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Martedì, 09 Febbraio 2021 08:50

DALLA REGIONE 10 MILIONI PER IL FUNZIONAMENTO DELLE COMUNITA' MONTANE. ALLA "NOSTRA" 353.000 EURO.

Uno stanziamento di 10 milioni di euro. Servirà a garantire il funzionamento delle 23 Comunità Montane lombarde nell’anno 2021. Lo prevede la delibera approvata dalla Giunta di Regione Lombardia. Una delibera proposta dell’assessore a Enti locali, Montagna e piccoli Comuni, Massimo Sertori.

“Nonostante il sostanziale calo di entrate alla Regione, siamo riusciti a destinare alle Comunità Montane un contributo importante. Anche quest’anno. Il contributo – ha specificato Sertori – si procederà ad erogarlo in un’unica tranche. Lo abbiamo messo a disposizione in un momento delicato – continua l’assessore – . Questo dimostra la nostra volontà di aiutare concretamente la montagna lombarda. Si tratta di una parte di territorio messa a dura prova dall’emergenza Covid. E che ha inoltre subito anche la conseguente crisi economica”.

Nel dettaglio i contributi per il funzionamento delle Comunità Montane anno 2021:

419.790 alla Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese

316.012 euro alla Comunità Montana Alto Garda Bresciano

431.133 euro alla Comunità Montana di Valle Sabbia

435.014 euro alla Comunità Montana della Valle Trompia

741.573 euro alla Comunità Montana di Valle Camonica

245.267 euro alla Comunità Montana del Sebino Bresciano.

627.546 euro alla Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi

730.330 euro alla Comunità Montana Valle Seriana.

299.793 euro alla Comunità Montana Di Scalve

503.271 euro alla Comunità Montana Valle Brembana

208.950 euro alla Comunità Montana Valle Imagna

Alla Comunità Montana Lario Orientale – Valle San Martino: 412.029 euro. In aggiunta 50.000 euro di contributo straordinario.

353.722 euro alla Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera

348.847 euro alla Comunità Montana Triangolo Lariano

244.471 euro alla Comunità Montana Lario Intelvese

525.061 euro alla Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio

554.016 euro alla Comunità Montana Alta Valtellina

361.085 euro alla Comunità Montana Valtellina di Tirano.

517.002 euro alla Comunità Montana Valtellina Di Sondrio

393.821 euro alla Comunità Montana Valtellina di Morbegno

421.979 euro alla Comunità Montana della Valchiavenna

381.881 euro alla Comunità Montana del Piambello

477.500 euro alla Comunità Montana Valli del Verbano

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Martedì, 09 Febbraio 2021 08:36

COMINCIAMO MALE!

Il SuperTecnico Super Esperto di Economia, il Banchiere venuto dall`Europa a salvare l`Italia - chi era Garibaldi, che per giunta veniva dall`Uruguay, mica da Bruxelles, in confronto a costui ? Cominciamo a preparare le targhe per le prossime vie e piazze da dedicargli ancora in vita! - direi che parte con due gravi passi falsi nei confronti della Scuola, di cui evidentemente è molto meno esperto che della gestione finanziaria.

Il primo è quello di voler utilizzare subito il vaccino Astrazeneca per gli insegnanti al di sotto dei 55 anni, come per le forze di Polizia e dell`ordine, velocizzandone entro Marzo la vaccinazione.

Ipotesi che sarebbe anche lodevole, se non fosse per il piccolo particolare che questo vaccino ha una efficacia di appena il 50% di successo sul Covid, mentre lo Pfizer del 95% . La cosa ha già sollevato le proteste di una gran parte del mondo della scuola: gli insegnanti sono così poco importanti che possiamo dare loro i vaccini più scadenti ?

Ma la seconda trovata del Super Tecnico è ancora peggiore della prima: siccome è noto che durante il periodo di chiusura delle scuole siamo stati a casa a fare un bel nulla, il "professor" Draghi ha pensato che sarebbe bene allungare il calendario scolastico di quest`anno a tutto Giugno, e poi a Luglio , e magari Agosto, poi finalmente potremo procedere con gli Esami di Stato ed altre incombenze.

Il Super Tecnico probabilmente non sa o dimentica che in tutto questo periodo abbiamo insegnato a distanza con la DAD, segnato le ore sui Registri elettronici (quindi anche legalmente la sua proposta è a dir poco un po' balzana, il Professore sa di Economia ma poco di Diritto !) spiegato ad ogni lezione, interrogato, fatti i compiti in classe online, insomma , facendo i salti mortali tutto ciò che normalmente si fa a scuola in presenza.

Tutto questo però per lui non vale nulla: siamo dei grandi lazzaroni che hanno approfittato del Covid per aggiungerci qualche mese di vacanza in più, oltre ai tre mesi che abbiamo d`estate (ma si, andiamo giù duri con i luoghi comuni!) meritiamo di beccarci il Covid tanto chissenefrega, il mondo della scuola esce dalle poche parole del professore (si sa che parla poco ma agisce molto e bene!) veramente umiliato.

p.s.: un`ultima aggiunta a questo quadro già desolante: speriamo almeno che nel Recovery Fund vengano trovati i soldi per installare molti condizionatori d`aria nelle scuole, visto che nei mesi estivi queste diventano delle fornaci ardenti.
Almeno questo il "Professore" lo deve ai suoi colleghi!

 

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Martedì, 09 Febbraio 2021 07:49

LA GIUSTIFICAZIONE

Torniamo in argomento. Ne faremmo volentieri a meno, ma la cronaca ci impone alcune riflessioni che magari per qualcuno varranno anche poco ma che sentiamo di dover condividere, così, giusto per riflettere assieme più che per dare giudizi.

