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Lunedì, 22 Agosto 2022 06:38

CERVO A SPASSO NELLA GALLERIA DI MENAGGIO

Coldiretti, cervo a spasso nella galleria di Menaggio.

“E’ allarme selvatici anche per la sicurezza pubblica”

Un cervo a spasso nella galleria di Menaggio: l’istantanea che circola nelle ultime ore sui social media riporta in primo piano l’allarme selvatici che, come denuncia da tempo la Coldiretti interprovinciale, “sono diventati un pericolo anche per l’incolumità pubblica, in quanto sempre più causa di incidenti stradali che, spesso, non vengono nemmeno denunciati data la difficoltà nell’ottenere risarcimenti. Ciò a prescindere dal fatto in questione”.

E’ proprio tra Menaggio e Porlezza che il problema dei selvatici ha assunto proporzioni drammatiche, con raccolti distrutti e imprese sempre più a rischio chiusura: proprio a causa delle continue incursioni degli animali, diversi imprenditori agricoli, negli ultimi tempi, stanno seriamente pensando di cambiare attività e di trovare un’occupazione più sicura e meglio retribuita nella vicina Svizzera. Le ripercussioni sarebbero pesantissime per l’intero territorio e per una biodiversità agricola e alimentare che vede proprio nel Lario Occidentale la trasmissione di saperi e sapori (legati, in particolare, all’attività zootecnica e casearia) di generazione in generazione.

“Negli ultimi anni, 800mila ettari di terreni fertili sono stati abbandonati in Italia proprio a causa della proliferazione della fauna selvatica che danneggia le coltivazioni e la redditività degli agricoltori, terreni che oggi oltre a non essere più produttivi sono esposti all`erosione e al dissesto idrogeologico” ha dichiarato il presidente della Coldiretti Fortunato Trezzi.

“Occorre accelerare sul piano di controllo della fauna selvatica - in particolare dei cervi - nella riserva nel lago di Piano e, parallelamente, dare corso ad interventi concreti per arginare il problema dei cervi e dei selvatici nell’area del Porlezzese e nell’intero comprensorio lariano. Come ha sottolineato il Prefetto nell’incontro avuto lo scorso mese di luglio, è necessario serrare le fila. Il dottor Polichetti ha immediatamente colto il grido d’allarme di Coldiretti ed è riuscito a mettere intorno a un tavolo tutti gli attori che possono concretamente risolvere il problema. Ora sta a loro la responsabilità di individuare e attuare i passi necessari per dare agli agricoltori le risposte che chiedono da molti, troppi anni. Le continue incursioni dei selvatici nei campi e sulle strade devono spronare tutti a dare immediatamente corso a una soluzione del problema, che ha valicato da tempo lo stretto ambito agricolo od economico ed è, ormai, principalmente connesso alla tutela della pubblica incolumità”.

Aggiornamento: purtroppo il cervo, un' esemplare femmina, è stato successivamente trovato morto ucciso da uno scontro con  qualche auto o camion, ancora sulla carreggiata

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Lunedì, 22 Agosto 2022 06:30

CISL: NOVITA' PER I CONGEDI PARENTALI CAUSA BAMBINI

NOVITÀ NEI CONGEDI PARENTALI, SUPPORTO ALLA NATALITÀ SCELTA NON PIÙ RIMANDABILE

Più mesi retribuiti dadedicare ai nuovi nati in famiglia per i lavoratori dipendenti e nuove tuteleper le lavoratrici e i lavoratori autonomi e iscritti alla gestione separata.Dal 13 di agosto sono entrate in vigore le nuove regole previste dal decretolegge 105/2022 introdotte dal Governo.
Tra le novitàprincipali del Decreto Legge: l’aumento da 6 a 9 mesi dei congedi parentaliindennizzabili al 30% della retribuzione per i lavoratori dipendenti e gliiscritti alla gestione separata - di cui tre mesi per ognuno dei genitori(non trasferibile all’altro) e ulteriori 3 mesi in alternativa tra madre opadre utilizzabili fino al 12 anno di vita del bambino (e non più finoal sesto); il congedo di paternità di 10 giorni indennizzati al 100%della retribuzione da utilizzare da 2 mesi precedenti e 5 successivi alparto e che diventano 20 giorni in caso di parto plurimo; il diritto a 3mesi di congedo parentale per ciascuno dei genitori, da fruire nell’anno divita del minore, per lavoratori e lavoratrici autonome alle quale vieneinoltre riconosciuta l’indennità giornaliera anche nei periodi antecedenti idue mesi prima del parto in caso di “gravi complicanze della gravidanza o dipersistenti forme morbose che si presume possano essere aggravate dallo statodi gravidanza”, accertate dalla ASL;

