapia intensiva. Rispetto al bollettino precedente, quindi, si conta una persona in più all'ospedale.

Domani dovremmo conoscere il nostro futuro prossimo che potrebbe già prevedere un weekend di lockdown, mentre da lunedì, numeri alla mano, sarebbe un miracolo restare ancora in arancione scuro.

Sul fronte delle vaccinazioni proseguono quelle degli over 80 ed anche il personale scolastico sta affluendo nei siti dedicati per ricevere la propria dose, segnali importanti e positivi che però non devono distoglerci dal rispettare le solite regole.

 

 

 

CAMPAGNA DI VACCINAZIONE ANTI COVID 19: VACCINAZIONE MASSIVA E AGGIORNAMENTI

Sono state definite le indicazioni riguardanti la vaccinazione massiva per Regione Lombardia e, in particolare, per l’Agenzia di Tutela della Salute della Brianza.

La campagna di vaccinazione massiva ha l’obiettivo di vaccinare il maggior numero di persone possibili, nel più breve tempo possibile.

“Un impegno rilevante e necessario – spiega il Direttore Generale di ATS Brianza Silvano Casazza - che vedrà coinvolte in un lavoro sinergico tutte le realtà sanitarie e istituzionali del territorio, come già sta avvenendo in questa fase della campagna vaccinale”.

I numeri sono davvero importanti: “La vaccinazione di massa antiCovid – continua il dott. Casazza - prevede per l’ATS Brianza una popolazione di 1.137.000 soggetti da vaccinare, con 27.000 circa inoculi al giorno previsti”.

Sul territorio di ATS Brianza sono stati individuati come punti vaccinali massivi l’Autodromo di Monza (paddock), l’ex area Philips di Monza, Lariofiere a Erba e MB Carate Brianza Polaris Studio.

“Questi centri permetteranno di vaccinare 12.400 cittadini al giorno – evidenzia il Direttore Generale di ATS Brianza – mentre i restanti 14.700 cittadini al giorno per arrivare al target di 27.000 previsto verranno gestiti dalle Asst del territorio (Ospedale di Lecco, Merate, Desio, Carate, Vimercate e Monza), i diversi punti vaccinali che apriremo sul territorio delle due province, in collaborazione con i medici di medicina generale, i comuni e la protezione civile, e nei centri privati accreditati che verranno coinvolti. Questo permetterà, vista anche la conformazione territoriale delle due province, di poter gestire tanti cittadini in centri più vicini al domicilio e quindi più comodi. Chiaramente poi, grazie all’impegno dei nostri medici USCA e dei Medici di Medicina Generale, vaccineremo a domicilio i cittadini che non possono recarsi nei centri vaccinali”.

Nel frattempo continua la vaccinazione degli over 80, in concomitanza con la fase 1bis (ospiti e lavoratori delle strutture per disabili, così come odontoiatri, infermieri, farmacisti e altri operatori sanitari non dipendenti di strutture ospedaliere, personale degli ambulatori e dei laboratori privati non accreditati) e la vaccinazione delle forze dell’ordine. Da lunedì partiranno anche gli inoculi per il personale scolastico.

Al momento vengono vaccinate circa 1.600 persone al giorno in ATS Brianza (600 pv Lecco, 1000 pv Monza) di cui circa 1.150 over 80 (400 pv Lecco, 750 pv Monza). Numeri che verranno implementati lunedì con la creazione di nuove linee per il personale scolastico e con le vaccinazioni nelle strutture private accreditate.

“Nel frattempo – conclude il dott. Casazza – va evidenziato l’esempio davvero positivo del centro vaccinale di Introbio che serve tutta la Valsassina attivato pochi giorni fa. Per questo stiamo definendo, insieme alle ASST, Comuni, Medici di Medicina Generale, Protezione Civile e terzo settore, l’apertura nei prossimi giorni di altri centri vaccinali sparsi sul territorio che permetteranno sia di incrementare i numeri ma anche di fornire un luogo più vicino al cittadino dove vaccinarsi”.

 

Martedì, 09 Marzo 2021 18:32

IL SORRISO DEI NOSTRI ANZIANI

Notizie non buone dal fronte.

Le varianti si diffondono così come gli esperti avevano previsto e l'ipotesi di tornare in zona rossa si sta facendo sempre più concreta.

Oggi abbiamo appreso che per tornare alla normalità ci vorranno dai 7 ai 15 mesi, sempre che si riesca a vaccinare 240.000 italiani al giorno.