La Sindaca di Premana, lo sapete, domenica ha lanciato un secondo appello che ha avuto il sapore di una mezza resa di fronte al menefreghismo di certi suoi concittadini. Non ha avuto paura di “confessare” di essersi rivolta addirittura al Prefetto e alle forze dell’ordine, i quali altro non hanno potuto fare se non dirla di raccomandare (per l’ennesima volta) ai premanesi di comportarsi secondo le regole visto l’elevato numero di casi di contagio attivi in paese.

Più o meno nelle stesse ore un suo collega, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, in un video ha manifestato tutto il suo disappunto verso quel che è successo in città. Succo del discorso: se continuiamo così a breve ci ritroveremo tutti in zona rossa e buonanotte ai sogni di gloria.

Di nostri ci aggiungiamo alcuni fatti che con il Covid (almeno in apparenza) non hanno niente a che fare.

Una  fontana zeppa di lattine vuote, mascherine e materiale vario (e un lavatoio che non è d meno); la ciclabile tra il ponte di Chiuso e la Fornace ridotta a un triste e puzzolente letamaio; la scarpata della provinciale diventata una discarica di bottiglie e molto altro ancora; certi angoli della Spinera usati anch’essi come discarica; segnalazioni di incuria e zero senso civico provenienti da diversi comuni; pallonate sulla scuola e un vetro rotto; altra scuola con la facciata cosparsa di segni di lanci di cachi (si, proprio di cachi).

E potremmo proseguire,  ma ci fermiamo, e crediamo sia sufficiente.

Il tutto (Covid e e il resto) ha spesso un denominatore comune: c’è qualcuno che “giustifica” o, quantomeno, prova a farlo.

Già. Poveri ragazzi costretti a restare chiusi in casa per la pandemia; guai se tocchi i cavalli che scorrazzano sulla ciclabile; non toccare quelli con i cani, rischi di essere morso e di sentirti chiedere dove sono i cestini dei rifiuti; e, insomma, chi viaggia sulla provinciale avrà pure il diritto di buttare dal finestrino la bottiglia di birra appena svuotata. O no?

E se mangi una pizza e bevi una birra, non puoi mica essere obbligato portarti a casa la scatola e la lattina, vero? No, la lasci al lavatoio e qualche anima misericordiosa ci penserà.

Tutte cose già scritte, già lette, già commentate, certo. Ma a noi sembra, non so a voi, che in questi ultimi tempi certi fenomeni si siano moltiplicati e sia impossibile mettervi un freno.

Senza girarci intorno, il problema non è il Covid. Il problema è che siamo circondati da una pattuglia di gente (di tutte le età e senza distinzione di sesso) che dimostra, ancora una volta e senza equivoci, che l’intelligenza non è, nostro malgrado, un patrimonio comune.

E, come ha fatto simbolicamente la sindaca di Premana, di fronte all’ignoranza purtroppo non resta che allargare le braccia e arrendersi di fronte ad uno dei mali assoluti della nostra società.

La giustificazione.

Riccardo Benedetti

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Lunedì, 08 Febbraio 2021 16:40

DALLA REGIONE 36 MILIONI DI EURO DI INCENTIVI PER AUTO E MOTO ELETTRICHE

Auto e moto elettriche, Cattaneo: dalla Regione incentivi per 36 milioni per sostituire i veicoli inquinanti. Per i mezzi elettrici fino a 18 mila euro tra incentivo e sconto. Le risorse della Lombardia si aggiungono a quelle del Governo per migliorare la qualità aria.

La Giunta di Regione Lombardia su proposta dell’assessore all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo, ha approvato la delibera che destina 36 milioni di euro in due anni al rinnovo del parco veicolare lombardo con veicoli a basso impatto ambientale. Da subito sono disponibili 18 milioni per il 2021 e altrettanti per il 2022.

La delibera definisce i criteri per incentivare l’acquisto di autovetture a bassissima o a zero emissione. Quest’anno sarà promosso e stimolato anche l’acquisto di ciclomotori e motoveicoli ad alimentazione elettrica.

Via alla fase operativa

“Stiamo passando – dice l’assessore Cattaneo – come da programma, alla fase operativa, già annunciata ai primi di gennaio. Regione Lombardia ha fatto partire un percorso graduale, integrato, articolato, che guarda a tutte le complessità del nostro territorio e alla sostenibilità. I 36 milioni di euro della delibera sono un mix di risorse statali, derivanti dagli accordi per la qualità dell’aria, e di risorse regionali. Una cifra doppia rispetto all’anno scorso. Il nostro obiettivo è chiaro: promuovere e stimolare il rinnovo del parco veicolare lombardo per migliorare l’ambiente, offrendo il massimo contributo ai cittadini, per aiutarci tutti insieme a salvaguardare la qualità dell’aria”.

Gli altri interventi in programma

“Quello odierno è un primo passo di un pacchetto di incentivi – aggiunge l’assessore – al quale seguiranno interventi per 64 milioni di euro, già annunciati. Prioritario sarà l’avvio al più presto di un analogo bando per la sostituzione dei veicoli commerciali più inquinanti. Poi il finanziamento dei bandi per le colonnine di ricarica destinate agli enti pubblici, quelli per sostituire le caldaie inquinanti degli immobili pubblici e realizzare impianti e reti locali a biomassa per la produzione e distribuzione di energia. Oltre a questi, anche il bando per la deimpermeabilizzazione del suolo, con alberatura e rinverdimento delle aree pubbliche, per contrastare il cambiamento climatico”.