“Inun’Italia che invecchia a ritmi serrati, sostenere le famiglie per incentivarela natalità è una priorità non più rimandabile” hadichiarato Mirco Scaccabarozzi, Segretario Generale della Cisl Monza BrianzaLecco esprimendo un giudizio positivo sulle migliorie introdotte dal Governo inmateria di congedi parentali. “Recentemente abbiamo affrontato questo temain uno dei nostri eventi del ciclo “I venerdì della Cisl” dedicato al Long TermCare. I dati emersi sono preoccupanti: entro il 2050 il 34% della popolazioneitaliana sarà over 65, in pratica un cittadino su tre sarà anziano. Dal puntodi vista pratico questo determinerà un rapporto sempre più sfavorevole trapopolazione attiva e non attiva, creando seri problemi di sostenibilitàsocio-economica legati alla cura, all’assistenza e al sistema pensionistico”.

“Sostenerele esigenze di cura di genitori per una migliore conciliazione tra i tempidella vita lavorativa e quelli dedicati alla vita familiare, e, in generale, promuoverela parità di genere, che non può prescindere da una più equa condivisione delleresponsabilità tra uomini e donne è un primo importante passo per combatterel'invecchiamento della popolazione prevenire l’assenza di nuove generazioni dilavoratori ma non basta” ha continuato Scaccabarozzi. “Perinvertire il trend della denatalità ci vorranno generazioni e l’economia e lasocietà italiana non possono permettersi il lusso di attendere così tantotempo. Il sistema pensionistico arriverà in tempi molto più ristretti a nonreggere la sproporzione tra numero di nuovi pensionati e contribuenti attivi eil sistema sanitario non sarà in grado di farsi carico del nuovo esercito dianziani, sempre più longevi grazie alla medicina moderna ma afflitti dalle malattiecroniche tipiche della vecchiaia”

Nel passato lacompensazione della denatalità in Italia era garantita dai flussi migratori cheperò negli ultimi anni hanno invertito il loro trend rallentando drasticamente.

“A fronte di un fenomeno che difficilmente riusciremo acontenere nel lungo periodo, la politica deve farsi carico del problemaattuando riforme che, nel breve periodo, agevolino un processo diriorganizzazione della società in termini di welfare, assistenzasocio-sanitaria e, non ultimo del sistema pensionistico che ci permetta disostenere il nuovo assetto demografico del nostro Paese”.

Passi concreti che facciano la differenza oggi e che servano da fondamenta per una società futura sostenibile, questa è la richiesta della Cisl‘Politiche per la famiglia’ è spesso un artificio retorico che cela ilnulla. Si potrebbe partire, ad esempio, costruendo un’adeguata rete di serviziper l’infanzia su tutto il territorio nazionale, che in tanti casi, oltre adessere nel complesso troppo onerosa per le famiglie, è assolutamenteinsufficiente. Oggi unicamente a un bambino su quattro viene garantito un postoall’asilo nido pubblico peraltro con fortissime disparità e diseguaglianze territoriali”.

“Ciò non significa certo dimenticare l’assillante problema dellaprevidenza e la questione migratoria. Le risposte che noi cerchiamo dallapolitica non possono più essere intonate al ‘tanto peggio per i fatti’ nèancorate a gretti interessi di bottega” ha concluso il SegretarioGenerale Scaccabarozzi.

