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Mercoledì, 03 Marzo 2021 16:57

LEZIONE AI CONFINI DELLA ZONA ROSSA

Buone e cattive notizie.

La buona: finalmente la Regione ha deciso di vaccinare gli insegnanti e il personale della scuola che da oggi può "prenotarsi" (facilmente, per fortuna). Da lunedì 8, poi, disponibilità di vaccini ed organizzazione generale permettendo, verrà dato il via alle iniezioni e siamo tutti curiosi di vedere come andrà.

Sicuramente non si è arrivati per caso a questa decisione (in Europa lo stanno già facendo tutti) sollecitata con grande forza dai sindacati e finalmente sponsorizzata dal buon senso.

La diffusione della cosiddetta "variante inglese" tra i giovani e i giovanissimi (avete sentito ieri sera Brusaferro e Locatelli?) ha portato la percentuale degli adolescenti contagiati a superare quella delle altre categorie, ragion per cui il "rischio scuola" si è moltiplicato, non tanto per colpa del "durante" (la scuola è forse uno dei luoghi più sicuri in assoluto) ma soprattutto per il "dopo" con i suoi comportamenti certo non all'altezza della situazione sui quali anche molti genitori dovrebbero riflettere anzichè, come accade in molti casi, tendere a giustificare. Perchè quando un giovane contagiato (magari asintomatico) siede a tavola in famiglia con un anziano che magari ha qualche problema il tempo delle giustificazioni finisce per dar spazio a quello del rimorso.  

In fondo la domanda ce la siamo fatta più o meno tutti: "A cosa serve il distanziamento e la mascherina in classe se poi fuori le regole vanno a farsi benedire?" La scuola, di conseguenza, è la vittima e non il colpevole. E la didattica a distanza il risultato di una serie di circostanze e comportamenti inadeguati e chi la contesta dovrebbe prima prendersela con chi le regole le prende alla larga o, nel peggiore dei casi, non le osserva neppure. Certamente non con chi cerca di correre ai ripari pur avendo messo in atto tutte le precauzioni nei luoghi di sua competenza.

La brutta notizia è che siamo alle soglie del rosso. Nel lecchese ieri sembra si contassero 245 casi ogni centomila abitanti: secondo il nuovo decreto ai 250 le aule torneranno ad essere deserte E non solo le aule, perchè il rosso (non avendo ancora definito il "nero") è il peggio che oggi possa capitare, l'ultimo gradino della libertà.

Vien da pensare se la zona gialla non sia stata un errore, un passo troppo più lungo della gamba fatto in buona fede per consentire a molti di respirare e guadagnare qualcosa. Ma siccome ad ogni azione generalmente corrisponde una reazione, ecco che all'azione dell'essere stati messi in semi-libertà (frettolosamente o meno vedete voi) sta corrispondendo la reazione del tornare ad essere rinchiusi. 

Sarebbe opportuno rendersi conto tutti che sino a quando non avremo raggiunto l'immunità a seguito della vaccinazione (così si sente dire) di almeno il 75% della popolazione, gli apri e chiudi saranno inevitabili, anche perchè ad ogni apertura si muove il mondo e, con il mondo, il perfido Covid ne approfitta per correre su e giù dalla pianura alla montagna, dalla collina al mare, dalle metropoli ai piccoli paesi.

Venerdì, dunque, sapremo.

Bertolaso, intanto, è pessimista e prevede che tutta l'Italia - tranne la Sardegna - sarà presto un pianeta rosso e lo fa a pochi giorni dal primo triste anniversario del lockdown del 2020 (ricordate, vero?, il caos sulle nostre montagne di giorno e la ressa nelle stazioni la sera?).

Il fatto che adesso ci siano i vaccini (e tralasciamo le polemiche annesse e connesse) è un grande passo avanti per l'umanità: personalmente mi auguro che questa lezione impartita da un microscopico nemico sia da monito  e da esempio per l'Uomo che è andato sulla Luna e che sta cercando la vita su Marte (guarda caso il pianeta rosso) per capire se potrà un giorno andarci ad abitare.

Così fosse, aldilà dell'oggi, dello ieri e del domani che nell'Universo contano come il due di picche quando la briscola è quadri, sarebbe un'ottima notizia per il futuro.   

Riccardo Benedetti

 

 

 

Sabato, 27 Febbraio 2021 11:44

COME VOLEVASI DIMOSTRARE

Da lunedì si torna in arancione, un provvedimento ampiamente previsto e prevedibile che solo un marziano non si saprebbe spiegare.