In più i dati che arrivano dall'ATS della Brianza (la nostra, anche se con la Brianza c'entriamo poco) segnalano che nell'Ambito di Bellano (in pratica tutto il territorio della Comunità Montana più Lierna, Mandello e Abbadia) si sarebbero superati i 250 casi ogni 100.000 abitanti, soglia oltre la quale in modo automatico si dovrebbe finire in "rosso".

Una buona notizia, in questo freddo inizio di marzo, fortunatamente c'è, ed è che al Presidio di Introbio le vaccinazioni degli over 80 continuano: i nostri anziani stanno ricevendo cure ed affetto, e questo non può che rassenerare un po' il clima.

Che però continua ad essere molto nuvoloso soprattutto sul versante scuola, visto che corre voce di una manifestazione che un gruppo di genitori starebbe organizzando per protestare contro la didattica a distanza anche dalle nostre parti così come avvenuto e avviene in grandi città.

A cosa possano portare iniziative simili (del tutto legittime e comprensibili naturalmente) non è chiaro: il contagio (a meno che ci stiano vendendo numeri falsi o che "il covid non esiste" come affermano i negazionisti della prima e dell'ultima ora) cresce, e con il contagio crescono i ricoverati in reparto e quelli in intensiva.

Le testimonianze degli operatori sanitari confermano una situazione al limite e non si vede come qualsiasi autorità possa oggi responsabilmente disporre un rientro nelle aule prima che la buriana sia passata almeno un po'.

E' vero che la scuola è un posto sicuro: temperature all'ingresso, distanziamento, mascherine, finestre aperte nonostante la stagione, ricreazioni iper controllate. Ma allora se i maggiori contagi nelle ultime settimane riguardano la fascia di età dagli 11 ai 19 anni, il Covid questi ragazzi dove lo prendono?  Solo sui mezzi di trasporto?

Con il senno di poi il pensiero che tre settimane e quattro weekend in giallo forse siano stati un azzardo (a fin di bene) circola anche se fa logicamente fatica ad emergere. La decisione si basava su speranza e fiducia, entrambe, come abbiamo visto, mal corrisposte.

E così oggi, ad un anno dal lockdown del 2020, siamo qui ad attenderci un provvedimento simile, come se dodici mesi non fossero serviti a niente, e poco serve come consolazione il vedere che in tutta Europa, tranne rari e forse rivedibili casi, la situazione è la stessa, indipendentemente da chi governa e dagli sforzi che fa.

Il Covid non ha risparmiato (e non sta risparmiando) nessuno e solo una campagna vaccinale "da guerra" potrà tirarcene fuori (in Israele ci sono riusciti, ma, si sà, quella terra prima di tutto è santa e poi straricca di risorse, oltre che abituata da millenni alla guerra).

L'anno scorso, però, i vaccini non c'erano. Oggi sì, ed è questo che ci deve aiutare ad accettare altri probabili sacrifici con la consapevolezza che stavolta non saranno inutili.

E nei sorrisi dei nostri anziani che escono vaccinati dal Presst di Introbio possiamo trovare conforto ed esempio.

Riccardo Benedetti

 

 

 

Quel che ci si aspettava alla fine è arrivato. Oggi il Presidente della Regione ha firmato un'ordinanza che porta tutta la Lombardia in "arancione rafforzato". Che lo abbia fatto per anticipare una possibile decisione del governo (attesa in base ai dati di domani) che avrebbero potuto decidere per la zona rossa? Vedremo. Intano qui di seguito il comunicato diramato tramite Lombardia Notizie, organo ufficiale della Regione, che invitiamo tutti a leggere attentamente. 

 

Tutta la Lombardia passa in ‘arancione rafforzato’ a partire dalle ore 00 di venerdì 5 e fino a domenica 14 marzo.
Chiudono tutte le scuole a eccezione dei servizi per la prima infanzia (nidi e micro nidi). Lo prevede un’ordinanza del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.

Visti l’andamento della situazione epidemiologica sul territorio e le peculiarità del contesto sociale ed economico e considerato che la situazione epidemiologica presenta le condizioni di un rapido peggioramento con un’incidenza in crescita in tutti i territori della Lombardia, anche in relazione alle classi di età più giovani, è sospesa la didattica in presenza nelle istituzioni scolastiche primarie e secondarie di primo grado e secondo grado, nelle istituzioni formative professionali secondarie di secondo grado (IeFP), negli Istituti tecnici superiori (ITS) e nei percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS) nonché nelle scuole dell’infanzia. Proseguono i servizi per la prima infanzia (nidi e micro nidi).