IN ALLEGATO LA SCHEDA INFORMATICA SUI CONGEDI PARENTALI PREPARATA DALLA CISL

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Domenica, 21 Agosto 2022 14:24

MELONI E LA FIAMMA TRICOLORE DEL MSI

Quella che c'è andata giù più dura è probabilmente la cantante (da sempre un po' "sopra le righe") Loredana Bertè, rivolgendosi così alla fondatrice di Fratelli d'Italia: "Signora Meloni, dunque, quando una senatrice come Liliana Segre chiede che sia cancellata dal suo logo quella fiamma che ricorda chiaramente il fascismo e le sue conseguenze, lei la rimuove e basta, senza arrampicarsi sugli specchi con scuse improbabili. Lei la rimuove, ha capito? Mi sembra il minimo per il rispetto che si deve a una signora che ha passato quello che ha passato. ..Si vergogni, signora Meloni."

Meloni a quanto sembra invece non intende rimuoverla assolutamente. Ma da che cosa nasce quella fiamma ? Era il simbolo del Movimento Sociale Italiano, il Partito di estrema destra fondato dai sopravvissuti al Fascismo già nel Dicembre del 1946.
Si chiamava Sociale, rifacendosi alle "dottrine della Socializzazione", cioè quelle presunte "mine politiche" che Mussolini avrebbe voluto lasciare in eredità alla nuova Italia post-fascista una volta compreso che non aveva più scampo.

La Repubblica Sociale Italiana, altresì detta di Salò, proprio il 20 aprile 1945 aveva pubblicato sulla "Gazzetta Ufficiale" le cosiddette Leggi sulla Socializzazione, che comprendevano la nazionalizzazione di gran parte delle fabbriche (quelle sopra i 100 operai), la compartecipazione degli operai alla gestione e ai redditi delle industrie.
Un progetto rimasto naturalmente sulal carta, ma sul quale Mussolini insisteva fin dal 1944 (Congresso di Verona) nel tentativo un po' goffo di "portare il Partito Fascista Repubblicano più a Sinistra del PCI" e di ingraziarsi gli operai, ma naturalmente era ormai troppo tardi.

Molto in sintesi dopo la fine della "guerra civile", e dopo il 25 aprile, ai Fascisti sopravvissuti rimanevano tre alternative:

1) Farsi uccidere dai Partigiani, in quanto responsabili di "crimini di guerra" (torture, fucilazioni  di partigiani ecc.) a volte dopo una sentenza di un improvvisato "Tribunale del Popolo" (vi partecipò anche l'introbiese Mario Cerati) ma più spesso anche senza. Il Generale  Alexander, subito dopo il 25 aprile, aveva dato ai Partigiani "tre giorni di tempo per fare pulizia" dei Fascisti troppo compromessi. Questi tre giorni, come hanno purtroppo hanno dimostrato le opere di Giampaolo Pansa ("Il Sangue dei Vinti") sono diventati praticamente due anni, fino al 1947, con l'Amnistia di Togliatti.

2) Consegnarsi agli Americani (non certo ai Partigiani) come fece il furbo Maresciallo Rodolfo Graziani, comandante in capo dell'Esercito RSI, che si fece catturare dagli Alleati a Mandello: con le stragi che aveva ordinato in Etiopia e in Libia,negli anni '30, ancora prima della II Guerra Mondiale, lui sì che era un vero "criminale di Guerra" !
La speranza (andata a buon fine) di questi era quella di passare qualche mese nel Campo di concentramento di Coltano, vicino a Pisa, allestito dagli Americani, ma che nel 1946-47 ospitò fino a 32.000 fascisti provenienti da tutta Italia (vi passarono tra gli altri personaggi diventati poi celebri come Raimondo Vianello, Walter Chiari, Enrico Ameri e persino Dario Fo) per poi tornare liberi dopo pochi mesi, come infatti avvenne.

3) Scappare, andare in esilio, oppure nascondersi come fece Giorgio Almirante, il quale passò quasi due anni al chiuso di un vagone merci ferroviario (come quelli che fino a qualche anno prima avevano portato gli Ebrei dal Binario 21 di Milano ad Auschwitz), assistito solo da Donna Assunta, fino al 1947.

Il 1947 fu l'anno decisivo: ritrovatisi gli ex "camerati" in stato di libertà, nacque già nel Dicembre 1946 il Partito, anzi "Movimento", che raccoglieva reduci e nostalgici del "glorioso Ventennio" (De Marsanich, Romualdi e altri).
Che ruolo aveva la "fiamma tricolore" nel logo dell'MSI ? In realtà le interpretazioni erano già variabili all'epoca: dalla fiammella che stava accesa sulla tomba del "Duce" a Predappio, all'idea di una "fiamma " nazionalista che mai si sarebbe spenta , in quello che il Duce immaginava avrebbe dovuto essere "il Secolo del Fascismo".