Le tempistiche

L’11 febbraio sarà aperto, sulla piattaforma www.bandi.regione.lombardia.it, l’avviso pubblico per la profilazione dei rivenditori dei veicoli. Il 20 febbraio sarà pubblicato il bando attuativo, attraverso il quale i cittadini possono prendere conoscenza dei contenuti delle promozioni. Dal 1° marzo, giorno di apertura del bando, sarà quindi possibile presentare le domande e accedere ai contributi, che saranno erogati poi tramite uno sconto diretto da parte del venditore/concessionario.

Come presentare le domande

I cittadini che intendono accedere al contributo dovranno effettuare la domanda sulla piattaforma bandionline a partire dal 1° marzo. Successivamente potranno recarsi dal concessionario. Il contributo al cittadino sarà erogato direttamente da parte del venditore/concessionario, che riceverà poi il rimborso da Regione. Il contributo dovrà essere prenotato dal venditore/concessionario prima dell’acquisto del veicolo da parte del cittadino, nel momento in cui la sua domanda viene presa in carico dal venditore. L’importo quindi verrà scalato da un contatore visibile sulla piattaforma bandionline.

Procedura a sportello, aperto fino a esaurimento

L’assegnazione del contributo avviene con procedura valutativa ‘a sportello’, ovvero secondo l’ordine cronologico di prenotazione telematica da parte del venditore/concessionario a seguito della presentazione della domanda del cittadino. Lo sportello resterà aperto fino ad esaurimento della dotazione finanziaria.

Ecco gli incentivi per le automobili

L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto per l’acquisto – con radiazione (cancellazione dal Pubblico registro Automobilistico) del precedente veicolo – di autovetture di nuova immatricolazione o già immatricolate successivamente al 1° gennaio 2020, intestate ad una casa costruttrice di veicoli o a un venditore/concessionario (di categoria M1), in base ai valori di emissione degli inquinanti Pm10, Nox (ossido di azoto) e Co2 (anidride carbonica). L’obbligo di radiazione non si applica nel caso di acquisto di veicoli elettrici puri (o a idrogeno), a fronte di una riduzione del contributo massimo previsto.

In particolare, ecco gli incentivi per classi di appartenenza delle auto:

–  8.000 euro per auto a zero emissioni (es. elettrica pura o idrogeno); 4.000 euro (senza radiazione);

–  5.000 euro per auto con emissioni di Co2 ≤60 g/km e NOX ≤ 85.8 mg/km (es. euro 6D benzina, metano, Gpl o ibride);

–   4.000 euro per auto di Co2 ≤60 g/km e con NOX ≤ 126 mg/km (es. euro 6D-Temp benzina, metano, Gpl o ibride oppure euro 6D diesel);

–   4.000 euro per auto con emissioni 60<Co2≤110 g/km e con NOX ≤ 85.8 mg/km (es. euro 6D benzina, metano, Gpl o ibride).

–   3.000 euro con emissioni 60<Co2≤110 g/km e con Nox ≤ 126 mg/km (es. euro 6D-Temp benzina, metano, Gpl o ibride oppure euro 6D diesel)

–  3.000 euro con emissioni 110<Co2≤145 g/km e con Nox ≤ 85.8 mg/km (es. euro 6D benzina, metano, Gpl o ibride)

–   2.000 euro con emissioni 110<Co2≤145 g/km e con Nox ≤ 126 mg/km (es. euro 6D-Temp benzina, metano, Gpl o ibride oppure euro 6D diesel).

Tipologie di acquisto possibile

I contributi sono previsti secondo le seguenti regole:

– radiazione, per demolizione, di auto per trasporto persone di categoria M1 (benzina fino a euro 2/II incluso e/o diesel fino ad euro 5/V incluso) o per esportazione all’estero (solo per diesel euro 5/V);

– sconto di almeno il 12% (da parte del venditore) sul prezzo base di acquisto (listino, modello base), al netto di eventuali allestimenti opzionali, o di almeno 2.000 euro in caso di auto a zero emissioni;

– possibilità di acquisto senza radiazione, a fronte di un contributo ridotto, solo in caso di acquisto di auto elettrica pura o ad alimentazione ad idrogeno.

Finanziamenti per acquisto di moto elettriche

L’agevolazione prevede anche l’acquisto, con eventuale radiazione, di ciclomotori e motoveicoli ad alimentazione esclusivamente elettrica, ad emissione zero. A questa tipologia di mezzi sono stati riservati 1,8 milioni di euro sia per il 2021 che per il 2022, sul totale stanziato ogni anno, fino al 30 giugno. Dopo tale data, gli eventuali residui saranno utilizzabili anche per le altre tipologie d’intervento.

Gli incentivi consistono in:

– 3.000 euro max (30% di sconto sul prezzo base di acquisto) in caso di radiazione auto;

– 2.000 euro max (20% di sconto sul prezzo base di acquisto) in caso di radiazione moto;

– 1.000 euro max (10% di sconto sul prezzo base di acquisto) senza radiazione.

Tipologie di acquisto possibili

Sono ammessi i contributi alle seguenti condizioni:

– radiazione per demolizione di un’auto di categoria M1 per il trasporto persone (benzina fino a euro 2/II incluso e/o diesel fino a euro 5/V incluso) o per esportazione all’estero (solo diesel euro 5/V) oppure radiazione per demolizione di un veicolo di categoria L di classe fino a euro 2 compreso;

– sconto di almeno il 7% (da parte del venditore) sul prezzo base di acquisto (listino, modello base), al netto di eventuali allestimenti opzionali;

– possibilità di acquisto senza radiazione, con contributo ridotto.

Altre informazioni utili per l’acquisto

I veicoli dovranno essere immatricolati per la prima volta in Italia. La radiazione deve essere successiva alla data di approvazione del bando attuativo e deve avvenire attraverso il venditore/concessionario abilitato, dove si acquista. L’intestazione o la co-intestazione al soggetto beneficiario del veicolo radiato deve essere antecedente al 1° gennaio 2020. La proprietà del veicolo acquistato deve essere mantenuta per almeno 24 mesi successivi all’intestazione del beneficiario del veicolo. Ogni cittadino può presentare una sola domanda di contributo.