“La Commissione indicatori Covid-19 Regione Lombardia – spiega il presidente Fontana – a seguito dell’analisi dei dati effettuata, ha condiviso la necessità di superare la differenziazione tra aree assumendo interventi di mitigazione rinforzati per tutto il territorio regionale con l’obiettivo, oltre che di contenere l’incremento di contagi, di preservare le aree non ancora interessate da una elevata incidenza”.

Da qui anche la raccomandazione di applicare all’intero della Regione Lombardia, oltre alle misure di cui all’art. 2 del DPCM 14 gennaio 2021 (ossia, a decorrere dal 6 marzo 2021, del Capo IV del DPCM 2 marzo 2021) previste dalla predetta Ordinanza ministeriale del 27 febbraio 2021, ulteriori misure finalizzate alla prevenzione dal contagio.

L’Ordinanza approvata oggi fa cessare gli effetti delle ordinanze precedentemente emanate in relazione al posizionamento di una serie di territori della Lombardia in fascia arancione rafforzato che si considerano superate dal provvedimento approvato oggi.

Ecco nel dettaglio il dispositivo dell’Ordinanza che mette la Lombardia in arancione rafforzato

Art. 1) (Misure urgenti per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 in relazione al territorio della Regione Lombardia)
Dal 5 marzo 2021 e fino al 14 marzo 2021, in relazione all’intero territorio della Regione Lombardia, con eventuale proroga sulla base dell’evoluzione del contesto epidemiologico, oltre alle misure previste dall’art. 2 del DPCM 14 gennaio 2021(ossia, a decorrere dal 6 marzo 2021, del Capo IV del DPCM 2 marzo 2021), sono adottate le seguenti misure:
1. sospensione della didattica in presenza nelle istituzioni scolastiche primarie e secondarie di primo grado e secondo grado, nelle istituzioni formative professionali secondarie di secondo grado (IeFP), negli Istituti tecnici superiori (ITS) e nei percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS) nonché sospensione delle attività delle scuole dell’infanzia;
2. in tutte le scuole ed istituzioni di cui al punto 2:
• le attività di laboratorio sono garantite;
• resta salva la possibilità di svolgere attività in presenza in ragione di mantenere una relazione educativa che realizzi l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali, secondo quanto previsto dal decreto del Ministro dell’Istruzione n. 89 del 7 agosto 2020 e dall’ordinanza del Ministro dell’Istruzione 134 del 9 ottobre 2020, garantendo comunque il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica a distanza;
3. Si applica quanto previsto dall’art. 3, comma 4, lettera g) del D.P.C.M. del 14 gennaio 2021 (ossia, a decorrere dal 6 marzo 2021, dell’art. 44 del DPCM 2 marzo 2021) con conseguente sospensione della frequenza delle attività formative e curriculari delle università e delle istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica aventi sedi sul territorio della Regione Lombardia, fermo in ogni caso il proseguimento di tali attività a distanza;
4. si applica quanto previsto dall’art. 3, comma 4, lettera i) del D.P.C.M. del 14 gennaio 2021 (ossia, a decorrere dal 6 marzo 2021, dell’art. 48 del DPCM 2 marzo 2021) in ordine al lavoro agile, in relazione alle pubbliche amministrazioni aventi sedi o uffici sul territorio della Regione Lombardia;
5. non è consentito recarsi presso le proprie abitazioni diverse da quella principale (c.d. seconde case), ubicate nel territorio della Regione fatti salvi gli spostamenti motivati da comprovate e gravi situazioni di necessità;
6. non è consentito a coloro che non risiedono nel territorio della Regione recarsi presso le proprie abitazioni diverse da quella principale (c.d. seconde case) ubicate nel territorio della Regione, fatti salvi gli spostamenti motivati da comprovate e gravi situazioni di necessità;
7. non sono consentiti gli spostamenti verso le abitazioni private abitate ubicate nel territorio della Regione, fatti salvi gli spostamenti motivati da comprovate e gravi situazioni di necessità;
8. l’accesso alle attività commerciali al dettaglio, al fine di limitare al massimo la concentrazione di persone, è consentito ad un solo componente per nucleo familiare, fatta eccezione per la necessità di recare con sé minori, disabili o anziani;
9. non è consentito l’utilizzo delle aree attrezzate per gioco e sport (a mero titolo esemplificativo, aree attrezzate con scivoli ed altalene, campi di basket, aree skate etc.) all’interno di parchi, ville e giardini pubblici, fatta salva la possibilità di fruizione da parte di soggetti con disabilità;
10. è fatto obbligo di indossare mascherine chirurgiche o presidi analoghi di protezione delle vie respiratorie sui mezzi di trasporto pubblici circolanti nel territorio della Regione Lombardia.

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