Insomma, le ipotesi sono diverse: il fatto però che la Meloni voglia tenere nel suo simbolo un elemento così controverso e marcatamente "nostalgico" non è un buon viatico per la sua nuova carriera politica, che anche lei si sta immaginando. E' in ogni caso un simbolo legato a un passato a dir poco ambiguo e molto torbido. Avrebbe fatto meglio a liberarsene e a togliere così ogni velo di ambiguità ai suoi progetti politici.
Segua un bel consiglio, signora Meloni: dia retta, per una volta, alla "signora" Bertè !

 

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Domenica, 21 Agosto 2022 09:02

Anche l'Arcivescovo Delpini a Chiarino di Premana

"Si può spegnere anche la vivacità di una comunità, non solo la storia delle persone.
Come dicevo all'inizio Premana per me rappresenta un luogo dove vengo sempre volentieri e sempre ho qualcosa da imparare, però anche a Premana, anche nella nostra vita quotidiana, anche nel luogo in cui noi abitiamo (...), anche là ci può essere una comunità che si spegne, che si affatica (...).
Talvolta può succedere che non siamo tutto nella luce, però Gesù ci dà la possibilità la grazia, anzi ci rivolge l'invito ad essere come gente che è di fronte alla lampada che da luce e perciò si avvolge tutto nella luce".
Dalle parole che il nostro Arcivescovo Mario ci ha lasciato mercoledi scorso durante la Santa Messa in Chiarino


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Domenica, 21 Agosto 2022 08:54

Guardia Medica chiusa Domenica 21/08

““ Viviamo in una società in cui uno scrittore viene aggredito e rischia la vita per le idee e convinzioni scritte in un libro pubblicato trenta anni fa;
Una società in cui, ancora purtroppo, destano più scalpore due ragazzi o ragazze dello stesso sesso che si baciano in pubblico piuttosto che un uomo violento con la propria moglie o compagna;
Una società in cui un influencer diventa ricco e famoso con qualche foto e due parole raffazzonate di commento mentre i suoi insegnanti che hanno dedicato la propria vita alla crescita culturale ed educativa di centinaia di studenti, si devono impegnare per vivere dignitosamente con lo scarni stipendio che prendono.
Viviamo in una società, la nostra occidentale, libera forse ma ancora molto lontana dall’essere equa e giusta.
Proprio per questo il nostro Servizio è così prezioso. Contribuiamo con il nostro agire ad alleviare sofferenze e difficoltà di persone che hanno bisogno di aiuto. Ma ancor prima e ancora più importante, siamo “exempla”, esempi cioè di eticità per la nostra società che vogliamo cresca e migliori sempre più.
Un sereno ferragosto a tutte le volontarie, volontari, dipendenti e amici delle Associazioni ANPAS Lombardia. Grazie!”
Luca Puleo - Il Presidente

Si informa la popolazione 
Il numero verde 116117 è attivo ☎️
(Sabato e Domenica 21 agosto la postazione di Introbio di Guardia Medica sarà chiusa per l'impossibilità di reperire unMedico di Base)
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Domenica, 21 Agosto 2022 08:51

PRIMI ALLENAMENTI IN PALESTRA A INTROBIO

in Sport

Primi due allenamenti della stagione, per iniziare a muovere le gambe, le braccia e provare a fare canestro ! Riservato alla categoria Under 14 (ragazzi e ragazze nati negli anni 2009, 2010 e 2011). Potete portare qualche amico a provare ! Martedì 23 e giovedì 25 agosto dalle 18.00 alle 19.30. Palestra delle scuole medie di Introbio (viale della Vittoria 5 - Introbio)

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Domenica, 21 Agosto 2022 08:26