Individuazione dei concessionari/venditori

I venditori e i concessionari interessati a partecipare a bando devono registrarsi per abilitarsi. La procedura telematica, sulla piattaforma bandionline, li aiuterà a profilarsi in base a precisi requisiti di qualificazione tecnico-professionale. Le istruzioni saranno sempre disponibili sul sito, in un’apposita sezione. Non saranno considerate ammissibili altre modalità informatiche/telematiche oppure cartacee di trasmissione/presentazione delle domande di partecipazione.

Concessionari e venditori devono indicare un indirizzo Pec e la procedura resterà aperta fino alla chiusura del bando attuativo d’incentivazione. L’elenco sarà costantemente aggiornato e rimarrà aperto alle nuove adesioni per tutto il periodo di apertura del bando e disponibile alla consultazione sulla piattaforma bandionline.

Requisiti dei soggetti fornitori del servizio di vendita

I venditori/concessionari che intendono essere abilitati da Regione Lombardia quali fornitori del servizio di vendita di veicoli a basso impatto ambientale, devono avere la sede operativa sul territorio italiano. Infine devono essere iscritti nel Registro delle imprese (anche solo come attività secondaria) nei seguenti codici Ateco: 45.11.01, 45.11.02, 45.40.11 e 45.40.12.

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Lunedì, 08 Febbraio 2021 14:35

LA CERESA SRL GIA' IN CAMPO PER LA SAGRA 2021 E CHIEDE CONFERME AGLI ESPOSITORI

Nel 2020 la scommessa è stata forte, ed anche se il risultato finale (come del resto ampiamente previsto) non è stato all'altezza degli anni della normalità, la Sagra delle Sagre ebbe il merito di lanciare un segnale di speranza in una ripresa che, purtroppo, ad ottobre si è rivelata effimera.

La Ceresa lo scorso anno si distinse per il coraggio e la determinazione nel voler comunque approntare l'evento più importante della Valsassina, superando ostacoli di ogni genere e garantendo ai visitatori ed agli espositori la massima sicurezza possibile: centomila presenze vennero gestite nel migliore dei modi.

Il 2021 appena iniziato presenta una situazione ancora poco chiara: certo, se la regione dovesse effettivamente centrare l'obiettivo di vaccinare tutti entro il mese di giugno le cose si metterebbero in modo diverso, ma oggi, 8 febbraio, certe sicurezze non ci sono e così il futuro è ancora una scommessa.

Siccome la Sagra è un monumento per il territorio (oltre che un evento importante dal punto di vista economico per chi vi partecipa), prima di alzare bandiera bianca alla Ceresa srl vogliono innanzitutto fare la conta di quanti sarebbero disponibili ad esserci. Sembra un dettaglio di poco conto, viste le richieste che ogni anno arrivano sul tavolo degli organizzatori, ma con una congiuntura come quella attuale questo "dettaglio" ha assunto un peso importante e determinante.

"Carissimi - scrive Ferdinando Ceresa - eravamo tutti convinti che con il nuovo anno ci fossero più certezze, ma purtroppo il momento di emergenza non è ancora finito e per il settore fieristico non si hanno ancora lumi sulla ripresa".

"Noi - afferma - possiamo assicurarvi che se solo ci sarà una possibilità di organizzare la Sagra delle Sagre non ci tireremo indietro, valutando attentamente le condizioni che ci imporranno". E perciò "vi comunico le date dell’edizione di quest’anno, che dovrebbe tenersi da sabato 7 a lunedì 16 agosto 2021, un giorno in più".

Infine la richiesta: "Per poter iniziare a fare una prima analisi di fattibilità tecnico/economica vi chiediamo se siete interessati a partecipare alla Sagra alle condizioni dello scorso anno. Tale proposta non risulta vincolante da parte vostra e nostra".

Scadenza della dichiarazione di interesse: venerdì 26 febbraio, data in cui gli organizzatori potranno già avere un'idea e capire se potranno avviare tutte le procedure necessarie allo svolgimento della 56^ Sagra delle Sagre.

 

 

 

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Lunedì, 08 Febbraio 2021 09:14

VALSASSINA, ISTRIA E LA "GIORNATA DEL RICORDO"

in Cultura

Mercoledi 10 febbraio sara` commemorata la “Giornata del Ricordo”, una celebrazione a ricordo delle foibe e soprattutto dell’esodo degli italiani dall’Istria e dalla Dalmazia, istituita nel 2004 durante il II governo Berlusconi e ricordato ogni anno dal 2005 sotto la presidenza di Carlo Azeglio Ciampi.

Mi si lasci dire che da sempre penso sia un doveroso ricordo per i nostri esuli italiani, fuggiti nell’aprile-maggio del 1945 , ormai al termine della II Guerra MOndiale, dall’Istria e dalla Dalmazia abbandonando le loro case e proprietà da un giorno all’altro, sotto la minaccia delle armi (ad esempio una di queste persone, figlia di un podestà di Zara, è stata insegnante alle scuole medie di Introbio per diversi anni).

Avevo gia` ricordato in altre occasioni gli antichi rapporti che legano l`Istria e le coste dalmate, per molti secoli parte integrante della Repubblica di Venezia, fin dal piu` lontano Medio Evo, alla Valsassina.

A differenza della Provincia di Bolzano, che noi chiamiamo Alto Adige ma gli Austriaci Sud Tirolo, gli abitanti di quelle zone marittime non erano affatto italiani mandati li` da Mussolini dopo la I Guerra Mondiale.