Mentre sui social imperversa la guerra tra chi raccomanda prudenza e chi dice che non ne può più e quindi fa quel che vuole e manda a quel paese tutti e tutto, là fuori nuove versioni del maledetto virus soffiano ai quattro venti, entrano in case, scuole e fabbriche; e colpiscono molto più di prima i giovani, tanto che l'età media dei contagiati è scesa a 44 anni.

Inutile sottolineare che quel che avevamo scritto tre settimane fa si è avverato. Anche perchè si rischia di prendersi le contumelie di chi magari è capace di addossare colpe a questo o a quello (facile, no?), mentre la "colpa" è di tutti noi, pochissimi esclusi, che pensano che sia sempre l'altro a dover rispettare le regole perchè tanto se non le rispetto solo io non è che facciamo fuori il Covid.

E' l'apoteosi dell'egoismo, di chi scrive che lui ha il diritto di poter andare in montagna e poco importa se le strade sono zeppe di auto parcheggiate pericolosamente e non c'è proprio più posto. Vorrei vedere se parcheggiassimo nel suo paese duemila vetture cosa direbbe.

E' il trionfo dell'egoismo e del chissenefrega. E dell'ipocrisia di quando guardiamo agli altri e non a noi stessi. 

Per questo ci meritiamo, come minimo, l'arancione, e mi spiace per tanti che dovranno richiudere.

Francamente in queste tre settimane tutti ne hanno approfittato muovendosi in massa, affollando vie e piazze, ristoranti, bar, supermercati. Certo, dirà qualcuno, il problema sono i trasporti.  Ma se qualcuno ci facesse una domanda del tipo "cosa fareste voi?" cosa risponderemmo? 

E la stessa cosa vale per le scelte di chiudere o aprire. I contagi salgono, i morti aumentano, la responsabilità collettiva verificata alla prova dei fatti è pari o vicina allo zero. Bene, cosa faremmo noi?

Ho guardato poco fa la situazione strade. Da Monza a Lecco ci vuole un'ora e dieci per fare 40 chilometri, per cui vi lascio immaginare cosa sta succedendo. Sono 40 chilometri di auto con dentro gente che vuole evadere per l'ultima volta prima del semi lockdown, gente che, oltretutto, parte dalle zone dove i numeri dei contagi sono maggiori, persone che non vogliono capire il messaggio e ha deciso che o la va o la spacca, tanto poi (come dicono in molti) il covid ce lo facciamo tutti.

Anche gli "eroi" della primavera scorsa sono diventati dei disturbatori sociali. Che facciano il loro lavoro e non rompano più le balle, in fondo sono pagati per quello. O no?

Sono loro che vedono la gente morire mentre noi giriamo la testa dall'altra parte. Ma questo, nell'era dell'egoismo covidiano è un di cui che a noi non può capitare. Poi un giorno succede che un amico, un conoscente, un parente si ammali davvero e allora giù lacrime e magari tante, alla maniera dei coccodrilli.

Buona fortuna a tutti per questo fine settimana. E come direbbe una simpatica suora della televisione "che Dio ci aiuti".

(E che facciano presto a vaccinarci).

Riccardo Benedetti

 

Venerdì, 26 Febbraio 2021 09:55

CAMBIO DI COLORE? OGGI LA DECISIONE

Oggi dovrebbe essere il giorno della decisione sull'eventuale cambio di colore per la nostra Regione. Stando ai freddi numeri non dovremmo aver scampo e da lunedì (non da domenica, secondo fonti autorevoli) il giallo dovrebbe trasformarsi in arancione.

Tre settimane fa, il famoso 8 febbraio della mancata riapertura degli impianti sciistici, la Lombardia - a buon diritto vista la situazione contagi - entrava in zona gialla. Bene, da allora abbiamo avuto un incremento di ricoveri pari a 533 nei reparti e di 45 in terapia intensiva. Quel giorno il totale dei casi positivi registrati tra le provincie di Milano, Monza e Lecco (zone principali di provenienza dei nostri turisti e proprietari di seconde case che - sia chiaro - del tutto legittimamente sono saliti da noi) sommava a 474. Ieri erano 1.565.

Le persone decedute in queste tre settimane sono state 784.