UNA QUASI PATATA IN FIORE

In genere la pianta alla quale appartiene il minuscolo fiore riprodotto nell’immagine sotto il titolo, viene chiamata Erba morella o Morella comune, considerata infestante. I botanici la chiamano Solanum nigrum, nome imposto dall’onnipresente Linneo nel XVIII secolo. L’esemplare immortalato nell’immagine è stato ripreso lungo un muretto di cinta a Introbio in via alle Prade. Ora però è scomparso, sfalciato dagli addetti comunali qualche giorno fa durante un’operazione di rimozione delle erbacce dalle strade. Qualora aveste l’impressione di aver già visto qualcuno di questi fiorellini (circa 1 cm. di diametro), magari nell’orto, non vi sbagliate di grosso ma vi sbagliate. Se avete pazienza e cercate nell’archivio di questa rubrica, e in particolare risalite fino al 28 settmbre del 2021, troverete la fotografia di un fiore molto simile appartenente a una pianta di comunissima patata. Però, le due essenze vegetali sono molto diverse anche se appartengono, come il pomodoro, alla stessa famiglia, le Solanacee.

L’appellativo generico, “Solanum”, deriva dal latino “solamen” col significato di sollievo, conforto, poiché un tempo la Morella veniva utilizzata a scopi medicali, insieme ad altre erbe, anche come analgesico per sedazioni profonde durante gli interventi chirurgici. Il vescovo di Cervia e medico chirurgo, Teodorico Borgognoni (1205 - 1298), considerato il primo anestesista nella storia della medicina occidentale, vi fa riferimento nella sua opera più nota: “Cyrurgia seu filia principis”, nella quale suggerisce l’uso narcotico di oppio, papavero e Solanum nigrum. Il secondo termine dell’epiteto scientifico, “nigrum”, fa riferimento al colore delle bacche della pianta che a maturazione completa sono di un bel nero lucido. È conosciuto da molti secoli anche l’uso fitoterapico dell’Erba morella che veniva infatti impiegata (soprattutto fiori e foglie) per le sue proprietà emollienti, febbrifughe e diuretiche. Sembra inoltre che un impasto di Morella, chiamato “unguento populeo” possa attenuare in qualche misura le manifestazioni di psoriasi, i sintomi delle periartriti e le ustioni cutanee. Ma state accorti. L’elevato contenuto di Solanina, un alcaloide tossico presente anche nelle patate e nelle piante di alkekengi (di cui abbiamo parlato nella precedente puntata della rubrica), è molto pericoloso. Quindi, anche se anticamente c’era chi utilizzava foglie e bacche di Solanum a scopo alimentare, voi non fatelo perchè potreste pentirvene. Accontentatevi di fare un po’ di “flower viewing”. O “flower watching”?

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Domenica, 21 Agosto 2022 08:19

UNA MOSTRA SUL PANE AL MEAB

in Cultura

Documentario del Museo Etnografico dell'Alta Brianza (MEAB).

Nel film Pani al museo protagonisti sono due diversi istituti culturali. Nel Museo Lombardo di Storia dell’Agricoltura, affiancato dal Museo del Pane, di Sant’Angelo Lodigiano, è Luigi Mariani, agronomo accademico, a fare da guida sulle scoperte e le attività umane che nel tempo hanno portato al consumo del pane, illustrate secondo una dimensione globale, dal punto di vista storico e geografico. Nel caso del Museo Vallivo “Mario Testorelli” di Valfurva il film parla della produzione e del consumo del pane in una piccola comunità alpina, grazie al lavoro di raccolta e di documentazione che il maestro Testorelli ha lasciato in eredità all’associazione e ai giovani che oggi fanno vivere il museo.

Anno 2019: Riprese effettuate a Sant’Angelo Lodigiano e a Sant’Antonio Valfurva.

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Domenica, 21 Agosto 2022 08:14

Lavoro, fisco e pensioni nei programmi elettorali: le posizioni della CGIL

In vista delle elezioni del 25 settembre prossimo, le forze politiche stanno ultimando la stesura dei loro programmi, in cui trovano spazio proposte e promesse in ambiti quali lavoro, fisco e previdenza. La CGIL ha posizioni chiare in merito a questi temi, e porta avanti rivendicazioni in direzione di una maggiore giustizia sociale e di un generale miglioramento delle condizioni di vita per lavoratrici, lavoratori e i pensionati.