Tutt’ altro: quelle popolazioni si sentivano in grandissima maggioranza perfettamente veneziane e quindi venete-italiane, integrate nella nostra cultura nazionale da molti secoli e da moltissime generazioni.

La struttura architettonica di quelle città e di quei paesi era del resto perfettamente veneziana (almeno prima che fossero abbruttiti dagli squadrati palazzoni in cemento della cosiddetta “architettura socialista”). Tutti i monumenti, e le antiche tombe di cui le Chiese erano piene (ridotte a stalle o depositi di grano se andava bene sotto il governo del maresciallo Tito) risalivano alla nobiltà veneziana del Cinquecento, Seicento, Settecento a dir poco.

E proprio qui veniamo alla Valsassina: è noto da tempo il rapporto stretto soprattutto tra l’Alta Valle (Premana) e la Repubblica di Venezia, dove i premanesi andavano a forgiare in particolare la parte anteriore in ferro delle gondole.

Molti valsassinesi quindi lavoravano a Venezia e anche nel territorio circostante, Istria compresa.

Tra le tombe che ho ricordato però ce ne sono alcune veramente significative, in particolare a Pola, che ricordano duchi, nobildonne e nobiluomini provenienti dalla Valsassina. Una presenza importante era quella dei Della Torre (o Torriani di Primaluna) con Martino Della Torre primo duca del Ducato di Milano alla metà del Duecento (di Martino e della sua partecipazione alle Crociate ne abbiamo già parlato in questo articolo). Successivamente i Torriani vennero spodestati dai Visconti, ma si rifugiarono in Friuli e in particolare a Trieste e in Istria, dove evidentemente avevano molti appoggi.

Ermanno della Torre fu infatti il capostipite, alla metà del Duecento, della linea genealogica di Gorizia (Thurn-Hofer und Valsassina), al servizio sempre degli Asburgo. Un secolo dopo vari Della Torre ebbero incarichi religiosi nella provincia di Aquileia (vedi in particolare il sito http://genealogy.euweb.cz/torre/torre2.html): Raimondo della Torre fu infatti Patriarca di Aquileia, un incarico allora molto prestigioso; il vasto territorio del Patriarcato aquileiese si estendeva tra la Stiria, l’Istria, fino alla Lombardia.

Ma già dopo la sconfitta nella battaglia di Desio del 1277, in cui i Torriani cedettero il primato in Lombardia ai Visconti, essi fecero dei territorio veneto-orientali la loro roccaforte: da quel momento, dal Friuli e dalle città padane a loro fedeli, i Della Torre organizzano una guerriglia senza tregua contro i Visconti. Corrado nel 1290 è nominato governatore dell’Istria, nel 1293 podestà di Trieste e nel 1304 podestà di Bergamo.

Che i Della Torre per diversi secoli fossero molto presenti nel Nord Est italiano, e con incarichi di una certa importanza, mi sembra indubitabile: Francesco Torriani fu consigliere dell’imperatore Ferdinando I e barone imperiale e ambasciatore a Venezia (1558); Carlo Torriani fu governatore di Trieste nel 1666, e tra le tombe antiche nel Duomo di Pola che ho personalmente visto ne ricordo una dedicata a una “Duchessa della Valsassina”, del Seicento, ivi seppellita.

Sono questi argomenti su cui sarebbe necessaria una ricerca storica più approfondita. Bastano però, io credo, questi pochi e veloci appunti, per dimostrare che il nostro collegamento con l’Istria non è fortuito né tantomeno lontano: senza revanscismi né nazionalismi inutili e dannosi, la Storia dell’Istria è una storia più vicina a noi di quanto si pensi.

La ferita della "Cacciata degli Italiani" e soprattutto delle Foibe (le fosse docve nell`Aprile del 1945 vennero gettati migliaia di italiani catturati dall`esercito yugoslavo, in realta` senza fare molta distinzione se fossero stati Fascisti, Antifascisti o altro) e` una ferita che lentamente si sta cicatrizzando, come dimostra il recente commosso incontro del Presidente Sergio Mattarella con l`omologo  presidente sloveno Borut Pahor, nel Luglio del 2020, davanti alla foiba di Basovizza.

Riacutizzare le ferite non e` utile, ma tenere vivo il ricordo,  e magari chiedere un risarcimento per chi ha cosi` tanto sofferto e perso ingiustamente tutti i suoi beni, non e` per niente una cattiva idea.

 

 

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Lunedì, 08 Febbraio 2021 08:47

LE SIRENE DI TITANO di Kurt Vonnegut

in Cultura

Potrei sapere per favore - chiese Alice-
da che parte posso andare?
Tutto dipende da dove vuoi andare!-
rispose il gatto.
 
 
È la storia di un viaggio. Di molti viaggi che sono uno. Dunque del viaggio che li comprende tutti perché ciascun andare, ogni procedere trova alla fine la propria, comune ragion d’essere. Che è la stessa per ciascuno. Chiamatelo, se volete, “destino dell’umanità”. O, anche, “traguardo finale”.   Oppure, plotinianamente, “ritorno all’uno” che sono molti: singolare pluralità di/degli Elohim, di cui narra l’ebraico geroglifico del testo mosaico, ridotta un paio di millenni più tardi ad incomprensibile patri filioque trinitario.

Ci parla Vonnegut, con sottile, anche se spesso tragico, umorismo, di tutti i viaggi possibili purché sia concessa un’escatologia. Una qualsiasi. Anche se le titaniche Sirene del romanzo forse più famoso dell’autore di “Ghiaccio 9” e “Mattatoio n. 5” (potenza evocativa del Numero!) sembrano indicare solo l’illusione di un futuro del mondo.