Anche in Valle negli ultimi giorni si è verificato un preoccupante incremento di casi sul cui numero c'è incertezza visto che non sembra semplice per le amministrazioni comunali reperire i dati ufficiali. "Sono comunque tanti" confida un medico, e questo è un brutto campanello d'allarme che dovrebbe far riflettere un po' tutti.

In attesa della decisione, resta comunque il rammarico del vuoto in cui sono caduti tutti gli appelli alla responsabilità personale, unica medicina, assieme al vaccino, che potrebbe tirarci fuori da questa situazione.

 

 

 

 

La notizia è che il gruppo della Medicina di rete  di Introbio (dottori Tamagnini, Bellini, Menga, Silvia Artusi, Attilio Artusi) ha dato la piena disponibilità a vaccinare gli over 80 della Valsassina (anche quelli assistiti da medici che non hanno aderito all'iniziativa). "In questo modo - racconta Silvia Artusi - tutti i nostri anziani potranno usufruire della vaccinazione al Presst di Introbio".

Ogni medico ha dato disponibilità per sedute vaccinali di otto ore nelle giornate da mercoledì a sabato compreso.

"In questo modo - spiega la giovane dottoressa a nome di tutti i colleghi - speriamo di portare respiro al territorio e dare una grossa opportunità a una fascia di popolazione fragile, anche perchè tutti insieme crediamo che sia questo il vero compito della medicina di famiglia".

Si tratta di un'esperienza pilota in questo campo ed è la prima in assoluto. "Sottolineo - ha aggiunto Artusi - che l'ATS ha voluto da subito occuparsi della Valsassina valorizzandone le risorse, ovvero i medici disponibili e lo stupendo Presst".

La cosa non poteva passare inosservata ed infatti oggi Rai Tre si è occupata di questa iniziativa ed ha intervistato proprio la dott.ssa Artusi che ha interpretato il pensiero dei suoi colleghi.

Ancora una volta la Valle ha dato l'esempio, grazie ai suoi medici ed alla presenza a Introbio del Presst, un punto di riferimento di straordinaria importanza ed efficacia al servizio della salute di tutta la popolazione.

Di seguito il link alla trasmissione di Rai Tre e una foto dell'intervista.

https://www.rainews.it/tgr/lombardia/notiziari/index.html?/tgr/rainews.html


Silvia2

 

 

 

E' di ieri l'ultimo report dell'Istituto Superiore di Sanità che ha riportato alcune regioni in zona arancione e lanciato un allarme per quanto riguarda la diffusione della versione inglese del virus che ad oggi interessa praticamente il 30% dei casi individuati in Lombardia. Stando agli esperti, nel giro di poche settimane questa variante dovrebbe sostituirsi totalmente al Covid 19 che ci ha tenuto cattiva compagnia dal febbraio del 2020. Nel frattempo il famoso indice RT ha ripreso a salire anche se per quanto ci riguarda si sta mantenendo sia pur di pochissimo sotto "quota 1".

Cosa fare per evitare di tornare in lockdown è presto detto: dall'I.S.S. raccomandano di non uscire dal proprio ambito famigliare se non per necessità, evitare di frequentare luoghi affollati ed assembramenti di vario genere, seguire le regole del lavarsi spesso le mani e portare la mascherina.

Un appello alla prudenza giunge anche dall'assessore alla sanità lombardo Letizia Moratti che invita tutti a non allentare l'attenzione nel secondo weekend di zona gialla. "Comportamenti rigorosi e ispirati al senso civico - afferma Moratti - devono sempre essere una priorità anche in un momento dove c’è voglia di socialità e di riprendere in mano la nostra vita”.  assessore al Welfare della Regione LombardiaLetizia Moratti, invita al rispetto di regole e precauzioni in vista del secondo fine settimana in ‘Zona Gialla’ e della riapertura, già avvenuta o prossima, di attività e luoghi di interesse.

“Siamo in un momento troppo importante per poter rischiare dei passi indietro e tornare in una situazione di emergenza – osserva Moratti – stiamo per entrare nel vivo della campagna vaccinale, un percorso che ci porterà alla campagna di vaccinazione massiva. Per intraprendere questa strada è fondamentale che il dato sui contagi rimanga sotto controllo. Per questo raccomando a tutta la popolazione massima prudenza, rispetto di se stessi e degli altri, l’utilizzo dei dispositivi di protezione, il rispetto del distanziamento e dei divieti di assembramento”.

La settimana prissma, come noto, riapriranno gli impianti sciistici ed anche questo evento costituirà un banco di prova di non indifferente portata per verificare la "saggezza" dei lombardi. 