Per quanto riguarda il lavoro l’azione più urgente è la lotta al precariato, che va affrontato rendendo nuovamente il contratto a tempo indeterminato la forma contrattuale standard e partendo dall’abolizione del Jobs Act, su cui la Consulta ha rilevato diversi profili di incostituzionalità. In questo senso da guardare con molta attenzione è la recente riforma del mercato del lavoro approvata in Spagna, che limita l’uso del contratto a termine solo per circostanze straordinarie legate a picchi di produzione e per la temporanea sostituzione del lavoratore. Storica rivendicazione sindacale è poi la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, obiettivo strategico e tanto più alla portata grazie al progressivo processo di innovazione tecnologica, che permette al contempo la liberazione di spazi di vita per i lavoratori e l’adeguamento del sistema produttivo alle esigenze della transizione ecologica, non più rinviabile. Guardiamo con favore all’introduzione di un salario minimo legale, che sia collegato al riconoscimento del valore erga omnes dei contratti collettivi nazionali e a una legge sulla rappresentanza.

In tema fiscale la stella polare rimane l’articolo 53 della Costituzione, secondo cui il sistema tributario è vincolato a criteri di progressività. Lo scorso 16 dicembre abbiamo proclamato, insieme alla UIL, uno sciopero generale contro una legge di bilancio che prevedeva una riforma del fisco iniqua, in quanto riduceva le aliquote Irpef da 5 a 4 a vantaggio dei redditi più alti. Alcune forze politiche ripropongono ora la flat tax, un’imposta con aliquota proporzionale uguale per tutti, basata sui redditi dei nuclei familiari e non più personali. Siamo chiaramente contrari a un’ipotesi del genere, che oltre a essere ingiusta perché mette sullo stesso piano ricchi e poveri, negando così qualsiasi forma di progressività, comporterebbe anche una drastica riduzione del gettito fiscale, che andrebbe compensato con pesanti tagli alla spesa pubblica.

Nel caso di una flat tax al 15%, ad esempio, i calcoli mostrano che si avrebbe un calo nelle entrate di quasi 60 miliardi rispetto a quelle attuali ottenute con l’Irpef, a fronte di un risparmio medio annuo per famiglia pari a soli 24 euro per il primo decile di reddito (chi guadagna meno nella distribuzione nazionale del reddito) e a 12215 euro per il decimo decile: in altre parole, i più poveri avrebbero un risparmio dello 0,7%, mentre i più ricchi del 14,3%. Non è accettabile, dunque, una generalizzata riduzione delle imposte sul reddito, perché l’aliquota di tassazione deve essere correlata alla salvaguardia dei diritti fondamentali delle persone, messi in pericolo dal ridimensionamento dei servizi pubblici in mancanza di entrate sufficienti. Per la stessa ragione non crediamo che la strada intrapresa nella sfera della riduzione del cuneo fiscale sia sufficiente a tutelare il potere d’acquisto dei lavoratori. Serve inoltre maggiore trasparenza per capire dove, a fronte di un aumento del salario netto in busta paga, si dovranno reperire le risorse compensative.

In merito al sistema pensionistico (Riforma Fornero) occorre dire che esso non è socialmente sostenibile, perché rimanendo al lavoro oltre certi limiti di età si mette a rischio la propria incolumità, con conseguenze drammatiche in termini di infortuni sul luogo di lavoro (dai dati emerge che è l’incidenza di mortalità più alta rispetto al numero di occupati per fascia d’età riguarda i lavoratori over 65), dall’altra rappresenta un forte ostacolo al ricambio generazionale. È necessario prima di tutto superare le storture introdotte dalla Legge Fornero, non con provvedimenti temporanei e marginali come “Quota 100”, che ha interessato un numero di lavoratori molto inferiore a quello previsto, ma riformando complessivamente il sistema, prevedendo il pensionamento con 41 anni di contribuzione per tutti a prescindere dall’età e una flessibilità in uscita (pensione di vecchiaia) a partire da 62 anni d’età anagrafica.

Diego Riva, Segretario generale CGIL Lecco: “Non ci convincono le risposte date dal governo Draghi con il Decreto Aiuti bis, che prevede finanziamenti del tutto insufficienti ad affrontare il problema di salari e pensioni bassi. Risorse aggiuntive potevano essere trovate tassando ulteriormente gli extraprofitti, come la CGIL aveva chiesto, ma l’esecutivo su questo non è intervenuto. Noi comunque non intendiamo fermarci: a settembre, prima delle elezioni, organizzeremo una grande assemblea di tutti i delegati nazionali per presentare le nostre proposte per il Paese.”