Principia infatti, con l’apparizione dell’involontariamente “infundibolato”  Winston Niles Rumfoord, il viaggio dei viaggi: da Ulisse a Verne, da Gilgamesh a Marco Polo, da Senofonte all’Apollo 11. Ma la Luna, la Dea Luna, è chimera irraggiungibile e vacua. Nessun ritorno a casa ci è consentito, nessuna anabasi è possibile. Perché, lacrima il mite Salo, robot umanissimo di tenera infelicità, solo “Lassù tutti sono felici per sempre”.  Nessuna patria, nessuna terra né Terra, non c’è una casa. C’è l’angoscia di un’infinita, inafferrabile immensità. Il vuoto siderale di un avverbio: “lassù”. La lontananza totale che è assenza assoluta.

Dunque divina. Il Divino, appunto, che l’arte sottile eppure implacabile di Vonnegut, descrive con dissacrante ironia dipanandone l’impronunciabile Nome. Non l’arcano e innominabile JHWH. Né il feroce, protosatanico Baal. Neppure la guerriera fenicia Astarte. Il Dio di cui si occupano sacerdoti e fedeli (inebetiti aficionados del pulpito) nel mondo, afflitto da sindrome metacronica, di Malachi Constant, possiede un’onomastica pletoricamente improponibile: Dio Assolutamente Indifferente. Ovvero: Volontà Universale Di Divenire.  Si capisce, allora, perché “quel” Dio presenti un volto, familiare ad ogni sedicente cristiano, il volto sfrangiato e indefinito dell’Assoluto. In quanto tale totalmente e aristotelicamente immobile. L’ovvietà teologica dell’assunto è persino imbarazzante: l’assoluto possiede al massimo grado tutti gli attributi possibili. I quali, naturalmente e sovranaturalmente, in quanto espressione dell’assoluto, si neutralizzano a vicenda generando “l’assoluta indifferenza”, l’equilibrio eternamente stabile del nulla, irrelata radice del tutto; entropia come assenza totale; caos assolutamente imperfetto e imperfettibile della probabilità zero. Vonnegut spiega tutto ciò con accenti assolutamente indifferenti e col sorriso in punta di penna. Ma si tratta meno di leggerezza che di levità.

Viaggiatore involontario dell’esternità, W. N. Rumfoord vede e prevede tutto ma non può non assecondare la fatalità di un futuro universale onnivoro le cui ragioni risiedono altrove e che solo la compulsività di un rito, uno qualsiasi, può rendere sopportabile. Pur che un altrove sia dato. Rumfoord fonda dunque una chiesa e una religione prive della sostanza divina. Neppure Dio è la nostra meta, il nostro scopo. Il divino, essente ma inesistente, assume così i contorni inquietanti del mistero, laicissimo e ateizzante, che produce ogni perché. Vonnegut con divertito cinismo fa precipitare il lettore (purché non assolutamente indifferente ai destini del mondo) in quella che Umberto Eco, nella prefazione alla ormai introvabile prima edizione italiana del romanzo, definisce “…vertigine di varie teologie…” suscitando in tal modo “…il sospetto che tutte le nostre azioni dipendano da qualche macchinazione che ci supera…” ma che non ha nulla di divino o di trascendente.

 La Storia, (e la Tecnica) dunque, come ingranaggio molecolare di un meccanismo meta-cosmico il cui senso consiste precisamente nell’assenza di un senso e nella presenza di quel senso, quel messaggio dal quale tutto deriva: “saluti”. Cartolina iperspaziale, metatemporale, intergalatticamente equivalente al nostrano “noi siamo qui”, timbrato Rimini o Courmayeur, Katmandu o Seychelles, Roma o Sharm El Sheikh. Ecco emergere dai flutti rapidi e schiumosi della prosa vonnegutiana il profilo di una strumentalità totalmente deterministica: “…sono come orologi che si caricano ogni giorno: fanno il loro tic-tac e vogliono che il tic-tac sia chiamato virtù”. Ma Nietzsche è un inguaribile ottimista poiché teorizza perlomeno la possibilità di una virtù

Ciononostante desideriamo il mondo. Ci mettiamo in cammino nello spazio e nel tempo, tentando invano di controllarne gli eventi, di coglierne la natura. Ecco riscritte con accenti modernamente disincantati, le avventure di Alice. Ritorna quel viaggio nell’inquietante imprevedibilità di un Paese popolato da incomprensibili meraviglie. Quello e questo, universi caotici dell’assurdo. Regno onirico dell’inconscio l’uno, dominio incontrastato dell’illusione e del caso l’altro. Malachi, apocope dell’ultimo profeta biblico custode della sapienza e messaggero fedele di un dio crudele (“Infatti le labbra del sacerdote devono / custodire la scienza / e dalla sua bocca si ricerca l'istruzione, / perché egli è messaggero del Signore degli eserciti” Malachia 2,7), rinasce Unk nel nome e nella psiche. Ignaro vate, non sa perché si trova su Marte; non sa chi è; non sa perché né per chi combatte; non sa dove sta andando né lo saprà mai. Ma come l’Enrico Massimiliano Ligre di Marguerite Yourcenar “…sta andando verso il suo destino”. E verso il nostro. Jacques il fatalista non è da meno poiché la sua umanità si muove formicolante senza mai sapere dove è diretta. Con biblica indifferenza: “Il cuore dell'uomo medita la sua via, ma il Signore dirige i suoi passi” (Proverbi 16,9). Neppure “il vero comandante” Boaz capisce; anche se, unica eccezione, troverà la sua meta finale: la dedizione totale ai teneri Harmonium, piccoli peluche vibranti di tenerezza, assetati d’amore. Ecco uno scopo.

