Chi conosce da vicino Silvio Berlusconi gli attribuisce il dono di avere dei pensieri "carsici " che da imprenditore prima o poi realizza , la promozione del Monza ne è la dimostrazione .
Il lancio di una fusione, patto, federazione con la Lega e’ inevitabile che sposti e sbiadisca il baricentro dei moderati italiani verso il sovranismo leghista, lontano da una cultura europea e popolare .
Tale fusione non trova ostacolo alcuno in una classe dirigente Azzurra periferica molto virtuale, che non conosce confronto, condivisione e democrazia (in Fi la parola congresso è un ossimoro e quando si tiene abitualmente è farlocco, qualche volta è unitario, oppure con la minoranza sull'Aventino)
Quindi i territori si trovano quando esiste e se esiste una dirigenza, che si barcamena operando nel minimo sforzo necessario addirittura all'ombra o in coda al capace e abile politico locale e poco importa se con Fi non ha nulla o più nulla con cui spartire , ciò che importa è avere il diritto di tribuna al tavolo della coalizione più che mai sbilanciato a destra , per avere ancora l'orgoglio e sensazione di partecipare all'" assemblea" degli azionisti senza nemmeno un azione. Una magra consolazione per chi rappresenta il partito fondatore della coalizione stessa. Ma chi si accontenta ....
Quindi perché allargare ? Perché aprire il partito ? Perché confrontarsi? Perché organizzare un evento ? Perché tesserarsi tanto i congressi vengono solo proclamati dal provinciale in giù perché chi decide è sempre " il cerchio tragico" ?
Se i voti ci saranno arriveranno e li porta Silvio .
Dunque il soggetto unico è inutile negarlo , Silvio lo vuole e si farà.
Davanti a questa desolazione e delusione del partito liberale e popolare a cui si aggiungeva l'ambizione di essere pure di massa . con vocazione attuale di divenire la dependance di una casa in decadenza (per gli stessi vizi) che è la Lega , oggi più che mai è necessario nasca a tutti i livelli un contenitore di centro meglio ancora centrale, che abbracci le varie sfaccettature di un territorio che nelle sue viscere non è assolutamente leghista nello stesso modo in cui non è di sinistra .
A ciò che affermò dovrebbero fare eccezione i Comuni grandi, dove il voto è condizionato dalla politica nazionale. Ma se vogliamo analizzare come è andata nella città capoluogo alle amministrative dell'ottobre 2020, quando il 26,8% degli elettori del centrodestra ha votato le civiche, mentre quelli di centrosinistra per il 16,9% non ha scelto i partiti tradizionali, e addirittura una civica apparentemente fuori dalle coalizioni ha raccolto un 5,9%. La somma costituisce un 49.6% civico o di area civica. Limitandoci al solo centrodestra, ricondurre oggi il tutto,a livello nazionale ma in particolar modo nel nostro territorio, ad un contenitore leghista o neo leghista è un operazione ad "imbuto forzato " che rischia di sciupare e perdere risorse importanti . Salvo che il tutto non sia riconducibile all'aritmetica e nel computo elettorale , ma fa a pugni con la politica e il rispetto dello spaccato geo politico culturale del nostro territorio.
I moderati hanno la necessità di trovare nuovi riferimenti, nella consapevolezza che non sia più sufficiente scegliere un ottimo rappresentate nelle istituzioni in un partito con idee valori difformi alle loro peraltro in un sistema partitico come quello attuale privo di confronto e vasche di compensazione interne dove ognuno senza essere ai margini possa dire la sua.
L'esperienza gialloverde insegna che i molti validi e capaci della lega ( non è ironia) hanno votato con i 5 stelle il reddito di cittadinanza con conseguenze devastanti , oggi costretti a difront caramboleschi per aprire le porte a 250.000 immigrati da regolarizzare per poter dare il via alla stagione turistica.
Forse non era il caso ne di mandare a processo Salvini ne di votare il reddito di cittadinanza o meglio ancora non voler andare a tutti i costi al governo.
Oggi vi è un estremo bisogno di un contenitore moderato capace di avere in sè civici con valori popolari, riformisti e liberali . Un contenitore che sia luogo di incontro, di confronto di idee, di proposte, di pianificazione e metodi.
Ma soprattutto c'è bisogno di una struttura leggera , dinamica che sappia colmare la dicotomia tra cittadino e politica, cosa che con non pochi timori cercano di fare oggi tanti bravi sindaci e amministratori, di ogni inclinazione politica . Va costruito un modello che di casa e non una maglia ai tanti civici (moderati e non) tanto facili da accreditare , tanto difficili da ascoltare , a volte tanto fastidiosi a una politica collassata dalla mancanza di democrazia e dialogo , ma tanto utili per poter fissare bandierine da sventolare in tavoli più alti e poter proclamare : "abbiamo vinto!" poco importa con chi .
Purtroppo "la politica - diceva Rino Formica - è sangue e merda"e la stessa ha smesso di esistere , di conseguenza la buona amministrazione senza quest'ultima rischia di trasformarsi in manutenzione che, pur nobile e necessaria, rimane tale .
Con un pensiero mediocorto e debole .
Auspicare un'inevitabile aggregazione centrale anche nel nostro territorio di tutto ciò che non è sbilanciato ai sovranismi o ai Leghismi (nuovi e o vecchi) , cosi come alle sinistre (dal PD in poi) è un dovere di tutti noi che lo amiamo.
Consapevoli che la costruzione questo comportera' un'po' di fatica e un filo di coraggio .
Ma per parafrasare Cristoforo Colombo non attraversaremo mai l'oceano se non siamo disposti a perdere di vista la riva .
Non possiamo attendere " predellini" di chi non è più in grado di farli e di chi per collocazione estrema non lo è mai stato.
Nel rischio che aspettando da lustri Giorgetti passi solo Giorgia con i suoi Conservatori senza Ronald e Margaret , forse è il caso di rimboccarsi le maniche e far salpare oggi una Caravella è più che mai sufficiente nell'era dei salvagenti e delle scialuppe. Basta crederci e sentirne la necessità .
Beppe Mambretti