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Sabato, 20 Agosto 2022 07:01

UNA SERATA SULLA RESISTENZA

in Cultura

Molto interessante la serata tenutasi venerdi sera 19 agosto a Introbio, sulla Resistenza in Valsassina (e non solo).
Ha introdotto la discussione il prof. Enrico Baroncelli, citando un ottimo saggio di Marco Cuzzi, "Seicento giorni di terrore a Milano", sulla vita quotidiana del capoluogo lombardo durante la Repubblica di Salò.

"La Resistenza infatti - ha detto Baroncelli - non si è svolta solo in montagna, dove la disparità di uomini e soprattutto di mezzi (scarsità di fucili, pistole e mitragliette) ponevano i partigiani in condizioni di grande inferiorità rispetto ai militari di Salò e soprattutto rispetto ai Tedeschi, ben armati. Pochi quindi sono stati gli scontri e le attività di sabotaggio in montagna. Invece nelle città, Milano, Torino e tante altre, esistevano dei gruppi sovente bene organizzati di GAP o SAP (Squadre di Azione Partigiane) che a rischio della vita procedevano con attentati continui a Tenenti, militari Fascisti e drappelli Nazisti, tramite imboscate mentre stavano tornando a casa, esplosioni nei locali pubblici da loro frequentati e altro. L'obiettivo, abbastanza riuscito, era quello di far sentire insicuro il territorio occupato dai Nazisti e dai Fascisti. La risposta di questi era soprattutto terroristica: fucilare dieci prigionieri politici catturati precedentemente, che perlopiù non c'entravano nulla con l'attentato in questione (come nel caso dei prigionieri trucidati a Piazzale Loreto nell'Agosto 1944 ) oppure passare per le armi immediatamente chiunque fosse trovato con in tasca una pistola o armi non autorizzate.

Piefranco Mastalli, rappresentante dell'ANPI invitato alla conferenza, ha parlato in generale della disposizione geografica delle Brigate Rosselli e Issel, ricordando in particolare la cattura di molti partigiani in località La Pianca, la fucilazione di molti di loro a Barzio e a Introbio (il partigiano Mina) , soffermandosi sulla figura del prof. Francesco Magni, nato a Introbio nel 1920, risparmiato dalla fucilazione forse grazie all'intermediazione di autorità cattoliche.

Torturato come gli altri partigiani catturati i suoi compagni si sono domandati a lungo se "Francio" (il nome di battaglia di Magni) avesse rivelato particolari importanti, ma così probabilmente non era.
Rilasciato dai Fascisti, Magni tornò a studiare a Milano, all'Università Cattolica, dove si è laureato in Lettere all'inizio del 1945, iniziando poi la sua attività di insegnante presso il Collegio Arcivescovile di Porlezza.

"Attività che è durata solo due anni" ha ricordato Mastalli. " Infatti durante una nuotata nel Lago di Lugano, nell'agosto 1947, il Magni è improvvisamente sparito, forse annegato, ma il suo corpo non è stato mai ritrovato neanche dai sommozzatori. Qualcuno ha sospettato che fosse segretamente emigrato in Argentina".

Il prof. Angelo de Battista, già Preside dell'Istituto Badoni di Lecco, e direttore dell'Archivio Storico della Resistenza di Lecco, è invece partito da una domanda che da qualche tempo si stava facendo con i suoi studenti:" Ma chi erano effettivamente i Partigiani ?". Per rispondere al quesito ha fatto una ampia indagine presso l'Archivio di Stato di Como, dove ha trovato delle schede di molti partigiani, registrati poi anche dal CLN lombardo, individuando chi avesse effettivamente partecipato alla Resistenza: scoprendo per esempio che su circa 750 partecipanti individuati, ben un terzo era di origine valsassinese.

Molto folta la presenza di pubblico, a testimonianza che questi avvenimenti di un passato ormai lontano hanno però ancora oggi una certa rilevanza e riscuotono un certo interesse.

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