Rumfoord - Alice e il suo cane Kazak, sono poveri padroni, come noi del resto, di un destino che non conoscono né guidano, prigionieri nella loro tana di coniglio spazio - temporale, simile ad un “…mare privo di colore, di sapore e di peso di un’esternità senza fine”. Sono soltanto “…fenomeni ondulatori… che pulsavano in spirali distorte, con l’origine nel Sole e le terminazioni in Betelgeuse.”  Incapaci per sempre, del resto come noi, di liberarsi dal giogo delle avverse stelle. 
Estrusione oniricamente inquietante dei turbamenti del reverendo Charles Lutwidge Dodgson, in arte Lewis Carrol, Alice segna un leit-motiv che percorre esplicitamente e completamente il romanzo. Fin dal principio Vonnegut non nasconde l’origine della sua ispirazione: “L’unico ingresso alla tenuta era una porta simile a quella di Alice nel Paese delle meraviglie…”. 

Non ci stupiamo se il vagabondo Rumfoord si dissolve “…cominciando dalla punta delle dita e terminando con il sogghigno. Il sogghigno rimase per qualche tempo dopo che il resto di lui era scomparso.” Chiarissimo. Anche il gatto del Chesire abita con cane e padrone, l’infundibolo cronosinclastico che chiamiamo universo. Nel cui nucleo (nucleo? Anima? Cuore? Mente? Dio?) spazio e tempo perdono unità frantumandosi in infinite particelle psicolabilmente caotiche. Anche il caos ha una mente? Ecco serviti con suprema leggerezza ed estrema sintesi la caduta nel tempo, l’inizio e la fine del mondo, il peccato originale e la sconfitta dei babelici nella valle di Sennaar.

Difficile non collegare il portafortuna - pezzo di ricambio, la cui forgiatura comprende tutti i destini del mondo, alla piccola chiave d’oro trovata da Alice. Una chiave che non aprirà nessuna porta; che non violerà nessuna toppa; che non rimuoverà alcun diaframma, nessun velo di Maja. Un piccolo, elementare manufatto il cui significato simbolico eccede infinitamente il suo “valore d’uso”, possiede il senso trascendente perché inattingibile (non viceversa) del primo atomo di elio dell’universo. E la cui origine archetipica, il punto (geometrico, cronologico, psicologico, mitologico; privo di dimensioni ma non di esistenza), dal quale procede tutta la realtà, consente la verificabilità del mondo, la  “misura” delle cose. 
Anche Malachi Constant si accorge di “…esistere come un punto…” quando Beatrice gli raccomanda di essere “puntuale” alla materializzazione del marito che, prima di “apparire” nel mondo, esiste sotto solo come fenomeno ondulatorio. Onda e punto.  Punto come elemento dell’onda che subito lo nega affermandolo nella luce. Essere e divenire mutuamente escludentisi. L’incomprensibile logica dell’infinito; il paradosso della coincidentia oppositorum che si manifesta a “…Newport, Rhode Island, P.S.A., Terra, Sistema Solare, Via Lattea”. Che è, anche, sei secoli dopo Niccolò da Cusa, il luogo di tutti i punti e le onde possibili.  La descrizione dell’infundibolo cronosinclastico è un piccolo capolavoro di divulgazione scientifica. Relatività e fisica quantistica spiegate in 20 righe. O quasi.

Vonnegut, con prosa solo apparentemente disarticolata e destrutturata, produce con straordinario pleonasmo un’apocalittica rivelazione: lo scopo del mondo è altrove e in fondo non ci riguarda. Siamo pezzi di ricambio per macchine sconosciute, disumanamente umane. Ma non ci rassegniamo. Anche se “Solo sulla Terra si parla di libero arbitrio”, spiega un tralfamadoriano a Billy Pilgrim, protagonista di “Mattatoio n. 5”. Ma in fondo non mette conto chiedersi a chi o a che cosa serviamo. Perché, ci illumina Beatrice, “La cosa peggiore che ci possa capitare è che nessuno si serva di noi per qualche cosa”. Ecco; senso e significato sono l’ombra evanescente di uno scopo.

Ma il perché del mondo non ha un perché. E se la natura dello scopo è fondamentale, allora neppure Dio è uno scopo valido poiché non ne conosciamo le ragioni. Forse, sembra suggerire Vonnegut, meta della vita è la morte.  La dolce morte, infatti, conclude la vicenda terrena di Malachi. E’ questo il premio che Salo gli conferisce. Insieme all’ultima illusione della felicità: “Lassù tutti sono felici per sempre.”  Missione compiuta, dunque? Sì, se solo si potesse capire qual è lo scopo di Tralfamadore, della sua antichissima civiltà, di tutte le possibili civiltà dell’universo. L’”anarchia ipnotica”di Tralfamadore assomiglia molto al governo del Mondo nuovo di Huxley, la cui esistenza è sorretta dall’ipnosi beatificante del soma che annulla tempo e spazio proprio come l’infundibolo cronosinclastico che imprigiona Rumfoord. Così le macchine imparano a piangere e soffrire ma non ad essere felici. Per loro non esiste la beatitudine psicotropa della droga ma solo un destino. Per questo il piccolo, commovente Salo, appare umano.  Per questo Malachi, Unk,  Rumfoord, Boaz, Stony, Crono, Beatrice e tutti noi apparteniamo, lo sappiamo o no, lo vogliamo o no, all’infinita meccanica del Tutto. E la “terra incognita” dell’anima rimarrà inesplorata.

Alla fine del gioco il titanico, plurimillenario impegno dell’uomo “a seguir virtute e canoscenza” conseguirà in qualche modo solo la tragica certezza che “I doni dello spazio, dell’infinita esternità…” sono soltanto tre: “… eroismi inutili, commedie di scarso valore, morte senza scopo”. Siamo il cuore di un dissennato nonsenso.