Nel frattempo il prefetto di Lecco ha comunicato che non saranno consentiti festeggiamenti di alcun tipo in occasione del carnevale. 


Ecco un breve vademecum per sapere tutto che serve per prenotare le vaccinazioni anti covid. Si parte con 726.000  ultraottantenni che potranno ricevere le somministrazioni da giovedì 18 febbraio dopo aver manifestato la propria adesione da lunedì 15, attraverso i diversi canali messi a disposizione: il portale dedicato di Regione Lombardia vaccinazionicovid.servizirl.it (attivo dalle ore 13), il proprio medico di famiglia o le farmacie.

Appuntamenti in base a disponibilità vaccini

È bene dunque sottolineare che gli appuntamenti per la somministrazione saranno fissati e comunicati in base alle dosi di vaccino che la struttura del Commissario Arcuri metterà a disposizione per le persone che rientrano in questa categoria, denominata “1 ter”. Al momento si tratta infatti di Pfizer e Moderna e secondo le previsioni di consegna si ipotizza di poter concludere la prima dose entro la settimana del 29 marzo.

Cronoprogramma

Il cronoprogramma, illustrato anche ai sindaci lombardi in video collegamento con il presidente Fontana, la vice presidente e assessore al Welfare Letizia Moratti, l’assessore regionale al Territorio e Protezione civile Pietro Foroni, il consulente del presidente per la vaccinazione di massa, Guido Bertolaso, e il direttore della Dg Welfare Marco Trivelli, proprio in considerazione della consegna delle dosi annunciate da Arcuri, prevede per gli ‘over 80’ i seguenti appuntamenti.

Da giovedì 18 febbraio 18.000 somministrazioni; dal 22 febbraio 54.000; dal 1 marzo, 108.000; dall’8 marzo 138.00. a partire poi dal 15 marzo, 138.000; dal 22 marzo, 138.000; dal 29 marzo, 132.000. Dopo un intervallo di 21 giorni inizierà quindi la somministrazione della seconda dose.

Somministrazioni in centri vaccinali e a domicilio con usca, mmg e esercito

I vaccini Pfizer proprio in virtù delle caratteristiche di conservazione (catena del freddo) saranno somministrati dai centri vaccinali di Ats e Asst. Così come si è proceduto per i soggetti della fase ‘1’ (operatori sanitari e amministrativi delle strutture ospedaliere pubbliche e private, ospiti e personale Rsa); quelli Moderna, più gestibili, potranno quindi essere utilizzati per i soggetti ‘allettati’ che saranno raggiunti direttamente al domicilio attraverso l’impiego di Usca, medici di famiglia o dell’Esercito.

Termine fase ‘1 ‘e ‘1-bis’

Entro la settimana dell’8 marzo è poi prevista la conclusione della fase ‘1’. Essa ha riguardato i 210.000 operatori di Ats, Asst, ospedali privati , ospiti e personale Rsa. Entro quella del 29 marzo si chiuderà invece quella ‘1 bis’ che coinvolge persone over 55 fragili e con patologie e over 55 tra operatori della rete sanitaria extra-ospedaliera, quelli della rete territoriale(es. degenze di comunità, strutture dell’area della salute mentale etc.), sistema sociale (es Comunità educative), rimanenti professionisti distinti per ciascun ordine delle professioni sanitarie, in tutto 117.000 .

Dalle 13 di sabato 13 febbraio attivo numero verde

Per maggiori informazioni sarà attivo dalle ore 13 di sabato 13 febbraio, il numero verde 800.89.45.45.

Campagna vaccinazioni anti covid vademecum

Dal 15 febbraio 2021 per i cittadini lombardi che hanno più di 80 anni (comprese le persone nate nel 1941) è possibile manifestare la propria adesione alla vaccinazione anti covid-19 collegandosi alla piattaforma dedicata vaccinazionicovid.servizirl.it

Le somministrazioni del vaccino per gli over 80 cominceranno a partire dal 18 febbraio 2021.

Per la richiesta della vaccinazione è necessario avere a portata di mano:

  • la Tessere Sanitaria – Carta Nazionale dei Servizi del soggetto da vaccinare
  • il Numero di cellulare / Telefono fisso

Possono inserire la richiesta anche i familiari e i caregiver della persona da vaccinare, purché muniti dei dati sopra richiesti.