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Domenica, 07 Febbraio 2021 19:39

Nuovo appello del Sindaco di Premana Elide Codega

NUOVO AGGIORNAMENTO DIFFUSIONE PANDEMIA.
La diffusione del contagio continua ad estendersi a livelli preoccupanti.

L’ultimo rapporto di oggi da parte di ATS, indica 61 persone in sorveglianza attiva, di cui:
- 35 Covid+ e quindi sotto sorveglianza attiva con l’obbligo di restare a casa.
- 26 sono contatti stretti da Covid+, ma anche loro con l’obbligo di rimanere a
casa fino al termine della quarantena indicata per ognuno da ATS.
Sollecitati dai Medici di base e dalla Pediatra, ci siamo confrontati con il Prefetto e la direzione generale di ATS, per capire quali azioni mettere in campo per cercare di contenere/fermare il contagio.

La risposta è stata la stessa che tutti noi conosciamo ormai da un anno a questa parte, ovvero la responsabilità personale di ognuno di noi nel rispettare le indicazioni principali:

- INDOSSARE SEMPRE e CORRETTAMENTE LA MASCHERINA FUORI DI CASA e averla sempre con sé per utilizzarla al momento opportuno;
- Lavarsi spesso le mani
- Mantenere il distanziamento sociale
- EVITARE GLI ASSEMBRAMENTI
NON PERCHE’ SIAMO IN ZONA GIALLA DOBBIAMO DIMENTICARCI DI QUESTE TRE IMPORTANTI INDICAZIONI, tra l’altro la mascherina e il distanziamento sono un obbligo previsto da DPCM e quindi anche perseguibile per legge.

Abbiamo chiesto la collaborazione alle Forze dell’Ordine per un maggior pattugliamento sul
territorio, al fine di sensibilizzare maggiormente tutti al rispetto delle regole in vigore.
Consapevoli di richiedere un ulteriore sforzo, richiamiamo tutti i cittadini premanesi alla
responsabilità di seguire le indicazioni conosciute al fine di tutelare la propria salute e quella delle persone più fragili, che potrebbero subire gravi conseguenze dall’eventuale contagio.

Infine, indipendentemente dalla situazione emergenziale, è opportuno ricordare alla cittadinanza (bambini, genitori, ragazzi maggiorenni e adulti in generale) che è comunque vietato giocare a pallone nell’atrio della scuola, provocando danni alla proprietà pubblica.
E’ inoltre vietato organizzare feste con musica che disturbino la quiete pubblica a qualunque ora della giornata.
Grazie per la collaborazione.
Premana, 07 febbraio 2021
Il Sindaco
Elide Codega
 
 
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Domenica, 07 Febbraio 2021 11:07

7 FEBBRAIO, GIORNATA MONDIALE CONTRO IL CYBERBULLISMO

Secondo gli ultimi dati UNESCO, provenienti da indagini condotte in paesi industrializzati, la percentuale di minorenni che ha sperimentato cyberbullismo varia tra il 5% e il 20% della popolazione minorile, con conseguenze psicofisiche che vanno dal mal di testa ai dolori allo stomaco e/o che si manifestano con mancanza di appetito o disturbi del sonno. Coloro che hanno sperimentato episodi di bullismo/cyberbullismo hanno inoltre maggiori probabilità di sviluppare difficoltà relazionali, di sentirsi depressi, soli, ansiosi,  di avere scarsa autostima o sperimentare pensieri suicidi.

L'aumento del cyberbullismo riflette la rapida espansione dell’accesso di bambini e ragazzi ad internet: nel 2017 circa il 70% della popolazione mondiale tra i 15 e i 24 anni risultava connessa ad internet e dai dati provenienti da 7 Paesi europei, la percentuale di bambini e adolescenti tra gli 11 e i 16 anni esposti a cyberbullismo è aumentata tra il 2010 e il 2014 passando dal 7% al 12%. 

"Il 7 febbraio ricorre la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, a seguito di un anno in cui i bambini e giovani, a causa della pandemia da COVID-19, hanno trascorso online un numero elevato di ore per continuare a studiare e socializzare” – ha dichiarato Carmela Pace, Presidente dell’UNICEF Italia.

"Come UNICEF Italia, abbiamo realizzato la guida “Genitori e il Fattore Protettivo – prevenire il cyberbullismo” per parlare di questo fenomeno in famiglia, perché riteniamo importante che i genitori imparino a riconoscere i segnali di pericolo e quindi essere attenti a eventuali cambiamenti di umore o del comportamento dei propri figli. Attraverso questo strumento però vogliamo raccomandare anche di non demonizzare i nuovi media e rassicurare sul fatto che parlarne con una persona di fiducia significa poter essere tutelati e intervenire tempestivamente a difesa del rispetto della propria persona e della propria salute fisica e mentale.

L’UNICEF Italia ha realizzato la guida Genitori e il Fattore Protettivo – prevenire il cyberbullismo in collaborazione con lo Studio di psicologia del ciclo di vita – P.I.N.S. - Pensare Insieme Sentire, con l’obiettivo di promuovere una genitorialità positiva, un dialogo aperto in famiglia e insegnare un uso responsabile dei nuovi media, al fine di riconoscere e prevenire il cyber bullismo. Tra i suggerimenti per i genitori, una proposta di 6 regole base da istituire in famiglia:

  • non condividere nomi utente o password;
  • non fornire informazioni personali in profili, chat room e altri forum;
  • astenersi dall’inviare foto personali o inappropriate di sé;
  • non rispondere a messaggi minacciosi e informare immediatamente un adulto;
  • spegnere il proprio dispositivo se viene visualizzato un messaggio minaccioso;
  • non cancellare eventuali tracce sui social o nelle chat


Per ulteriori informazioni visita l'indirizzo: unicef.it/cyberbullismo

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