In alternativa possono fornire supporto per l’inserimento dei dati:

  • il Medico di Medicina Generale che resta il riferimento clinico e sanitario principale a cui fare riferimento
  • la rete delle farmacie

L’adesione alla campagna vaccinale prevede due fasi distinte:

Adesione alla vaccinazione

In questa prima fase è richiesto al cittadino l’inserimento dei propri dati. Per verificare che il numero di cellulare inserito sia corretto il Sistema invia all’utente un SMS contenente un codice di verifica per la sua validazione. Nel caso in cui il cittadino sia sprovvisto di un numero di cellulare è possibile inserire un numero di telefono fisso.

Per proseguire con la richiesta è necessario esprimere la volontà di aderire alla campagna vaccinale anti Covid-19. Al termine della procedura il sistema genera una ricevuta contenente il numero di richiesta adesione e un riepilogo dei dati forniti.

Prenotazione dell’appuntamento

Successivamente alla fase di adesione, il cittadino riceve un SMS (o una telefonata se è stato inserito nella piattaforma un numero fisso), in cui vengono fornite le indicazioni dell’appuntamento .Al momento non è prevista la possibilità di modificare data, ora e luogo della somministrazione. Qualche giorno prima della vaccinazione, un SMS ricorda al cittadino l’appuntamento fissato. Per ottenere una migliore protezione dal coronavirus occorrono due dosi di vaccino. L’appuntamento per la seconda dose viene comunicato contestualmente alla somministrazione della prima dose.

IN ALLEGATO IL COMUNICATO ATS BRIANZA SULLA VACCINAZIONE COVID OVER 80 ANNI

Giovedì, 11 Febbraio 2021 08:12

VILLA SERENA: TUTTI VACCINATI!

I dati sulla pandemia da Coronavirus relativi alla nostra regione mostrano una sostanziale stabilità per quanto riguarda la percentuale dei positivi che, in ogni caso, rappresentano sempre un numero piuttosto elevato se pensiamo che ancora ieri sommavano a circa 1.900 persone. Da un paio di giorni, sia pur lievemente, aumentano i ricoveri sia in terapia intensiva sia in altri reparti, a testimoniare che il Covid continua a circolare e non è poi così vero che non fà danni (qualcosa, purtroppo, ne sanno alcune famiglie della Valle che proprio in questi giorni stanno piangendo i loro cari strappati alla vita dalle conseguenze del virus).

La situazione generale della Valsassina, peraltro, se si esclude il "caso Premana" e rientrato in parte l'allarme (costato anche in questo caso diverse vittime) a Barzio - dovuto anche alla presenza della RSA - la si può in via generale definire sotto controllo. Sarà interessante verificare da qui a qualche giorno gli effetti - sempre che ve ne siano - del passaggio a zona gialla, mentre attendiamo con una certa curiosità il prossimo weekend che sarà caratterizzato da cieli sereni (seppure con temperature annunciate molto rigide) in quanto si tratterà del primo fine settimana post arancione.

Già domenica scorsa nonostante il maltempo di gente non ne è mancata, ma saranno sabato e domenica prossima i due giorni da monitorare, in attesa che poi, da lunedì, riaprano agli sciatori i Piani di Bobbio, altra situazione che sarà interessante seguire.

Intanto anche a Introbio si registrano, come in altri Comuni, solo alcuni casi: per la precisione vi sono tre persone in sorveglianza attiva e due segnalate come "casi dubbi".

Ma la notizia più importante che arriva dal Centro Valle è che a Villa Serena (duramente colpita dalla prima ondata della pandemia) tutti gli ospiti e gli operatori sono stati vaccinati completamente, cioè hanno ricevuto sia la prima che la seconda dose di Pfizer.

La messa in sicurezza di uno dei nuclei più deboli ed esposti del territorio se da una parte è motivo di soddisfazione, dall'altra consente di guardare al futuro con più ottimismo.

La raccomandazione dei Sindaci e delle autorità sanitarie rimane comunque sempre la stessa: seguire le regole che conosciamo a memoria, il che significa lavarsi spesso le mani, evitare assembramenti e portare la mascherina dove necessario. La strada che ci porterà fuori da questo incubo è ancora lunga per cui evitiamo tutti assieme di creare incidenti di percorso che potrebbero originare pericolose marce indietro.

Lo stiamo scrivendo sin dal primo giorno della pandemia: la responsabilità personale costituisce il primo e più valido antidoto al Coronavirus. Non costa nulla ed è efficace, quindi mettiamola in pratica. 

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